martedì 28 marzo 2023

Nuove prove suggeriscono che Venere abbia attività vulcanica



Articolo da Blog INGVvulcani

Per molti versi, Venere è un pianeta simile alla Terra. Ha quasi le sue stesse dimensioni e una composizione complessivamente simile. Ne differisce moltissimo per altre caratteristiche come per esempio: il tipo di atmosfera, la sua pressione, la temperatura, l’assenza di acqua sulla superficie. Pertanto, né il vento né la pioggia possono davvero modificare la sua morfologia.

Probabilmente, una caratteristica  poco nota di questo pianeta è che Venere ha più vulcani di qualsiasi altro pianeta del sistema solare, con un’attività eruttiva che sembra aver prodotto colate di lava fluida, mentre ha poche evidenze di lave viscose o flussi piroclastici. Nonostante gli scienziati sappiano da tempo che Venere è punteggiato di vulcani, formatisi per l’eruzione di magma proveniente dal mantello di un pianeta così simile al nostro  (probabilmente degli “hot mantle plumes”), l’ipotesi che qualcuno di essi sia ancora attivo è stata a lungo dibattuta e lo è tuttora.

Tuttavia, pochi giorni fa è apparso un sorprendente articolo su Science, ripreso poi a ruota da un altro di carattere informativo su Nature, in cui nuovi studi sostengono di aver trovato prove evidenti che ci sia ancora attività vulcanica su Venere.

Gli autori dello studio hanno esaminato le immagini radar della superficie del pianeta che furono raccolte dalla navicella spaziale “Magellan” della NASA tra il 1990 e il 1992 e che hanno una risoluzione tra i 100 e i 300 m.  Osservando l’apparato vulcanico situato nell’area dell’Atla Regio, che ospita due dei più grandi vulcani del pianeta, i ricercatori hanno constatato che uno dei due – il Maat Mons (figura 1) – ha cambiato forma nel periodo intercorso tra due immagini scattate a otto mesi di distanza, mostrando un allargamento del cratere. Inoltre hanno osservato la presenza di corpi (rocciosi) vulcanici a valle della bocca eruttiva nelle immagini del secondo passaggio della navicella sull’area.

La loro interpretazione è stata, quindi, che si sia verificata un’eruzione di questo  vulcano che potrebbe avere generato un flusso di lava (figura 2). Viene tuttavia ammessa la possibilità che questi corpi fossero presenti ma invisibili nel corso del primo passaggio, a causa delle differenze nella geometria delle immagini. Questa interpretazione è stata anche vagliata con dei modelli alternativi per la loro formazione (per esempio, dei crolli detritici) ma la spiegazione più convincente è rimasta sempre quella proposta.

Continua la lettura su Blog INGVvulcani


Fonte: Blog INGVvulcani 


Autore: Gianfilippo De Astis

Licenza: Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 4.0 Internazionale.

Articolo tratto interamente da 
Blog INGVvulcani 


Nessun commento:

Posta un commento

I commenti sono in moderazione e sono pubblicati prima possibile. Si prega di non inserire collegamenti attivi, altrimenti saranno eliminati. L'opinione dei lettori è l'anima dei blog e ringrazio tutti per la partecipazione. Vi ricordo, prima di lasciare qualche commento, di leggere attentamente la privacy policy. Ricordatevi che lasciando un commento nel modulo, il vostro username resterà inserito nella pagina web e sarà cliccabile, inoltre potrà portare al vostro profilo a seconda della impostazione che si è scelta.