sabato 18 marzo 2023

Verso la Giornata mondiale della poesia



Articolo da Zero

Che fine ha fatto la poesia? Una giornata mondiale della poesia porta con sé l’eco di questa domanda e la risposta per me si concretizza nei versi che di tanto in tanto trattengono i miei pensieri: io, autrice amatoriale e lettrice agonista. Mi sono trovata a Milano nel momento in cui ho iniziato a capire che non avevo ancora voglia di smettere di fumare e che si poteva scrivere in ritmo (più che rima) anche di armadi finestre e specchi, e non solo di cuori infranti. Eccola qua, allora, la giornata mondiale della poesia, per ricordarci che la geografia poetica, per sua natura, può trascendere dalla parola e dalla forma: c’è poesia quando c’è un immaginario, che oggi più che mai trasuda di realtà. Camminando ve ne accorgerete, la poesia è spesso appesa ai muri e questo la rende uno specchio capace di riflettere quello che c’è intorno e che si orienta con la  luce, accesa o spenta.

Nel 2023 il terreno che la poesia contemporanea sta facendo germogliare è infatti una continua riflessione nutrita a fondo dal tempo contemporaneo, non c’è più una forma di conforto e, più in generale, non c’è più una forma ma il gusto del vero, del dramma e del quotidiano, monito più che illusione, e l’ibridazione postmodernista ha lasciato che la cultura alta si contaminasse alla cultura pop. In questo modo i germogli di poesia sono tra gli accademici, nei movimenti neometrici, in quelli di emancipazione, nei poetry slam, reading e open-mic, nascono di continuo tra gli instapoets, di cui forse andrebbe fatto un censimento, ma non qui e non ora. Insomma poeti, poesia e amanti del genere, godono e hanno sempre goduto dei benefici di oralità e scrittura, tra emotività e fierezza, l’esperienza si fa visiva, performativa e musicale, e dentro questi semi il carico della poesia è l’immaginario del poeta e l’immaginario del poeta è la realtà di qualsiasi persona, che porta a galla i giorni e il quotidiano, giocando spesso con i nervi scoperti di questo o quell’altro mondo.

Una Mappa della poesia contemporanea è un lavoro che di recente si è cercato di immaginare (edita Il Saggiatore): è a cura di Laura Pugno che sembra aver dato rifugio a questi parolieri nomadi. Quello che ha fatto è stato quindi partire dalla definizione di alcuni parametri con cui raccontare la poesia e poi ha scelto 99 poeti italiani (contemporanei e vivi!), ha assegnato un valore a ciascun parametro per ciascun poeta e, alla fine, tutti questi dati sono diventati rappresentazioni grafiche, immagini e costellazioni del tutto consultabili! Lo racconto perché alla domanda iniziale “che fine ha fatto la poesia?” la risposta sta anche nella prova tangibile che porta questa comunità viva di persone e parole, di isole e boschi, di un divenire sempre in atto, sempre in arte.
È così: la poesia è ovunque e altra e non ultima prova sta nella banale considerazione che poi, a tutti gli effetti, si tratta di un linguaggio, una declinazione particolare del linguaggio umano, quindi estremamente duttile, estremamente polimorfa e estremamente libera.

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Fonte: Zero

Autore: 
Mariangela Ranieri

Licenza: Licenza Creative Commons
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Articolo tratto interamente da Zero.eu



1 commento:

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