venerdì 30 novembre 2018

Siamo senza speranza!



"Siamo senza speranza. L'aveva già spiegato Pasolini: la speranza è una trappola, usata dal potente politico e religioso per ingabbiare i poveretti, con promesse di futuro benessere o di paradisiaci aldilà. Non c'è alcuna speranza di riscatto per il Paese. Il vero problema non è tanto la classe politica, che è una minoranza, ma questa generazione, che manda giù tutto senza protesta, cullandosi sulle promesse. È tutta una generazione che va cambiata, anzi rigenerata con urgenza."

Mario Monicelli


Ungheria: la criminalizzazione dei senzatetto



Articolo da East Journal

Lo scorso 15 ottobre è entrato in vigore in Ungheria un emendamento del codice penale che prevede sanzioni severe, tra cui anche l’arresto e l’incarcerazione, per chi dorme o staziona abitualmente nei luoghi pubblici. La decisione del governo guidato da Viktor Orbán si scaglia contro le condizioni di vita già precarie dei cittadini magiari che vivono in strada. Secondo stime recenti, in Ungheria i senzatetto sono circa 30.000, lo 0.3 % della popolazione totale. Un esercito di donne e uomini che si concentra per un terzo nella capitale del paese, Budapest. Nella città danubiana, come in molte altre capitali europee, i senzatetto sono infatti una presenza costante tra le vie del centro.

Le tappe dell’azione governativa contro la povertà 

La scelta del partito del premier, FIDESZ, porta a compimento un processo di criminalizzazione della povertà che Orbán ha avviato nel 2011 con la legge sui reati minori, successivamente cancellata dalla Corte Costituzionale, che inseriva fra i reati quello di utilizzare lo spazio pubblico come rifugio. Questo processo ha poi raggiunto un’altra tappa fondamentale nel 2013, quando, grazie all’approvazione della nuova Costituzione, i governi locali hanno acquisito il potere di emanare ordinanze dirette contro i clochard.

Il governo ha giustificato le nuove sanzioni facendo appello ai 19.000 posti letto presenti negli alloggi messi a disposizione dallo stato. Secondo l’associazione A Város Mindenkié (AVM – La città è per tutti), che dal 2009 si batte per l’attuazione di politiche abitative inclusive e popolari in Ungheria, questi dati non hanno una fonte attendibile mentre il numero di posti letto disponibili è fermo da anni a 11.000 unità.


Nei giorni precedenti l’entrata in vigore dell’emendamento, la polizia ha distribuito dei volantini di avvertimento e pattugliato le zone dove si concentrano baracche e ripari di fortuna di molti senzatetto. I membri dell’associazione AVM denunciano che durante i mesi invernali le strutture di ospitalità statali presenti nella capitale non riescono ad accogliere tutte le richieste, andando in sovraffollamento. Il risultato di questa azione governativa costringerà quindi molti senzatetto ad abbandonare le zone centrali, marginalizzandoli ulteriormente senza risolvere i loro problemi.

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Articolo tratto interamente da East Journal


Al di là del porto di Fernando Pessoa


Al di là del porto

Al di là del porto

c’è solo l’ampio mare…

Mare eterno assorto

nel suo mormorare…

Come è amaro stare

qui, amore mio…

Guardo il mare ondeggiare

e un leggero timore

prende in me il colore

di voler avere

una cosa migliore

di quanto sia vivere…

Fernando Pessoa


Islanda

Iceland from HS LOVESTORIES on Vimeo.

Photo e video credit HS LOVESTORIES caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons 


Vermont

Chittenden Vermont Drone Cinematography from Kyle Jackson on Vimeo.


Photo e video credit Kyle Jackson caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons 


Pollice su e giù della settimana


Hiv, parte in tre continenti la sperimentazione del vaccino pediatrico tratto da Rai News





Infezioni da Aids, lʼallarme dellʼIstituto Superiore di Sanità: pochi progressi tra i giovani tratto da Tgcom24







giovedì 29 novembre 2018

Dichiarazione Universale dei Diritti Umani

"Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza."

Articolo 1 Dichiarazione Universale dei Diritti Umani

Invito tutti a guardare questo video!



Video credit Davide Boarin caricato su YouTube


29 novembre1864 - Massacro di Sand Creek

Sand creek 1985

Articolo da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Il massacro di Sand Creek (chiamato anche massacro di Chivington o battaglia di Sand Creek) si verificò il 29 novembre 1864, nell'ambito dei più vasti eventi della guerra del Colorado e delle guerre indiane negli Stati Uniti d'America.

Un accampamento di circa 600 nativi americani membri delle tribù Cheyenne meridionali e Arapaho, situato in un'ansa del fiume Big Sandy Creek (oggi nella Contea di Kiowa nella parte orientale dello Stato del Colorado), fu attaccato da 700 soldati della milizia statale comandati dal colonnello John Chivington, a dispetto dei vari trattati di pace firmati dai capi tribù locali con il governo statunitense. Visto lo scarso numero di guerrieri armati e capaci di difendersi presenti nel campo, l'attacco dei soldati si tradusse in un massacro indiscriminato di donne e bambini, con un numero di morti tra i nativi stimato tra le 125 e le 175 vittime (oltre ad altri 24 morti e 52 feriti tra gli stessi militari attaccanti); come riferito da molti testimoni oculari, i corpi dei nativi uccisi furono scalpati e in molti casi ripetutamente mutilati da parte dei soldati.

Inizialmente dipinti come una "vittoriosa battaglia" contro nativi ribelli, i fatti di Sand Creek furono poi oggetto di varie investigazioni da parte dell'Esercito statunitense e del Congresso, le quali espressero un severo giudizio sull'operato di Chivington e dei suoi uomini; a dispetto di ciò, tuttavia, nessuna misura punitiva fu presa nei confronti di alcuno dei partecipanti al massacro. I fatti di Sand Creek provocarono attacchi di rappresaglia da parte dei nativi contro gli insediamenti dei coloni europei, nonché un esodo di massa delle tribù native dal Colorado orientale.

Episodio controverso della storia del Colorado e delle guerre contro i nativi dell'America del Nord, il massacro di Sand Creek ispirò poi svariate opere della cultura di massa; l'area teatro dei fatti è oggi protetta dal National Park Service come Sand Creek Massacre National Historic Site.

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Citazione del giorno


"Ogni strada è soltanto una tra un milione di strade possibili."

Carlos Castaneda


mercoledì 28 novembre 2018

Grazie a tutti!


Sicuramente l'anima di un sito, sono i lettori e gli amici che lo frequentano. Poiché siete in tanti, voglio ringraziarvi per la vostra presenza e partecipazione in questo blog.



PS

Non sono perfetto, ma cerco di migliorarmi.



martedì 27 novembre 2018

La sonda InSight è atterrata sul pianeta Marte

Artist's Concept of the InSight Lander

Articolo da AstronautiNEWS.it

Marte ha appena ricevuto il suo ultimo residente robotico. La sonda della NASA InSight (Interior Exploration using Seismic Investigations, Geodesy and Heat Transport) ha toccato con successo il suolo del pianeta rosso dopo quasi sette mesi e 458 milioni di km di viaggio.

La missione di InSight durerà due anni in cui studierà l’interno di Marte per cercare di capire come si siano formati i corpi celesti con superficie rocciosa, incluse Terra e Luna.

InSight è partita dalla base dell’aeronautica americana di Vandenberg, in California, lo scorso 5 maggio. Il lander ha toccato terra lunedì 26 novembre, nei pressi dell’equatore marziano sul lato occidentale di una formazione di lava pianeggiante chiamata Elysium Planitia, segnalando l’avvenuto completamento della sequenza di atterraggio alle 21:00 circa ora italiana.

“Oggi siamo atterrati con successo su Marte per l’ottava volta nella storia”, ha dichiarato Jim Bridenstine, amministratore della NASA. “InSight studierà l’interno di Marte e ci fornirà informazioni scientifiche di valore mentre ci prepariamo ad inviare astronauti sulla Luna e, successivamente, su Marte. Questo traguardo rappresenta l’ingegno americano e dei nostri partner internazionali ed è testimonianza della dedicazione e la perseveranza del nostro team. Il bello, per NASA, deve ancora venire ed arriverà presto”.

Il segnale di atterraggio è stato ritrasmesso verso il Jet Propulsion Lab (JPL) della NASA grazie ad uno dei due piccoli cubesat sperimentali MarCO (Mars Cube One), lanciati insieme ad InSight e di cui ne hanno seguito la traiettoria. Si tratta dei primi cubesat ad essere spediti nello spazio profondo, oltre l’orbita terrestre. Dopo aver eseguito una serie di trasmissioni ed esperimenti di navigazione, i cubesat gemelli MarCO si sono posizionati per ricevere le trasmissioni da InSight durante l’entrata in atmosfera, la discesa e l’atterraggio.

“Abbiamo toccato l’atmosfera marziana a 19.800 km all’ora, e l’intera sequenza di atterraggio sulla superficie è durata solamente sei minuti e mezzo”, ha dichiarato Tom Hoffman, il project manager di InSight presso il JPL. “Durante quel breve periodo di tempo, InSight doveva eseguire autonomamente decine di operazioni e doveva farlo in maniera perfetta e, secondo tutte le indicazioni, è esattamente quello che la sonda ha fatto”.

La conferma dell’atterraggio non è certo l’ultima delle sfide che un atterraggio sul pianeta rosso comporta. Le operazioni di superficie di InSight sono cominciate un minuto dopo aver toccato terra. Una delle sue prime attività è stata quella di dispiegare i suoi due pannelli solari decagonali, che daranno energia al lander. Il procedimento dovrebbe essere iniziato 16 minuti dopo l’atterraggio per durate altri 16 minuti.

Il team di InSight riceverà nelle prossime ore la conferma del dispiegamento dei pannelli solari. Il segnale arriverà, grazie ad un altro orbiter della NASA, Mars Odyssey, circa cinque ore e mezza dopo l’atterraggio.

“Andiamo ad energia solare, quindi il dispiegamento dei pannelli e il loro uso è piuttosto importante”, ha detto Hoffman. “Con i pannelli che forniscono energia necessaria per cominciare le operazioni scientifiche siamo sulla strada giusta per studiare per la prima volta in maniera completa cosa c’è all’interno di Marte”.


InSight inizierà a raccogliere dati scientifici entro la prima settimana sulla superficie, sebbene i tecnici si concentreranno soprattuto nel posare alcuni strumenti sul suolo marziano. Almeno due giorni dopo l’atterraggio, il team di NASA inizierà il dispiegamento del braccio robotico lungo 1,8 metri in manera tale da poter fotografare il panorama.

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Fonte: AstronautiNEWS.it


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Articolo tratto interamente da AstronautiNEWS.it


Photo credit NASA/JPL [Public domain], via Wikimedia Commons


Voglio ricordare i profili sociali di questo blog

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lunedì 26 novembre 2018

I fascisti non sono mica come i funghi...


"I fascisti non sono mica come i funghi, che nascono così, in una notte. No. I fascisti sono stati i padroni a seminarli, li hanno voluti, li hanno pagati. E coi fascisti i padroni hanno guadagnato sempre di più, al punto che non sapevano più dove metterli i soldi. Così hanno inventato la guerra. Ci hanno mandato in Africa, in Russia, in Grecia, in Albania, in Spagna! Ma chi paga siamo sempre noi! Chi paga: il proletariato, gli operai, i contadini, i poveri!" 

Olmo Dalcò

Tratto dal film Novecento di Bernardo Bertolucci


Cinema: addio al maestro Bernardo Bertolucci

Bernardo Bertolucci

Articolo da FilmPost

Bernardo Bertolucci, uno degli ultimi riconosciuti Maestri del Cinema italiano, è morto all’età di 77 anni. Autore di opere che hanno attraversato ogni fase della settima arte dagli anni 60 fino al presente, Bertolucci ha segnato un’epoca. Assistente alla regia di Pasolini sul set di Accattone (1961), debuttò con La Commare Secca (1962). Da lì in poi seppe spaziare con maestosa abilità dal piccolo racconto intimista alle smisurate storie epiche e agli affreschi storici. Amato e odiato in egual misura, con Ultimo Tango a Parigi (1972) sfidò la morale italiana e con L’Ultimo Imperatore (1987) si aggiudicò nove premi oscar. Il suo ultimo film è stato l’intimo Io e Te (2012) dal romanzo di Niccolò Ammaniti.

Costretto a vivere gli ultimi anni su una sedia a rotelle per le conseguenze di un intervento alla schiena, Bertolucci non ha mai perso la voglia di sperimentare. La sua passione per il Cinema a 360 gradi, dalla Nouvelle Vague francese al kolossal hollywodiano, gli ha permesso di non invecchiare artisticamente.

Classe 1941, figlio del poeta Attilio, Bernardo Bertolucci ha sempre amato il racconto delle contraddizioni umane. Cresciuto con il mito del rivoluzionario cinema francese (le prime interviste le rilasciava proprio in quella lingua), ci piace immaginarlo mentre lottava con Pier Paolo Pasolini sul set di Accattone. Lui, così amante della tecnica e della messa in scena, doveva pilotare l’operato di un poeta esordiente alla regia che della tecnica se ne fregava! Il suo debutto, La Commare Secca, dimostrò come Bertolucci sapesse padroneggiare le convenzioni del Cinema di Genere per raccontare la realtà contemporanea. Non a caso Bernardo era il co-autore con Dario Argento del soggetto di C’era una volta il West (1968), vera summa delle convenzioni del western.

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Fonte: FilmPost


Autore: Roberto Gallaurese

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Articolo tratto interamente da 
FilmPost.it


Photo credit Associazione Culturale Cinemazero from Pordenone, Italia [CC BY-SA 2.0], attraverso Wikimedia Commons


Nella nebbia di Giovanni Pascoli


Nella nebbia

E guardai nella valle: era sparito
tutto! sommerso! Era un gran mare piano,
grigio, senz’onde, senza lidi, unito.

E c’era appena, qua e là, lo strano
vocìo di gridi piccoli e selvaggi:
uccelli spersi per quel mondo vano.

E alto, in cielo, scheletri di faggi,
come sospesi, e sogni di rovine
e di silenzïosi eremitaggi.

Ed un cane uggiolava senza fine,
nè seppi donde, forse a certe péste
che sentii, nè lontane nè vicine;

eco di péste nè tarde nè preste,
alterne, eterne. E io laggiù guardai:
nulla ancora e nessuno, occhi, vedeste.

Chiesero i sogni di rovine: — Mai
non giungerà? ― Gli scheletri di piante
chiesero: — E tu chi sei, che sempre vai? —

Io, forse, un’ombra vidi, un’ombra errante
con sopra il capo un largo fascio. Vidi,
e più non vidi, nello stesso istante.

Sentii soltanto gl’inquïeti gridi
d’uccelli spersi, l’uggiolar del cane,
e, per il mar senz’onde e senza lidi,

le péste nè vicine nè lontane.

Giovanni Pascoli


Manifestazione a Roma contro la violenza sulle donne

WDG - March for Elimination of Violence Against Women in Rome (2018) 9

Articolo da Wikinotizie, le notizie a contenuto aperto

Roma, domenica 25 novembre 2018

Secondo gli organizzatori, circa 150 mila persone hanno partecipato a Roma per la terza marcia organizzata dall'associazione Non Una Di Meno per la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne e contro il decreto Pillon. Dall'appuntamento delle ore 14 in Piazza della Repubblica, il corteo si è diretto verso Piazza dei Cinquecento (Stazione Termini), poi Via Cavour, Piazza dell’Esquilino, Piazza di Santa Maria Maggiore, Via Merulana, Largo Brancaccio, Via dello Statuto, Piazza Vittorio Emanuele II, Via Emanuele Filiberto, fino alla destinazione finale in Piazza di Porta San Giovanni. Tra i partecipanti, l'ex presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini.

Il 25 novembre di ogni anno ricorre la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, ricorrenza istituita attraverso la risoluzione 54/134 del 17 dicembre 1999 dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite. La data fu istituzionalizzata in seguito alla scelta di un gruppo di donne attiviste che si erano riunite nel 1981 a Bogotà nell'Incontro Femminista Latinoamericano e dei Caraibi per ricordare il brutale assassinio nel 1960 delle tre sorelle Mirabal, e il loro impegno nel contrastare il regime di Rafael Leónidas Trujillo.

Nel periodo giugno – luglio 2018, l'Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), insieme alle associazioni ed in collaborazione con il Dipartimento per le Pari Opportunità (DPO) presso la Presidenza del Consiglio, le Regioni e il Consiglio Nazionale della Ricerca (CNR – IRRPS), ISTAT ha condotto per la prima volta una ricerca sui centri antiviolenza ed i centri antirifugio e sta progettando indagini sui servizi offerti e l'utenza accolta.

Gli ultimi dati raccolti sottolineano che nel 2017, 49.152 donne hanno chiesto aiuto ai centri anti-violenza. Di queste il 63,7% hanno figli (minorenni in più del 70% dei casi) e il 27% sono cittadine straniere. Per oltre 29 mila di loro è iniziato un percorso di uscita dalla violenza.

Circa 4.400 figure professionali (sopratutto avvocate, psicologhe e operatrici di accoglienza) hanno lavorato presso i centri antiviolenza nel 2017, 56,1% di queste impegnate esclusivamente in forma volontaria.

Ai centri antiviolenza oggetto dell’indagine Istat si aggiunge l’offerta di 89 centri censiti dal Consiglio Nazionale della Ricerca (CNR – IRRPS). Sono centri che non rispettano i criteri dell’Intesa ma sono presenti nell’archivio del servizio di pubblica utilità 1522.

Presso questi servizi/centri, 1.024 operatrici e operatori (per il 68% volontarie/i) sono impegnati nel offrire supporto a 3.755 donne che hanno iniziato un percorso di uscita dalla violenza: 958 le straniere (il 25,5% del totale) e 2.224 le madri con figli minori (pari al 59%).

In occasione della giornata del 25 novembre, nelle sedi aziendali Rai di Viale Mazzini, via Teulada, via Asiago, negli Studi Fabrizio Frizzi (ex Dear) e a Saxa Rubra sono state posizionate cinque panchine rosse - fornite dal CPTV di Roma e dipinte dal Maestro Gennaro Scarpellino, dalle decoratrici Michela Cirino e Laura Segatori e da due classi di scuole romane - per esprimere solidarietà e vicinanza alle vittime. Per sensibilizzare sul tema della violenza sulle donne, altre panchine rosse erano state già installate nelle sedi Rai di di Via Verdi e Via Cavalli a Torino o collocate negli parchi pubblici, nelle università e nei posti di lavoro sul territorio nazionale.

Fonte: Wikinotizie, le notizie a contenuto aperto 

Autori: vari

Licenza: Creative Commons License
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Articolo tratto interamente da Wikinotizie, le notizie a contenuto aperto 


Photo credit Camelia.boban [CC BY-SA 4.0], from Wikimedia Commons

Bergamo in timelapse

Bergamo - City of the Thousand from Timeflees - Filippo Rivetti on Vimeo.

Photo e video credit Timeflees - Filippo Rivetti caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons


Lago di Como

Lago di Como, Italy from Barry K on Vimeo.

Photo e video credit Barry K caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons 


Proverbio del giorno


Il dubbio è il padre del sapere.


sabato 24 novembre 2018

In piedi signori, davanti a una donna




In piedi signori, davanti a una donna

Per tutte le violenze consumate su di lei
per tutte le umiliazioni che ha subito
per il suo corpo che avete sfruttato
per la sua intelligenza che avete calpestato
per l’ignoranza in cui l’avete lasciata
per la libertà che le avete negato
per la bocca che le avete tappato
per le ali che le avete tagliato
per tutto questo
in piedi, Signori, davanti ad una Donna.
E non bastasse questo
inchinatevi ogni volta che vi guarda l’anima
perché Lei la sa vedere
perché Lei sa farla cantare.
In piedi, Signori, ogni volta che vi accarezza una mano
ogni volta che vi asciuga le lacrime
come foste i suoi figli
e quando vi aspetta
anche se Lei vorrebbe correre.
In piedi, sempre in piedi, miei Signori
quando entra nella stanza e suona l’amore
e quando vi nasconde i dolore e la solitudine
e il bisogno terribile di essere amata.
Non provate ad allungare la vostra mano per aiutarla
quando Lei crolla sotto il peso del mondo.
Non ha bisogno della vostra compassione.
Ha bisogno che voi
vi sediate in terra vicino a Lei
e che aspettiate che il cuore calmi il battito
che la paura scompaia
che tutto il mondo riprenda a girare tranquillo
e sarà sempre Lei ad alzarsi per prima
e a darvi la mano per tirarvi su
in modo da avvicinarvi al cielo
in quel cielo alto dove la sua anima vive
e da dove, Signori, non la strapperete mai.


Anonimo

Questi versi sono stati erroneamente attribuiti a Shakespeare, purtroppo non si conosce l'autore, ma le parole sono significative.


Voce: Arturo Delogu

Video credit Arturo Delogu caricato su YouTube



venerdì 23 novembre 2018

Vi consiglio di leggere questo post!


Santa torna con un post interessante, da non perdere!

Link diretto: http://lasantafuriosa.blogspot.com/2018/11/black-friday-novembre-2018-la-corsa-di-edith-garrud-e-delle-suffrajitsu.html




Citazione del giorno


"La cattiveria è degli sciocchi, di quelli che non hanno ancora capito che non vivremo in eterno." 

Alda Merini


Terremoto dell'Irpinia del 1980: per non dimenticare




Domenica 23 novembre 1980 - 19:34:

2.914 morti

8.848 feriti

280.000 sfollati


Mai dimenticare!



Video credit mcirillo380 caricato su YouTube


Pollice su e giù della settimana


La Torre è stabile: buone notizie da Pisa tratto da Webmagazine24






Usa, Trump autorizza lʼuso della forza contro i migranti dal Messico tratto da Tgcom24







giovedì 22 novembre 2018

Kenya, rapita volontaria italiana


Articolo da Befan.it


Silvia Romano, una volontaria italiana di 23 anni, è stata rapita ieri sera in Kenya durante un attacco sferrato da un commando terroristico in un centro commerciale: pesante anche il bilancio dei feriti, di cui uno grave.


Il rapimento di una volontaria italiana


Il rapimento sarebbe avvenuto ieri sera (attorno alle 20 ora locale) al termine di un assalto organizzato da un vero e proprio commando. Al momento non si hanno ancora notizie circa la sorte di Silvia Romano, 23enne volontaria originaria di Milano, sequestrata da alcuni uomini in un grande magazzino di Chakama, nei pressi di Malindi (città nella regione sud-ovest del Kenya).


Secondo quanto si apprende dai media locali e dal capo della polizia kenyota, la ragazza sarebbe stata l’unica a essere presa in ostaggio mentre il bilancio dell’assalto è di cinque persone ferite, di cui una in modo particolarmente grave: non è chiaro però se la Romano sia stata presa di mira per via dei suoi legami con Africa Milele, la Ong per cui lavorava.

La possibile pista di Al-Shabaab


Al momento, anche se non c’è stata ancora alcuna rivendicazione, i sospetti delle autorità kenyote sono rivolti verso le milizie di Al-Shabaab, gruppo jihadista di matrice sunnita che da oltre dodici anni è attivo in alcuni Paesi africani tra cui la Somalia: gli aggressori, tutti armati di kalashnikov, sarebbero stati tre e, dopo aver ferito anche un bambino di 10 anni a un occhio, hanno preso in ostaggio Silvia Romano, allontanandosi dal villaggio mentre sparavano all’impazzata.

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Fonte: Befan.it

Autore: redazione Befan.it

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Articolo tratto interamente da Befan.it 



24 Novembre: manifestazione nazionale di Non una di meno a Roma


Per maggiori informazioni: https://nonunadimeno.wordpress.com/



Video credit non una di meno caricato su YouTube


Ogni giorno...




"Ogni giorno ti vengono consegnate ventiquattro ore d’oro; sono tra le poche cose che, su questa terra, ti sono date gratuitamente.
Se anche possedessi montagne di denaro, non potresti comprare neanche un’ora aggiuntiva. Che cosa farai con questo tesoro inestimabile?
Rammenta, devi usarle, poiché ti vengono concesse una sola volta.
E, se le sprechi, non potrai recuperarle."


Nicholas Sparks


Ecco i vincitori di Wiki Loves Monuments 2018 Italia

Vetrate policrome

Articolo da Wikimedia Italia

L’attesa è finita: possiamo finalmente rivelarvi i vincitori della settima edizione italiana del concorso Wiki Loves Monuments!

Con più di 29.000 fotografie di monumenti italiani realizzate da oltre 1.000 fotografi, decretare gli scatti migliori non è stato affatto semplice per la giuria nazionale del concorso, composta da tre esperti wikipediani e tre noti esperti di fotografia: l’autorità del digital imaging Marianna Santoni, la presidente del Circolo Fotografico Milanese Lucia L. Esposto e il noto giornalista e fotografo Settimio Benedusi, che anche quest’anno ha presieduto la giuria.

Sul gradino più alto del podio quest’anno la Toscana con lo scatto di Francesco Marraccini che ritrae le vetrate policrome di uno dei più noti stabilimenti termali di Montecatini (PT), le Terme Tettuccio.

Medaglia d’argento per l’Emilia-Romagna, anche quest’anno protagonista della classifica, con la fotografia realizzata da Vanni Lazzari al Museo delle Valli di Comacchio (FE). Al terzo posto segue il Veneto, con uno scatto delle Dune degli Alberoni immortalate in un’insolita prospettiva. Queste tre regioni, tutte “campionesse” di caricamenti per questa edizione del concorso, fanno da padrone anche nel resto della classifica con splendide immagini che andranno ora a competere con le fotografie che hanno trionfato nei Paesi che quest’anno partecipano al concorso.

Un particolare riconoscimento va quest’anno anche alla Puglia, che si aggiudica la menzione speciale della giuria nazionale con l’elegante scatto naturalistico realizzato dal fotografo Marco La Torre in Puglia, nell’Oasi WWF di Lago Salso.

Come di consueto, altri premi speciali sono stati assegnati dai partner del concorso FIAF, ICOM Italia, BASE Milano e Fondation Grand Paradis che anche quest’anno hanno sostenuto il progetto insieme ad Euronics Italia e Touring Club Italiano.

Non dimentichiamoci infine dei sette concorsi regionali legati a WLM, promossi grazie al grande entusiasmo dei volontari di Wikimedia Italia: al link sotto riportato troverete i vincitori di Wiki Loves Abruzzo, Basilicata, Toscana, mentre nelle prossime settimane scopriremo il podio di Wiki Loves Lake Como, Liguria, Umbria, Veneto.



Fonte: Wikimedia Italia 

 
         
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Articolo tratto interamente da Wikimedia Italia


mercoledì 21 novembre 2018

Alice Guy-Blaché, la prima donna regista e produttrice nella storia del cinema


Articolo da L’Undici

Quest’anno ricorre l’anniversario della nascita di tanti protagonisti del cinema, di tanti personaggi e film che hanno cambiato la storia della settima arte, tra questi il 18 Novembre 1928 debuttava Topolino, come fumetto e al cinema, nel 1988 un altro personaggio, che sarebbe diventato cult con il tempo, raggiungeva la notorietà, il coniglio Roger Rabbit, per la regia di Robert Zemeckis.

Eppure se pensiamo agli esordi del cinema pensiamo sempre ai fratelli Lumière, al bistrattato George Méliès che tanti sogni ci ha regalato e che è stato rivalutato solo nel corso degli anni, ma c’è una figura che davvero in pochissimi conoscono ed è una donna, Alice Guy.

La prima vera donna regista di cui non si parla mai e della quale si è iniziato a scoprire qualcosa solo dopo l’uscita della sua biografia.

Cerchiamo di andare con ordine e di ripercorrere tutta la sua vita: dall’originalità delle sue idee, dalla sua innovazione nei temi proposti fino alla scomparsa totale anche dai titoli di coda dei film che aveva scritto lei stessa.

L’adorabile donna è vissuta fino a novantaquattro anni, ma non è riuscita a vedere pubblicata neanche la sua autobiografia mentre era ancora in vita. E molti critici hanno cominciato ad apprezzare il suo lavoro solo negli ultimi tempi.

Alcuni registi importanti oggi ne parlano ricordandola con immensa stima.

Ma cominciamo dall’inizio come si fa con qualsiasi buona storia che si rispetti.

Alice Guy, nata nel 1873, appartiene ad una famiglia di librai con diversi punti vendita in tutto il Sudamerica, cresce con un’ottima istruzione, circondata da autori noti, e leggendo quanti più testi avesse a sua disposizione.

La sua situazione finanziaria cambia quando il padre muore e lei si mette a lavorare per dare sostentamento a sé e a sua madre.

Inizia come segretaria di Monsieur Léon Gaumont, un imprenditore francese nel campo della fotografia. La sera del 28 Dicembre 1895 sono insieme alla prima rappresentazione a Parigi del ‘cinematografo’ presso il Salon indien del Grand Café al boulevard des Capucines.

Tutti rimangono estasiati da quello che vedono girare sull’immenso schermo, ma la giovane, all’uscita dalla sala, ha un’illuminazione e propone a Gaumont di utilizzare quella strana macchina per riprodurre loro stessi delle scene in sequenza.

La ragazza ritiene che la gente prima o poi si sarebbe stancata delle riproduzioni di eventi dal vivo di situazioni già conosciute, come poteva essere l’arrivo di un treno in stazione, il volo di una mongolfiera, lo scorrere di un fiume. Propone lei stessa di scrivere dei soggetti, delle storie e di girare qualcosa.

Gaumon acconsente ma più per lungimiranza imprenditoriale che per fiducia nelle capacità della giovane donna, che all’epoca aveva solo ventidue anni.

La materia prima non manca ad Alice, cresciuta tra romanzi, storie e racconti, non fatica a mettersi al lavoro tra sceneggiature e soggetti vari, arrivando a realizzare più di cento pellicole tra il 1896 e il 1907.

Addirittura la giovane collauderà lei stessa molte attrezzature acquistate da Gaumon, come il cronophone, che sincronizzava la musica alle scene girate dagli attori, e imparerà ad occuparsi anche del montaggio delle pellicole.

La sua prima opera si intitola “La fée aux choux”, e racconta la storia di una fata che raccoglie i bambini sotto i cavoli e li regala alle coppie che desiderano avere una famiglia. Il filmato dura 1 minuto e 30 secondi per venti metri di pellicola, ed è un tale successo che subito vengono richieste ottanta copie da proiettare.

La sua curiosità è tale da spingerla a sperimentare, non si accontenta dei soliti scenari, esplora le riprese in esterna, e comincia a manipolare le pellicole per averne effetti speciali, montando scene al contrario, facendo dipingere a mano i colori, introducendo specchi per avere scene doppie e sovrapposte. È innovativa e geniale in tutto quello che fa.

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Fonte: 
L’Undici


Autore: 
Imma I.



Articolo tratto interamente da 
L’Undici


Immagine del giorno

Alba sulle cime

Alba sulle Tre Cime di Lavaredo

Photo credit Nicolò Bonazzi caricata su Flickr - licenza foto: Creative Commons