martedì 31 ottobre 2023

La sfida cinematografica: scegli il tuo film preferito



V'invito a scegliere il vostro film preferito, tra questi cinque del sondaggio; inoltre voglio ricordare a tutti, che si può esprimere una sola preferenza e attendo anche i vostri commenti.


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Il Corvo di Edgar Allan Poe


The Raven - Il Corvo

"Siano queste parole d'addio" alzandomi gridai
"uccello o creatura del male, ritorna alla tempesta,
Alle plutonie rive e non lasciare una sola piuma in segno
Della tua menzogna. Intatta lascia la mia solitudine,
Togli il becco dal mio cuore e la tua figura dalla porta"
Disse il Corvo: "Mai più
E quel Corvo senza un volo siede ancora, siede ancora
Sul pallido busto di Pallade sulla mia porta.
E sembrano i suoi occhi quelli di un diavolo sognante
E la luce della lampada getta a terra la sua ombra.
E l'anima mia dall'ombra che galleggia sul pavimento
Non si solleverà "Mai più" mai più.

Edgar Allan Poe


La guerra che verrà



"La guerra che verrà non è la prima. Prima ci sono state altre guerre. Alla fine dell’ultima c’erano vincitori e vinti.
Fra i vinti la povera gente faceva la fame.
Fra i vincitori faceva la fame la povera gente egualmente."



Bertolt Brecht



Vi ricordo l'iniziativa poesie e racconti dal web





Voglio ricordare a tutti gli amici e lettori di questo blog, l'iniziativa poesie e racconti dal web. Se siete interessati alla pubblicazione di una vostra opera su questo blog, inviatemi la vostra richiesta via mail.


La storia di Mariasilvia Spolato

Maria Silvia Spolato 3


Articolo da Enciclopedia delle donne

C’è una data che fa da spartiacque nella vita di Mariasilvia Spolato, l’8 marzo 1972. Quel giorno molte donne (tra loro anche Jane Fonda, attivista e attrice americana) scesero in piazza a Roma, a Campo de Fiori, luogo simbolo dell’Inquisizione che bruciò sul rogo il filosofo Giordano Bruno dopo averlo accusato di eresia. I numeri sono contrastanti: le fonti hanno trasmesso 20.000 presenze, ma alcune donne presenti quel giorno testimoniano che il gruppo era decisamente inferiore, 200 donne convinte (grazie di questa segnalazione a Loretta Meluzzi  e Giovanna Pala), quindi ancora più esposte. Mariasilvia Spolato sfilò infilata nel suo cartello-sandwich con la scritta “Liberazione omosessuale”: era il primo atto di visibilità omosessuale in una piazza italiana e Mariasilvia era  la prima donna italiana a dichiararsi pubblicamente lesbica.

Nata a Padova il 25 giugno 1935 in una famiglia della media borghesia cittadina, si laureò in scienze matematiche e, dopo un breve periodo in cui si trasferì a Milano dove lavorò all’Ufficio tecnico della Pirelli, nel 1966 rientrò in Veneto –  forse in seguito alla morte del padre – e si iscrisse ai concorsi per l’abilitazione all’insegnamento; nel 1969 pubblicò anche, con l’editore Zanichelli, un manuale scolastico di insiemistica corredato da esercizi. Non sappiamo dove sia vissuta o che lavoro abbia svolto a cavallo tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Settanta: probabilmente tentò di inserirsi nell’insegnamento scolastico e forse, per un periodo, collaborò con la casa editrice Fabbri o con alcune riviste. Possiamo presumere anche che Spolato in questo periodo possa aver approfondito alcune tematiche legate ai diritti civili e all’impegno politico nei movimenti femminista e omosessuale, visto che nel 1972 curò un’antologia di testi sui movimenti omosessuali di liberazione provenienti da tutto il mondo (I movimenti omosessuali di liberazione. Documenti, testimonianze e foto della  rivoluzione omosessuale, Samonà e Savelli, Roma 1972), che ancora oggi è considerato una bibbia dei diritti civili.

Trasferitasi a Roma all’inizio degli anni Settanta, lì  frequentò il collettivo femminista di via Pompeo Magno, partecipando così sia al movimento omosessuale che a quello femminista, e intraprese la carriera dell’insegnamento. Ma il suo incarico nell’anno scolastico 1971-1972 presso l’Istituto professionale per il commercio “Maffeo Pantaleoni” di Frascati durò poco: già nel dicembre 1971 fu ritenuta “non più idonea all’insegnamento” e spostata alla scuola media “Donatello” nella periferia est di Roma. La Camera del lavoro locale annovera anche quello contro Spolato tra i “gravissimi provvedimenti repressivi contro attivisti del sindacato scuola Cgil”, ma nel suo caso probabilmente incisero anche le prese di posizione pubbliche su temi sensibili come quello delle scelte sessuali.  Infatti, nel ricostruire la sua partecipazione al congresso di sessuologia  a Sanremo, lei dichiarò al «Corriere della Sera» di essere stata “sospesa dalla scuola per le sue battaglie in difesa della libertà sessuale” e nel  novembre del 1972 tornò sull’argomento nel corso dell’intervista che fece a Simone de Beauvoir, parlando di “insegnanti omosessuali [che] vengono cacciati dalla scuola adducendo falsi motivi di scarso rendimento”; inoltre, secondo una testimonianza di Anna Rap del Pompeo Magno, che aveva accompagnato Spolato al Provveditorato agli Studi di Roma, una copia dell’articolo di «Panorama» che la immortalava  mentre indossava il cartello con cui dichiarava, nella manifestazione dell’8 marzo 1972,  la sua omosessualità conservata nel fascicolo dell’attivista padovana indicava chiaramente un legame tra il suo “licenziamento” e la sua attività politica.

Certamente,  tra  il 1971 e il 1974 Spolato ebbe un ruolo fondamentale nella fase pionieristica del movimento di liberazione omosessuale italiano: fondò nel 1971 il Flo (Fronte di Liberazione Omosessuale), partendo dall’idea che le lesbiche dovessero liberarsi dalla “doppia oppressione” che subivano in quanto donne e omosessuali (anche se è stato ipotizzato che dietro quella sigla in realtà ci fosse solo lei, e che la  usasse per firmare volantini distribuiti nell’attesa di aggregare altre donne). Il Flo confluì poi nel Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano (Fuori) e Mariasilvia fondò, insieme ad Angelo Pezzana, l’omonima rivista, portavoce dell’organizzazione.

Collaborò anche a varie riviste di settore e utilizzò la fotografia – suo grande amore – come mezzo per comunicare il suo pensiero. Fu un’attivista impegnata e agguerrita: si deve a lei l’allarme lanciato ai compagni del Fuori riguardo al convegno di sessuologia in programma nell’aprile 1972 a Sanremo e che aveva come oggetto la “cura dell’omosessualità”: congresso che riuscirono a far chiudere anticipatamente organizzando una manifestazione di lesbiche e gay, con militanti arrivati anche dall’Inghilterra, dal Belgio e dalla Francia.  Grazie alla sua conoscenza delle lingue straniere e alle relazioni maturate nel corso dei suoi viaggi, fu anche la principale organizzatrice del primo Congresso internazionale delle donne omosessuali che si tenne il 27 e 28 aprile del 1974. Ma già nel febbraio del 1974 Mariasilvia aveva scritto in un articolo – autobiografico? –delle pressioni di persone che “arrivano persino a farci psicanalizzare e curare”: persone che “esplodono con tutta una carica di aggressività contro di noi. E ci applicano tutto quello che sono loro e che rifiutano di riconoscere”, denunciando chiaramente, quindi, un clima pesante di emarginazione e solitudine.

Continua la lettura su Enciclopedia delle donne

Fonte: Enciclopedia delle donne


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Articolo tratto interamente da Enciclopedia delle donne 

Photo credit Lorenzo Zambello (from Foto Lorenzo Zambello studio), CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons


Disperazione di Howard Phillips Lovecraft



Disperazione

Sopra le brughiere di mezzanotte che piangono,

attraverso le foreste di cipressi che sospirano,

nel vento notturno che vola follemente,

forme infernali con i capelli fluenti;

Nei rami sterili che scricchiolano,

presso le stagnanti pozze paludose che parlano,

oltre le scogliere costiere sempre urlanti,

dannati demoni della disperazione.


Una volta, credo di ricordare solo a metà,

prima che i cieli grigi di novembre

spegnessero la brace aspirante della mia giovinezza,

vivevo lì una cosa come la beatitudine;

I cieli che ora sono oscuri erano raggianti,

audaci e azzurri, splendidi in apparenza

finché non seppi che tutto era un sogno -

sonnolenza mortale di Dite.


Ma il flusso del Tempo, che scorre veloce,

Porta il tormento della conoscenza a metà -

Correndo oscuro, andando ciecamente

Oltre il prato mai calpestato;

E il viaggiatore, lamentandosi,

vede brillare i malvagi fuochi della morte,

sente il lamento della malvagia procellaria

mentre inerme va alla deriva verso il mare.


Ali malvagie nel battito dell'etere;

Avvoltoi che mangiano gli spiriti;

Cose invisibili, per sempre fugaci,

nere contro il cielo malizioso.

Ombre orribili della gioia passata,

demoni artiglianti della tristezza futura,

si mescolano in una nuvola di follia,

sempre sull'anima che mente.


Così i vivi, soli e singhiozzanti,

palpitanti in preda all'angoscia,

con le odiose Furie che privano

la Notte e il mezzogiorno della pace e del riposo.

Ma oltre i gemiti e gli stridii

Della Vita abominevole, c'è in attesa

il Dolce Oblivione, che culmina

Tutti gli anni di ricerca infruttuosa.


Howard Phillips Lovecraft


In Islanda scioperano le donne



Articolo da Valori

Il 24 ottobre l’Islanda si è fermata. Decine di migliaia di donne e persone non binarie hanno aderito alla giornata di sciopero contro la disparità di retribuzione salariale e contro la violenza sessuale e di genere. Negozi, banche e scuole sono rimasti chiusi. Gli ospedali hanno gestito solo i casi di emergenza. Tra le varie manifestazioni, la più grande è stata a Reykjavík, la capitale. I media locali hanno parlato di 70-100 mila persone presenti. Un numero elevato se si pensa che l’Islanda conta in tutto 370mila abitanti.

Unite sotto allo slogan «You call this equaliy?» («Questa la chiamate uguaglianza?»), le scioperanti hanno chiesto di rendere pubblici gli stipendi nei settori dove le lavoratrici costituiscono la maggioranza. E di adottare provvedimenti più severi nei confronti delle violenze sessuali e di genere.  «Non lavorerò oggi e mi aspetto che non lo facciano anche tutte le altre donne che fanno parte del governo» ha dichiarato la premier Katrín Jakobsdóttir, presente alla manifestazione di Reykjavík.

 Il 24 ottobre l’Islanda si è fermata. Decine di migliaia di donne e persone non binarie hanno aderito alla giornata di sciopero contro la disparità di retribuzione salariale e contro la violenza sessuale e di genere. Negozi, banche e scuole sono rimasti chiusi. Gli ospedali hanno gestito solo i casi di emergenza. Tra le varie manifestazioni, la più grande è stata a Reykjavík, la capitale. I media locali hanno parlato di 70-100 mila persone presenti. Un numero elevato se si pensa che l’Islanda conta in tutto 370mila abitanti.

Unite sotto allo slogan «You call this equaliy?» («Questa la chiamate uguaglianza?»), le scioperanti hanno chiesto di rendere pubblici gli stipendi nei settori dove le lavoratrici costituiscono la maggioranza. E di adottare provvedimenti più severi nei confronti delle violenze sessuali e di genere.  «Non lavorerò oggi e mi aspetto che non lo facciano anche tutte le altre donne che fanno parte del governo» ha dichiarato la premier Katrín Jakobsdóttir, presente alla manifestazione di Reykjavík.

Da cosa nasce lo sciopero delle donne in Islanda

Secondo il report annuale del World Economic Forum (WEF) nel 2023 l’Islanda si è classificata, per il 14esimo anno di fila, come paese più vicino al raggiungimento dell’uguaglianza di genere. «In un paradiso di uguaglianza non ci dovrebbero essere il 21% di divario salariale tra uomini e donne e il 40% di donne che sperimentano violenza di genere o sessuale almeno una volta nella vita» afferma tuttavia una delle organizzatrici dello sciopero, Freyja Steingrímsdóttir. Dati confermati proprio dal report del WEF. Questo nonostante una legge del 2017 imponga alle aziende di certificare l’uguaglianza di stipendi tra uomini e donne a parità di condizioni lavorative.

Le organizzatrici dello sciopero ritengono che le questioni di genere siano interdipendenti. «La violenza contro le donne e il lavoro sottopagato sono due facce della stessa medaglia e hanno effetto una sull’altra» ha dichiarato al Guardian una di loro, Drifa Snaedal. Del resto, è nota la stretta relazione che intercorre tra violenza di genere ed emancipazione economica. Per un cambiamento reale è necessario dunque affrontare le due questioni insieme. 

Continua la lettura su Valori

Fonte: Valori


Autore: 
Anna Radice Fossati


Licenza: Licenza Creative Commons
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Articolo tratto interamente da 
Valori


Quando sono in palcoscenico...



"Quando sono in palcoscenico a provare, quando ero in palcoscenico a recitare… è stata tutta una vita di sacrifici. E di gelo. Così si fa il teatro. Così ho fatto! Ma il cuore ha tremato sempre tutte le sere! E l’ho pagato, anche stasera mi batte il cuore e continuerà a battere anche quando si sarà fermato."

Eduardo De Filippo


Fantasia di John Keats


Fantasia

Lascia sempre vagare la fantasia,
È sempre altrove il piacere:
E si scioglie, solo a toccarlo, dolce,
Come le bolle quando la pioggia picchia;
Lasciala quindi vagare, lei, l’alata,
Per il pensiero che davanti ancor le si stende;
Spalanca la porta alla gabbia della mente,
E, vedrai, si lancerà volando verso il cielo.

John Keats

Dipinto del giorno


  L'astronomo di Jan Vermeer


lunedì 30 ottobre 2023

La causa palestinese


"La causa palestinese non è una causa solo per i palestinesi, ma una causa per ogni rivoluzionario, ovunque si trovi, come causa delle masse sfruttate e oppresse della nostra epoca."

Ghassan Kanafani

 

Israele ha ucciso più bambini in 3 settimane di quanti ne siano stati uccisi in tutti i conflitti globali ogni anno dal 2019

Damage in Gaza Strip during the October 2023 - 26


Articolo da Common Dreams

Questo articolo è stato tradotto automaticamente. La traduzione rende il senso dell’articolo, tuttavia consigliamo di leggere il testo originale su Common Dreams

 "La morte di un bambino è una di troppo, ma si tratta di gravi violazioni di proporzioni epiche", ha affermato il gruppo umanitario Save the Children. "Un cessate il fuoco è l'unico modo per garantire la loro sicurezza." 

In sole tre settimane, l’esercito israeliano ha ucciso almeno 3.195 bambini nella Striscia di Gaza, un bilancio delle vittime che supera il numero annuale di bambini uccisi in tutte le zone di conflitto armato del mondo dal 2019.

Questo è quanto emerge da una nuova inquietante analisi di Save the Children, che ha osservato che i bambini rappresentano oltre il 40% del bilancio totale delle vittime nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre, quando Hamas ha lanciato un attacco mortale contro Israele che è stato accolto con un massiccio bombardamento. campagna e un intensificarsi dell’attacco al suolo.

Il gruppo umanitario ha osservato che, secondo le Nazioni Unite, almeno 1.000 bambini di Gaza sono scomparsi e potrebbero essere intrappolati sotto le macerie, il che significa che il bilancio delle vittime riportato è quasi certamente sottostimato. L’UNICEF ha definito la morte dei bambini a Gaza “una macchia crescente sulla nostra coscienza collettiva” e ha chiesto un cessate il fuoco.

Save the Children ha fatto lo stesso domenica. Jason Lee, direttore di Save the Children per i territori palestinesi occupati, ha dichiarato in un comunicato che "tre settimane di violenza hanno strappato i bambini dalle famiglie e distrutto le loro vite a un ritmo inimmaginabile".

"I numeri sono strazianti e con la violenza non solo continua ma in espansione a Gaza in questo momento, molti più bambini rimangono in grave rischio", ha aggiunto Lee. "La morte di un bambino è una di troppo, ma si tratta di gravi violazioni di proporzioni epiche. Un cessate il fuoco è l'unico modo per garantire la loro sicurezza. La comunità internazionale deve anteporre le persone alla politica: ogni giorno trascorso a discutere lascia bambini uccisi e feriti". I bambini devono essere protetti in ogni momento, soprattutto quando cercano sicurezza nelle scuole e negli ospedali."

Save the Children cita i tre rapporti annuali più recenti del segretario generale delle Nazioni Unite, che hanno rilevato che lo scorso anno sono stati uccisi 2.985 bambini in due dozzine di paesi, 2.515 nel 2021 e 2.674 nel 2020. Più di 4.000 bambini sono stati uccisi uccisi nei conflitti globali nel 2019.

L'analisi del gruppo è stata pubblicata pochi giorni dopo aver avvertito che il crescente attacco di terra di Israele alla Striscia di Gaza ha esposto i bambini "a un rischio maggiore di perdita di vite umane, danni fisici, grave disagio emotivo e sfollamento prolungato".

Lunedì le truppe e i carri armati israeliani sono avanzati verso Gaza City e "hanno bloccato una delle strade principali che collegano la parte settentrionale della Striscia di Gaza al sud", ha riferito il Wall Street Journal, "un'importante avanzata che sembrava mirata ad accerchiare la più grande popolazione dell'enclave". centro."

Più di un milione di abitanti di Gaza erano già stati sfollati a causa degli attacchi aerei israeliani prima che il paese lanciasse il suo nuovo attacco di terra alla fine della scorsa settimana. I bombardamenti israeliani hanno anche distrutto o danneggiato almeno il 45% delle unità abitative di Gaza.

Venerdì, mentre Israele bombardava spietatamente il nord di Gaza e metteva fuori uso Internet e le comunicazioni del territorio, un membro del team di Save the Children a Gaza avvertiva in un messaggio che "potremmo morire tutti, potremmo sopravvivere, potremmo sopravvivere, potremmo... prega per noi."

Save the Children ha dichiarato più tardi nel corso della giornata di aver perso i contatti con la sua squadra sul campo a Gaza.

"Questo è puro orrore per tutti i bambini e i loro genitori", ha detto Lee venerdì. "In tutta la Striscia di Gaza, più di un milione di bambini sono intrappolati nel mezzo di una zona di conflitto attivo, senza un posto sicuro dove andare e senza una via di salvezza. Con le comunicazioni interrotte, i bambini sono tagliati fuori dal mondo, più isolati che mai . Non sono in grado di parlare con i propri cari, e nemmeno di chiamare un'ambulanza."

"Nonostante Save the Children e migliaia di altre voci chiedano un cessate il fuoco urgente, stiamo assistendo ad un aumento delle operazioni militari", ha continuato. "Chiediamo a tutte le parti in conflitto di adottare misure immediate per proteggere la vita dei bambini e alla comunità internazionale di sostenere tali sforzi, come è loro obbligo".

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Fonte: Common Dreams

Autore: 

Licenza: Licenza Creative Commons


Articolo tratto interamente da 
Common Dreams

Photo credit Palestinian News & Information Agency (Wafa) in contract with APAimages, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons


Zerocalcare, Amnesty Italia e altri fumettisti disertano Lucca Comics & Games 2023

Zerocalcare (cropped)

Zerocalcare ha annunciato di non partecipare a Lucca Comics & Games 2023, in programma da mercoledì 1 a domenica 5 novembre. Il fumettista romano ha spiegato che non può "partecipare a un evento che viene sponsorizzato da un Paese che sta commettendo crimini di guerra".

La volontà di Zerocalcare è stata seguita anche da  altri fumettisti, tra cui Fumettibrutti, Sio e Leo Ortolani.  Inoltre Amnesty International Italia ha annunciato che non parteciperà all'evento, in segno di solidarietà con i fumettisti che hanno deciso di disertarlo.

La decisione di Lucca Comics & Games di accettare il patrocinio dell'ambasciata israeliana ha suscitato diverse polemiche. Alcuni hanno criticato la scelta del festival, sostenendo che l'ambasciata israeliana rappresenta un Paese che viola i diritti umani. Altri hanno invece difeso la decisione del festival, sostenendo che il patrocinio non rappresenta un'approvazione delle politiche del governo israeliano.

La scelta dei fumettisti di rinunciare a un'importante occasione di visibilità è un modo per esprimere la loro solidarietà con il popolo palestinese e per condannare le violazioni dei diritti umani commesse da Israele.



Un attacco insopportabile ai diritti umani, tollerato dagli europei?



Articolo da CADTM

Questo articolo è stato tradotto automaticamente. La traduzione rende il senso dell’articolo, tuttavia consigliamo di leggere il testo originale su CADTM

Mi vergogno e provo disgusto per l'ipocrisia occidentale che ancora una volta tenta di imporre al resto del mondo un'interpretazione distorta della realtà di una guerra in Medio Oriente.

Detto questo, rivendico il diritto – che alcuni vogliono sopprimere – di alzare la mia voce a favore del popolo palestinese martire e di condannare il governo israeliano, l’esercito, i coloni, gli estremisti religiosi che, a dispetto dei diritti dei Il popolo palestinese si autodetermina per esistere, ignorando il diritto umanitario, tentando di mettere a tacere ogni resistenza contro l’invasore.

Crimini di guerra vengono commessi da entrambe le parti, ma diciamo tutta la verità come fa l'OCHA (Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari): il 95% dei morti e dei feriti sono palestinesi. In che modo la vita di un israeliano sarebbe superiore alla vita di un palestinese?

Rifiutando di costringere Israele a un cessate il fuoco immediato e all’apertura di corridoi umanitari, l’Occidente è complice dei crimini di guerra e del programma di genocidio del governo israeliano contro le vittime descritte come “animali”. Gli esseri umani devono essere trattati come tali” dal ministro della Difesa israeliano. Yoav Galante.

Non possono ignorare la mappa presentata dal primo ministro israeliano Netanyahu lo scorso settembre all’Assemblea generale delle Nazioni Unite sulla quale i territori palestinesi sono stati cancellati. Così è stata annunciata al mondo intero la continuazione della Nakba (la catastrofe per i palestinesi).

Ammiro i miei amici israeliani ed ebrei che denunciano questa situazione odiosa.

Oggi in Germania essere una scrittrice palestinese come Adania Shibli significa essere privata del premio che la Fiera del Libro di Francoforte voleva assegnarle. Per quanto riguarda le manifestazioni a sostegno dei palestinesi, sono state vietate. In Francia, a Lille, un sindacalista della CGT è stato arrestato nella sua abitazione per aver rivendicato la sua solidarietà con gli abitanti di Gaza ed è stato necessario agire legalmente per poter manifestare in seguito al divieto delle manifestazioni filo-palestinesi. Il cancelliere Olaf Scholz, il presidente Macron e la presidente della Commissione europea von der  Leyen hanno incontrato Netanyahu per assicurargli il loro sostegno e incoraggiarlo nel suo desiderio di sradicare Hamas, descritto solo da americani ed europei come una “zona terroristica”. " organizzazione.

A loro non importa se sia in America che in Europa, nel mondo e all'ONU, la guerra contro i palestinesi è fermamente condannata. Si rendono conto di essere isolati, complici dei crimini contro l'umanità commessi davanti ai nostri occhi dagli israeliani? Si rendono conto che i loro alleati, Netanyahu e il suo governo, sono proto-fascisti, criminali di guerra sia agli occhi del mondo che del loro stesso popolo? Come possono rimanere sordi agli appelli del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Guterres?

L’Occidente, di cui faccio parte, afferma la propria fede nella propria superiorità, nei propri diritti, nella propria sfiducia viscerale nei confronti del resto del mondo: fino a poco tempo fa, il colonizzato, il “sottosviluppato”; oggi, migranti. L’Occidente, murato e armato fino ai denti, si rende conto dell’immagine pietosa che dà di noi? Basta discorsi a favore della cooperazione internazionale pacifica! L’Occidente sta preparando il suo arsenale di leggi e armi per contrastare tutti coloro che definisce “terroristi” o nemici delle nostre libertà. I diritti umani aspetteranno ancora una volta. Anche salvare il pianeta aspetterà.

E allora, se per Biden, Macron e altri dobbiamo aiutare ancora una volta Netanyahu, sia chiaro: “Non in nostro nome! »

Pierre Galand

Presidente dell'Associazione Belgo-Palestinese

Questo 26 ottobre 2023

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Fonte: CADTM

Autore: Pierre Galand

Licenza: This work is licensed underAttribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International


Articolo tratto interamente da 
CADTM - Comité pour l’abolition des dettes illégitimes


Riempi loro i crani di dati non combustibili...



"Riempi loro i crani di dati non combustibili, imbottiscili di "fatti" al punto che non si possano più muovere tanto son pieni, ma sicuri d'essere "veramente bene informati". Dopo di che avranno la certezza di pensare, la sensazione del movimento, quando in realtà sono fermi come un macigno. E saranno felici, perché fatti di questo genere sono sempre gli stessi. Non dar loro niente di scivoloso e ambiguo come la filosofia o la sociologia affinché possano pescare con questi ami fatti ch'è meglio restino dove si trovano. Con ami simili, pescheranno la malinconia e la tristezza."

Tratto da Fahrenheit 451 di Ray Bradbury


Solitudine di Ella Wheeler Wilcox


Solitudine

Ridi e il mondo riderà con te.

Piangi, e piangerai da solo.

Poiché il vecchio mondo triste deve prendere

in prestito la sua allegria,

ma ha già abbastanza guai per conto suo.

Canta, e le colline ti risponderanno.

Singhiozza, e il tuo singhiozzo si perderà nell’aria.

L’eco è destinata a un suono gioioso,

ma si rifiuta di dare ascolto ai lamenti.

Rallegrati e gli uomini ti cercheranno.

Rattristati, ed essi ti lasceranno solo.

Vogliono la misura piena di tutto il tuo piacere,

ma non hanno bisogno del tuo dolore.

Sii felice, e avrai molti amici.

Siì triste, e li perderai tutti.

Non c’è nessuno che rifiuti il tuo vino di nettare,

ma dovrai bere da solo il fiele della vita.

Fa festa, e i tuoi saloni si riempiranno.

Digiuna, e il mondo ti passerà acanto senza sfiorarti.

Se avrai successo e sarai generoso, ciò ti aiuterà

a vivere.

ma nessuno potrà aiutarti a morire.

C’è spazio nelle sale del piacere

per un lungo treno di signori.

Ma a uno a uno dobbiamo metterci in fila

per passare gli stretti varchi del dolore.


Ella Wheeler Wilcox


Pioggia di Giovanni Pascoli


Pioggia

Cantava al buio d'aia in aia il gallo.
E gracidò nel bosco la cornacchia:
il sole si mostrava a finestrelle.
Il sol dorò la nebbia della macchia,
poi si nascose; e piovve a catinelle.
Poi tra il cantare delle raganelle
guizzò sui campi un raggio lungo e giallo.

Stupìano i rondinotti dell'estate
di quel sottile scendere di spille:
era un brusìo con languide sorsate
e chiazze larghe e picchi a mille a mille;
poi singhiozzi, e gocciar rado di stille:
di stille d'oro in coppe di cristallo.

Giovanni Pascoli


Dipinto del giorno

Angolo di vigna di Édouard Debat-Ponsan



Pensò ai venti della vita...



"Pensò ai venti della vita, perché ci sono venti che accompagnano la vita: lo zefiro soave, il vento caldo della gioventù che poi il maestrale si incarica di rinfrescare, certi libecci, lo scirocco che accascia, il vento gelido di tramontana. Aria, pensò, la vita è fatta d’aria, un soffio e via, e del resto anche noi non siamo nient’altro che un soffio, respiro, poi un giorno la macchina si ferma e il respiro finisce."

Antonio Tabucchi


Morto l'attore Matthew Perry

Matthew Perry by David Shankbone cropped


Articolo da Wikinotizie, le notizie a contenuto aperto

L'attore statunitense Matthew Perry è stato trovato morto nella sua casa a Los Angeles. Era divenuto famoso grazie alla serie televisiva Friends dove per dieci stagioni indossò i panni di Chandler Bing, recitando in oltre 200 episodi. Nel 1997 ebbe un incidente e divenne dipendente dal Vicodin, che gli aveva indotto uno stato di dipendenza da oppiodi da cui diverse volte aveva cercato di disintossicarsi. Il corpo dell'attore è stato trovato in una jacuzzi dove stava facendo il bagno; l'ipotesi attuale è morte per annegamento; non sarebbero state trovate, infatti, droghe all'interno della casa. Aveva 54 anni.

Fonte: Wikinotizie, le notizie a contenuto aperto 


Autori: vari

Licenza: Creative Commons License
This work is licensed under a Creative Commons Attribution 2.5 Generic License.

Articolo tratto interamente da Wikinotizie, le notizie a contenuto aperto

Photo credit David Shankbone, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons


sabato 28 ottobre 2023

Fermare il genocidio in Palestina e cessare il fuoco

La situazione in Palestina è drammatica e richiede una soluzione urgente. Il genocidio del popolo palestinese da parte di Israele è una violazione dei diritti umani e del diritto internazionale. La comunità internazionale deve intervenire per fermare questa barbarie e imporre il cessate il fuoco. 

Non possiamo restare indifferenti di fronte a tanta sofferenza e ingiustizia. Dobbiamo esprimere la nostra solidarietà con il popolo palestinese e sostenere le sue legittime rivendicazioni. 

Una sola parola: pace!



Se avessi anch'io fatto il mio dovere...



"Dei fatti maturano nell'ombra, perché mani non sorvegliate da nessun controllo tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora. E quando i fatti che hanno maturato vengono a sfociare, e avvengono grandi sventure storiche, si crede che siano fatalità come i terremoti. Pochi si domandano allora: «se avessi anch'io fatto il mio dovere di uomo, se avessi cercato di far valere la mia voce, il mio parere, la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?»."

Antonio Gramsci



La morte dei diritti umani



Articolo da Volere la luna

Dalla bozza del disegno di legge di bilancio al genocidio dei palestinesi a Gaza, cosa resta dei diritti?

Dopo la libertà personale a pagamento, appare la salute a pagamento: la libertà personale a un migrante, un richiedente asilo, costa 4.938 euro; la salute per chi non è cittadino, 2.000 euro. E, poi, liste di attesa, “turismo sanitario”, pronto soccorso al collasso ci raccontano dello smantellamento di un servizio sanitario che dovrebbe agire secondo i criteri dell’universalità e dell’uguaglianza: i processi di definanziamento, aziendalizzazione, apertura al privato convenzionato hanno svuotato la sanità pubblica (per tacere della regionalizzazione e dello spettro dell’autonomia differenziata). Invece di invertire la rotta, di dare ai diritti piedi che consentano loro di camminare saldamente sulla terra, si affaccia una concezione censitaria: si afferma esplicitamente, iniziando – ça va sans dire – dagli stranieri, che la salute è un diritto “se si paga”. È una mercificazione dei diritti, in linea con il paradigma dominante del neoliberismo: nuovi spazi per il profitto e riduzioni del terreno dei diritti.

I diritti non sono proclamazioni astratte, ma vivono attraverso la loro concretizzazione; si muovono sul piano dell’effettività; sono incardinati nella materialità dei conflitti storicamente esistenti. La mancata attuazione del diritto è, quindi, particolarmente paradossale per una Costituzione che nel suo cuore (l’articolo 3) prevede di considerare il “fatto” per rimuovere gli ostacoli nella prospettiva di un realismo emancipante. Il diritto che mira a garantire l’eguaglianza è rovesciato nel suo opposto, diviene specchio della diseguaglianza. Non si rimuovono gli ostacoli in un processo di trasformazione sociale ma si cristallizzano, e implementano, le discriminazioni che discendono dalle condizioni sociali ed economiche.

I 2.000 euro per la salute non sono che la punta dell’iceberg di politiche che, da tempo, hanno rinunciato all’emancipazione sociale, sostituendola con la colpevolizzazione, la criminalizzazione e la ghettizzazione (dal daspo urbano alle misure del “decreto Caivano”, per restare agli ultimi anni). Né è un barlume di politica sociale la previsione di bonus per gli asili nido dal secondo figlio, nulla di più che un provvedimento identitario all’insegna del conservatorismo; mentre l’austerità, al più attenuata nel segno di un welfare neoliberale, con soggetto le imprese, sottrae risorse alla democrazia sociale e dimentica la necessità di intervenire contro il riscaldamento climatico. La garanzia dei diritti sociali è surrogata dai bonus, da benefici legati alla velocità del click: pallidi ammortizzatori sociali e non politiche emancipatorie.

E che dire dei diritti di libertà e del pluralismo della democrazia? La repressione chiude lo spazio politico e punisce ogni divergenza dal pensiero unico: dalle manifestazioni per la Palestina vietate alla censura (Moni Ovadia, Patrick Zaki, il premio cancellato di Adania Shibli, il ritiro del visto all’attivista Mariam Abudaqa, l’attacco al segretario Onu Guterres) all’abuso del diritto penale contro chi dissente.

Non solo: sono i diritti umani in sé a soccombere. La tragedia che si sta consumando a Gaza suona un requiem per i diritti, un requiem pervaso di angoscia al pensiero di chi è rinchiuso in una prigione a cielo aperto, senza più nulla, con il rischio continuo di morire e di veder morire. Quando il diritto alla vita, alla salute, all’acqua, al cibo, di un popolo è sacrificato sull’altare di una punizione collettiva, in spregio al nucleo minimo del diritto, il diritto umanitario in tempi di guerra, inderogabile anche durante la violenza bellica, è la fine dell’universalità dei diritti, dell’umano. A Gaza i valichi sigillati chiudono dentro, le politiche migratorie ci restituiscono l’immagine di frontiere che chiudono fuori: in entrambi i casi sono confini che negano diritti e uccidono. 

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Fonte: Volere la luna

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