Articolo da Progetto Melting Pot Europa
Diario multimediale di una brigata di attivisti dei centri sociali e di rifugiati nelle zone colpite per aiutare la popolazione.
Partiamo molto presto, l’appuntamento è alle 7.00 nel piazzale dello
Sherwood Festival. Sono passate poche ore dal tornado che l’8 luglio ha
colpito i paesi di Dolo, Mira e Cazzago in provincia di Venezia.
Classificato dall’Arpav, in base ai danni provocati, come EF4, ovvero
con venti tra 270 e 320 km/h, il vortice ha distrutto tetti e case (400
gli edifici resi inagibili), raso al suolo edifici, sradicato alberi,
trascinato via automobili. I danni, secondo una prima stima, sono di
cento milioni di euro.
Oltre ai danni materiali, una persona ha perso la vita, 87 sono state ferite e 200 sfollate.
Con due van andiamo a prendere i rifugiati di
Casa Don Gallo e i richiedenti asilo ospitati dalla
Cooperativa Percorso vita.
Sono una ventina di ragazzi inseriti in "
Welcome to Sherwood",
un micro-progetto di formazione professionale che abbiamo realizzato
all’interno del nostro festival. I ragazzi hanno fatto un corso per
pizzaioli, uno per fonici audio, alcuni sono impiegati nel lavoro
notturno di pulizia, altri al parcheggio. Due mattine alla settimana
seguono anche la scuola di italiano.
In furgone carichiamo una cisterna di acqua, i nostri amici di Mira ci
hanno detto che poteva servire alla popolazione. Guanti, badili e
magliette del festival le dividiamo fra le macchine e i furgoni, siamo
una sessantina tra attivisti dei centri sociali del nordest,
collaboratori volontari e migranti.
Le immagini della distruzione
provocata dal tornado le avevamo viste in televisione e nei video
amatoriali pubblicati sui social network, ma appena iniziamo a vedere i
danni capiamo che purtroppo ciò che avevamo visto non rendeva per nulla
la gravità della situazione.
L’appuntamento è al Comune di Mira per dare le proprie generalità. I
tempi sono un po’ lunghi, oltre a noi, ci son anche tantissimi
cittadini, soprattutto giovani, che vogliono aiutare le persone colpite.
Seguendo le indicazioni degli amici che vivono lì, ci dividiamo in due gruppi.
La
Protezione civile e le forze dell’ordine controllano la zona colpita,
passano solo i mezzi pesanti che hanno iniziato a lavorare per togliere
le macerie, i volontari e i residenti. Ci incamminiamo a piedi per
qualche chilometro, fa molto caldo, tutti in fila indiana per permettere
il passaggio dei mezzi.
Dopo venti minuti raggiungiamo la zona.
Affianco alla prima casa distrutta è strano vederne un’altra
completamente intatta ma, da quell’edificio in poi, lo scenario è uno
scenario di guerra, come un bombardamento.
Nel Brenta vediamo due
macchine, di fronte a noi, dall’altra parte della riva, c’è Villa Fini,
una storica villa veneta divenuta il simbolo della devastazione che si è
abbattuta su questo splendido luogo del Veneto.
Una decina di noi raggiunge una casa a due piani, il piano di sopra era crollato davanti all’abitazione.
"
Mia madre e mio fratello sono vivi per miracolo", ci racconta Francesco che ci accoglie, "
la mamma è molto anziana e mio fratello è diversamente abile, giocava sempre in veranda".
Ora la veranda è accartocciata su se stessa. Per entrare e tirare fuori
il mobilio, e tutto ciò che si poteva salvare nel caso di crollo totale
dell’edificio, abbiamo dovuto spostare tutte le pesanti macerie.
Sul ghiaino attorno alla casa, o ciò che ne resta, Francesco ci fa vedere il segno del passaggio del vortice e ci dice "
Appena abbiamo visto le immagini il primo pensiero è stato sono morti". Ci porta acqua e bibite, il sole picchia molto forte.
L’altro
gruppo è più numeroso, dobbiamo intervenire sulla fabbrica del padre di
un amico. Vendevano infissi. E’ un vecchio edificio, molto grande e il
prato che circonda la struttura è ricoperto da rami, tronchi degli
alberi e oggetti di vario tipo che sono stati scaraventati lì dal vento.
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Fonte: Progetto Melting Pot Europa
Autore: redazione Progetto Melting Pot Europa
Licenza: Creative Commons (non specificata la versione)
Articolo tratto interamente da Progetto Melting Pot Europa
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