venerdì 31 maggio 2019

Social network: pericolo o salvezza?




Ricevo e pubblico:

Social media, post, condivisione, fake news, big data: negli ultimi anni siamo bombardati da termini che riguarda il più grande cambiamento tecnologico del secolo, la rete. Rete intesa non solo come connessione virtuale, internet, il web, ma anche come rete sociale, ovvero i social network, tutti quei spazi virtuali in cui condividiamo momenti della nostra vita con il mondo intero. C’è chi diffida della rete, chi ci si è immerso fino al collo e chi cerca di mantenere un equilibrio perché si è reso conto che in fondo è difficile rimanere fuori da qualunque tipo di connessione social.

Non esiste un giusto o sbagliato nel mondo tecnologico, e dunque anche online, esistono solo strumenti e il giudizio morale ricade sull'utilizzo che gli utenti fanno dello strumento in loro possesso, dal post di Facebook al deep web. Cosa ci sta succedendo allora? Perché ci sentiamo esposti e schiavizzati dai social? La confusione del nostro tempo, l’esposizione mediatica della persona media, le insicurezze economiche e sociali, hanno portato la maggior parte della popolazione ad un livello di frustrazione tale da aver trovato la valvola di sfogo in ciò che appare il luogo – virtuale – più democratico e libero al mondo: internet e i social network. Diciamo appare perché non si tratta davvero di un luogo libero e aperto a tutti: esiste il controllo da parte delle grandi aziende, esiste la censura applicata dagli stati (anche se esistono metodi per evitarla come con le connessioni VPN) ed esiste la disinformazione, una delle piaghe più grandi del mondo online.

Tutto perduto dunque? No di certo. I social network, e il web in generale, non sono solo un ammasso di informazioni false, hacker senza scrupoli e governi che spiano i propri cittadini. Nel mondo virtuale troviamo anche reti di resistenza, associazioni che promuovono l’assistenza e la collaborazione tra cittadini e soprattutto troviamo un giornalismo d’inchiesta non condizionato da poteri forti. Basti pensare alle primavere arabe, ai conflitti in luoghi remoti del mondo e alle inchieste che hanno portato alla luce gli abusi di guerra.
Senza il web e senza i social tutto ciò non sarebbe stato possibile, o almeno non a questa velocità. Proprio per questo non si possono condannare gli strumenti ma anzi l’impegno della società civile dev’essere indirizzato a difendere gli strumenti web dalle imposizioni dall'alto e riportare gli spazi virtuali alle loro origini, ovvero un posto in cui ci si può conoscere e confrontare anche a chilometri di distanza. Uno spazio in cui si può essere sociali e solidali.


Fonte: inviato via mail dall'autore
 
Autore: Stefania Grosso - Content Writer per TechWarnMedia

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Afghanistan: la storia di Mina Mangal



Articolo da Global Voices

Laddove conflittualità e insicurezza mettono in dubbio le recenti conquiste dell'Afghanistan, la figura di Mina Mangal si distingueva, rappresentando un segnale di progresso — fino a quando non è stata uccisa, l'11 maggio scorso.

Al momento della morte, la trentenne Mangal lavorava come consulente per la camera bassa del parlamento afghano, e ambiva ad una carriera in politica.

Tuttavia, gli afghani la conoscevano per il suo ruolo di presentatrice di tre canali privati – Lemar TV, Shamshad TV e Ariana TV – dove animava una serie di programmi culturali e, su Ariana, un programma sui diritti delle donne.

Questo tipo di canali indipendenti ha aiutato a riconfigurare il panorama mediatico nazionale, dopo il vuoto lasciato nei mezzi di informazione durante il governo talebano.

Anche se non è ancora chiaro chi abbia sparato a Mangal, in un quartiere orientale della capitale afghana Kabul, verso le 7.30 del mattino, il padre di Mangal, Taleb Jan, ha rivelato [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] alla BBC di credere che l'omicidio sia il risultato di una “disputa di famiglia”, sorta dopo la separazione della figlia dall'ex marito.

L'istituto Nai Media ha richiesto al governo afghano di stabilire se l'assassinio di Mina sia legato o meno alle sue attività professionali.


Ma al di là del movente, l'appello di Taleb alle autorità, “che devono proteggere le mie figlie e le altre donne che come loro escono di casa per lavorare al servizio della nostra società”, trafigge al cuore l'opinione pubblica, in tumulto per l'assassinio.

Una notizia così triste, la giornalista e consulente parlamentare Mina Mangal assassinata oggi a Kabul da una persona non identificata. Era una donna forte e indipendente; RIP #Mina. Non è la prima e non sarà l'ultima (purtroppo). Una protezione seria per le giornaliste, questo è ciò di cui abbiamo bisogno!

Un volto televisivo


Mangal era un personaggio mediatico conosciuto, già prima della sua nomina a consulente culturale alla Wolesi Jirga, la camera bassa del parlamento afghano, nel 2017.

Nata nella provincia di Paktia nel 1989, lavorava nel giornalismo da quasi dieci anni, dopo una formazione da ostetrica.


Recentemente, si era reiscritta all'università per ottenere una seconda laurea, questa volta in legge e scienze politiche.

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Fonte: Global Voices


Autore: scritto da 
Khojasta Sameyee tradotto da Silvia Pin

Licenza: Creative Commons License
This work is licensed under a Creative Commons Attribution 3.0 Unported License.


Articolo tratto interamente da 
Global Voices 



Noi siamo un paese senza memoria...


"Noi siamo un paese senza memoria. Il che equivale a dire senza storia. L'Italia rimuove il suo passato prossimo, lo perde nell'oblio dell'etere televisivo, ne tiene solo i ricordi, i frammenti che potrebbero farle comodo per le sue contorsioni, le sue conversioni. Ma l'Italia è un paese circolare, gattopardesco, in cui tutto cambia per restare com'è. In cui tutto scorre per non passare davvero."

 Pier Paolo Pasolini

Tratto da Scritti corsari di Pier Paolo Pasolini


Pollice su e giù della settimana













giovedì 30 maggio 2019

L'Oms riconosce lo stress da lavoro


Articolo da Wired

Burnout, letteralmente esaurimento, indica di fatto un “fenomeno occupazionale”, una “sindrome” che è il risultato di condizione di stress cronico, sul luogo di lavoro, non bene gestita. Questa è la nuova definizione inserita dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) nella nuova revisione (l’11esima per la precisione) dell’International Classification od Disease (Icd) – la tabella globale che racchiude tutte le patologie e le condizioni di salute.

Si tratta della prima volta in cui l’Oms riconosce il burnout come “fenomeno occupazionale” e come “sindrome”. Mentre in passato, nella precedente edizione dell’Icd (l’Icd10), il burnout era sì incluso nella stessa grande categoria, i “fattori che possono influenzare lo stato di salute e il contatto con i servizi sanitari”, tuttavia era inserito nel sottogruppo dei “problemi collegati alla difficoltà di gestire la vita quotidiana”, mentre oggi è incluso nei “problemi associati alla sfera lavorativa e alla mancanza di occupazione”. Insomma oggi il burnout è riconosciuto come un problema occupazionale. Inoltre, in passato aveva una descrizione meno dettagliata, dato che definito soltanto come “stato di esaurimento vitale”.

In ogni caso, l’Oms specifica che, pur essendo nell’Icd, il burnout “non è una condizione medica” o una malattia – come invece riportato da alcune fonti nazionali e internazionali negli scorsi giorni. L’Organizzazione mondiale della sanità precisa infatti che anche nell’Icd il burnout non rientra nella categoria delle “malattie” ma nel capitolo dedicato ai “fattori che possono influenzare lo stato di salute e il contatto con i servizi sanitari”. Ora gli specialisti stanno per iniziare a studiare delle linee guida basate sui risultati scientifici ottenuti finora sul benessere mentale sul luogo di lavoro.

Siete affetti da burnout?


Inoltre l’Oms fornisce un elenco di sintomi per riconoscere e diagnosticare questa sindrome. In particolare il problema si manifesta su tre livelli. In primo luogo deve essere presente una sensazione di depauperamento delle energie o di esaurimento. Inoltre, si manifesta un aumento della distanza mentale dal proprio lavoro oppure la presenza di sensazioni di negativismo o cinismo relativo al proprio impiego. Infine, c’è una diminuita efficacia lavorativa.

Cosa non è il burnout


L’Oms precisa che nel caso del burnout l’esaurimento si riferisce soltanto alla sfera lavorativa e non deve essere esteso ad altre aree della propria vita. In pratica non si può parlare di burnout se si è affetti da stress cronico in altre situazioni e ambiti, come quello familiare, amicale o relazionale. Anche se alcuni problemi e manifestazioni possono essere in comune, il burnout non deve essere confuso con i disturbi dell’adattamento, che si sviluppano in seguito a reazioni non adattive a fattori stressanti e con i disturbi specificamente associati allo stress (come il disturbo post-traumatico da stress). Sempre per lo stesso discorso il burnout non deve nemmeno essere confuso con disturbi di ansia o legati a paure e fobie e con i disturbi dell’umore, fra cui la depressione.

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Fonte: Wired

Autore: 
Viola Rita

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Articolo tratto interamente da Wired



La storia del tunnel della Manica

TGV TMST 3011-2 - Sortie Tunnel sous la Manche à Coquelles

Articolo da BiblioMediaBlog

L’Euro Tunnel è il tunnel ferroviario che si trova sotto l’acqua del Canale della Manica e che collega la Gran Bretagna con la Francia continentale, è lungo circa 50 km di cui 39 si trovano a 40 metri sotto il livello del mare. Inaugurato il 6 maggio del 1994 e aperto al trasporto pubblico nel dicembre dello stesso anno, è considerato una delle più grandi imprese ingegneristiche del XX secolo.

Per secoli,  l’unico modo per attraversare il Canale della Manica era in barca o con la nave ma, a causa delle acque agitate o del tempo inclemente, la traversata non era cosa semplice. Non ci deve sorprendere, quindi, se già  nel 1802 si stessero cercando soluzioni alternative per l’attraversamento di quel tratto di mare.

Fu l’ingegnere minerario francese Albert Mathieu Favier a proporre, per primo, la realizzazione di un tunnel sotto l’acqua del Canale della Manica, che consentisse  l’attraversamento di quel tratto di mare alle carrozze trainate dai cavalli, ma il suo progetto, nonostante l’appoggio di Napoleone Bonaparte, fu respinto dagli inglesi, timorosi, giustamente, che l’intento fosse quello di invadere l’Inghilterra.

Nel corso del XIX, l’idea venne ripresa e fu il francese Aimé Thomé de Gamond (1807-1876) a intraprendere le prime vere indagini geologiche e idrografiche per la realizzazione dell’opera, anche se dovette aspettare fino al 1875, quando il Parlamento inglese e quello francese autorizzarono la Channel Tunnel Company Ltd a perforare i primi pozzi su entrambi i lati del Canale.

I primi scavi di prova, a Sangatte sulla sponda francese, furono realizzati con la macchina perforatrice inventata da John D. Brunton che, seppur ingegnosa, si rivelò complessa da utilizzare.

Entrambi i tunnel previsti avrebbero dovuto essere scavati, velocemente e senza l’uso di esplosivo, con la talpa meccanica inventata e costruita dal colonnello Fredrick Beaumont, coinvolto nel progetto dalla Channel Tunnel Company sin dal 1874.

Ma non fu cosi. Nonostante si continui ad attribuire i primi scavi alla fresa di Beaumont – per un’erronea attribuzione, mai smentita, della rivista The Engineer – in realtà  essi furono realizzati dalla perforatrice brevettata nel 1880 dal capitano inglese Thomas English di Dartford, capace di tagliare quasi mezzo miglio al mese.

La Channel Tunnel Company aveva previsto di completare il tunnel pilota entro il 1886, ma la mancanza di finanziamenti e una maggiore instabilità politica fecero sì che i lavori venissero abbandonati.

Nel secolo successivo nacquero altri progetti – eccone uno del 1929- tuttavia, la persistente paura di un’invasione, le enormi dimensioni del progetto, i suoi costi proibitivi, ma anche la mancanza di attrezzature adeguate ostacolarono qualsiasi progresso serio.


Nel 1955 furono ripresi gli studi del territorio. Nel febbraio del 1964  i due governi inglese e francese annunciarono pubblicamente il loro impegno a riprendere il piano di costruzione del tunnel, e, dieci anni dopo, si avviarono i primi studi e le prime costruzioni su entrambe le sponde, ma la crisi petrolifera del 1975 bloccò di nuovo tutto.

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Fonte: 
BiblioMediaBlog 


Autore: redazione 
BiblioMediaBlog 

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Articolo tratto interamente da 
BiblioMediaBlog 


Photo credit Billy69150 (voir les conditions d'utilisation / see licensing below), questa foto è stata scattata da Florian Fèvre di Mobilys [CC BY-SA 4.0], attraverso Wikimedia Commons


Vi ricordo l'iniziativa: gli angoli


Voglio ricordare l'iniziativa: gli angoli




Proverbio del giorno


Tutti commettono errori. È per questo che c’è una gomma per ogni matita. 

Proverbio giapponese



mercoledì 29 maggio 2019

Croazia

The Croatia nature :: Aerial filming from Leo Bartulica :: Unlimited Crew on Vimeo.

Photo e video credit Leo Bartulica :: Unlimited Crew caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons


La baia di Ha Long

La Baie d'Halong - Vietnam from Myriam et Luc on Vimeo.

Photo e video credit Myriam et Luc caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons


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L'imbrunire di Giovanni Pascoli




L'imbrunire

Cielo e Terra dicono qualcosa
l'uno all'altro nella dolce sera.
Una stella nell'aria di rosa,
un lumino nell'oscurità.
I Terreni parlano ai Celesti,
quando, o Terra, ridiventi nera;
quando sembra che l'ora s'arresti,
nell'attesa di ciò che sarà.
Tre pianeti su l'azzurro gorgo,
tre finestre lungo il fiume oscuro;
sette case nel tacito borgo,
sette Pleiadi un poco più su.
Case nere: bianche gallinelle!
Case sparse: Sirio, Algol, Arturo!
Una stella od un gruppo di stelle
per ogni uomo o per ogni tribù.
Quelle case sono ognuna un mondo
con la fiamma dentro, che traspare;
e c'è dentro un tumulto giocondo
che non s'ode a due passi di là.
E tra i mondi, come un grigio velo,
erra il fumo d'ogni focolare.
La Via Lattea s'esala nel cielo,
per la tremola serenità.

Giovanni Pascoli

domenica 26 maggio 2019

Citazione del giorno


"Nella vita ci sono cose che ti cerchi e altre che ti vengono a cercare. Non le hai scelte e nemmeno le vorresti, ma arrivano e dopo non sei più uguale." 

Giorgio Faletti


sabato 25 maggio 2019

Cinque domande e cinque risposte



Rispondi alle cinque domande, qui sotto:

  1. Quale città è definita la capitale del barocco?
  2. Quale personaggio Disney compie ottantacinque anni il 9 giugno?
  3. In che anno, si tennero le prime elezioni parlamentari europee?
  4. Come si chiamava il cavallo di Alessandro Magno?
  5. In quale film, Totò interpreta il personaggio Antonio La Trippa?



Attendo le vostre risposte.


Nuova scoperta da Marte: strati di ghiaccio sepolti sotto il polo nord



Articolo da Media Inaf

Sono passati esattamente 302 giorni da quando il team di ricerca guidato da Roberto Orosei dell’Inaf ha scoperto il lago di acqua salmastra sotto la superficie di Marte. In uno studio pubblicato ieri su Geophysical Research Letters, è ora riportata la notizia della scoperta di un altro deposito sotterraneo di acqua. Questa volta, però, si tratta di acqua ghiacciata, e pare che sia uno dei più grandi depositi esistenti nel pianeta.

È un altro tassello che si aggiunge al puzzle del clima marziano nel lontano passato del pianeta. Un tassello fatto di ghiaccio. Strati di ghiaccio alternati a sabbia basaltica sepolti a 1.5 km circa sotto il polo nord, resti di antiche calotte polari che potrebbero rappresentare uno dei bacini più grandi di Marte. Un immenso deposito nel quale la presenza e il volume delle lastre di ghiaccio aumentano salendo in superficie, tanto che se si sciogliessero produrrebbero così tanta acqua da ricoprire l’intera la superficie del pianeta per uno spessore di 1.5 metri.


Il deposito è stato individuato grazie alle misurazioni raccolte dal radar Sharad (Shallow Subsurface Radar), lo strumento – sviluppato dall’Agenzia spaziale italiana – a bordo della sonda della Nasa Mars Reconnaissance Orbiter (Mro), che dal 2006 scruta dall’alto il pianeta. Il ritrovamento è ora confermato da uno studio indipendente, condotto utilizzando dati di gravità – piuttosto che dati radar – da un team di ricercatori della Johns Hopkins University con il quale collabora il geologo Stefano Nerozzi, primo autore dello studio pubblicato su Geophysical Research Letters. Originario di San Martino in Pedriolo (BO), laureato all’università di Bologna, Nerozzi lavora oggi negli Stati Uniti per un dottorato in scienze geologiche all’Università del Texas, ad Austin, dove è approdato grazie al progetto di scambio Tassep per studiare il polo nord di Marte. Media Inaf lo ha intervistato.

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Fonte: Media Inaf


Autore: 
Giuseppe Fiasconaro 

Licenza: Licenza Creative Commons
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Articolo tratto interamente da 
Media Inaf



I tuoi occhi brillavano ancora per me di Ralph Waldo Emerson


I tuoi occhi brillavano ancora per me

I tuoi occhi brillavano ancora per me,
anche se vagavo solitario per terra e mare;
come quella lontana stella che vedo,
ma che non vede me.
Stamattina sono salito sulla collina nebbiosa,
ed ho percorso tutti i pascoli,
come brillava la tua forma lungo la mia strada
fra la rugiada dagli occhi profondi!
Quando l'uccello rosso spiegò le scure ali,
e mostrò il suo fianco acceso:
quando il bocciolo maturò in una rosa,
in entrambi io lessi il tuo nome.

Ralph Waldo Emerson


Voglio ricordare il canale YouTube di Web sul blog



Voglio ricordare a tutti gli amici e lettori di questo spazio, che ho attivato da mesi anche un canale YouTube. Se volete iscrivervi e seguirmi, ecco il link:

Web sul blog

Vi ringrazio per la collaborazione e per la vostra presenza.


Lisbona

Lisbonne from Nine Prod. on Vimeo.

Photo e video credit Nine Prod. caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons


Matera

Trip to Matera from Mark on Vimeo.

Photo e video credit Mark caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons


Proverbio del giorno


A ogni giorno la sua fatica.


venerdì 24 maggio 2019

"E' cosa 'e niente"




"Che vuoi fare: è cos'e nient", dice la moglie. E Eduardo risponde: "Pure questa è cos'e nient. È sempre cos'e nient. Tutte le situazioni le abbiamo sempre così risolte. È cos'e nient. Non teniamo che mangiare: è cos'e nient. Ci manca il necessario: è cos'e nient. Il padrone muore e io perdo il posto: è cos'e nient. Ci negano il diritto della vita: è cos'e nient'. Ci tolgono l'aria: è cos'è nient, che vvuò fa. Sempre cos'e nient. Quanto sei bella. Quanto eri bella. E guarda a me, guarda cosa sono diventato. A furia di dire è cos'e nient siamo diventati cos'e nient io e te. Chi ruba lavoro è come se rubasse danaro. Ma se onestamente non si può vivere, dimmi, dimmi "vabbuò è cos'e nient. Non piangere è cos'e niente. Se io esco e uccido a qualcuno è cos'e nient. E se io impazzisco e finisco al manicomio e ti chiedono perché vostro marito è impazzito tu devi dire: è impazzito per niente. È cos'e nient. È niente". 

Tratto dallo sceneggiato televisivo Peppino Girella, diretto da Eduardo De Filippo.


Comunicato ANPI Roma: ancora una volta NO a FN a San Lorenzo, per di più nel giorno del silenzio elettorale



Comunicato da ANPI Roma

L’organizzazione neofascista Forza Nuova intende manifestare sabato 25 maggio, giorno del silenzio elettorale, a San Lorenzo, con il pretesto di omaggiare Desirée Mariottini uccisa lo scorso mese di ottobre.

Il comitato provinciale dell’ANPI di Roma chiede che tale manifestazione o presidio sia vietato dalle Autorità competenti. La legge deve essere rispettata e fatta rispettare anzitutto da chi è istituzionalmente preposto a garantire il rispetto delle operazioni di voto, ovvero dal ministro dell’Interno. Trattasi infatti di palese, premeditata e provocatoria violazione della legge elettorale, che prescrive la pausa di riflessione per tutelare la libertà di voto da pressioni che possano in qualunque modo condizionare l’elettore fin dentro alla cabina elettorale.

Gravi motivi di ordine pubblico impongono inoltre l’imposizione del divieto alla formazione detta, che si richiama direttamente alla passata dittatura fascista violando la Costituzione della Repubblica e le leggi Scelba e Mancino, che vietano la ricostituzione in qualunque forma del partito fascista e puniscono l’apologia del fascismo e del razzismo.  Il quartiere di San Lorenzo, con le sue radicate tradizioni democratiche ed antifasciste e la città di Roma, recentemente insignita di Medaglia d’Oro al valore militare per i fatti della Resistenza dal Presidente della Repubblica, non meriterebbero e non tollererebbero l’inaudita provocazione.

Il presidente dell'ANPI provinciale di Roma Fabrizio De Sanctis


Pollice su e giù della settimana


Anche la Versilia a misura di disabili: in spiaggia 40 carrozzine per l'accesso al mare tratto da Green Me





In una scuola vicino a Ciriè i bulli picchiano il compagno di classe malato tratto da La Stampa







giovedì 23 maggio 2019

Nuovo sciopero globale per il clima


Comunicato da Fridays for future

24 maggio: tutti in piazza per il Futuro!

"Non c’è più tempo da perdere.” Sono le parole di António Guterres, Segretario Generale dell’ONU. Lo dicono gli scienziati, che, all’unanimità, chiedono un drastico cambio di rotta. Lo ripete l’ultimo rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change dell’ONU - il principale organismo internazionale per la valutazione dei cambiamenti climatici -, ricordandoci che abbiamo meno di 11 anni prima di superare il punto di non ritorno. Lo gridiamo noi attivisti di FridaysForFuture, invocando il diritto a un futuro. Per noi e per le generazioni a venire.

Eravamo in piazza il 15 marzo in più di 2 milioni. Abbiamo fatto tremare cinque continenti, e dato speranza al mondo intero. “Ci avete rotto i polmoni!” Gridavamo con forza. A fianco a noi hanno camminato insegnanti, genitori, bambini, lavoratori, nonni. Perché il pianeta appartiene a tutti, e tutti apparteniamo a questo pianeta.

Siccità e alluvioni, carestie e acqua inquinata, microplastiche, malattie, estinzioni di massa, carenza di cibo: ricordiamo, una volta per tutte, che i disastri ambientali sono disastri umanitari.

Serve un cambiamento radicale, e deve essere fatto secondo criteri di equità, facendo pagare a chi ha inquinato il prezzo della riconversione, e non scaricandolo sulle classi sociali più deboli. “Giustizia climatica” è per noi non solo uno slogan, ma un punto fermo delle nostre richieste, coscienti che salvare il pianeta può e deve essere occasione di innovazione, sviluppo, lavoro e opportunità.

Irlanda e Regno Unito hanno dichiarato, grazie anche alla nostra pressione, lo stato di Emergenza Climatica. Un gesto importante, ma non sufficiente: a due giorni dalle europee, FridaysForFuture chiede alla politica tutta una rapida ed efficace riconversione del sistema economico e produttivo mondiale e che la tutela del pianeta venga messa in cima alle agende politiche di ogni Paese e continente.

Siamo giovani, ma possiamo votare e lo faremo, assieme a tutti voi, pretendendo che alle parole seguano fatti. Dateci gli strumenti per rendere efficaci le nostre azioni.

Con l’esempio e con la voce faremo vedere al mondo dov’è la differenza, dov’è il cambiamento.

E per chi finge di non vedere, di non sentire, grideremo ancora più forte.
In piedi nelle nostre piazze, di fronte alla nostra campagna, al nostro mare, alle nostre montagne.

Noi ci saremo, perché ci riguarda. Vi chiediamo di esserci, perché vi riguarda.
Fridays for Future - ogni giorno per la vita.

 Fridays For Future Italia

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Video credit Fridays For Future Italia caricato su Facebook


Nuova versione di Firefox



Articolo da lffl linux freedom

Mozilla ha annunciato Firefox 67 per Linux, Android, Windows e macOS. L’edizione sessantasette del browser arriva circa due mesi dopo la precedente, Firefox 66. Questa nuova versione del suo browser punta molto sull’ottimizzazione.

Firefox 67 integra notevoli miglioramenti prestazionali. E’ stato velocizzato l’avvio del browser in presenza di add-on e temi installati.

Gli sviluppatori hanno modificato la priorità di caricamento di alcuni script e il render delle pagine per velocizzarne il caricamento. Ad esempio il browser cerca gli style sheet dei siti solo dopo che le pagine sono state caricate e quando non ci sono form, evitando di caricare la compilazione automatica. Queste, insieme ad altre modifiche, aumentano del 40-80% la velocità di caricamento di siti come Instagram, Amazon e Google.

Le schede inattive vengono sospese quando la memoria RAM disponibile scende al di sotto di 400 MB, questa scelta permette di migliorare l’usabilità complessiva.

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Fonte: lffl linux freedom 

Autore: Matteo Gatti


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Articolo tratto interamente da lffl linux freedom 


Video credit Firefox caricato su YouTube


23 maggio: ricordiamo Giovanni Falcone e le vittime della strage di Capaci



Il 23 maggio 1992, sull'autostrada A29, nei pressi dello svincolo di Capaci nel territorio comunale di Isola delle Femmine, a pochi chilometri da Palermo, ci fu un attentato messo in atto da Cosa Nostra.

Nell'attentato persero la vita il magistrato antimafia Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro. Gli unici sopravvissuti furono gli agenti Paolo Capuzza, Angelo Corbo, Gaspare Cervello e l'autista giudiziario Giuseppe Costanza.

Oggi ricordiamo tutte le vittime di questa orrenda strage e vi lascio con le parole del magistrato Giovanni Falcone:


«La mafia non è affatto invincibile. È un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio, e avrà anche una fine. Piuttosto bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave e che si può vincere non pretendendo eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni».



Giovanni Falcone




mercoledì 22 maggio 2019

Milano dichiara l'emergenza climatica


Articolo da Pressenza

Il 20 maggio giornata importante per Milano: approvata la Mozione 433 presentata dal Consigliere Monguzzi ed altri avente ad oggetto la dichiarazione di emergenza climatica e ambientale.

Il movimento Fridays For Future Milano, che durante il primo sciopero globale per il clima del 15 Marzo ha portato in piazza 100.000 persone nel capoluogo lombardo, aveva protocollato giovedì scorso la domanda in Comune, discussa ieri pomeriggio dal Consiglio Comunale milanese e approvata con 31 voti favorevoli e 6 contrari. Seguendo l’esempio di Regno Unito, Galles, Scozia, Catalogna e altri Comuni sparsi per il mondo, Milano posa una pietra miliare per la lotta alla crisi climatica e ambientale nel nostro paese.

La Mozione 433 si apre con una serie di premesse a carattere generale, tra cui l’importanza dell’Accordo di Parigi, del monito degli scienziati dell’IPCC circa il non superamento della soglia di 1.5 gradi di innalzamento della temperatura media terrestre a fine secolo e dell’obiettivo di riduzione delle emissioni del 45% entro il 2030, zero entro il 2050;  si parla anche dell’insufficienza dell’azione dei governi per risolvere la crisi ambientale ed ecologica e delle necessarie azioni concrete per vincerla, del cambiamento delle nostre abitudini sia nel piano personale che collettivo, avendo sempre come paradigma la giustizia climatica. La mozione impegna la giunta a “predisporre entro 6 mesi iniziative […], in particolare per la riduzione delle emissioni e per l’introduzione di energie rinnovabili, per incentivare il risparmio energetico nei settori della Pianificazione Urbana, nella Mobilità, negli edifici, nel riscaldamento e raffreddamento, sviluppando ulteriormente il progetto di Riforestazione Urbana già in atto”

Inoltre impegna il sindaco, la giunta e il consiglio “ a intensificare il coinvolgimento attivo di cittadini e associazioni nel processo di individuazione delle criticità ambientali e nella loro soluzione e a farsi parte attiva presso il Governo e la Regione perché prendano provvedimenti analoghi.” Il Consiglio Comunale infine aderisce allo sciopero Mondiale contro i Cambiamenti Climatici del 24 maggio 2019.

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Fonte: Pressenza


Autore: 
Giulia Persico

Licenza: Licenza Creative Commons
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Articolo tratto interamente da Pressenza


I tempi folli in cui viviamo...



"I tempi folli in cui viviamo, purtroppo, hanno esaltato l’orgia del consumismo, dell’arrivismo e dell’individualismo, e sembrano aver respinto l’amore lontano, altrove. Non c’è più solidarietà, semmai difesa dei propri privilegi. La civiltà capitalistica ci ha indotto a pensare esclusivamente ai “fatti nostri”: l’altro non è più né fratello, né amico e neppure prossimo simile a me, piuttosto è un estraneo da evitare e, possibilmente, da schiacciare e sfruttare."


Don Andrea Gallo 


A Juliette Drouet di Victor Hugo


A Juliette Drouet

Faccio tutto ciò che posso
perché il mio amore
non ti disturbi,
ti guardo di nascosto,
ti sorrido quando non mi vedi.
Poso il mio sguardo
e la mia anima ovunque
vorrei posare i miei baci:
sui tuoi capelli,
sulla tua fronte,
sui tuoi occhi,
sulle tue labbra,
ovunque le carezze
abbiano libero accesso.

Victor Hugo


22 maggio 1960 - Un terremoto colpisce il Cile meridionale. Si tratta del più forte terremoto mai registrato, conosciuto anche come Grande Terremoto Cileno


Articolo da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Il terremoto di Valdivia del 1960, conosciuto anche come grande terremoto del Cile, si è verificato il 22 maggio 1960 alle 14:11 ora locale (19:11 UTC), ed è stato il più potente terremoto mai registrato nella storia, con una magnitudo di 9,5. Il suo epicentro è stato localizzato nei pressi di Cañete, circa 900 km a sud di Santiago, ma la città più colpita fu Valdivia. Dopo la scossa principale, una serie di fenomeni tellurici hanno continuato a sconvolgere il sud del paese sino al 6 luglio.

Il megasisma fu avvertito in differenti parti del pianeta e produsse un maremoto, con onde alte fino a 25 m, che colpì diversi stati fino alla sponda opposta dell'Oceano Pacifico: Hawaii (devastando Hilo), Giappone, Filippine, Nuova Zelanda, Australia, le Isole Aleutine in Alaska e Hong Kong. Lo stesso fenomeno fu inoltre causa dell'eruzione del Vulcano Puyehue. Il numero esatto di perdite umane e materiali è sconosciuto, ma le stime più credibili parlano di tremila morti, più di due milioni di sfollati, e danni tra 400 e 800 milioni di US$ dell'epoca (tra i 2,9 e i 5,8 miliardi di US$ del 2011), dati comunque piuttosto contenuti in confronto all'entità del terremoto, anche grazie alla bassa densità della popolazione e agli edifici costruiti principalmente in legno.

Il Grande Terremoto Cileno seguì a un sisma minore, avvenuto il 21 maggio alle 06:02 ora locale, che tagliò le linee di telecomunicazione tra il sud e il resto del paese. La scossa principale colpì mentre si organizzavano i soccorsi e interessò un'area costiera di 400.000 km² tra Talca e Chiloé. L'evento sismico principale durò circa tredici minuti, e fu seguito nelle settimane successive da diverse serie di repliche. Dopo il terremoto, il livello del mare salì improvvisamente (furono registrati quattro metri nel porto di Valdivia) sommergendo interi villaggi come Toltén. Alle 16:20 un'onda di otto metri colpì la costa cilena, e dopo dieci minuti ne giunse un'altra di dieci metri, martoriando l'area già sconvolta dal terremoto.

Numerose fortificazioni del periodo coloniale spagnolo furono rase al suolo. La subsidenza cambiò la conformazione del suolo, distruggendo edifici, abbassando il letto dei fiumi locali e creando paludi al loro posto. Alcune testimonianze hanno riportato zampilli d'acqua che nascevano dal suolo, e la distruzione degli acquedotti assieme alla contaminazione delle falde determinò una grave penuria di acqua potabile.

La forza del terremoto fu avvertita con maggiore intensità nelle fosse tettoniche, il che spiega perché Valdivia e Puerto Octay (quest'ultima al centro della Grande Valle Centrale) furono colpite con più violenza rispetto a città più vicine all'epicentro.

Il terremoto causò una variazione dell'inclinazione dell'asse terrestre di 63 millesimi di secondo d'arco (corrispondenti a circa 30 centimetri se misurati su un meridiano) ed una variazione sulla durata del giorno siderale di 23 milionesimi di secondo.

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Addio a Niki Lauda

Lauda celebrating at 1977 Dutch Grand Prix (2)

Articolo da Il Pallonaro

Un pezzo della storia della Formula Uno ci ha lasciato: Niki Lauda è infatti morto ieri, ma lo si è saputo solo questa mattina, all’età di 70 anni.

A dare la notizia è stata proprio la famiglia dell’ex pilota austriaco con un comunicato pubblicato dal giornale inglese “The Sun”.

Con profondo dolore annunciamo che il nostro amato Niki è morto pacificamente circondato dalla sua famiglia lunedì. I suoi successi unici come sportivo e imprenditore sono e rimarranno indimenticabili così come il suo instancabile entusiasmo per l’azione, la sua schiettezza e il suo coraggio.

Poche parole per l’annunciare la scomparsa di quello che è stato uno dei più grandi piloti della storia della Formula Uno, tre volte campione del mondo e che era riuscito già una volta a vincere il destino.
Niki Lauda era stato operato per un trapianto di polmoni nella scorsa estate e da qualche giorno, a causa di alcuni problemi ai reni, era stato ricoverato in un centro per la dialisi.

Nato a Vienna il 22 febbraio 1949, Niki Lauda aveva iniziato a correre nelle categorie minori prima di passare in Formula Uno, al volante di una March, nella stagione 1972. Dopo un anno con la BMR, Lauda passò alla Ferrari nel 1974 e conquistò il titolo mondiale con la rossa di Maranello nel 1975.

Il 1976 sembrava l’anno giusto per il bis ma il 1° agosto 1976 durante il secondo giro del Gran Premio di Germania sul circuito del Nurburgring, Lauda perse il controllo della macchina che dopo aver sbattuto nel guardrail tornò in mezzo alla pista incendiandosi e venendo centrata da altre auto. Il pronto intervento dei piloti coinvolti nell’incidente, oltre ad Arturo Merzario fermatosi volontariamente per dare soccorso, permise a Niki Lauda di venir estratto dalla vettura e di salvarsi nonostante alcuni giorni di lotta tra la vita e la morte.


Dopo solo 42 giorni il Computer, questo era il soprannome che era stato dato a Lauda, tornò in pista nonostante le ustioni e le ferite su varie parti del corpo, volto compreso. Il mondiale si giocò punto a punto con James Hunt con Lauda che si arrese nell’ultima gara, ritirandosi sotto il diluvio del Fuji.

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Fonte: Il Pallonaro 

Autore: Alex Silvestri


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Articolo tratto interamente da Il Pallonaro 


Photo credit Suyk, Koen / Anefo / neg. stroken, 1945-1989, 2.24.01.05, item number 929-3239 [CC BY-SA 3.0 nl], via Wikimedia Commons