Articolo da Il Caffè Geopolitico
In 3 sorsi –
Negli ultimi mesi Pechino
ha registrato un sorprendente calo della sua crescita economica. A
inasprire la situazione si aggiunge anche l’accesa disputa commerciale
con Washington. Tuttavia questi risultati negativi non riguardano solo
la Cina, ma destano preoccupazione anche nel resto del mondo. Vediamo
perché.
1. IL CALO CINESE E GLI EFFETTI PER L’ECONOMIA MONDIALE
Nell’ultimo trimestre
il PIL cinese è cresciuto solo del 6%. Per Pechino si tratta di un
risultato
a cui non era più abituata da 27 anni e che rischia anche di essere più
pericoloso di quel che sembra. Di fatto rappresenta infatti un
deciso contraccolpo per l’economia globalizzata.
A fornire numeri interessanti è il Fondo Monetario Internazionale, che
ha tagliato la previsione di incremento mondiale dello 0,3%, dal 3,3% al
3% per essere più precisi. La Cina è appunto
il Paese che detiene il primato nell’influenzare l’intera crescita mondiale:
il suo contributo è infatti stato del 27,5% nel 2018, quindi è evidente
che un suo deficit è deleterio a livello internazionale.
2. LA GUERRA DEI DAZI
Secondo Chad Bown, del think tank americano
PIIE, nei prossimi due mesi gli Stati Uniti arriveranno ad alzare i loro
dazi
nei confronti di beni di importazione di origine cinese del 23,8%.
Pechino risponderà invece a tale misura con un rialzo del 25,1%. Tutto
ciò rivela che i dazi per prodotti importati dalla Cina negli Stati
Uniti saranno aumentati di ben otto volte rispetto al 2018. Altro dato
sorprendente è che, sempre l’anno scorso, le
esportazioni americane in Cina sono cresciute solamente dello 0,07%.
Sebbene ci sia un cauto ottimismo che
Trump e Xi possano arrivare presto a un accordo,
la guerra commerciale rimane la causa principale del calo delle esportazioni e del rallentamento dell’economia interna cinese.
A tal proposito infatti decrescono il settore automobilistico e quello
dell’edilizia, che tuttavia non intaccano l’inflazione, che rimane al
2,4% su base annua. I dati forniscono quindi l’immagine di un Paese in
difficoltà, ma con una
produzione industriale ancora forte (+5,8%) e un PIL solidamente in zona positiva.
A
Zhongnanhai tutti rimangono dunque fiduciosi: nonostante il ribasso sia stato brusco, la Cina continua a correre veloce.
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Fonte: Il Caffè Geopolitico
Autore: Massimiliano Giglia
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Articolo tratto interamente da Il Caffè Geopolitico