lunedì 9 settembre 2024

Concediti ogni giorno una cosa bella...

"Concediti ogni giorno una cosa bella. Anche piccola. Leggi una poesia. Ascolta una canzone che ti piace. Ridi con un amico. Osserva il cielo appena prima che il sole precipiti verso la notte. Guarda un classico del cinema. Mangiati una fetta di torta al limone. Scegli tu. Basta che sia un modo semplice per ricordare a te stesso che il mondo è pieno di meraviglie. Anche nei momenti della vita in cui non siamo in grado di apprezzarle, a volte aiuta ricordarsi che esistono cose belle, per quando saremo pronti."

Matt Haig



L’inquinamento luminoso aumenta il rischio di sviluppare l'Alzheimer



Articolo da Media Inaf

Uno studio condotto negli Stati Uniti ha scoperto che l'esposizione alla luce esterna durante la notte potrebbe aumentare il rischio di ammalarsi di Alzheimer più di molti altri fattori di rischio per le persone di età inferiore ai 65 anni. Con i commenti della prima autrice, Robin Michelle Voigt-Zuwala del Rush University Medical Center di Chicago

L’esposizione alla luce durante la notte altera i ritmi circadiani. C’è questa premessa alla base di qualunque considerazione circa gli effetti fisiologici dell’inquinamento luminoso, su esseri umani e su animali. La conseguenza, dal momento che i ritmi circadiani regolano quasi tutti gli aspetti della biologia e del comportamento, è che una loro alterazione può promuovere una serie di malattie infiammatorie. E anche l’Alzheimer. Questo è il risultato di uno studio appena pubblicato su Frontiers in Neuroscience e che ha messo in relazione i dati di inquinamento luminoso e incidenza di Alzheimer in tutte le fasce d’età nella popolazione degli Stati Uniti.

Il sospetto di una correlazione fra Alzheimer e alterazione del ritmo circadiano sembra non sorprendere Robin Michelle Voigt-Zuwala, professoressa associata al Dipartimento di medicina interna del Rush University Medical Center di Chicago e prima autrice dello studio. La ricercatrice ha detto a Media Inaf che la ricerca di questo legame, per lei che si occupa di come lo stile di vita e l’ambiente influenzino le malattie cerebrali come il morbo di Alzheimer o il morbo di Parkinson, sia stata un’estensione naturale del suo lavoro: «Ci sono molti meccanismi che si sovrappongono tra l’interruzione circadiana e il morbo di Alzheimer, cosa che ha reso plausibile cominciare questo tipo di ricerca».

L’esposizione alla luce artificiale esterna durante la notte è associata a numerosi effetti dannosi per la salute, tra cui disturbi del sonno, obesità, depressione, ansia, disfunzioni della memoria, aterosclerosi e cancro. Per indagare se, fra questi, si debba aggiungere anche la malattia neurodegenerativa più diffusa fra gli anziani, l’Alzheimer appunto, Voigt-Zuwala e coautori hanno unito i dati sull’incidenza della malattia in tutte le fasce d’età dall’archivio Medicare con l’intensità luminosa media notturna, calcolata a partire dai dati acquisiti via satellite per gli anni 2012-2018. I 48 stati Usa inclusi nell’analisi sono stati classificati in base all’intensità luminosa media notturna e sono stati suddivisi in cinque gruppi, da quelli con l’intensità luminosa media notturna più bassa (gli stati più bui) a quelli più illuminati durante le ore notturne.

I risultati hanno mostrato che per le persone di età pari o superiore a 65 anni l’aumento di incidenza del morbo di Alzherimer è più fortemente correlata all’inquinamento luminoso notturno rispetto ad alcuni fattori di rischio come l’abuso di alcol, le malattie renali croniche, la depressione e l’obesità. Ci sono poi altri fattori come il diabete, l’ipertensione e l’ictus che si sono dimostrati più fortemente associati all’Alzheimer rispetto all’inquinamento luminoso. Per le persone di età inferiore ai 65 anni, invece, i ricercatori hanno scoperto che una maggiore intensità luminosa notturna è associata a una maggiore incidenza di Alzheimer con una correlazione più forte rispetto a qualsiasi altro fattore di rischio esaminato nello studio.

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Fonte: Media Inaf

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Articolo tratto interamente da Media Inaf


Esistono luoghi...

"Esistono luoghi che ci chiamano, magari anche da molto lontano. Non ne conosciamo la ragione ma, ancora prima di averli visti, sappiamo che seguendo il loro richiamo ritroveremo un pezzo della nostra anima." 

Silvia Montemurro


Comunicazione di servizio: ripartono le interviste





Voglio informare gli amici e lettori di questo blog, che presto tornerò a pubblicare interviste su diversi temi.

Se vuoi essere intervistato, basta contattarmi via mail, cliccando sul banner "Contatti".

Una profezia sulla scuola...


"Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura.
Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C'è una certa resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata. Allora, il partito dominante segue un'altra strada (è tutta un'ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito.
Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A "quelle" scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata.
Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d'occhio i cuochi di questa bassa cucina. L'operazione si fa in tre modi: ve l'ho già detto: rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico.
"

Piero Calamandrei

Discorso pronunciato al III Congresso in difesa della Scuola nazionale a Roma l'11 febbraio 1950 da Piero Calamandrei.

Francia: la sinistra è scesa in piazza contro Macron

Protest against French Republic president Emmanuel Macron's decision to choose Michel Barnier as Prime minister, instead of a left personality, at Grenoble (Isère, France)


Articolo da Sinistra in Europa

Sono state oltre 150 le manifestazioni indette ieri, in tutta la Francia, contro il rifiuto del presidente Emmanuel Macron di scegliere un premier del Nuovo Fronte Popolare, la coalizione della sinistra che è arrivata in testa alle legislative ma che non dispone di una autonoma maggioranza parlamentare.

Le mobilitazioni sono state promosse da La France Insoumise e da altre formazioni della sinistra francese e hanno coinvolto solo a Parigi 160.000 persone secondo gli organizzatori (diventati incredibilmente 30.000 secondo la questura).

Il corteo parigino è partito alle 14.00 per seguire il più classico dei percorsi, da Place de la Bastille a Place de la Nation. In diverse città, fra le quali Nantes, Le Mans e Nizza, le manifestazioni erano già cominciate nella tarda mattinata. Il neo-premier, Michel Barnier, nel frattempo, ha iniziato la sua attività questo pomeriggio, visitando i bambini e il personale sanitario dell’ospedale pediatrico parigino di Necker.

Il leader de La France Insoumise Jean-Luc Mélenchon era presente in piazza e ha spiegato le ragioni della protesta: “Macron ha voluto imporre la legge della giungla, la legge del più forte, ma in questo Paese il più forte è il popolo”. Il leader di LFI si è scagliato contro il “colpo di mano” che ha portato Macron a “rubare la vittoria alla sinistra, ignorando i risultati del voto”.

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Fonte: Sinistra in Europa

Autore: redazione Sinistra in Europa


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Photo credit Haldu, CC0, via Wikimedia Commons


Lavoratore picchiato dal suo datore di lavoro per aver chiesto un giorno di ferie



Articolo da Quotidiano Piemontese

ALESSANDRIA – Una grave denuncia arriva dalla Flai Cgil relativamente ad un lavoratore picchiato dal suo datore di lavoro per aver chiesto un giorno di permesso per ritirare dei documenti.

”Godwin Aiwanfo è stato picchiato brutalmente dal suo datore di lavoro. La sua colpa? Aver chiesto un giorno libero per ritirare dei documenti in Comune. Apriti cielo, un sottoposto non può avere esigenze, deve solo lavorare e stare zitto, dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 19, alle volte anche il sabato, fino alle 12. Per giunta Godwin, nigeriano di Benin City, aveva osato rivolgersi ad un avvocato dopo non aver ricevuto la busta paga per il suo lavoro da macellatore. Solo un bonifico di 550 euro per quasi cinque mesi di lavoro, di cui soltanto uno regolare, con un contratto peraltro diverso da quello che gli sarebbe spettato”.

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Fonte: Quotidiano Piemontese


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Profondo rosso: recensione del film

Villa Scott in Turin, Italy (2019)

 

Profondo rosso è un film horror del 1975 diretto da Dario Argento.

Attenzione: il seguente articolo contiene spoiler del film!


Trama 

Durante una conferenza sul paranormale, la sensitiva tedesca Helga Ulmann percepisce la presenza di un omicida tra il pubblico e, spaventata, è costretta a interrompere la seduta. Impaurita, dice a un collega, lo psichiatra Giordani, di sapere chi è la persona da lei percepita, scoperta che le sarà fatale in quanto quella sera il killer, che era rimasto nascosto nel teatro e aveva sentito le parole della sensitiva, entra in casa sua e la uccide brutalmente dopo averla colpita diverse volte con una mannaia. L'assassinio è preceduto dalla registrazione di un'inquietante ninna nanna per bambini, che la stessa sensitiva aveva percepito durante la conferenza.

Il pianista jazz Marc Daly, che abita nello stesso stabile di Helga, ha appena finito di provare con la sua orchestra e si trova nella piazza sotto casa sua con l'amico Carlo, anch'egli abile pianista, ma con gravi problemi di alcolismo. Qui i due sentono le grida della vittima e Marc la vede mentre viene scaraventata contro il vetro della finestra dalla quale stava chiedendo aiuto. Precipitatosi nell'appartamento può solo constatare la morte di Helga. Il commissario Calcabrini interroga Marc più come sospettato che come testimone e non sembra interessarsi molto delle parole dell'uomo. Quando torna a casa a notte inoltrata, Marc trova l'amico Carlo ancora in piazza, pesantemente ubriaco, e gli confida di aver notato un quadro entrando nell'appartamento del delitto, quadro che poi è misteriosamente scomparso. Carlo commenta che quel quadro forse è stato fatto sparire perché nascondeva qualcosa di importante.

Anche la giovane giornalista Gianna Brezzi è interessata alle indagini sull'omicidio, dal quale spera di ricavare un buon articolo, e inizia a indagare con Marc, che inizialmente mal sopporta il comportamento spregiudicato e disinvolto della ragazza che, al contrario, sembra fin da subito attratta dal pianista.

Marc si reca dalla madre di Carlo, un'ex-attrice teatrale con segni di demenza, che lo indirizza da un amico del giovane. Questi, dichiaratamente omosessuale, ha un rapporto molto ambiguo con Carlo, il quale si dichiara come non eterosessuale. Marc parla ancora con l'amico riguardo al quadro sparito, incuriosito dalle sue parole. Carlo tuttavia dà la colpa al suo stato di ubriachezza e gli consiglia di dimenticare questa brutta storia e fuggire per non essere preso di mira dall'assassino. La sera stessa, mentre Marc si esercita al pianoforte, l'assassino riesce a entrare in casa sua. Marc avverte la sua presenza sentendo la stessa canzoncina che aveva preceduto la morte di Helga: sta per essere aggredito, ma una telefonata di Gianna gli permette di barricarsi nella sala approfittando dell'effetto sorpresa. Il killer fugge, non prima di averlo minacciato di morte.

Il giorno seguente, Giordani dichiara che si tratta probabilmente di un paziente schizofrenico, che si serve della ninna nanna per ricreare il clima di un precedente omicidio. Il brano tra l'altro avrebbe un collegamento con la "leggenda della villa del bambino urlante", come riportato nel saggio Fantasmi di oggi e leggende nere dell'età moderna. Attraverso il libro, Marc risale all'autrice Amanda Righetti, ma l'assassino, che sembra spiare i suoi movimenti, la rintraccia prima di lui. La sventurata scrittrice viene brutalmente assassinata in casa sua e il suo volto viene ustionato nell'acqua bollente della vasca da bagno. Marc troverà il cadavere qualche ora dopo. Avvertita Gianna, inizia a temere che si possa sospettare di lui; la giornalista gli consiglia di scappare, ma Marc non ne vuole sapere e tra il pianista e la giornalista inizia a nascere qualcosa. Marc avverte Giordani, che il giorno successivo, in un sopralluogo sulla scena, riesce con un'intuizione a ricostruire la dinamica della morte di Amanda: prima di morire, la donna aveva scritto sul muro il nome di chi l'aveva uccisa sfruttando il vapore prodotto dall'acqua calda.

Marc riesce a rintracciare la villa della leggenda, disabitata da molti anni, facendosi dare le chiavi da Rodi, il custode che vive nelle vicinanze, e vi trova nascosto in una parete un disegno infantile. Grattando via la parete, scopre che il disegno raffigura un bambino armato di un coltello insanguinato. Nel frattempo Giordani, dopo la sua scoperta, forse temendo per la sua vita, scrive appunti e tenta di avvisare Marc. Il killer però riesce a ucciderlo dopo averlo spaventato con un manichino mobile usato per distrarlo, colpendolo alle spalle e finendolo con un grosso tagliacarte.

Scosso per la morte di Giordani e convinto di essere il prossimo obiettivo dell'assassino, Marc decide di lasciare la città invitando Gianna, con la quale ha iniziato una relazione, a partire per la Spagna, ma, osservando meglio una foto della villa, nota che una finestra è stata murata. Cerca di avvisare Carlo e lascia un messaggio a Gianna e si reca nuovamente nell'inquietante struttura, abbattendo a colpi di piccone un muro e scoprendo una stanza segreta dove giace un corpo mummificato. Sconvolto, Marc indietreggia e viene tramortito. Quando si risveglia è all'esterno, Gianna è al suo capezzale mentre la residenza è in fiamme. Recatisi in casa del custode, i due notano un disegno identico a quello nella villa eseguito dalla figlia Olga, la quale confida di essersi ispirata a un altro, rinvenuto nell'archivio della sua scuola. Giunti sul posto, Gianna decide di avvertire la polizia dopo aver sentito un rumore, ma viene chiamata da una voce. Non vedendola tornare, Marc la va a cercare e scopre che è stata pugnalata. Egli poi realizza chi è l'autore del disegno, risalente al 1950: Carlo, allora bambino. Questi, giunto sul posto, gli punta una pistola e gli rinfaccia di non avergli dato retta quando gli aveva detto di scappare, così ora è costretto a ucciderlo, pur volendogli bene. L'arrivo delle forze dell'ordine mette in fuga il giovane, ma una volta in strada questi muore investito da un'auto, dopo essere stato trascinato per diversi metri da un camion.

Dopo aver saputo che Gianna è fuori pericolo nonostante la coltellata, Marc torna a casa: camminando per la piazza si rende conto dell'estraneità di Carlo all'omicidio della sensitiva, in quanto si trovava con lui in quel momento. Gli tornano in mente le parole dell'amico riguardo al quadro scomparso, sicché torna sulla scena del delitto, per rendersi conto che non c'è mai stato un quadro in quel punto, ma uno specchio, e che quello che Marc aveva visto era il volto dell'assassino, ovvero l'anziana madre di Carlo, che lo ha seguito e appare davanti a lui per ucciderlo. La donna, malata di mente, aveva assassinato suo marito, che voleva riportarla in clinica contro la sua volontà, davanti al loro figlioletto, per poi murare il cadavere nella villa; Carlo l'aveva coperta in tutti quegli anni, ma rimasto traumatizzato al contempo aveva realizzato i disegni raffiguranti il delitto. Marc tenta la fuga ma viene raggiunto dalla donna, che lo ferisce alla spalla con una mannaia. Durante la colluttazione, il medaglione di lei s'impiglia nell'inferriata dell'ascensore. L'uomo, sanguinante, preme il pulsante di rimando, e la cabina, tirando con sé la collana, decapita la donna, ponendo fine alla catena degli efferati omicidi.

L'ultimo fotogramma, su cui parte la sigla di coda, mostra l'immagine di uno sgomento Marc riflessa nella pozza di sangue conseguente alla decapitazione della donna: il "profondo rosso" che dà il nome a tutta la pellicola. 

Curiosità sul film

Le riprese si sono svolte dal 9 settembre 1974 al 19 dicembre dello stesso anno. Il film è formalmente ambientato a Roma e dintorni, ma le scene esterne sono state girate in prevalenza a Torino, e alcune a Roma e Perugia

La famosa colonna sonora del film, composta ed eseguita dal gruppo rock progressivo dei Goblin, formato da Claudio Simonetti, Walter Martino, Maurizio Guarini, Massimo Morante e Fabio Pignatelli e integrata da musiche jazz-rock di Giorgio Gaslini, fu scelta da Argento come ripiego: il regista, infatti, avrebbe voluto addirittura i Pink Floyd per comporla. Il gruppo declinò gentilmente l'invito, perché troppo impegnato nella composizione del nuovo album Wish You Were Here, quindi la produzione si rivolse a Gaslini, che aveva già lavorato con Argento ne Le cinque giornate.

La mia opinione

Profondo Rosso è un film che va oltre il semplice genere horror. È un'opera d'arte visiva, un'esperienza sensoriale che ti coinvolge a livello emotivo. Se ami i thriller psicologici e le atmosfere inquietanti, questo film è assolutamente da vedere.

Voto: 7,5

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Mattino di Cesare Pavese

 


Mattino

La finestra socchiusa contiene un volto

sopra il campo del mare. I capelli vaghi

accompagnano il tenero ritmo del mare.


Non ci sono ricordi su questo viso.

Solo un’ombra fuggevole, come di nube.

L’ombra è umida e dolce come la sabbia

di una cavità intatta, sotto il crepuscolo.

Non ci sono ricordi. Solo un sussurro

che è la voce del mare fatta ricordo.


Nel crepuscolo l’acqua molle dell’alba

che s’imbeve di luce, rischiara il viso.

Ogni giorno è un miracolo senza tempo,

sotto il sole: una luce salsa l’impregna

e un sapore di frutto marino vivo.


Non esiste ricordo su questo viso.

Non esiste parola che lo contenga

o accomuni alle cose passate. Ieri,

dalla breve finestra è svanito come

svanirà tra un istante, senza tristezza

né parole umane, sul campo del mare.

Cesare Pavese


Tu chiamale se vuoi emozioni...



Seguir con gli occhi un airone sopra il fiume e poi

Ritrovarsi a volare

E sdraiarsi felice sopra l'erba ad ascoltare

Un sottile dispiacere

E di notte passare con lo sguardo la collina per scoprire

Dove il sole va a dormire

Domandarsi perché quando cade la tristezza in fondo al cuore

Come la neve non fa rumore

E guidare come un pazzo a fari spenti nella notte per vedere

Se poi è tanto difficile morire

E stringere le mani per fermare qualcosa che è dentro me

Ma nella mente tua non c'è

Capire tu non puoi

Tu chiamale se vuoi emozioni

Tu chiamale se vuoi emozioni 


Tratto dal brano Emozioni di Lucio Battisti



Ventaglio di Stéphane Mallarmè



Ventaglio

Quasi usando per sua parola 
Null'altro che un battito al cielo,
Il futuro verso s'invola
Dall'avorio che in sé lo cela.
Ala piano corra all'orecchio
Questo ventaglio se esso è
Quello per cui qualche specchio
Risplendette dietro di te
Chiaro (dove ritorna a scendere
Inseguita in ogni frammento
Un po' d'invisibile cenere
Unica a rendermi lamento)
Ed appaia uguale domani
Tra quelle tue agili mani.

Stéphane Mallarmè


Noi viviamo una vita folle...


"Noi viviamo una vita folle, contraria ai più semplici ed elementari dettati del buon senso, ma poichè questa vita viene vissuta da tutti o dalla stragrande maggioranza, noi non vediamo più la differenza fra follia e ragione e consideriamo ragionevole la nostra folle vita. È divenuto per me evidente che la maggioranza dell'umanità nel nostro tempo vive una vita in totale opposizione sia alla ragione, che al sentimento, sia all'utilità che al benessere di tutti e si trova probabilmente in uno stato di pazzia, di follia temporanea, ma totale."

Lev Tolstoj


domenica 8 settembre 2024

sabato 7 settembre 2024

Milioni di uomini si muovono sulla terra...

 


"Milioni di uomini si muovono sulla terra, soffrono e se ne vanno senza lasciare traccia, predestinati a non capire mai la verità. Vivono nel pensiero altrui, cercano la parola bella e pronta e l'esempio pronto, s'aggrappano all'idea suggerita. Gridano che hanno dietro a sé le autorità, che l'Europa è per loro. Fischiano coloro che non sono con loro d'accordo e tutti coloro che disprezzano i pensieri servili e che credono sia bene l'indipendenza propria e quella del loro popolo. Ebbene, in realtà queste masse d'uomini che gridano sono predestinate a servire soltanto come mezzo indiretto. Ogni tanto un singolo uomo s'avvicina in qualche modo alla verità o ne ha almeno l'intuizione Sono appunto questi individui unici, che poi tirano tutti gli altri dietro a sé, s'impadroniscono del movimento, fanno nascere l'idea e la lasciano in eredità a queste masse irrequiete di uomini. Tali individui ci sono anche fra noi." 

Fëdor Dostoevskij


Oggi l'economia...


"Oggi l'economia è fatta per costringere tanta gente a lavorare a ritmi spaventosi per produrre delle cose perlopiù inutili, che altri lavorano a ritmi spaventosi, per poter comprare, perché questo è ciò che dà soldi alle società multinazionali, alle grandi aziende, ma non dà felicità alla gente."

Tiziano Terzani

 

Prima vittoria dell'estrema destra tedesca dal 1933



Articolo da La Tinta

Questo articolo è stato tradotto automaticamente. La traduzione rende il senso dell’articolo, tuttavia consigliamo di leggere il testo originale su La Tinta 

Il 2 settembre 2024, l’Alternativa per la Germania (AfD) ha ottenuto una vittoria storica alle elezioni regionali in Turingia, con il 33,5% dei voti, superando i conservatori della CDU. Si tratta della prima vittoria elettorale dell'estrema destra in uno stato tedesco dal 1933, che evidenzia un cambiamento significativo nella politica del paese, intensificando il dibattito sull'immigrazione e sull'identità nazionale. Nonostante il successo, l’AfD deve affrontare difficoltà nella formazione di un governo a causa del rifiuto da parte di altri partiti.

Il 2 settembre 2024, l’ Alternativa per la Germania (AfD), partito di estrema destra, ha ottenuto una vittoria storica alle elezioni regionali in Turingia, con un risultato senza precedenti dal dopoguerra. L'AfD ha ottenuto circa il 33,5% dei voti, superando la conservatrice CDU con il 24,3%. È la prima volta dal 1933 che l'estrema destra ottiene una vittoria elettorale in uno Stato tedesco.

In Sassonia la CDU ha preso un leggero vantaggio con il 31,7% dei voti, mentre l'AfD è staccata di soli 0,2 punti percentuali. La CDU ha respinto l’idea di formare una coalizione con l’AfD, il che complica ulteriormente le prospettive per il partito di estrema destra.

Il nuovo partito BSW, fondato da Sahra Wagenknecht, ha fatto notevoli progressi, guadagnando più del 10% in entrambe le regioni. BSW e AfD condividono posizioni radicali contro l’immigrazione e si oppongono alla consegna di armi all’Ucraina, con particolare risonanza nelle regioni dell’ex Repubblica Democratica Tedesca (DDR), dove la paura della guerra è palpabile.

Il risultato elettorale rappresenta un duro colpo per la coalizione di governo del cancelliere Olaf Scholz, composta dai socialdemocratici (SPD), dai verdi e dal FDP. L'SPD ha ottenuto alle elezioni tra il 6,5% e l'8,5%, mentre i Verdi e i liberali del FDP sono rimasti fuori dal parlamento regionale della Turingia.

La vittoria dell’AfD in Turingia avviene in un clima di tensione e polarizzazione. Le elezioni si sono svolte poco dopo il triplice omicidio di Solingen, un attentato che ha riacceso il dibattito sull'immigrazione in Germania. La campagna dell’AfD ha beneficiato dell’indignazione pubblica per l’attacco, con il partito che ha accusato i governi federali di creare caos nella politica di immigrazione.

Björn Höcke, leader dell'ala più radicale dell'AfD, è la figura centrale di questa vittoria inaspettata. La sua ascesa al potere ha suscitato molti dibattiti e preoccupazioni, data la sua storia e le controversie che lo circondano. Höcke ha affermato che la formazione è "pronta ad assumersi le responsabilità di governo". Nonostante i risultati, è improbabile che l’AfD formi un governo nella regione a causa del rifiuto generale di altri partiti di allearsi con loro.

Höcke, noto per la sua retorica estremista e nazionalista, è stato coinvolto in numerose controversie. Nel dicembre 2023 è stato processato per aver utilizzato un motto con connotazioni storiche naziste: "Tutto per la Germania!", uno slogan associato alla SA (Sturmabteilung) del regime nazista. Sebbene Höcke affermi di non conoscere le implicazioni del motto, il suo passato di professore di storia e le sue continue allusioni alla revisione del regime nazista hanno generato scetticismo.

Nel 2017, Höcke ha criticato il Memoriale agli ebrei assassinati d'Europa, definendolo un "monumento della vergogna". Inoltre, nei suoi discorsi, ha promosso una visione revisionista della storia tedesca, suggerendo che il paese ha bisogno di una “svolta di 180 gradi nella politica della memoria” e di una rivalutazione più positiva del periodo dal 1933 al 1945.

Höcke e l’AfD sono riusciti a conquistare una parte significativa dell’elettorato, soprattutto tra i giovani.Nella recente votazione in Turingia, il 36% dei giovani sotto i 30 anni ha optato per l’AfD, riflettendo un notevole sostegno tra le generazioni più giovani. Questa crescita ha portato l'AfD in una posizione di leadership nei sondaggi per le elezioni federali del prossimo anno.

Tuttavia, l’AfD si trova ad affrontare ostacoli significativi. L'Unione Cristiano-Democratica (CDU) e altri partiti hanno mantenuto un "cordone sanitario" per evitare alleanze con l'estrema destra, limitando così le possibilità dell'AfD di formare un governo senza alleati.

Höcke promuove una visione ultranazionalista della Germania che si oppone fortemente all’immigrazione e all’integrazione multiculturale. È un feroce critico delle politiche di immigrazione e dell'influenza dell'Unione Europea negli affari interni del paese. Propone una maggiore sovranità nazionale e il ritiro della Germania da organizzazioni internazionali come la NATO.

Inoltre, sostiene una politica che rivaluti l’identità culturale e nazionale tedesca, resistendo alle idee di multiculturalismo e di globalizzazione. I suoi discorsi evidenziano spesso un ritorno a valori più tradizionali e una resistenza alle influenze straniere.

L'AfD, che radicalizzato negli anni a causa della crisi migratoria, della pandemia di Covid-19 e della guerra in Ucraina, continua a guadagnare terreno. La crisi demografica e le persistenti disuguaglianze nell’ex DDR hanno contribuito alla sua crescente popolarità. L’AfD ha avuto successo negli ultimi mesi, ottenendo il suo miglior risultato di sempre alle elezioni europee del 9 giugno 2024.

L’ascesa di Björn Höcke e dell’AfD in Turingia rappresenta un momento decisivo per la Germania. La sua vittoria segna un cambiamento significativo nel panorama politico del Paese, evidenziando un crescente sostegno a posizioni estreme e nazionaliste. Mentre il partito continua a guadagnare terreno, le dinamiche politiche interne potrebbero subire profondi cambiamenti nei prossimi mesi, soprattutto con le elezioni generali previste per il 2025.

La figura di Höcke, con la sua retorica e le sue posizioni radicali, continua a essere al centro dell'attenzione e del dibattito, sia a livello nazionale che europeo. La risposta del governo e degli altri partiti sarà cruciale nel determinare il futuro politico della Germania e anche di tutta l’Europa.

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Fonte: La Tinta

Autore: Gonzalo Fiore Viani

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Articolo tratto interamente da La Tinta


La chiusura degli stabilimenti Volkswagen esprime il declino dell’industria europea



Articolo da mpr21

Questo articolo è stato tradotto automaticamente. La traduzione rende il senso dell’articolo, tuttavia consigliamo di leggere il testo originale su mpr21

Il simbolo della potenza industriale tedesca sta crollando, annunciando l’effetto domino in tutta Europa in una crisi industriale senza precedenti. La chiusura di alcuni stabilimenti Volkswagen in Germania è una novità storica. Dalla sua creazione nel 1937, la principale casa automobilistica europea, che conta quasi 660.000 dipendenti in tutto il mondo, non aveva mai preso una decisione del genere sul suolo tedesco. Sarebbe anche la prima volta dal 1988, quando il gruppo chiuse la sua fabbrica a Westmoreland, negli Stati Uniti.

L’azienda versa in una situazione precaria. L’anno scorso la Volkswagen ha lanciato un programma di riduzione dei costi volto a risparmiare 10 miliardi di euro entro il 2026. Ha fallito e i lavoratori temono tagli di posti di lavoro. L'azienda ha terminato il suo programma di sicurezza sul lavoro, in vigore dal 1994.

La riduzione dei costi è sempre la stessa: chiusure di fabbriche e licenziamenti, che ha portato ad un forte scontro tra la multinazionale e il comitato aziendale. Secondo il sindacato IG Metall è una giornata nera nella storia della Volkswagen.

Ma non è una crisi della Volkswagen bensì dell’Europa. L’anno scorso il tasso di disoccupazione in Germania si aggirava attorno al 5,7%. Nel luglio di quest'anno era del 6%. La riduzione della forza lavoro da parte della Volkswagen avviene quindi in un momento in cui il numero dei disoccupati continua ad aumentare in Germania.

Il colosso automobilistico non scompare con la crisi; sposta la propria produzione in altri paesi . Le fabbriche tedesche non sono più competitive, soprattutto dopo che il governo di Berlino ha eliminato i sussidi e in questo modo la Germania, la locomotiva dell’Unione Europea, si sta deindustrializzando, provocando un effetto domino in altri paesi europei.

La Volkswagen soffre la concorrenza delle aziende cinesi. I marchi europei sono in ritardo. L'Europa è rimasta indietro rispetto alla Cina nel settore delle auto elettriche e dei veicoli ibridi, il che spiega il fallimento delle vendite di auto elettriche da parte di Volkswagen in Cina, paese leader al mondo in questo settore.

La quota di mercato mondiale della Volkswagen si riduce. Inoltre dipende dalla Cina, che è il primo mercato per i monopoli tedeschi: rappresenta il 40% delle sue vendite. Sono tre milioni i veicoli venduti lo scorso anno.

Gli scarsi rapporti della Germania con la Russia fanno aumentare il prezzo dell'elettricità. I cattivi rapporti con la Cina riducono il mercato, il mercato mondiale e il mercato cinese. La Commissione Europea, presieduta dalla tedesca Ursula von der Leyen, impone dazi doganali sui veicoli elettrici importati dalla Cina e a pagarne il prezzo è, tra gli altri, Volkswagen.

Negli ultimi quindici anni la Volkswagen si è salvata grazie alla Cina. Le sue vendite nel paese asiatico rappresentano la maggioranza, in termini di volumi e redditività. Ma ora la holding europea vede la sua uscita minacciata dalla concorrenza di aziende cinesi, come BYD.

Negli ultimi anni la Volkswagen ha lottato per arginare il declino della sua quota di mercato cinese. Ma i suoi sforzi per restare in Cina sono stati vani. La sua unica alternativa è smettere di essere europei e diventare un’azienda… cinese.

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Pollice su e giù della settimana









 

Le parole


"E ricordate anche quella parola poco usata che è ormai quasi sparita dall’uso, sia in pubblico che in privato: tenerezza. Non potrà farvi male. E quell’altra parola: anima – o chiamatela spirito, se preferite, se vi rende più facile rivendicare quel territorio. Non scordatevi neanche quella. Fate attenzione allo spirito delle vostre parole, delle vostre azioni. È una preparazione sufficiente. Non c’è bisogno di altre parole."

Raymond Carver

 

L’estate 2024 è stata la più calda mai registrata



Articolo da Esquerda

Questo articolo è stato tradotto automaticamente. La traduzione rende il senso dell’articolo, tuttavia consigliamo di leggere il testo originale su Esquerda

I dati di Copernicus indicano che il 2024 sarà l’anno più caldo mai registrato. Quest’estate ha già battuto il record di temperatura del 2023.

L’estate del 2024 è stata la più calda registrata fino ad oggi in tutto il mondo. La temperatura nei mesi di giugno, luglio e agosto è stata di 0,69 gradi Celsius superiore alla temperatura media registrata in un periodo simile tra il 1991 e il 2020.

Le informazioni sono fornite dal programma europeo Copernicus, attraverso il suo servizio sui cambiamenti climatici. Le temperature globali hanno costantemente superato i record negli ultimi anni e l’estate del 2024 è un altro indicatore del fatto che il cambiamento climatico sta aumentando la temperatura del pianeta.

Anche il mese di agosto è stato il più caldo registrato a livello mondiale, ma era legato all’agosto 2023. Le temperature registrate negli ultimi 12 mesi sono state le più alte registrate in qualsiasi periodo di 12 mesi.

Secondo Copernicus, la temperatura media globale sulla superficie terrestre era di 16,82°C. Durante il 2023 e l'inizio del 2024, il caldo avvertito è aumentato a causa del fenomeno meteorologico El Niño. Tuttavia, lo scienziato di Copernicus Julien Nicolas ha dichiarato all’Associated Free Press che gli effetti del fenomeno in questi anni non sono stati così forti come al solito. Da parte sua, il fenomeno ciclico opposto, La Niña, che ha l’effetto di raffreddare la Terra, non è ancora iniziato.

La previsione è che il 2024 sarà l’anno più caldo mai registrato. Secondo Copernicus, l’anomalia della temperatura registrata tra gennaio e agosto 2024 sarà anche la più alta registrata per questo periodo, rimanendo dello 0,23% superiore allo stesso periodo del 2023.


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Fonte: Esquerda

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A rischio l'assegno unico per le famiglie



Articolo da La Città Futura

Il Governo avrebbe intenzione di eliminare o riformare radicalmente l’assegno unico per i figli, misura importante per oltre 6 milioni di famiglie. L’intervento ritenuto necessario per fare quadrare i conti pubblici. È un altro pezzo del welfare italiano che va in frantumi?

Altro che destra sociale, attenta alle esigenze dei ceti medi e popolari, come vorrebbero farci credere da Palazzo Chigi. In realtà lì dentro da quasi due anni stanno facendo di tutto per smantellare pezzo per pezzo le conquiste raggiunte dal welfare state italiano, privatizzando servizi e raschiando il fondo del barile per racimolare pure gli spiccioli per ripianare il debito pubblico, ma guardandosi bene dal toccare le partite Iva, i grandi patrimoni e i guadagni a tanti zeri di grosse imprese, banche e finanza, anzi varando sempre nuove misure per agevolarli. E in questo processo demolitorio adesso toccherebbe pure all’assegno unico, la misura di aiuto alle famiglie introdotta dal Governo Draghi nel 2021 e operativa a partire dall’anno successivo, votata all’epoca da tutte le forze politiche presenti in Parlamento (sì, anche da Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni), e che raggiunge oltre sei milioni di nuclei familiari l’anno [1]. 

Per il 2024 l’assegno unico va da un minimo di 57 a un massimo di 200 euro al mese per un figlio minore, a secondo l’Isee, con aumenti per i figli non autosufficienti e disabili, le mamme lavoratrici, i figli oltre il secondo, ma con tagli per i figli tra 18 e 21 anni. Insomma, si tratta di un autentico e concreto aiuto alle famiglie che presto potrebbe finire in soffitta, perché il Governo Meloni vorrebbe eliminarlo o quanto meno modificarlo radicalmente perché ritenuto non funzionale, lasciando tanti buchi in bilancio e provocando pure una procedura di infrazione europea. In realtà quest’ultima è scattata perché il sistema dell’assegno unico così come organizzato favorirebbe solo gli italiani presenti nel nostro territorio, discriminando i lavoratori che non vi risiedono per almeno due anni o i cui figli non risiedono in Italia e che non possono beneficiarne, violando in tal modo uno dei principi fondamentali dell’Unione, ovvero che i suoi cittadini siano trattati in modo equo in tutti gli Stati membri, senza distinzioni basate sulla loro nazionalità [2]. L’eliminazione o revisione dell’assegno unico permetterebbe poi, nelle intenzioni del Governo, di racimolare circa 20 miliardi di euro all’interno della manovra finanziaria ancora in preparazione. L’idea finale, allora, sarebbe quella di cambiare innanzitutto nome alla misura, modificandola poi con il taglio dell’assegno base da 57 euro a figlio, che oggi spetta solo alle famiglie che non presentano l’Isee o ne hanno uno troppo alto, ottenendo così più risorse da destinare alle famiglie numerose, con disabili e italiane, come ha ribadito pure la presidente del Consiglio in un video insieme al ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti e diffuso sui social per smentire le tante, troppe voci circolate in rete sulla soppressione dell’assegno [3]. Ma “stravolgere è come cancellare – come spiega pure Maria Cecilia Guerra, responsabile lavoro Pd - Quella è una misura strutturale che è stata pensata come una risposta razionale per tutte coppie con figli” [4].  

L’idea di rivedere l’assegno unico non è una novità agostana del Consiglio dei ministri, perché già l’idea era nata nella prima manovra del Governo in carica, quella di fine 2022, anche se poi non si fece più nulla e parte dei residui della misura furono usati per il decreto bollette. L’anno dopo il Governo si è dimenticato del tutto dell’assegno, mentre adesso vogliono recuperare il tempo perduto puntando alla sua radicale revisione, con la scusa della procedura di infrazione europea pendente sull’Italia. 

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Articolo tratto interamente da La Città Futura