mercoledì 31 ottobre 2018

Scegliete le vostre "scream queens" preferite


Ogni film horror che si rispetti, ha una protagonista femminile, scegliete le vostre preferite.

Vi ricordo che si possono esprimere più preferenze e attendo anche i vostri commenti.

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Quarant'anni fa usciva al cinema "Halloween - La notte delle streghe"



Articolo da Cultweek

Quaranta anni, diversi remake – un sequel in circolazione adesso – e non mostrarli. Parliamo di un classico dell’horror firmato da Carpenter ‘Halloween – La notte delle streghe’ che continua a tenerci inchiodati con il cuore che batte forte e una tensione che non ci lascia. La ricetta? La banalità del male. 

Se si guarda indietro alla storia del cinema del terrore, due sono da sempre le strade battute da narratori, registi e professionisti della paura. La prima è quella del soprannaturale, fatta di cupe dimensioni parallele e incursioni nel fantasy, popolata da spaventose creature dalla valenza più o meno metaforica. È la via dell’horror “buono”, viaggio dell’eroe nella sua accezione più dark, ma sempre destinato a concludersi, allo spuntare del nuovo giorno, con un ritorno alla normalità e al salvifico happy ending. Lo spettatore affronta sì le sue fobie, ma ben confinate in un mondo straordinario che nulla ha a che vedere con il quotidiano. In una sorta di tacito patto con il pubblico, la paura si fa intrattenimento puro, la sala diviene per due ore la più classica delle case stregate da luna park. Lo spavento è improvviso e fa quasi sorridere, dura l’istante di un salto sulla poltrona e al riaccendersi delle luci non lo ricordi più.

Ma c’è un filone più subdolo, strisciante, il cui filo rosso (sangue) parte dalle coltellate sotto la doccia del Norman Bates di Psycho e arriva fino alle trasposizioni cinematografiche dai romanzi di Stephen King. È l’orrore dell’ordinario, l’anima nera che si annida in ogni salotto, ogni sorriso, ogni finestra illuminata a festa: una prigione senza sbarre, in cui il pericolo è ovunque e viene da chiunque, senza apparente via di fuga. Ed è lì, rannicchiato dietro al letto o nella penombra del ripostiglio, che si nasconde il vero mostro, quello di cui sotto sotto è impossibile liberarsi per davvero.

Cos’è che ci fa tanta paura in Halloween – La notte delle streghe di John Carpenter, al punto di renderlo ancora oggi uno dei film più citati (se non il vero e proprio capostipite) nel panorama del thriller e degli slasher movies? Girato nel 1978 con un cast e un investimento da pellicola amatoriale, il capolavoro di Carpenter è quel che si definisce un miracolo cinematografico, che ha incassato oltre 70 milioni di dollari al botteghino a fronte di una spesa di soli trecentomila, e lanciato di fatto la carriera sul grande schermo di una giovanissima Jamie Lee Curtis. Un miracolo inaspettato per tutti, meno che per il suo geniale regista, capace di comporsi da sé una colonna sonora diventata immediatamente un cult, e di trasformare la mancanza di luci per questioni di budget nella terrificante penombra che avvolge i personaggi, o una vecchia maschera di carnevale da Capitano Kirk di Star Trek (opportunamente ridipinta) nell’icona immortale del killer senza volto. 

Forse è proprio in questo che si nasconde il segreto del successo e dell’efficacia di Halloween, di cui è in circolazione un sequel con alcuni degli stessi protagonisti (Jamie Lee Curtis e Nick Castle), stavolta scritto e diretto da David Gordon Green, undicesimo film ispirato all’ormai classico di Carpenter: a quarant’anni dalla sua realizzazione è la banalità di un male che non ha nulla di fantastico o spettacolare, senza alcuna motivazione recondita se non il male stesso, che agisce nell’indifferenza voyeuristica e distaccata di chi sta attorno. Per l’America che in quegli anni scopriva piuttosto il gusto per il giustiziere al di sopra della legge alla Charles Bronson o Clint Eastwood, la pellicola di Carpenter fu un campanello d’allarme: cosa succederebbe se ad avere (letteralmente) il coltello dalla parte del manico non fosse più il “buono”, l’eroe, ma la sua inarrestabile nemesi?

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Fonte: 
Cultweek

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Articolo tratto interamente da 
Cultweek


Halloween in a Suburb di Howard Phillips Lovecraft


Halloween in a Suburb

Nel livido, triste chiarore lunare

svettano bianchi i campanili,

gli alberi si ricoprono d'argento

e sui comignoli volano i vampiri.

Guarda: le arpie del cielo profondo batton le ali,

ridono ed osservano.

Sul morto villaggio sotto la luna

mai ha brillato il sole al tramonto:

è emerso dal buio di ere perdute,

là dove scorrono fiumi di follìa lungo abissi di sogno senza fondo.

Un vento gelido striscia fra i covoni

sui campi splendenti di pallida luce

e s'aggroviglia attorno alle lapidi nel cimitero

dove i ghoul ricercano l'orrida preda per la loro fame.

Neppure il soffio degli strani Dèi del mutamento

giunti al passato a reclamare ciò che gli appartenne

può rendere quest'ora meno immota: una forza spettrale copre tutto,

diffonde il sonno dal suo seggio antico e libera l'ignoto senza fine.

Si estendono di nuovo la valle e la pianura

che videro lune scordate ormai da tempo,

ebbri danzano i mostri sotto i fiochi raggi,

sorgendo dalle fauci del sepolcro per scuotere il mondo col terrore.

Le cose che il mattino aspro rivela,

l'orrore e la miseria di campi desolati irti di sassi

si aggiungeranno un giorno a tutto il resto

tramando con le ombre maledette.

S'alzi pure nel buio il gemito dei lemuri,

guglie rose di lebbra giungan fino al cielo...non cambia nulla:

chè l'antico e il nuovo insieme son ravvolti nelle pieghe del costume

 destino, morte e orrore.

I Segugi del Tempo sono pronti le carni d'entrambi a dilaniare.

Howard Phillips Lovecraft

martedì 30 ottobre 2018

Maltempo: video dalla rete (parte 2)

Altri filmati dalla rete, su questa ondata di maltempo.

La piena del fiume Piave 



Video credit Gianni Rizzo caricato su YouTube


Maltempo a Napoli



Video credit NAPOLI VILLAGE caricato su YouTube

Maltempo: video dalla rete (parte 1)

In queste ore, si contano i danni provocati dalla devastante ondata di maltempo. Ecco alcuni filmati dalla rete.

Mareggiata a Rapallo

 

Video credit iLMeteo caricato su YouTube

Tromba d'aria a Terracina



Video credit Disaster News caricato su YouTube


Maltempo: vittime e danni in tutta Italia


Articolo da La Stampa

Si aggrava ancora il bilancio delle vittime per l’ondata di maltempo. Sale a dieci il numero dei morti con il ritrovamento questa mattina del corpo di un pescatore, disperso nel lago di Levico, in Trentino. Dell’uomo non si avevano più notizie dopo che ieri era uscito per controllare gli ormeggi della sua barca. 

Continua a flagellare l'Italia l'ondata di maltempo che da oltre 48 ore sta interessando il nostro paese con temporali e piogge torrenziali, venti oltre i cento chilometri orari e mareggiate con onde anche di sette metri che stanno sferzando le coste. E purtroppo è salito ancora il bilancio delle vittime: alle sei di ieri se ne sono aggiunte altre 4: una donna morta a Dimaro, in val di Sole, un vigile del fuoco volontario travolto da un albero mentre stava effettuando un intervento a San Martino in Badia, in Alto Adige, un kite-surfista di 63 anni scagliato sulla scogliera di Cattolica dalle fortissime raffiche di vento, e il pescatore in Trentino.

I 5.800 vigili del fuoco impegnati per far fronte all'emergenza hanno fatto da ieri mattina complessivamente oltre settemila interventi per allagamenti, smottamenti e rimozione di alberi caduti, soprattutto in Liguria, Toscana, Lazio, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, dove alcuni paesi tra cui Santa Caterina in Valfurva risultano isolati, e Piemonte.

Particolarmente critica è la situazione in Liguria, dove oltre 20 mila persone sono senza energia elettrica. Portofino è isolata in seguito alla mareggiata che ha colpito tutto il golfo del Tigullio e ha pesantemente danneggiato la strada provinciale, mentre a Genova l'aeroporto è stato chiuso dopo che il mare in tempesta ha portato detriti sulla pista, rendendola impraticabile. Tutti i voli sono stati cancellati e lo scalo resterà chiuso fino alle 16 per consentire le verifiche tecniche e gli interventi sugli impianti. Nel capoluogo ligure, anche se è cessata l'allerta rossa, restano chiuse anche le scuole a causa dei danni provocati in città dalle piogge e dalle bufere di vento di ieri.

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Fonte: La Stampa


Autore: redazione La Stampa


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Articolo tratto interamente da 
La Stampa


Photo credit tizianodeejay caricata su YouReporter

Elezioni Brasile: il candidato di estrema destra Jair Bolsonaro ha vinto il ballottaggio con il 55% dei voti


Articolo da Popoffquotidiano

«Dio sopra ogni cosa. Non c’è una cosa chiamata Stato secolare. Lo Stato è cristiano e la minoranza dovrà cambiare…». Come ogni fascista (barbuto o no) vede un amico immaginario sanguinario a indicargli la via. Con il 99,61% dei voti scrutinati, Jair Bolsonaro risulta vincitore del ballottaggio delle elezioni presidenziali in Brasile con il 55,20% dei voti, contro il 44,80% ottenuti da Fernando Haddad, candidato del Partito dei Lavoratori (Pt), un vantaggio equivalente a circa 11 milioni de voti.
“Pinochet avrebbe dovuto uccidere più persone.” Veja, 2 dicembre 1998
“Ho cinque figli. Quattro ragazzi, al quinto sono stato debole e ho avuto una femmina.” Discorso al Clube Hebraica, Rio de Janeiro, 3 aprile 2017
“Il mio consiglio e la mia condotta: evado quante più tasse è possibile. Se non ho bisogno di pagare qualcosa, non la pago.” Programa Câmera Aberta, Band RJ, 23 maggio 1999
“Sono favorevole alla tortura e voi lo sapete.” Programa Câmera Aberta, Band RJ, 23 maggio 1999
“Attraverso il voto non cambieremo mai niente in questo paese. Niente! Assolutamente niente! Sfortunatamente, cambieremo quando cominceremo una guerra civile. E a fare il lavoro che il Regime Militare non fece: ucciderne trentamila! […] Se qualche innocente morisse, capita; in ogni guerra muoiono innocenti. Io sarei felice di morire se altri trentamila morissero con me.” Programa Câmera Aberta, Band RJ, 23 maggio 1999
“La situazione del paese oggi sarebbe migliore se la dittatura avesse ucciso più persone.” Folha de São Paulo, 30 giugno 1999; “Il grande errore è stato torturare e non uccidere.” 7 agosto 2008
“Quale debito storico avremmo con i neri? Io non li ho mai schiavizzati. I Portoghesi non hanno mai messo piede in Africa. I neri sono stati portati qui da altri neri.” Programa Roda Viva, 30 luglio 2018
“Non ho mai picchiato la mia ex moglie. Ma ho pensato di spararle più volte.” Revista IstoÉ, 14 febbraio 2000
“Dio sopra ogni cosa. Non c’è una cosa chiamata Stato secolare. Lo Stato è cristiano e la minoranza dovrà cambiare, se possono. Le minoranza dovranno adattarsi alla posizione della maggioranza. Discorso all’Aeroporto João Suassuna, Campina Grande, 8 febbraio 2017
“Non ti stuprerei mai perché non te lo meriti.” alla Deputata Federale Maria do Rosário, novembre 2003
Fernando Haddad, il candidato del Partito dei Lavoratori (Pt) sconfitto nel ballottaggio delle elezioni presidenziali in Braile, ha riaffermato il suo «impegno» e la sua «responsabilità civica e politica» per difendere «la democrazia e la sovranità nazionale, che sono valori che stanno al di sopra di tutti noi». In una breve dichiarazione alla stampa da un albergo di San Paolo, Haddad non si è mai riferito a Jair Bolsonaro, il candidato che lo ha sconfitto per 11 punti nel secondo turno nelle presidenziali. Fonti del Pt hanno precisato inoltre che non telefonerà al suo rivale per congratularsi con lui per la vittoria. Rivolgendosi ai suoi simpatizzanti, «la militanza che mi ha portato prima al ballottaggio e dopo a conquistare 45 milioni di voti», Haddad ha sottolineato che si tratta di «una parte del paese che ora esige rispetto». «Abbiamo sopportato un lungo periodo di dure prove, iniziato nel 2016 con la destituzione di Dilma (Rousseff), e poi la prigione ingiusta di Lula e la bocciatura della sua candidatura, malgrado le raccomandazioni dell’Onu», ha aggiunto. In quanto al futuro, Haddad ha promesso che «non lasceremo indietro il paese», assicurando che la sua «professione di fede» sarà di «riconnetterci con la base, con i poveri, per creare insieme un progetto di paese differente».


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Fonte: Popoffquotidiano


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Licenza: Creative Commons (non specificata la versione

Articolo tratto interamente da Popoffquotidiano



domenica 28 ottobre 2018

Comunicazione di servizio: ripartono le interviste





Voglio informare gli amici e lettori di questo blog, che presto tornerò a pubblicare interviste su diversi temi.

Se vuoi essere intervistato, basta contattarmi via mail, cliccando sul banner "Contatti".

So che la notte...


"So che la notte non è come il giorno: che tutte le cose sono diverse, che le cose della notte non si possono spiegare nel giorno perché allora non esistono, e la notte può essere un momento terribile per la gente sola quando la loro solitudine è incominciata."

Ernest Hemingway


Rischio alluvione: consigli utili

Voglio pubblicare un filmato che ci ricorda le buone norme, in caso di rischio idrogeologico ed idraulico.

Questo video è stato realizzato nell'ambito del progetto europeo Synergie.



Video credit Protezione Civile Provincia di Lucca caricato su YouTube


Brasile: Bolsonaro vuole distruggere l'Amazzonia e i popoli indigeni


Articolo da Salva le Foreste

A un passo dalla vittoria, Jair Bolsonaro ha fatto promesse ben chiare: abolirà il ministero dell'ambiente, cancellerà la legislazione ambientale, aprirà le terre indigene allo sfruttamento minerario, abbandonerà l'Accordo di Parigi e asfalterà un'autostrada che taglia in due l’Amazzonia, per aprirla agli allevamenti di bestiame e alle piantagioni di soia. La sua intenzione è chiara: cancellare la foresta amazzonica.  
I comizi di Bolsonaro sono pieni di retorica razzista, omofobica, autoritaria e misogina, e apologia della spietata dittatura che governò il Brasile 40 anni fa. In tutta l'Amazzonia, i taglialegna illegali, i minatori, i land grabber, così come i grandi proprietari terrieri si sono radunati dietro al suo stendardo. Non si aspettano che Bolsonaro faccia rispettare la legge. Al contrario, la speranza è che egli adempia la sua promessa di annientare quasi tutte le misure di protezione dell'ambiente e degli indigeni.

"Invece di diffondere il messaggio che combatterà la deforestazione e il crimine organizzato, dice che attaccherà il ministero dell'ambiente, l'Ibama e l'ICMBio [le agenzie federali ambientali del Brasile]." - spiega l'attuale ministro dell'ambiente brasiliano Edson Duarte, che pure ha drammaticamente tagliato i fondi alle stesse agenzie ambientali - "È come dire che ritirerà la polizia dalle strade. L'aumento della deforestazione sarà immediato. Ho paura che si scateni una corsa all’oro, a chi arriva prima. Sanno tutti che chi occupa la terra illegalmente, potrà contare su autorità compiacenti. Saranno sicuri che nessuno li disturberà".

Le politiche ambientali di Bolsonaro sono legate all'atteggiamento razzista nei confronti delle minoranze e delle popolazioni indigene del Brasile. In un discorso dell'anno scorso, ha dichiarato che: “le minoranze devono piegarsi alla maggioranza ... Le minoranze [devono] adattarsi o semplicemente svanire." Questo significa cancellare tutte le norme volte a proteggere il modo di vita degli indigeni. Il suo mantra è semplice: i diritti indigeni alla terra fanno parte di un complotto occidentale per creare stati separatisti amazzonici sostenuti dalle Nazioni Unite: "Presto o tardi, avremo decine di paesi all'interno [del Brasile]. Non avremo alcuna interferenza in questi paesi, il primo mondo sfrutterà gli indigeni e nulla ci resterà per noi ", ha dichiarato lo scorso anno.

E difatti, Bolsonaro ha promesso di aprire terre indigene allo sfruttamento minerario e ad altre attività economiche. Circa il 13% del territorio brasiliano è riconosciuto come terra indigena, la maggior parte in Amazzonia. Queste riserve sono una barriera importante per proteggere la foresta, solo il 2% della deforestazione della foresta pluviale si è verificata all'interno del territorio indigeno.

La legge brasiliana protegge i diritti degli indigeni. L'articolo 231 della Costituzione del 1988 stabilisce che le popolazioni indigene hanno "diritti originari sulle terre che hanno tradizionalmente occupato", sebbene la terra appartenga allo stato e non abbiano diritti di proprietà sui minerali.

Nel caso si verificassero opposizioni a questi piani, Bolsonaro potrebbe rispondere con l’abluzione della democrazia: il suo candidato vice-presidente, generale Antônio Mourão, ha proposto una nuova costituzione senza partecipazione popolare e ha adombrato l'ipotesi che Bolsonaro potesse proclamare un auto - colpo di stato.
Sia Bolsonaro che Mourão hanno difeso gli le violenze e le torture praticate della dittatura militare del Brasile, che ha e ucciso (intenzionalmente o attraverso la diffusione di malattie) migliaia di indigeni amazzonici, per fare spazio a strade e dighe idroelettriche nel cuore della foresta. Le forze armate non hanno mai riconosciuto nessuno dei crimini compiuti.

"Se vince, istituzionalizzerà il genocidio", dice Dinamam Tuxá, coordinatore nazionale dell'Associazione dei Popoli Indigeni del Brasile. "Ha già detto che il governo federale non sosterrà più i diritti degli indigeni, come l'accesso alla terra. Siamo molto spaventati. Ho paura per la mia stessa vita. Come leader nazionale, sono sicuro che sarò punito dal governo federale per la difesa dei diritti delle popolazioni indigene ".

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Fonte: Salva le Foreste


Autore: redazione Salva le Foreste

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Articolo tratto interamente da Salva le Foreste



Proverbio del giorno


La natura della pioggia è sempre la stessa, eppure fa nascere spine nel pantano e fiori in un giardino.

Proverbio arabo


Foglie morte di Giovanni Pascoli


Foglie morte

Oh! che già il vento volta
e porta via le piogge!
Dentro la quercia folta
ruma le foglie roggie
che si staccano, e fru . . .
partono; un branco ad ogni
soffio che l'avviluppi.
Par che la quercia sogni
ora, gemendo, i gruppi
del novembre che fu.
Volano come uccelli,
morte nel bel sereno:
picchiano nei ramelli
del roseo pesco, pieno
de' suoi cuccoli già.

E il roseo pesco oscilla
pieno di morte foglie:
quale s'appende e prilla,
quale da lui si toglie
con un sibilo, e va.

Ma quelle foglie morte
che il vento, come roccia,
spazza, non già di morte
parlano ai fiori in boccia,
ma sussurrano: - Orsù!

Dentro ogni cocco all'uscio
vedo dei gialli ugnoli:
tu che costì nel guscio
di più covar ti duoli,
che ti pèriti più?

Fuori le aluccie pure,
tu che costì sei vivo!
Il vento ruglia . . . eppure
esso non è cattivo.
Ruglia, brontola: ma...

contende a noi! Chè tutto
vuol che sia mondo l'orto
pei nuovi fiori, e il brutto,
il secco, il vecchio, il morto,
vuol che netti di qua.

Noi c'indugiammo dove
nascemmo, un po', ma era
per ricoprir le nuove
gemme di primavera...
Così dicono, e fru . . .

partono, ad un rabbuffo
più stridulo e più forte.
E tra un voletto e un tuffo
vanno le foglie morte,
e non tornano più.

Giovanni Pascoli


sabato 27 ottobre 2018

Quando si ride...



"Quando si ride ci si lascia andare, si è nudi, ci si scopre. Quando uno ride, vedi un po’ la sua anima. E poi quando si ride ci si muove, ci si scuote, come un albero, e si lascia per terra le cose che gli altri possono vedere e magari cogliere. Gli avari e coloro che non hanno niente da offrire, infatti, non ridono."

Roberto Benigni


Il degrado del quartiere San Lorenzo a Roma


Articolo da DinamoPress

Tra i pieni e i vuoti della città, il degrado nasce dove c’è un’assenza. Non succede casualmente, e non succede da ieri. A San Lorenzo le continue, ripetute e intenzionali assenze hanno pesato negli anni sulla trasformazione del tessuto produttivo e sociale del quartiere popolare di semiperiferia. Da area a vocazione artigianale San Lorenzo si è specializzato in un «terziario commerciale», diventando un parco-giochi per la speculazione più becera. Quella che spreme, svuota, e crea degrado. Se a San Lorenzo qualcosa ancora resiste alla desertificazione è merito di chi si ostina ad abitare e significare i suoi spazi, con enorme fatica, a costo di occuparli.

«San Lorenzo è ora a un bivio. Di qua c’è l’accelerazione di derive spontanee che, mutando la fisionomia del quartiere, generando un diffuso senso di scollamento emotivo in chi vi abita da più tempo e non riesce più ad adeguarsi alla velocità con cui i flussi (di nuovi abitanti, di studenti, di traffico, di frequentatori serali, di aperture di nuove attività commerciali e chiusure di vecchie botteghe artigianali) atterrano sul quartiere proponendo di plasmarlo sino a farne un parco a tema. É ora necessario progettare un futuro». Questo l’incipit di uno studio di Risorse per Roma, preliminare all’avvio del Progetto Urbano San Lorenzo: dopo decenni di trasformazioni incontrollate già allora, questo strumento avrebbe dovuto determinare assetti e funzioni delle aree del quartiere, per collocare servizi pubblici, verde, luoghi per il tempo libero e per la cultura, in armonia con la realizzazione di nuove residenza. Una sorta di piano generale per il futuro del quartiere, per «progettare un equilibrio sociale più soddisfacente dell’attuale», elaborato all’interno di un assetto urbanistico di iniziativa pubblica, promosso dall’Amministrazione comunale con la partecipazione dei cittadini. Era il 2009. A fine 2014, dopo anni di stop e riprese, riunioni, tavoli tematici, incontri, dibattiti, carte e mappe, si è conclusa la fase di consultazione tra amministrazione e cittadini. Poi, il nulla.

San Lorenzo, con i suoi confini ben definiti, sarebbe potuto essere un modello di pianificazione condivisa. É diventato l’emblema del disastro prodotto dall’assenza di una guida politica della trasformazione economica all’insegna della speculazione selvaggia, che ha eroso gli equilibri tra le necessità di tutti e le funzioni del quartiere.

Sono prevalse le solite ricette: il food e il turismo, i locali, gli affitti brevi e le case locate in nero agli studenti, la rendita immobiliare, i mini-appartamenti e gli studentati di lusso. Via le attività di vicinato, gli artigiani, le officine e i laboratori, le librerie, e anche i residenti, abbastanza stufi. Il costruito si è svuotato, mentre i vuoti fisici sono stati riempiti senza alcun criterio.

A San Lorenzo si è costruito ovunque. A pochi passi da via dei Lucani sta terminando la costruzione di una palazzina di appartamenti, “Residenze Green Life”. Le case affacciano sulla pompa di benzina IP e sull’Ex Dogana. L’ex scalo merci della città, oggi proprietà di Cassa Depositi e Prestiti, è diventata una discoteca a cielo aperto in attesa del progetto dello Student Hotel, catena olandese di studentati di lusso. Grazie ai permessi provvisori rilasciati dal Dipartimento Cultura e il parare favorevole del Municipio sulla proroga dell’orario, qui la musica tiene svegli gli abitanti fino alle 7 del mattino, da tre anni. «Non ci sono problemi con il quartiere» dicono i gestori. «Io sto vendendo la casa» dice Cristiano, che dal primo piano affaccia sull’ex dogana.

Se nessuno più ci vuole abitare, non sarà un problema il fatto che da anni nel quartiere gli spazi verdi, le biblioteche, i centri culturali sono a perennemente a rischio chiusura quando non assenti. L’anno scorso i bambini di San Lorenzo non sapevano dove giocare: i giochi a Villa Mercede sono rotti, quelli al Parco dei Caduti erano stati rimossi perché vecchi. Ci sono voluti otto mesi per rimetterli. Il già minuscolo Parco dei Galli è stato tagliato a metà da un recinto che difende un ristorante, dopo un contenzioso legale tra chi – da anni – curava quello spazio abbandonato e il proprietario del ristorante. Un contenzioso in cui ha brillato, di nuovo, l’assenza dell’amministrazione. Il palazzinaro locale ha chiuso con dei cancelli due strade pubbliche, via dei Piceni e via dei Galli, rendendo inaccessibile un’altra area di verde pubblico, la particella 26. Ma questo, a San Lorenzo, è normale.

L’unico campo sportivo del quartiere è il Campo Benedetto XV, gestito dalla Fondazione dei Cavalieri di Colombo. Qui giocano adulti e bambini dell’Atletico San Lorenzo, una polisportiva di sport popolare totalmente autofinanziata dai soci, dal quartiere e dai suoi sostenitori. Fino a poco tempo fa una targa all’ingresso dello spazio recitava il motto «Tutti sono benvenuti, tutto è gratuito». La targa è sparita, il campo è diventato a pagamento, e la Fondazione dei Cavalieri di Colombo intende frazionarlo in campi da calcetto per massimizzare i profitti.

Nella lunga lista di assenze, c’è il caso clamoroso del Cinema Palazzo in Piazza dei Sanniti. Un ex teatro di inizio Novecento, preso in affitto da una società collegata ad Anemone e Balducci per farci un casinò. Non aveva neanche i permessi, ma il casinò stava per aprire. Il quartiere lo ha occupato. Il Comune di Roma avrebbe approvato un regolamento sul gioco d’azzardo 6 anni dopo, quando ormai casinò, sale slot e compro oro avevano già invaso mezza città. Intanto, dal giorno della sua occupazione, non un singolo episodio di spaccio o di violenza si è verificato davanti al Cinema Palazzo.


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Fonte: DinamoPress


Autore: 
Sarah Gainsforth

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Articolo tratto interamente da DinamoPress


Stanotte torna l'ora solare






Stanotte si lascerà l’ora legale per tornare all'ora solare. Le lancette si dovranno spostare dalle 3 alle 2 e con il risultato che si dormirà un'ora in più.

Vi ricordo che questi cambiamenti d'orari non sono indolori, questo cambio d'orario si ripercuote a livello di salute, portando in dote: stress, stanchezza, spossatezza, inappetenza, problemi d'umore e difficoltà di concentrazione.

L'ora legale tornerà nell'ultima domenica di marzo.


Terremoto in Grecia: piccolo maremoto sulle coste italiane



Articolo da Blog INGVterremoti

Un terremoto di magnitudo Mw 6.8 si è verificato alle ore 00.54 italiane del 26 ottobre 2018, a largo della Costa Occidentale del Peloponneso ad una profondità di 10 km.

A seguito dell’analisi dei parametri sismici, dopo 8 minuti, il Centro Allerta Tsunami dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha comunicato al Dipartimento della Protezione Civile un’allerta tsunami di livello arancione (advisoryper le regioni Puglia e Calabria , che corrisponde ad un’onda attesa inferiore a un metro in terraferma e inferiore a mezzo metro al largo. L’allerta è stata inviata anche alle istituzioni di riferimento nei paesi del Mediterraneo. Per le coste greche più vicine all’epicentro è stata emessa un’allerta rossa (watch).

L’allerta arancione è stata subito diramata dal Dipartimento della Protezione Civile, che coordina il Sistema d’Allertamento nazionale per i Maremoti generati da sisma (SiAM), perché il terremoto di magnitudo 6.8 è avvenuto a una distanza maggiore di 100 km dalle coste italiane. Ciò significa che ci si attendeva un fenomeno relativamente piccolo, ma potenzialmente pericoloso per chi si fosse trovato nei porti o sulle spiagge.

L’allerta è stata confermata dopo l’arrivo dell’onda al mareografo di Kyparissia (Peloponneso) dopo 26 minuti. Le onde di tsunami sono state in seguito osservate, 56 minuti dopo il terremoto, al mareografo di Le Castella, in provincia di Crotone, raggiungendo l’ampiezza di circa 6 centimetri rispetto al livello medio del mare e di 9 centimetri al mareografo di Crotone nei minuti successivi.

Sebbene queste altezze possano far pensare a un evento poco significativo, bisogna specificare che le onde possono essere comunque rischiose per le persone, perché arrivano sulle coste a una velocità elevata, generando forti correnti. Inoltre, si possono generare localmente effetti di amplificazione ancora più pericolosi. Diversi testimoni, come riportato dalle agenzie di stampa, hanno osservato un aumento del livello del mare di circa mezzo metro in alcune località del Salento, nel litorale tra Capo di Leuca e Otranto.

Continua la lettura su Blog INGVterremoti



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Articolo tratto interamente da 
Blog INGVterremoti



venerdì 26 ottobre 2018

Il Parlamento Europeo approva una risoluzione contro le organizzazioni neofasciste e neonaziste


Il Parlamento Europeo chiede la messa al bando dei gruppi neofascisti e neonazisti.

Link diretto: https://left.it/2018/10/25/bruxelles-mette-al-bando-le-organizzazioni-neofasciste-forenza-gue-ngl-una-vittoria-storica/

 


Solo in Abruzzo

Alone in Abruzzo from Ricordi Ripresi on Vimeo.


Photo e video credit Ricordi Ripresi caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons 




Un viaggio attraverso la Spagna

Skyscapes of Spain from Roman Rhode on Vimeo.

Photo e video credit Roman Rhode caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons


Pollice su e giù della settimana


Marte: nelle acque salate del sottosuolo c'è abbastanza ossigeno per la vita tratto da Focus





Desirée Mariottini è morta dopo un’agonia di 12 ore tratto da Giornalettismo








giovedì 25 ottobre 2018

Vignetta del giorno




Photo credit Mauro Biani caricato su http://maurobiani.it/ - licenza: Creative Commons


Una particolare forma di strabismo avrebbe aiutato Leonardo da Vinci nella sua arte



Articolo da Wikinotizie, le notizie a contenuto aperto

Londra, martedì 23 ottobre 2018

La figura di Leonardo da Vinci viene studiata continuamente da scienziati di ogni tipo, in quanto immagine di un uomo di ingegno e talento in moltissime discipline: dalla medicina all’architettura, passando per l’ingegneria e la scultura, era capace di eccellere in ciascuna di esse.

Un piccolo segreto, però, potrebbe aver aiutato Leonardo da Vinci a diventare un maestro della profondità: secondo uno studio pubblicato sulla rivista Jama Ophthalmology dal neuroscienziato Christopher W. Tyler della City University di Londra, Leonardo da Vinci sarebbe stato affetto da exotropia intermittente, ovvero una particolare forma di strabismo, che avrebbe facilitato la “conversione” tra figure 3D a figure 2D da rappresentare.


Lo strabismo di Leonardo 

Nel caso di Leonardo si sarebbe trattato di uno strabismo intermittente (presente solo in alcuni momenti della giornata). L'occhio affetto dallo strabismo porta al cervello un'immagine diversa rispetto a quella percepita dall'occhio in salute, di conseguenza il cervello tende a sopprimere le informazioni dell'occhio strabico. Nell'exotropia l’allineamento divergente degli occhi si manifesta tipicamente con uno spostamento verso l’esterno della posizione delle pupille all’interno dell’apertura della palpebra, permettendo a chi ne è affetto di mettere a fuoco in maniera diversa. Secondo lo studio effettuato da Christopher W. Tyler, la deviazione di Leonardo avrebbe interessato l’occhio sinistro, con un angolo di -10.3°.

In cosa consiste lo studio? 

Lo studio effettuato, ha preso in esame 6 opere di cui 2 sculture, 2 olii su tela e 2 disegni. Esaminando l’allineamento delle pupille in ogni opera e misurando le loro posizioni sarebbe emersa una chiara anomalia, compatibile con la diagnosi dello strabismo, sebbene comunque non grave. Per misurale le distanze degli occhi, sono stati disegnati circoli ed ellissi sulle pupille, le iridi e le aperture delle palpebre, calcolando le eventuali differenze. Le opere analizzate includono: il David in cui la divergenza risulta di -13.2°, -8.6° in Salvator Mundi, -5.9° nell’Uomo Vitruviano e -9.1° nel San Giovanni Battista.La capacità di passare dalla visione binoculare a quella monoculare di Leonardo da Vinci, è probabile abbia reso l’artista più consapevole di quei dettagli che generano tridimensionalità, e gli abbia conferito quel tocco che lo ha distinto da molti altri. Il disturbo tuttavia, sembra non si verificasse quando Leonardo era concentrato, quando fissava qualcosa infatti la sua visione era normale[1].

Altri artisti con disturbi oculari 

Leonardo da Vinci tuttavia, non sarebbe stato l’unico artista a soffrire di qualche tipo di problema agli occhi. Occorre precisare comunque, che diagnosticare con certezza delle patologie oculari basandosi soltanto sui lavori degli artisti, risulta abbastanza complicato per via del fatto che essi possono realizzare le opere nella maniera che più preferiscono, dunque certi elementi possono essere stati inseriti volutamente e non essere manifestazioni di alcun problema di salute.

Un ulteriore esempio di artista affetto da un disturbo oculare, è il pittore impressionista francese Claude Monet. A Monet fu diagnosticata una cataratta bilaterale che comporta sul lungo termine, un ingiallimento e oscuramento dei colori percepiti. Claude Monet riuscì, sebbene con grande difficoltà nonostante la malattia, a reinterpretare i soggetti delle sue opere dando loro una nuova vita, caratteristica che rende le sue opere, sempre capaci di suscitare emozioni diverse.

Insomma, quello che apparentemente può sembrare un difetto per un artista, per Leonardo da Vinci (ma non solo) sembra essersi rivelato quasi un colpo di fortuna.


Fonte: Wikinotizie, le notizie a contenuto aperto 

Autori: vari

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Articolo tratto interamente da Wikinotizie, le notizie a contenuto aperto 


mercoledì 24 ottobre 2018

La carovana dei migranti centroamericani in viaggio verso gli Stati Uniti


Articolo da Altrenotizie

La cosiddetta “carovana dei migranti”, che da una decina di giorni si sta dirigendo dall’Honduras agli Stati Uniti, ha assunto proporzioni insolitamente consistenti nonostante le minacce dell’amministrazione Trump. La vicenda si è inserita così nel dibattito elettorale americano in corso e ha mostrato ancora una volta alla comunità internazionale le drammatiche condizioni di vita di milioni di persone nei paesi centro-americani.

Quella che era partita come una marcia spontanea di nemmeno 200 migranti nella città di San Pedro Sula, in Honduras, ha raccolto più di 1.600 persone al raggiungimento del confine con il Guatemala. Il numero di coloro che intendono lasciare il proprio paese per sfuggire povertà, violenze e corruzione è poi salito fino a 5 mila e poi ancora ha superato i 7 mila dopo il complicato passaggio, avvenuto sabato scorso, dal Guatemala al Messico.

Proprio la forza e la solidarietà raccolta da questa massa in movimento hanno permesso di superare i blocchi delle autorità di frontiera guatemalteche e il tentativo di ostacolarne l’avanzamento da parte di quelle messicane. Una volta raggiunta la località di Tapachula, nello stato del Chiapas, i membri della carovana hanno trascorso qualche giorno di riposo per poi rimettersi in marcia per raggiungere un confine americano che, nel tragitto più breve, dista ancora quasi duemila chilometri.

Il loro passaggio ha quasi sempre trovato il sostegno della gente comune, dimostrato con offerte di cibo, sistemazioni provvisorie e assistenza sanitaria.
Molti dei migranti, una volta giunti in Messico, temendo possibili deportazioni hanno respinto le offerte delle autorità locali di essere trasportati in appositi centri per presentare domanda di asilo. Le procedure messicane sono d’altra parte laboriose e fanno registrare una bassissima percentuale di accoglimento delle domande.


Il fatto che le forze di polizia del Messico abbiano finora evitato di usare la forza per fermare la carovana, malgrado le richieste provenienti dagli Stati Uniti e la retorica xenofoba promossa da ampie sezioni delle classi dirigenti di molti paesi, testimonia della popolarità della causa dei migranti non solo nel paese centro-americano ma anche a livello internazionale. Del resto in Messico il tema dei migranti - per ovvie ragioni - solleva istintivamente un sentimento di solidarietà diffusa e Pena Nieto, inoltre, non può operare con le mani libere considerando l’ormai prossimo passaggio dei poteri a Lopez Obrador.

Ad animare la carovana sono in larga misura cittadini honduregni, tra cui in buona parte donne, bambini e minori, anche se lungo il percorso si sono aggiunti molti migranti da El Salvador e Guatemala. Il fenomeno delle “carovane” è tutt’altro che insolito in America Latina, ma, a differenza del carattere spontaneo di quella attualmente sotto i riflettori, in precedenza esse erano state quasi sempre organizzate da gruppi a difesa dei diritti dei migranti per portare l’attenzione sulla situazione disperata dei loro paesi di provenienza.

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Fonte: Altrenotizie

Autore: 
Mario Lombardo
Licenza: Creative Commons (non specificata la versione


Articolo tratto interamente da Altrenotizie.org