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Il
25 giugno 2013 il Kyodo News ha riportato che la Tokyo Electric Power
Co. ha misurato un aumento del livello di trizio radioattivo nell’acqua
di mare all’interno del porto, presso l’impianto della centrale nucleare
di Fukushima Daiichi.
In un campione prelevato il 21 giugno sono stati trovati 1100
becquerel di trizio per litro, il più alto livello mai riscontrato in
acqua di mare dalla crisi nucleare del marzo 2011 all’impianto.
Un portavoce dell’Autorità per la Regolamentazione del Nucleare ha
affermato che l’acqua di falda contenente sostanze radioattive “potrebbe
infiltrarsi nel porto dal sito dell’impianto e c’è necessità di
studiare attentamente la questione, dato che la quantità di dati
raccolti è limitata”.
Per approfondire il significato di tutto questo e dare una
spiegazione più dettagliata, Pressenza si è rivolta all’attivista
anti-nucleare canadese Dr. Gordon Edwards (
nella foto):
Un becquerel è l’unità di misura internazionale per la radioattività.
Un becquerel corrisponde a una disintegrazione radioattiva al secondo:
ecco 60 disintegrazioni al minuto, o 3.600 disintegrazioni all’ora, o
86.400 disintegrazioni al giorno.
In un campione di acqua di mare vicino a Fukushima sono stati
misurati 1.100 becquerel di trizio per litro. Questo significa che in
ogni litro di acqua ci sono 95 milioni di atomi di trizio che ogni
giorno si disintegrano.
Il trizio è idrogeno radioattivo. Ha un tempo di dimezzamento di 12,3
anni, il che significa che solo metà degli atomi di trizio in un
qualsiasi campione si disintegrerà in 12,3 anni. Quindi se un litro di
acqua di mare contenente 1.100 becquerel di trizio fosse sigillato e
conservato, la sua radioattività si dimezzerebbe in 12,3 anni da oggi. A
quella data, all’interno di quel litro d’acqua ogni singolo giorno
avrebbero ancora luogo 47,5 milioni di disintegrazioni – la metà di
prima.
Per qualunque materiale radioattivo, al trascorrere di dieci emivite
(tempo di dimezzamento, N.d. T.) la quantità di radioattività si riduce
di un fattore mille. Quindi dopo 123 anni (che è dieci volte l’emivita
del trizio) il nostro litro sigillato di acqua di mare starebbe ancora
vivendo 95.000 disintegrazioni di atomi di trizio su base giornaliera.
Come si può vedere, il trizio è un materiale radioattivo
relativamente longevo. Una volta diffuso nell’ambiente, rimarrà lì e
sarà potenzialmente pericoloso per almeno un paio di secoli.
Poiché il trizio è chimicamente identico al normale idrogeno, forma
gli stessi composti chimici di questo: molecole d’acqua, carboidrati,
proteine, molecole di DNA, zuccheri, acidi… gli atomi di trizio
semplicemente rimpiazzano alcuni degli atomi di idrogeno non-radioattivi
che sono normalmente presenti in questi elementi, rendendoli così
radioattivi.
Il trizio ha facile accesso a tutte le cose viventi e una volta
inalato, ingerito o assorbito attraverso la pelle si posiziona in tutte
le parti del corpo. Come tutti i materiali radioattivi è cancerogeno (in
grado di causare tumori che si svilupperanno alcuni anni dopo
l’esposizione), mutageno (crea danni genetici che possono passare a
figli e nipoti) e teratogeno (in grado di causare malformazioni
congenite nei feti non ancora nati).
Il trizio è un beta-emettitore “puro”. Questo significa che quando un
atomo di trizio si disintegra, emana una singola particella beta ma
nessuna radiazione gamma, il che rende molto difficile rilevare il
trizio senza uno speciale dispositivo. Una particella beta è un
elettrone ad alta velocità, una specie di proiettile subatomico che è
molto dannoso per le vicine cellule viventi, ma non ha la grande potenza
di penetrazione dei raggi gamma.
Una particella beta può penetrare in un tessuto vivente solo per
pochi millimetri. La particella beta emessa dal trizio è particolarmente
debole: può a malapena superare lo spessore di una singola cellula, ma
anche così fa un sacco di danni. Una particella beta solitaria che
penetra attraverso un tessuto vivente può incidentalmente rompere
centinaia di legami molecolari, danneggiando o uccidendo la cellula nel
processo. Talvolta una di queste cellule danneggiate si può riprodurre,
con istruzioni genetiche danneggiate ed eventualmente svilupparsi in un
tumore o in altre entità anomale.
Il trizio è solo uno delle centinaia di materiali radioattivi creati
nella zona del nucleo di un reattore nucleare durante il normale
funzionamento. Nel corso di una fusione incontrollata del reattore viene
rilasciata una quantità inimmaginabile di tali materiali.
Traduzione dall’inglese di Matilde Mirabella
Fonte: Pressenza
Autore: Tony Henderson - tradotto da Matilde Mirabella
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Articolo tratto interamente da Pressenza