domenica 31 gennaio 2021

La sfida musicale: scegli la tua canzone preferita



V'invito a scegliere la vostra canzone preferita tra le cinque del sondaggio, inoltre voglio ricordare a tutti, che si può esprimere una sola preferenza e attendo anche i vostri commenti.

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Un giorno d'inverno di Giovanni Prati



Un giorno d'inverno

Sempre sul farsi della tacit'ora
Crepuscolar m'invade una tranquilla
Malinconia, che dolcemente irrora
Questi occhi del dolor che da lei stilla.

Guardo il foco morente, e m'innamora
Tenervi intenta e risa la pupilla,
lnsin che appena qualche brace ancora
Tra la commossa cenere scintilla.

Il crepitar di quella ultima vita,
L'ombra addensata e la cadente neve
Di piu cupa tristezza il cor mi serra.

E prorompoll dall'anima atterrita:
Mio Dio, che sogno è questo viver breve!
Mio Dio, che solitudine è la terra!

Giovanni Prati


Citazione del giorno


"Ho la paura della perdita della  democrazia, perché io so cos’è la non democrazia. La democrazia si  perde pian piano, nell’indifferenza generale, perché fa comodo non  schierarsi, e c’è chi grida più forte e tutti dicono: ci pensa lui."

Liliana Segre


Salviamo le api!




Articolo da Égalité Onlus

 Savethebees – ‘Salviamo le api! Protezione della biodiversità e miglioramento degli habitat degli insetti in Europa’ è l’iniziativa dei cittadini europei che deve raccogliere 1 milione di firme in almeno 7 Paesi europei. Un’iniziativa legislativa popolare, a livello UE, per salvare gli insetti impollinatori dall’estinzione (1,2). E così la vita, la salute dell’ecosistema e di noi tutti.

È urgente raccogliere 40 mila firme, anche in Italia, entro il 30.6.21. Servono più firme, finora ne sono state raccolte 470 mila ma solo 5 Paesi (Germania, Francia, Belgio, Austria, Romania) hanno superato la soglia minima richiesta, altri due (Danimarca e Lettonia) la stanno raggiungendo. In Italia siamo ancora al 26,6% delle firme indispensabili, su 54.750 ne mancano ancora circa 40 mila. (3) Avviamo un ciclo di incontri, a partire dal 15.1.21, sul canale YouTube e la pagina Facebook di Égalité.

Salviamo le api’, l’iniziativa dei cittadini europei

Salviamo le api è l’iniziativa dei cittadini europei promossa da una rete di oltre 140 enti no profit per la tutela dell’ambiente e la salute, oltre a organizzazioni di agricoltori e apicoltori, sindacati, e istituzioni scientifiche distribuite in tutta l’Unione europea. Tutti impegnati a lavorare assieme per conciliare agricoltura, salute e biodiversità.

Gli insetti impollinatori – di cui si conoscono più di 20mila specie – sono indispensabili a garantire la produzione e la qualità dell’agricoltura, oltreché la biodiversità. Basti pensare che quasi l’80% delle colture in Europa dipende proprio dall’impollinazione degli insetti (a prescindere dall’allevamento delle api mellifere, anche per il loro valore economico diretto).

Salute di api e impollinatori in Europa

La Corte dei Conti europea ha già censurato l’inidoneità delle misure previste nella PAC (Politica Agricola Comune) 2014-2020 per la tutela della biodiversità. (4) Tale situazione è tra l’altro destinata a peggiorare a causa della (non-)riforma della PAC 2021-2027 (5,6). Ed è perciò indispensabile, secondo la European Court of Auditors, introdurre ‘una governance e meccanismi di monitoraggio delle minacce individuate’.

I pesticidi e gli agrotossici usati in agricoltura – i neonicotinoidi in particolare, ma anche il glifosate (8) – sono la prima causa di estinzione degli impollinatori, riconosciuta anche dalla European Food Safety Authority. Lo stato della natura in UE, nell’omonimo rapporto della Commissione europea (2020), risulta precario e in peggioramento per diverse cause da attribuirsi a pratiche agricole insostenibili nel loro complesso. (9)

Salute di api e impollinatori in Italia

Il rapporto ISPRA sul declino degli impollinatori ribadisce come la moria di api e impollinatori sia causata non soltanto dall’uso di insetticidi (e neonicotinoidi in particolare) ma anche dalle pratiche agricole in essere. (10,11,12). Il catastrofico declino delle popolazioni di insetti impollinatori dipende quindi dalla sinergia di vari fattori, non ultimo i cambiamenti climatici (che ISPRA attribuisce all’agricoltura intensiva in misura del 31%).

L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Lombardia ed Emilia Romagna, a esito di indagini sulla moria di api  a cavallo tra le provincie di Brescia e Cremona, ad agosto 2020, ha rilevato ‘la presenza in quantitativi significativi nelle api morte […] dei principi attivi di un fitosanitario specifico utilizzato sul mais‘. A questi riscontri si aggiunge l’ampia letteratura dell’Università Alma Mater di Bologna, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari, ove si evidenzia come il ruolo primario dei pesticidi provochi ‘effetti letali, subletali, cronici e sinergici verso le api, comprovati da una valanga di pubblicazioni scientifiche con indici di IF (Impact Factor) a livello planetario’.


Continua la lettura su Égalité Onlus


Fonte: 
Égalité Onlus


Autore: Dario Dongo



Articolo tratto interamente da 
Égalité Onlus


Norvegia

Aerials in Norway from Antonio Morenilla on Vimeo.

Photo e video credit Antonio Morenilla caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons


Nuova Zelanda

Mainland New Zealand from Stephen Patience Photography on Vimeo.

Photo e video credit Stephen Patience Photography caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons


giovedì 28 gennaio 2021

Finché l’uomo...




"Finché l’uomo sfrutterà l’uomo, finché l’umanità sarà divisa in padroni e in servi, non ci sarà né normalità né pace. La ragione di tutto il male del nostro tempo è qui. Vedete questi? Uomini severi, in doppiopetto, eleganti, che salgono e scendono dagli aeroplani, che corrono in potenti automobili, che siedono a scrivanie grandissime come troni, che si riuniscono in emicicli solenni, in sedi splendide e severe: questi uomini dai volti di cani o di santi, di jene o di aquile, questi sono i padroni. E vedete questi? Uomini umili, vestiti di stracci o di abiti fatti in serie, miseri, che vanno e vengono per strade rigurgitanti e squallide, che passono ore e ore a un lavoro senza speranza, che si riuniscono umilmente in stadi o in osterie, in casupole miserabili o in tragici grattacieli: questi uomini dai volti uguali a quelli dei morti, senza connotati e senza luce se non quella della vita, questi sono i servi. È da questa divisione che nasce la tragedia e la morte."


Pier Paolo Pasolini


Virus e profitti




Articolo da Transform! Italia

All’inizio dell’avverarsi di questa distopia in cui siamo precipitati abbiamo conosciuto e subito le carenze del sistema sanitario nell’affrontare l’espandersi della pandemia Covid-19 del virus Sars-Cov-2, l’esplosione pandemica è stata innescata dal potere politico, in  primo luogo quello regionale della Lombardia, che si rifiutò di chiudere il pronto soccorso dell’ospedale di Alzano Lombardo e di dichiarare zona rossa il comprensorio della Val Seriana, sotto pressione della Confindustria. In queste settimane siamo precipitati dalle promesse salvifiche nelle delusioni cocenti della soluzione offerta dai vaccini e non si tratta della loro efficacia nel garantire l’immunità dal virus, ma della loro disponibilità garantita o meno dall’industria farmaceutica o meglio dal gruppo di testa delle 10 società – conosciute collettivamente come Big Pharma – che controllano il mercato mondiale dei farmaci.

I  due corni del problema hanno una comune origine nel rapporto tra pubblico e privato, nella riduzione progressiva dell’intervento pubblico nella sanità e nel monopolio di Big Pharma nella produzione dei farmaci, sostenuta peraltro da consistenti finanziamenti pubblici.

La produzione dei vaccini contro il Sars-Cov-2 costituisce indubbiamente un evento straordinario per i tempi con cui sono stati realizzati, sia pure con importanti differenze nei loro percorsi tra quelli già pronti e testati e quelli ancora in fase di test, gravati da problemi di efficacia. Le risorse utilizzate in termini finanziari, tecnologici e produttivi costituiscono probabilmente un caso unico nella storia dell’industria farmaceutica, laddove le risorse finanziarie sono state abbondamene anticipate dagli stati1 e costituiscono un lauto anticipo sui giganteschi profitti che le stesse società stanno realizzando e realizzeranno  nei prossimi mesi; dalle cronache emerge una sorta di messa all’asta sul mercato mondiale.

Se il monopolio privato della produzione di farmaci alimenta con le sue pratiche le diseguaglianze sociali a livello globale e nei singoli paesi, la distribuzione ineguale dei vaccini per il Covd-19, per l’impatto sanitario e sociale di questa pandemia, sta producendo un inedito salto di qualità. Nel mese di novembre 2020 Medici senza frontiere invita tutti i paesi a sostenere la richiesta di India e Sud Africa2.

Nell’articolo si legge “La sospensione della proprietà intellettuale consentirebbe a tutti i paesi di non concedere o depositare brevetti e altre misure di proprietà intellettuale su farmaci, test diagnostici e vaccini utili per la risposta al Covid-19 per tutta la durata della pandemia, fino al raggiungimento dell’immunità di gregge a livello globale. Un’iniziativa simile alle posizioni assunte dai Governi del Sud del mondo oltre 20 anni fa che hanno determinato l’introduzione e l’utilizzo dei farmaci generici per l’HIV/AIDS a prezzi accessibili, salvando così milioni di vite. (…)Inoltre, diversi farmaci nuovi e riutilizzati e anticorpi monoclonali in fase di promettente sperimentazione per il trattamento del Covid-19, sono già brevettati in molti paesi come Brasile, Sud Africa, India, Indonesia, Cina e Malesia. (…)  In totale, 99 paesi hanno accolto e mostrato supporto, tuttavia la proposta di sospensione dei brevetti non è stata accolta favorevolmente da molti paesi ricchi, tra cui USA, Regno Unito, Giappone, Canada, Brasile, Australia, Norvegia, Svizzera e UE

Gli schieramenti sulla proposta dicono molto sul potere di Big Pharma e sugli schieramenti e gli interessi che si confrontano e si intrecciano nell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC-acronimo inglese WTO)3, ma a che punto siamo con questa richiesta?

“Constatando di non poter raggiungere l’unanimità sulla proposta entro la fine dell’anno, il 10 dicembre 2020 il Consiglio TRIPS ha deciso di continuare le discussioni nel 2021, presentando una relazione orale sullo stato dell’arte durante la riunione del 16-17 dicembre 2020. La decisione di proseguire le discussioni è stata quindi ratificata in data 18 dicembre 2020, ed una nuova riunione formale del Consiglio TRIPS è stata fissata per il 10-11 marzo 2021.”4. Il succo della proposta può essere riassunto in quanto segue “Per affrontare questi problemi, proponiamo un complemento all’attuale regime: l’Health Impact Fund (“il Fondo”) come percorso alternativo attraverso il quale gli innovatori farmaceutici possono scegliere di essere ricompensati. Ogni nuovo farmaco registrato presso il Fondo dovrebbe essere venduto al costo di produzione o di distribuzione, e l’impresa che ha registrato tale farmaco riceverebbe per un periodo di dieci anni un premio annuale in denaro calcolato sulla base dell’impatto che il farmaco stesso ha sulla salute dei pazienti.

(…)Inoltre, Il Fondo si differenzia dall’attuale regime dei brevetti perché il suo sistema di ricompensa non si basa sulla vendita di un farmaco ma sui reali miglioramenti in salute che questo apporta. Sicuramente l’efficacia di un farmaco è un fattore che ne incentiva la vendita, tuttavia è possibile che vengano venduti farmaci relativamente inefficaci o inadatti alle esigenze del paziente. Ciò accade spesso: avendo ricarichi esorbitanti, le aziende cercano di influenzare gli ospedali, gli assicuratori, i medici e i pazienti ad usare il proprio farmaco brevettato e a favorirlo rispetto ad altri.”  Il tema sollevato dalle ultime righe della citazione è quello della trasparenza di tutto il sistema sanitario dalla produzione dei farmaci ai sistemi sanitari, di erogazione delle cure. L’insieme dei sistemi di cura a livello mondiale nelle sue differenziazioni nazionali è plasmato attorno agli interessi di Big Pharma o dei suoi equivalenti, con Cuba come unica eccezione certa.

Rimanendo ancora sulla questione vaccini per Covid-19, il primo a essere proposto è stato lo Sputnik russo, che ha sollevato più di qualche perplessità per i tempi ed i modi della sua approvazione5 ; “Finora lo Sputnik V – chiamato così in onore del primo satellite sovietico inviato nello spazio, con la V aggiunta in segno di vittoria – è stato usato solo da una manciata di paesi emergenti, attirati dal prezzo conveniente – meno di dieci dollari per dose, e ne servono due per risultare protetti dal virus, come per i vaccini occidentali – o spinti dai legami con la Russia.”

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Fonte: 
Transform! Italia


Autore: 
RobertoRosso



Articolo tratto interamente da T
ransform! Italia


La diffusione delle fake news



 Articolo da Tech Economy

Tu credi, immagino, che il nostro compito principale consista nell’inventare parole.

Neanche per idea! Noi le parole le distruggiamo (…) Che bisogno c’è di una parola

che è solo l’opposto di un’altra? Ogni parola già contiene in sé stessa il suo opposto.

Prendiamo ‘buono’, per esempio. Se hai a disposizione una parola come ‘buono’,

che bisogno c’è di avere anche ‘cattivo’? ‘Sbuono’ andrà altrettanto bene,

anzi meglio perché, a differenza dell’altra, costituisce l’opposto esatto di ‘buono’.

Ancora, se desideri un’accezione più forte di ‘buono’,

che senso hanno tutte quelle varianti vaghe e inutili: ‘eccellente’, ‘splendido’ e via dicendo?

‘Plusbuono’ rende perfettamente il senso,

e così ‘arciplusbuono’, se ti serve qualcosa di più intenso

G. Orwell, 1984

 

Secondo James Ball, autore di Post-Truth: How Bullshit Conquered the World (2017), l’uscita del Regno Unito dall’UE e l’elezione di Donald Trump sono due fenomeni generati o, diversamente, molto condizionati dalle fake news. L’affermazione è molto impegnativa e – bisogna ammetterlo per onestà intellettuale – il metodo d’indagine del giornalista britannico, quantunque avvincente, non sempre appare molto rigoroso, anzi, in alcune circostanze cede generosamente a ciò contro cui, giustamente, prende posizione. Per esempio, se noi scriviamo, come fa Ball, “this a problem the US has had plenty of time to grow familiar with: Donald Trump can generate more political nonsense in an hour than most of his rivals can produce in a year” e, subito dopo, aggiungiamo “Trump’s versatility in generating half-truth, untruth, and outright spectacular mendacity borders on genius”, sul piano scientifico abbiamo alcuni doveri: (1) documentare questo processo di ‘familiarizzazione’ (plenty of time to grow familiar with); (2) definire il concetto di “sciocchezza” (political nonsense); (3) stabilire il rapporto linguistico-dialettico tra “un’ora” (an hour) e “un anno” (a year); (4) dare con accuratezza un riferimento per “versatilità” (versatility); (5) delimitare l’area semantica di “mezza verità, falsità e bugia” (half-truth, untruth, and mendacity: in quest’ultimo caso, occorrerebbe addirittura essere più precisi che in precedenza, data la ‘parziale’ sinonimia); (6) e così via fino al riesame della pragmatica linguistica. Ciò non esclude – intendiamoci! – che Trump sia responsabile di quanto gli è stato imputato. Anzi, purtroppo, ne abbiamo certezza.

Tuttavia, qui, il tema è costituito dalle fake news, cioè da quelle notizie false che alterano le scelte della comunità civile, originandosi, talora, da una volontà di manipolazione dell’opinione pubblica, talaltra, dalla crassa ignoranza di chi vede nemici e complotti dappertutto e, purtroppo, gode d’un certo seguito. Se dunque resta fermo il nostro obiettivo, allora ogni dichiarazione ‘generosa’ e ‘morbida’, non suffragata da dati e dimostrazioni, diventa, almeno per principio, elemento tra gli elementi di quel falso dominio che tentiamo di contrastare. Nel primo capitolo di questa ricerca, intitolato Grammatica Sostenibile, abbiamo trattato il valore perlocutorio della frase “tizio è pericoloso”: abbiamo fatto notare che un’asserzione del genere, quale che sia il suo valore di verità, se diffusa con efficacia, in specie sulla rete, può danneggiare irrimediabilmente l’esistenza del malcapitato destinatario. Abbiamo inoltre fatto un esempio a proposito del movimento complottista anti-vaccinale: se da un certo pulpito diciamo “noi rivendichiamo la libertà di cura”, non facciamo altro che mettere in moto dei processi di deduzione che porteranno l’utente medio a intuire che (a) “i vaccini fanno male” e (b) “questa è una dittatura sanitaria”. Noi non diciamo né (a) né (b), ma lasciamo intendere sia l’uno sia l’altro.

Nell’ambito d’una Grammatica digital-sostenibile, pertanto, non possiamo permetterci leggerezze e licenze: perché una linguistica digitale sia utile alla rigenerazione di spazi di sano scambio essa dev’essere proposta con severa scientificità.

Il problema dell’ultimo decennio, nato assieme al web 2.0, è sempre lo stesso ed è sempre attuale: si prende in esame la notizia o, in altri termini, il contenuto di un messaggio, ma si trascurano del tutto il medium di formazione e divulgazione, la lingua e le sue strutture profonde, le sue formule combinatorie, la sua ricorsività et cetera. Di conseguenza, si perde di vista il focus vero e proprio o, al più, si gira attorno a esso. Infatti, quando si consulta un motore di ricerca per capire cosa siano queste ‘maledette’ fake news, ci si imbatte facilmente e rapidamente in un macchiettistico e miserrimo ammasso di consiglieri che, per l’appunto, ci danno “10 consigli per riconoscere le fake news” o qualcosa di simile, ci svelano trucchi e ci rendono sofisti ineguagliabili a colpo d’occhio. È appena il caso di farla finita con certe sciocchezze: le tesi, quali che siano, si dimostrano con l’intransigenza della ricerca scientifica; il cosiddetto fact-checking (verifica dei fatti) cui giungono alcuni giornalisti seri è fondato sullo studio, non su ricerchine incrociate su siti e giornali. Le prime condizioni di conduzione di una notizia falsa sono la vaghezza e l’ambiguità dello stile; ed è evidente che, ogni qual volta in cui si tenta di confutare un testo vago e ambiguo riproponendo vaghezza e ambiguità, non si fa altro che nutrire la bestia: “Condividi solamente le notizie di cui sei sicuro”, “Il fatto che molte persone condividono un post non vuol dire che in esso si dica la verità” et similia sono suggerimenti di cui il web è colmo, ma che somigliano molto a “Muscoli scolpiti in 12 settimane”, “Impara l’inglese in 10 minuti al giorno”, “Copia i migliori trader per guadagnare bene” e tante altre corbellerie interamente basate su formule esortativo-imperative, con le quali cioè si mira a generare un certo effetto emotivo sul destinatario (call to action o mantra della prima ora dell’advertising). Anch’esse fanno parte dell’oscuro mondo delle fake news.

A questo punto, è d’obbligo un passo indietro. La stessa alacrità che ci ha indotti a revocare in dubbio alcune affermazioni, adesso, c’impone di tornare sui fatti. 16 aprile 2020: gli autori di Reality Check, trasmissione in onda sulla BBC, ‘dimostrano’ (questa volta, sì) che, in piena pandemia, Trump, Salvini e Bolsonaro sono stati i più attivi e fecondi tra i divulgatori di fake news. Trump è stato talmente audace da raccontare ai propri seguaci che, in un ospedale di New York, erano state rubate delle mascherine al solo scopo di favorire l’azienda che le produceva e commercializzava. Bolsonaro ha superato i limiti della pietas, affermando che il farmaco antimalarico idrossiclorochina era efficace contro il coronavirus, e Salvini, sempre incalzato da manie di propaganda, ha puntato il dito contro i cinesi annunciando urbi et orbi che il virus è stato creato nel noto laboratorio di Wuhan.

Il problema – così lo abbiamo definito prima perché è inutile prendersi in giro e far finta che non lo sia – è il seguente: il numero di condivisioni o retweet e like è direttamente proporzionale alla notorietà del personaggio e, comunque, quando il segmento linguistico è ‘pruriginoso’, è sempre elevato e non di facile misurazione. Occorre dunque chiedersi quale sia il meccanismo alla base della divulgazione di una falsa notizia. Perché la gente è presa da questa frenesia, a tal punto da farsi veicolo di menzogna? L’ignoranza fa la propria parte, ma non costituisce una spiegazione sufficiente.

Abbiamo già parlato – nel primo capitolo summenzionato – del concetto di presupposizione, termine molto noto agli esperti di pragmatica linguistica: in pratica, tutte le volte in cui comunichiamo qualcosa a qualcuno, nell’ambito d’una normale conversazione, omettiamo intenzionalmente e in buona fede di esplicitare le condizioni di verità dell’enunciato perché ne diamo per scontata la comprensione: la presupposizione, quindi, preesiste al discorso ed è taciuta, ma – si badi bene! – è una condizione di verità da non sottovalutare. Se diciamo “buona la torta della zia!”, presupponiamo che esista una zia, che la zia abbia fatto una torta, che il nostro interlocutore conosca la zia e anche d’averla per lo meno assaggiata. 

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Fonte: Tech Economy

Autore: 
Francesco Mercadante


Licenza: Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 2.5 Italia.


Articolo tratto interamente da Tech Economy


Elevazione di Charles Baudelaire


Elevazione

Al di là degli stagni, delle valli e dei monti,
al di là dei boschi, delle nuvole e dei mari,
al di là del sole, al di là dell'aria,
al di là dei confini delle stellate sfere,

Tu, mio spirito, ti muovi con agilità
e, come buon nuotatore che gode tra le onde,
allegro solchi la profonda immensità
con indocile e maschia voluttà.

Fuggi lontano dai morbosi miasmi,
voli a purificarti nell'aria più alta,
e bevi, come un puro liquido divino,
il fuoco chiaro che colma spazi limpidi.

Le spalle alla noia e ai vasti affanni
che opprimono col loro peso la nebbiosa vita,
felice chi con ali vigorose
si eleva verso campi sereni e luminosi;

Chi lancia i pensieri come allodole
in libero volo verso il cielo del mattino,
- chi si libra sulla vita e comprende senza sforzo
il linguaggio dei fiori e delle cose mute!

Charles Baudelaire



 

Comunicazione di servizio




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Immagine del giorno

Grand Canyon National Park - Powell Point Sunset 1/18/2021 0019

Grand Canyon National Park

Photo credit Grand Canyon National Park caricata su Flickr - licenza foto: Creative Commons 


28 gennaio 1986 - Lo Space Shuttle Challenger esplode nella fase di decollo; tutti e sette gli astronauti muoiono nell'incidente

Challenger explosion

Articolo da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Il disastro dello Space Shuttle Challenger avvenne la mattina del 28 gennaio 1986 alle ore 11:39 EST, quando lo Space Shuttle Challenger fu distrutto dopo 73 secondi di volo (all'inizio della missione STS-51-L, la 25ª missione del programma STS e il 10º volo del Challenger), causando la morte di tutte le 7 persone a bordo (6 astronauti e un'insegnante).

La causa dell'incidente fu un guasto a una guarnizione, un O-ring, nel segmento inferiore del razzo a propellente solido (Solid-fuel Rocket Booster, SRB) destro. La rottura della guarnizione provocò una fuoriuscita di fiamme dall'SRB che causò un cedimento strutturale del serbatoio esterno (External Tank, ET) contenente idrogeno e ossigeno liquidi. Alcune parti dell'orbiter come lo scomparto dell'equipaggio e molti altri frammenti furono recuperati dal fondo dell'oceano.

Il lancio fu trasmesso in diretta TV, anche se molti telespettatori lo seguirono in differita nella giornata. Christa McAuliffe sarebbe dovuta essere la prima insegnante presente in un programma spaziale e gli studenti di tutto il mondo aspettarono la trasmissione televisiva per una sua lezione di scienze trasmessa dallo spazio. I voli nello spazio con equipaggio ripresero solo dopo oltre due anni e mezzo, con il lancio dello Space Shuttle Discovery il 29 settembre 1988 e la sua missione di "Ritorno al volo" STS-26. 

Il lancio del Challenger fu inizialmente stabilito per le 14:43 EST del 22 gennaio. I ritardi nella missione STS-61-C causarono lo spostamento della data del lancio al giorno 23 e successivamente al giorno 24. Il lancio fu programmato successivamente per il giorno 25 a causa delle cattive condizioni meteo nel sito di atterraggio di emergenza transoceanico (Transoceanic Abort Landing, TAL) a Dakar (Senegal). La NASA decise di utilizzare come sito TAL Casablanca, ma non essendo attrezzato per gli atterraggi notturni venne spostato il lancio per la mattina (tempo della Florida) e previsioni di tempo avverso al Kennedy Space Center rimandarono il lancio per le ore 9:37 EST del giorno 27.

Il lancio venne ritardato infine di due ore quando non funzionò un sistema antincendio durante il rifornimento di idrogeno liquido e venne effettuato alle ore 11:38 EST di martedì 28 gennaio 1986. 

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Questo articolo è pubblicato nei termini della licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Esso utilizza materiale tratto da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Photo credit Kennedy Space Center, Public domain, via Wikimedia Commons


martedì 26 gennaio 2021

Allora per la prima volta ci siamo accorti...



"Allora per la prima volta ci siamo accorti che la nostra lingua manca di parole per esprimere quest'offesa, la demolizione di un uomo. In un attimo, con intuizione quasi profetica, la realtà ci si è rivelata: siamo arrivati in fondo. Più già di così non si può andare: condizione umana più misera non c'è, e non è pensabile. Nulla è più nostro: ci hanno tolto gli abiti, le scarpe, anche i capelli; se parleremo, non ci ascolteranno, e se ci ascoltassero, non ci capirebbero. Ci toglieranno anche il nome: e se vorremo conservarlo, dovremo trovare in noi la forza di farlo, di fare sì che dietro al nome, qualcosa ancora di noi, di noi quali eravamo, rimanga." 

 Primo Levi 


 Tratto da | Se questo è un uomo di Primo Levi


Voglio ricordare i miei profili Facebook



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Profilo personale: Vincenzo Cavaliere

Pagina ufficiale Web sul blog: Web sul blog

Pagina ufficiale Cavaliere oscuro del web: Cavaliere oscuro del web



Vi consiglio di leggere questo post!

I ricchi stanno diventando sempre più ricchi e i poveri più poveri. 

Link diretto: https://www.oxfamitalia.org/davos-2021/



La farfalla di Pavel Friedman

La farfalla

L'ultima, proprio l'ultima,
di un giallo così intenso, così
assolutamente giallo,
come una lacrima di sole quando cade
sopra una roccia bianca
così gialla, così gialla!
L'ultima
volava in alto leggera,
aleggiava sicura
per baciare il suo ultimo mondo.
Tra qualche giorno
sarà già la mia settima settimana
di ghetto: i miei mi hanno ritrovato qui
e qui mi chiamano i fiori di ruta
e il bianco candeliere del castagno
nel cortile.
Ma qui non ho visto nessuna farfalla.
Quella dell'altra volta fu l'ultima:
le farfalle non vivono nel ghetto.

Pavel Friedman


lunedì 25 gennaio 2021

Cinque anni senza Giulio

Giulio Regeni veniva rapito in Egitto cinque anni fa, per poi essere torturato e brutalmente assassinato.

Non ci stancheremo mai, di chiedere verità e giustizia, per lui e la sua famiglia.



Le illusioni



"Le illusioni sono per l'anima ciò che l'atmosfera è per la terra. Toglietele quell'aria tenera, e la pianta morirà, i colori svaniranno. La terra su cui camminiamo è cenere estinta. È marga quella che calpestiamo, e ciottoli spietati ci feriscono i piedi. La verità ci annienta. La vita è un sogno. È il risveglio ad ucciderci. Chi ci deruba dei sogni ci deruba della vita... (e così via, se volete, per sei pagine, ma lo stile è noioso ed è meglio tagliar corto)."

Virginia Woolf


Proverbio del giorno

 

Con la pazienza la foglia di gelso diventa seta.


Solo per oggi gratis su Giveaway of the Day — Aiseesoft Video Editor 1.0.16


Oggi il sito Giveaway of the Day offre per ventiquattro ore, un software di editing video.

Vi ricordo di leggere le condizioni e l'uso nel sito, inoltre nel readme scaricato, troverete le spiegazioni per l’attivazione.


Note sul software

Troverete i dettagli delle funzioni a questo indirizzo:

https://www.aiseesoft.com/video-editor/

Sito web: Giveaway of the Day

Pagina download qui





domenica 24 gennaio 2021

La grandezza di Eduardo


Articolo da Fata Morgana Web

Cos’è un classico? Un’opera che dura, si dice, che si presta ad una lettura rinnovata con il passare degli anni, dei secoli. Ed è vero. Chiamiamo classico qualcosa che non tramonta mai, che pur essendo legato ad un contesto storico-sociale ben preciso è capace di svincolarsene (caso esemplare Shakespeare). Da cosa deriva questa perennità? Da temi e contenuti universali? Sì e no. Non è raro il caso di autori, anche coevi, che pur trattando i grandi temi della esistenza umana hanno avuto fortune diverse (quella di Marlowe non è equiparabile a quella di Shakespeare). Non è perché parlo dell’alfa ed omega delle cose che mi garantisco perenne fama. La risposta è forse altrove. Prima di provare ad accennarla, partiamo da un esempio concreto e prossimo.

Eduardo De Filippo costituisce senz’altro una parte molto rilevante della nostra tradizione culturale e di spettacolo. Forse la vera e propria ossatura. E si rende dunque disponibile a continue attualizzazioni. Ne sono testimonianza le recenti rappresentazioni teatrali e cinematografiche, a partire dall’ultimo Natale in casa Cupiello di Edoardo De Angelis (testo del quale ricordiamo a teatro anche le versioni sperimentali di Russo Alesi e Latella), passando per Le voci di dentro di Servillo e Il Sindaco del Rione Sanità di Martone. Entrambi, Servillo e Martone, hanno tra l’altro da poco ultimato il film su Scarpetta, padre naturale di Eduardo, ricostruendo la Napoli del primo Novecento e di tutta una tradizione teatrale. E se aggiungiamo il recente documentario Il nostro Eduardo di Gnocchi e Mally, nonché il fatto che il film di De Angelis è il primo di una annunciata trilogia eduardiana, e un altro film sui fratelli De Filippo è in preparazione per la regia di Rubini, possiamo senz’altro dire che questa rinnovata attualità di Eduardo ne riconferma – a centoventi anni dalla nascita – la sua perennità, la sua classicità.

Come ha fatto un drammaturgo-regista-attore legato ad un perimetro geografico definito, Napoli, segnato anche dal marcato uso del dialetto a diventare un classico? Eduardo in una intervista del 1956 dice: “Probabilmente tra cinquant’anni riprenderanno Questi fantasmi! E non rideranno più, perché potranno vedere in quest’uomo, che crede ai fantasmi per non credere alla realtà, la vita degli uomini”. La “vita degli uomini” o la “vita dell’uomo in genere” è quella divisa tra capacità di illudersi, di non guardare in faccia la realtà quando si fa dolorosa, di abitare lo spazio infantile e testardamente protetto della propria vita (il “Presepio” di Luca Cupiello o la scatola de La grande magia), e lo scetticismo cinico che domina al di fuori della teca protettiva, dove l’altro viene irriso, derubato, sospettato o strumentalmente usato.

Mi è capitato di definire la commedia eduardiana come una «commedia scettica» (De Gaetano 2014), perché se è vero – come pensa Northrop Frye – che la commedia è sempre passaggio dall’«illusione alla realtà», quest’ultima affermata come il momento di «integrazione» in cui una comunità rinnovata si costituisce, in Eduardo questo passaggio non c’è mai. La piccola comunità di riferimento eduardiana la famiglia è sempre totalmente disgregata. Sede di conflitti, rivalità, sospetti, manipolazioni. Legami quasi sempre indissolubili, con separazioni impossibili (con qualche eccezione come Mia famiglia), che portano un soggetto incapace di modificare la situazione a lasciarsi morire, dopo essersi ritirato dal mondo, sottratto al dialogo, aver perso la parola, trasformata in farfugliamento o mutismo (fino all’ultimo Gli esami non finiscono mai del 1973).

Il massimo che i finali eduardiani sembrano concedersi sono domande su un presente disperato (il “Ch’è ssuccieso…?” dell’Amalia di Napoli milionaria) che potrebbero preludere ad una presa di coscienza che non arriva mai, o approdi solo apparentemente riconciliativi dopo che marito e moglie hanno tirato “fuori il rospo” (Sabato, domenica e lunedì). Se la famiglia è il cuore della drammaturgia eduardiana non lo è come istituzione sociale da criticare. Lo è per una ragione ben precisa: la famiglia (dal rapporto tra coniugi a quello con i figli, i nonni sono di fatto assenti dal mondo eduardiano) è la sede prima in cui la “vita degli uomini” viene sentimentalmente condivisa. E questa condivisione non è mai animata da fiducia.

Le pratiche, le abitudini, i giochi di ruolo, le sfere di competenza intorno a cui una famiglia si organizza trasformano e consolidano quel sentimento scettico in un teatro di assolo disperati, in una incapacità totale e strutturale di comunicare. L’elusione scettica di tipo melodrammatico che porta il soggetto a chiudersi in se stesso, da Eduardo viene iscritta in un commedico familiare dove la fine evita la tragedia e prende la forma di una lenta dissolvenza, di una scomparsa progressiva e silenziosa. Questo sentimento scettico è effetto del funzionamento distorto dell’istituzione familiare in un dato momento storico? No, la famiglia eduardiana, popolare o borghese, dagli anni venti ai settanta, non cambia. Non ha fuori, e questo è il problema. I vicoli definiscono (a differenza di Viviani) solo il perimetro che circonda le case, che sono la vera scena del teatro familiare eduardiano.

Nella famiglia è come se le relazioni e gli affetti vincolanti, circoscritti e duraturi, portassero con sé il lento dissolversi della disponibilità degli inizi (accennata e mai vista), abitata da sogni piccoli o grandi, che inesorabilmente tramontano e resta solo lo spazio per risentimento e rancore: “Sei vecchia, ti sei fatta vecchia!” dice Luca Cupiello alla moglie, rimproverandole la sua cattiva volontà nell’agire quotidiano. C’è sempre il tema del tempo che passa e cambia tutto (in peggio) in Eduardo, e che dà struttura romanzesca alla sua drammaturgia (esemplificata dalla storia di una vita, quella di Guglielmo Speranza in Gli esami non finiscono mai). Questo risentimento familiare è abitato al suo interno da una forza inespressa, anche amorosa, a cui non si riesce a dar forma se non nel momento in cui tutto sembra finire (il finale di Natale in casa Cupiello).

La grandezza di Eduardo sta nel farci vedere la sfiducia e l’elusione, il sospetto e la cattiveria, come effetti di una radicale incapacità di corrispondere ai propri sentimenti: effetti di sogni infranti, di riconoscimenti elusi, di misere mitologie (dal miraggio di ascesa sociale in un film come Ragazze da marito del 1952 a quello del cinema in Mia famiglia del 1955). Se nelle famiglie eduardiane i sentimenti diventano ri-sentimenti è perché non si dichiarano e dunque non giungono a riconoscimento. Questo porterebbe il personaggio in mare aperto, in una zona non protetta e rischiosa. Richiederebbe una fiducia in sé che manca, e dunque il soggetto preferisce difendersi, pretendere, rivendicare, ingaggiare un corpo a corpo estenuante con l’altro. O guardare altrove, ritirarsi in sé, non parlare, scomparire.

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Articolo tratto interamente da Fata Morgana Web


Come inserire un video con codice embed in un post su Blogger (aggiornato al nuovo editor)

 

Avevo già creato un post con le varie spiegazioni, su come inserire un video tramite codice embed in un post. Blogger ha cambiato l'editor e voglio riproporlo aggiornato.

Userò come riferimento un video caricato su YouTube, ma questo tutorial va bene anche per gli altri portali video; basta solo cercare il codice embed.

Mettiamo il caso che avete già trovato un video che vi piace e volete caricarlo all'interno di un post:


Aprite l'editor di Blogger e cliccate su visualizzazione HTML.

Vedrete che si aprirà la pagina per le modifiche con il codice HTML.

Dopo questa operazione, bisogna trovare il codice embed da copiare nel nostro post. In questo caso ho scelto un video caricato su YouTube.

Clicchiamo sotto il video su condividi.

Andare su incorpora.

Vedrete che si aprirà una nuova finestra con il codice embed.


Copiate il codice nell'editor di Blogger.





Cliccate di nuovo su visualizzazione di scrittura e troverete il video all'interno del post.






sabato 23 gennaio 2021

Filo spinato di Peter


Filo spinato

Su un acceso rosso tramonto,
sotto gl'ippocastani fioriti,
sul piazzale giallo di sabbia,
ieri i giorni sono tutti uguali,
belli come gli alberi fioriti.
E' il mondo che sorride
e io vorrei volare. Ma dove?
Un filo spinato impedisce
che qui dentro sboccino fiori.
Non posso volare.
Non voglio morire.

Peter (bambino ebreo ucciso dai nazisti nel ghetto di Terezin)

Libere sempre

"Libere sempre": il video-omaggio alle partigiane.

Ideato e prodotto dal Coordinamento donne ANPI.

Libere sempre from ANPI on Vimeo.


Video credit ANPI caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons


Coronavirus: cancellate le celebrazioni del Carnevale di Rio de Janeiro



Articolo da Wikinotizie, le notizie a contenuto aperto

Rio de Janeiro, venerdì 22 gennaio 2021

Lo ha annunciato tramite Twitter il sindaco di Rio de Janeiro Eduardo da Costa Paes. Visto il dilagare della pandemia di COVID-19 nel paese, le note celebrazioni carnevalesche, che si sarebbero dovute tenere nel mese di luglio di quest'anno, sono state sospese proprio per l'impossibilità di portare avanti l'organizzazione dell'evento compatibilmente con le normative di sicurezza. Si tratta della prima sospensione del Carnevale di Rio dalla nascita vera e propria della manifestazione (1932, sebbene la celebrazione delle festività affondi le radici nel periodo successivo l'indipendenza ottenuta dal Portogallo).

Il Carnevale, oltre ad essere un'occasione di festa per la popolazione locale e non solo, è anche un importante componente del tessuto economico della città e del paese intero. Nel 2014 infatti, stando all'agenzia cittadina per il turismo (Riotur), al carnevale avevano preso parte circa 5 milioni di persone, tra cui oltre 900 mila turisti. Per il 2015, dal punto di vista economico, sono stati smossi oltre 2 miliardi di real brasiliani (circa 782 milioni di dollari statunitensi).

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« Nunca escondi minha paixão pelo carnaval e a visão clara que tenho da importância econômica dessa manifestação cultural para nossa cidade. No entanto, me parece sem qq sentido imaginar a essa altura que teremos condições de realizar o carnaval em julho.  »
[IT]
« Non ho mai nascosto la mia passione per il carnevale e la chiara visione che ho dell'importanza economica di questa manifestazione culturale per la nostra città. Tuttavia, mi pare inutile immaginare a questo punto che saremo in condizione di realizzare il carnevale a luglio.  »
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« Essa celebração exige uma grande preparação por parte dos órgãos públicos e das agremiações e instituições ligadas ao samba. Algo impossível de se fazer nesse momento. Dessa forma, gostaria de informar que não teremos carnaval no meio do ano em 2021.  »
[IT]
« Questa celebrazione richiede una grande preparazione da parte degli enti pubblici e delle associazioni e istituzioni di samba. Qualcosa che è impossibile realizzare in questo momento. Pertanto, vorrei informarvi che non avremo il carnevale a metà anno nel 2021.  »

Twitter Logo.png [PT]
« Certamente em 2022 poderemos(todos devidamente vacinados) celebrar a vida e nossa cultura com toda a intensidade que merecemos.  »
[IT]
« Certamente nel 2022 potremo (tutti debitamente vaccinati) celebrare la vita e la nostra cultura con tutta l'intensità che meritiamo.  »


Fonte: Wikinotizie, le notizie a contenuto aperto 


Autori: vari

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Articolo tratto interamente da Wikinotizie, le notizie a contenuto aperto