venerdì 30 giugno 2023

Forse ti stai cullando al suono di un treno...



Forse ti stai cullando al suono di un treno,

Inseguendo il ragazzo gitano

Con lo zaino sotto il violino

E se sei persa

In qualche fredda terra straniera

Ti mando una ninnananna

Per sentirti più vicina.

Un giorno, guidati da stelle sicure

Ci ritroveremo

In qualche angolo di mondo lontano,

Nei bassifondi, tra i musicisti e gli sbandati

O sui sentieri dove corrono le fate.


Tratto dal brano Ninna Nanna dei Modena City Ramblers


Citazione del giorno


 "La libertà non consiste nell'avere un padrone giusto, ma nel non averne alcuno."
 

Cicerone



Pollice su e giù della settimana



 



giovedì 29 giugno 2023

Canto notturno di un pastore errante dell'Asia di Giacomo Leopardi



Canto notturno di un pastore errante dell'Asia

Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai,
silenziosa luna?
Sorgi la sera, e vai,
contemplando i deserti; indi ti posi.
Ancor non sei tu paga
di riandare i sempiterni calli?
Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga
di mirar queste valli?
Somiglia alla tua vita
la vita del pastore.
Sorge in sul primo albore
move la greggia oltre pel campo, e vede
greggi, fontane ed erbe;
poi stanco si riposa in su la sera:
altro mai non ispera.
Dimmi, o luna: a che vale
al pastor la sua vita,
la vostra vita a voi? dimmi: ove tende
questo vagar mio breve,
il tuo corso immortale?

Vecchierel bianco, infermo,
mezzo vestito e scalzo,
con gravissimo fascio in su le spalle,
per montagna e per valle,
per sassi acuti, ed alta rena, e fratte,
al vento, alla tempesta, e quando avvampa
l'ora, e quando poi gela,
corre via, corre, anela,
varca torrenti e stagni,
cade, risorge, e piú e piú s'affretta,
senza posa o ristoro,
lacero, sanguinoso; infin ch'arriva
colà dove la via
e dove il tanto affaticar fu vòlto:
abisso orrido, immenso,
ov'ei precipitando, il tutto obblia.
Vergine luna, tale
è la vita mortale.

Nasce l'uomo a fatica,
ed è rischio di morte il nascimento.
Prova pena e tormento
per prima cosa; e in sul principio stesso
la madre e il genitore
il prende a consolar dell'esser nato.
Poi che crescendo viene,
l'uno e l'altro il sostiene, e via pur sempre
con atti e con parole
studiasi fargli core,
e consolarlo dell'umano stato:
altro ufficio piú grato
non si fa da parenti alla lor prole.
Ma perché dare al sole,
perché reggere in vita
chi poi di quella consolar convenga?
Se la vita è sventura,
perché da noi si dura?
Intatta luna, tale
è lo stato mortale.
Ma tu mortal non sei,
e forse del mio dir poco ti cale.

Pur tu, solinga, eterna peregrina,
che sí pensosa sei, tu forse intendi,
questo viver terreno,
il patir nostro, il sospirar, che sia;
che sia questo morir, questo supremo
scolorar del sembiante,
e perir dalla terra, e venir meno
ad ogni usata, amante compagnia.
E tu certo comprendi
il perché delle cose, e vedi il frutto
del mattin, della sera,
del tacito, infinito andar del tempo.
Tu sai, tu certo, a qual suo dolce amore
rida la primavera,
a chi giovi l'ardore, e che procacci
il verno co' suoi ghiacci.
Mille cose sai tu, mille discopri,
che son celate al semplice pastore.
spesso quand'io ti miro
star cosí muta in sul deserto piano,
che, in suo giro lontano, al ciel confina;
ovver con la mia greggia
seguirmi viaggiando a mano a mano;
e quando miro in cielo arder le stelle;
dico fra me pensando:
a che tante facelle?
che fa l'aria infinita, e quel profondo
infinito seren? che vuol dir questa
solitudine immensa? ed io che sono?
Cosí meco ragiono: e della stanza
smisurata e superba,
e dell'innumerabile famiglia;
poi di tanto adoprar, di tanti moti
d'ogni celeste, ogni terrena cosa,
girando senza posa,
per tornar sempre là donde son mosse;
uso alcuno, alcun frutto
indovinar non so. Ma tu per certo,
giovinetta immortal, conosci il tutto.
Questo io conosco e sento,
che degli eterni giri,
che dell'esser mio frale,
qualche bene o contento
avrà fors'altri; a me la vita è male.

O greggia mia che posi, oh te beata,
che la miseria tua, credo, non sai!
Quanta invidia ti porto!
Non sol perché d'affanno
quasi libera vai;
ch'ogni stento, ogni danno,
ogni estremo timor subito scordi;
ma piú perché giammai tedio non provi.
Quando tu siedi all'ombra, sovra l'erbe,
tu se' queta e contenta;
e gran parte dell'anno
senza noia consumi in quello stato.
Ed io pur seggo sovra l'erbe, all'ombra,
e un fastidio m'ingombra
la mente, ed uno spron quasi mi punge
sí che, sedendo, piú che mai son lunge
da trovar pace o loco.
E pur nulla non bramo,
e non ho fino a qui cagion di pianto.
Quel che tu goda o quanto,
non so già dir; ma fortunata sei.
Ed io godo ancor poco,
o greggia mia, né di ciò sol mi lagno.
se tu parlar sapessi, io chiederei:
- Dimmi: perché giacendo
a bell'agio, ozioso,
s'appaga ogni animale;
me, s'io giaccio in riposo, il tedio assale? -

Forse s'avess'io l'ale
da volar su le nubi,
e noverar le stelle ad una ad una,
o come il tuono errar di giogo in giogo,
piú felice sarei, dolce mia greggia,
piú felice sarei, candida luna.
O forse erra dal vero,
mirando all'altrui sorte, il mio pensiero:
forse in qual forma, in quale
stato che sia, dentro covile o cuna,
è funesto a chi nasce il dí natale.

Giacomo Leopardi



Cerchiamo di vivere in...




"Cerchiamo di vivere in pace, qualunque sia la nostra origine, la nostra fede, il colore della nostra pelle, la nostra lingua e le nostre tradizioni. Impariamo a tollerare e ad apprezzare le differenze. Rigettiamo con forza ogni forma di violenza, di sopraffazione, la peggiore delle quali è la guerra."


Margherita Hack


Hugo Blanco (1934-2023) e la resistenza indigena in Perù

Hugo Blanco


Articolo da Outras Palavras

Questo articolo è stato tradotto automaticamente. La traduzione rende il senso dell’articolo, tuttavia consigliamo di leggere il testo originale su Outras Palavras

Hugo Blanco è stato il primo leader rivoluzionario che ho incontrato personalmente nella mia vita. Andò a Lisbona poche settimane dopo il 1° maggio 1974, nel pieno della Rivoluzione dei garofani. A quel tempo era in esilio in Svezia. Hugo era un peruviano delle Ande, massiccio e forte come un toro, una “forza della natura”, come mi ha scritto Luís Leiria. Eravamo impressionabili e lui era impressionante. Eravamo ardore, passione, attivismo, e lui esaltava il coraggio, la fiducia, la dignità. È stato un appuntamento perfetto.

Possessore di un'eloquenza insieme eccitata e commovente, si esprimeva in modo molto articolato, diretto e fulminante. Infine, un'imponente leadership popolare. Fu lui a tenere pazientemente una serie di incontri con il nostro piccolo gruppo di studenti, a farci conoscere il movimento trotskista, a spiegarci le principali controversie, a trasmetterci i contatti con la Quarta Internazionale a Buenos Aires ea New York. Curiosamente, non ha quasi detto nulla di se stesso.

Ma la sua storia era già eroica allora. Hugo è nato nella città di Cuzco, l'ombelico del mondo nella tradizione andina, nel 1934. Come molti peruviani di origine popolare, giovanissimo, negli anni Cinquanta, andò in Argentina per tentare gli studi universitari, ma per mantenersi dovette lavorare in fabbrica. Fu allora che conobbe Palabra Obrera, l'organizzazione guidata da Nahuel Moreno, e si unì al movimento trotskista. La sua esperienza di vita lo ha avvicinato all'internazionalismo. Da questa militanza nacque il progetto di tornare in Perù e unirsi al movimento contadino della Valle de la Convención, 145 km a nord di Cuzco, nella Sierra meridionale del Perù, dove diecimila indigeni si erano uniti ai sindacati nella lotta per la riforma agraria contro la grandi agricoltori.

La proiezione di Hugo Blanco in questa lotta ha avuto enormi ripercussioni nazionali, perché ha organizzato l'autodifesa contadina che ha aperto la strada alla vittoria. Ma la Giunta Militare che allora governava il Perù fu implacabile e la repressione portò al suo imprigionamento nel 1962. L'accusa esigeva la pena di morte, e Hugo fu condannato a 25 anni di carcere. È stato torturato, ha fatto quattordici scioperi della fame ed è stato l'obiettivo di una campagna di solidarietà internazionale, inclusa la nomina di "Prigioniero dell'anno" da Amnesty International svedese nel 1968. In prigione ha scritto il libro "Terra o morte", una testimonianza di resistenza tradotto in molte lingue.

La campagna per la sua liberazione, nel 1971, portò alla sua deportazione in Cile, allora sotto il governo di Salvador Allende. Dopo il golpe di Pinochet si rifugiò nell'ambasciata svedese e riuscì a fuggire in questo paese dopo una nuova campagna internazionale, ottenendo lo status di rifugiato politico.

Tornò in Perù in tempo per partecipare all'Assemblea Costituente del 1978, eletta dal POCEP (Fronte Operario-Contadino, Studentesco e Popolare). Fu il quarto candidato più votato alle elezioni presidenziali del 1980 e deputato tra il 1980 e il 1985 per il Partito Rivoluzionario dei Lavoratori, ma il suo mandato fu sospeso nel 1983 dopo aver accusato il generale Clemente Noel, capo militare della regione di Ayacucho che sarebbe stato accusato venti anni fa, di omicidio, in seguito per la tortura e la scomparsa di 56 persone nella caserma di Los Cabitos.

Impedito di adempiere al suo mandato, Hugo ha iniziato a vendere caffè sui gradini del Parlamento fino a quando la sospensione non è stata revocata. Sarebbe tornato nel 1990 come senatore della Sinistra Unita fino al colpo di stato di Fujimori due anni dopo. Sapendo di essere sulla lista dei bersagli, in una condizione di “pericolo immediato e reale”, sia dalla Polizia che dai guerriglieri di Sendero Luminoso, Hugo ripartì per l'esilio, ora in Messico, dove incontrò gli zapatisti che stavano preparando la ribellione in Chiapas.

Negli ultimi decenni, i problemi di salute non gli hanno impedito di continuare la lotta, con particolare attenzione alla difesa delle popolazioni indigene dalla distruzione ambientale. Nel 2008 è stato nuovamente arrestato, con l'accusa di resistenza all'autorità durante l'occupazione di terre da parte di indigeni.

Hugo pubblicò la rivista Lucha Indígena e si avvicinò politicamente al movimento ecosocialista, di cui era molto entusiasta. È stato membro onorario della Confederazione contadina del Perù e ha fatto parte del comitato editoriale della rivista Sin Permiso . Con il peggioramento della sua salute, ha trascorso gli ultimi mesi della sua vita in cura in un ospedale in Svezia, dove vivono i suoi figli e le sue figlie e dove è morto questa domenica 25 giugno.

Circa cinque anni dopo l'incontro di Lisbona, già a San Paolo, quando era attivo nella Convergenza Socialista, Editora Versus pubblicò il suo libro Terra ou Morte. Ma ci sono voluti alcuni decenni per ritrovarci all'USP in un evento organizzato da Osvaldo Coggiola. Entrambi ci eravamo trasformati, ma che emozione. Ha mantenuto la stessa semplicità e grandiosità. Il documentario Hugo Blanco, Rio Profundo presenta la sua epopea in modo emozionante.

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Fonte: Outras Palavras

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Articolo tratto interamente da 
Outras Palavras

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Proverbio del giorno

 

Sin che si vive, s’impara sempre.



Quasi un quarto di miliardo di persone sono ora a rischio di fame



Articolo da SciDev.Net

Questo articolo è stato tradotto automaticamente. La traduzione rende il senso dell’articolo, tuttavia consigliamo di leggere il testo originale su SciDev.Net

[NAIROBI] Quasi un quarto di miliardo di persone sono ora a rischio di fame poiché conflitti, siccità e inondazioni si sono combinati per devastare le fattorie e le catene di approvvigionamento alimentare nel 2022, secondo l'ultimo rapporto.

La percentuale di persone che sperimentano i livelli più alti di insicurezza alimentare acuta a livello globale è passata da 108 milioni nel 2016 a circa 258 milioni nel 2022, con un aumento di quasi il 140%, afferma il Rapporto globale sulle crisi alimentari (GRFC) 2023.

Aggiunge che otto paesi dell'Africa orientale avevano quasi 57 milioni di persone - o il 22% delle persone a livello globale - che hanno affrontato i livelli più alti di insicurezza alimentare acuta nel 2022.

"I governi dell'IGAD hanno fatto ben poco per prevenire il ripetersi delle crisi alimentari".

John Recha, Istituto internazionale di ricerca sul bestiame

Gli otto paesi - Gibuti, Eritrea, Etiopia, Kenya, Somalia, Sud Sudan, Sudan e Uganda - formano l'Autorità intergovernativa per lo sviluppo (IGAD), un blocco commerciale nell'Africa orientale, che ha contribuito al rapporto.

La sezione Africa del rapporto, che è stata pubblicata dall'IGAD e dal Food Security Information Network la scorsa settimana (14 giugno) come parte del Global Report on Food Crisis (GRFC) 2023 , afferma che gli otto paesi e molti altri paesi dell'area subsahariana L'Africa sta affrontando una grave insicurezza alimentare a causa dei continui conflitti, degli shock economici derivanti dal COVID-19 e dagli estremi meteorologici, inclusi i mezzi di sussistenza pastorali, l'attività di sostentamento chiave in molte delle aree più colpite sono stati devastati dalla siccità. Secondo l'ultima stima disponibile, 13,2 milioni di capi di bestiame sono morti nella regione [del Corno d'Africa] a causa della mancanza di pascoli e acqua: 6,8 milioni in Etiopia, 2,6 milioni in Kenya e 3,8 milioni in Somalia", afferma il rapporto.

Il rapporto evidenzia anche come l'insicurezza alimentare stia colpendo i bambini a livello globale.

“In 30 delle 42 principali crisi alimentari analizzate nel GRFC 2023 in cui erano disponibili dati sulla malnutrizione, oltre 35 milioni di bambini sotto i 5 anni soffrivano di deperimento, di cui 9,2 milioni gravemente denutriti (la forma più letale di denutrizione e un principale contributore alla mortalità infantile)," spiega il rapporto.

Sara McHattie, coordinatrice globale del Food Security Information Network, ha aggiunto durante la pubblicazione del rapporto: "Questi dati sono prove che ci consentono di rispondere meglio ai bisogni delle persone".

Ha aggiunto che "15 paesi sono stati identificati come potenzialmente aventi popolazioni alimentari gravemente insicure che non avevamo i dati per analizzare".

I risultati del rapporto mostrano che la popolazione che affronta alti livelli di insicurezza alimentare acuta è aumentata per il quinto anno consecutivo, gettando ulteriori dubbi sull'obiettivo delle Nazioni Unite di porre fine alla fame entro il 2030.

Siccità, inondazioni

Le crisi alimentari nel rapporto globale sono attribuite a fattori interconnessi che si rafforzano a vicenda come conflitti e insicurezza, shock economici ed eventi meteorologici estremi, tra cui la siccità prolungata nel Corno d'Africa, le devastanti inondazioni in Pakistan, le tempeste tropicali, i cicloni e la siccità nell'Africa meridionale.

"Il continente africano ha la più alta prevalenza di insicurezza alimentare e i paesi più colpiti in tutto il mondo in termini di numero di persone più colpite", ha spiegato McHattie, aggiungendo che i conflitti prolungati in Afghanistan, Repubblica Democratica del Congo, Etiopia, La Nigeria e la Siria spesso causano insicurezza alimentare nei paesi.

John Recha, uno scienziato del Climate-Smart Agriculture and Policy, International Livestock Research Institute, afferma che il rapporto è accurato e tempestivo con i fatti in atto affinché gli Stati membri dell'IGAD, i partner per lo sviluppo e la comunità internazionale agiscano con misure di soccorso immediate. siccità.

"I governi dell'IGAD hanno fatto ben poco per prevenire il ripetersi delle crisi alimentari", afferma Recha.

“Ricordiamo che in una mossa per aumentare la produzione, ridurre la dipendenza dalle importazioni e migliorare la sicurezza alimentare, i leader nel 2003 al vertice dell'Unione africana di Maputo si sono impegnati a impegnare almeno il 10% dei loro bilanci nazionali per l'agricoltura e lo sviluppo rurale entro cinque anni.

"Questo non è successo."

Chiede ai governi dell'IGAD di creare e attuare strategie a lungo termine per evitare le crisi della fame in Africa e promuovere la sostenibilità alimentare.

Le strategie includono il sostegno agli sforzi per aumentare la produttività agricola attraverso lo sviluppo e l'applicazione di tecnologie agricole come semi resistenti alla siccità in grado di resistere ai cambiamenti climatici, la creazione di un ambiente favorevole mediante l'attuazione di politiche favorevoli che migliorano le infrastrutture resistenti al clima, la creazione di mercati per l'agricoltura e il sostegno all'acquisto e lo stoccaggio di riserve strategiche di grano.

Questo pezzo è stato prodotto dal desk inglese dell'Africa sub-sahariana di SciDev.Net.


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Fonte: SciDev.Net

Autore: Scovian Lillian

Licenza: Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 2.0 Inghilterra & Galles.

Articolo tratto interamente da SciDev.Net


La speculazione sui prezzi alimentari



Articolo da Valori

Ci risiamo. I prezzi delle materie prime alimentari si sono impennati nell’ultimo anno. Con conseguenze terribili, in particolare per i più poveri e vulnerabili nel pianeta. Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), il 9,8% della popolazione mondiale è sotto-alimentato. Quasi un essere umano su dieci. Se il problema riguarda in primo luogo le nazioni più povere nel Sud del mondo, anche i Paesi più ricchi vedono aumentare di giorno in giorno il numero di persone in difficoltà. Tra le cause principali, quelle che più spesso vengono indicate sono di breve termine, come l’aumento dell’inflazione e i conflitti, a partire da quello in Ucraina. Ma, con la crisi e l’instabilità, un altro elemento assume un’importanza determinante: la speculazione.

Cos’è la speculazione

Speculare significa provare a guadagnare sulla differenza tra prezzo di acquisto e di vendita. Più questa differenza è ampia, e più le oscillazioni dei prezzi sono veloci, più questa possibilità cresce. Nessuno specula su titoli il cui valore non muta nel tempo. Al contrario, in un periodo di crisi e di instabilità, ecco che i prezzi variano di molto e molto velocemente.

Qui il “gioco” si fa interessante: da un lato, più i prezzi sono in balia dell’incertezza, più si può guadagnare speculando. Dall’altro, la stessa speculazione genera instabilità sui prezzi. I due effetti si auto-alimentano, attirando nuovi speculatori e portando a un’ulteriore instabilità.

Gli speculatori si approfittano della crisi alimentare

Un rapporto appena pubblicato in Francia da CCFD e Foodwatch testimonia, dati alla mano, questo andamento. Il rapporto, intitolato “Quando gli speculatori si approfittano della crisi alimentare” analizza i dati della Borsa di Parigi e dei principali mercati a termine di materie prime alimentari.

I mercati a termine sono quelli dove è possibile comprare o vendere un prodotto nel futuro, fissando il prezzo dello scambio già al momento della stipula. Basati su strumenti finanziari chiamati derivati, sono nati come assicurazioni contro le oscillazioni dei prezzi. Rapidamente, però, sono diventati il principale canale della speculazione. Sul cibo e non solo.

Il rapporto mostra proprio quanto gli iniziali fattori di instabilità sui prezzi, come inflazione e scoppio della guerra in Ucraina, abbiano portato a un incremento impressionante della speculazione su questi mercati. Tra gennaio 2020 e la fine dello scorso anno, le società di investimento specializzate hanno aumentato dell’870% i propri acquisti con finalità speculative su questi mercati . Quasi un terzo delle posizioni di acquisto sarebbe oggi nelle mani di questi soggetti. Soggetti che, va ricordato, non hanno nulla a vedere con la produzione o commercializzazione del cibo.

Nella stessa direzione, i fondi di investimento hanno aumentato del 96,8% i propri acquisti con le stesse finalità. Complessivamente, le posizioni speculative in due anni e mezzo sono passate da circa un quarto a metà del totale per il mercato del grano in Europa. Con punte del 70% delle posizioni in acquisto a giugno 2022. In alcune situazioni, sempre secondo il rapporto, i volumi di scambi puramente finanziari possono essere decine di volte superiori a quelli dei mercati reali.

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Fonte: Valori


Autore: 
Andrea Baranes


Licenza: Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 3.0 Italia.



Articolo tratto interamente da 
Valori


La strage di Viareggio: per non dimenticare

Murale sulla Strage di Viareggio


Il 29 giugno 2009, una tragedia ha sconvolto la città di Viareggio e l'Italia intera. Un treno merci carico di gas liquefatto ha deragliato e provocato un'esplosione che ha ucciso 32 persone e ferite altre 50. Le fiamme hanno distrutto decine di case e negozi, lasciando centinaia di sfollati. Un disastro che avrebbe potuto essere evitato se ci fossero stati controlli adeguati sui vagoni e sulla sicurezza ferroviaria.

Oggi voglio ricordare le vittime di quella notte e le loro famiglie, che ancora aspettano giustizia e risarcimento. 

Photo credit Gabriele85, CC BY-SA 4.0, attraverso Wikimedia Commons



L'infinito di Giacomo Leopardi

Giacomo Leopardi verso colle Infinito a Recanati

L'infinito

Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo; ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e il suon di lei. Così tra questa
Immensità s'annega il pensier mio:
E il naufragar m'è dolce in questo mare.

Giacomo Leopardi

Photo credit Claudio.stanco (Own work) [CC BY-SA 4.0], via Wikimedia Commons


Quando tu guarderai il cielo...



"Quando tu guarderai il cielo, la notte, visto che io abiterò in una di esse, visto che io riderò in una di esse, allora sarà per te come se tutte le stelle ridessero. Tu avrai, tu solo, delle stelle che saranno ridere!" E rise ancora. "E quando ti sarai consolato (ci si consola sempre), sarai contento di avermi conosciuto. Sarai sempre il mio amico. Avrai voglia di ridere con me. E aprirai a volte la finestra, così, per piacere... e i tuoi amici saranno stupiti di vederti ridere guardando il cielo. Allora tu dirai" Sì, le stelle mi fanno ridere! "E ti crederanno pazzo. T'avrò fatto un brutto scherzo..." e rise ancora. "Sarà come se t'avessi dato, invece delle stelle, mucchi di sonagli che sanno ridere..."  

Antoine de Saint-Exupéry 

Tratto da Il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupéry


Rimini

RIMINI from Tomás Arencibia on Vimeo.

Photo e video credit Tomás Arencibia caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons 


Coffee Bay (Sudafrica)

Coffee Bay, Wild Coast, South Africa from Trygve Robby Roberts on Vimeo.

Photo e video credit Trygve Robby Roberts caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons


mercoledì 28 giugno 2023

Prima di giudicare...

 


"Prima di giudicare la mia vita o il mio carattere mettiti le mie scarpe, percorri il cammino che ho percorso io. Vivi il mio dolore, i miei dubbi, le mie risate. Vivi gli anni che ho vissuto io e cadi là dove sono caduto io e rialzati come ho fatto io."

Luigi Pirandello



28 giugno 1969 – Un gruppo di persone omosessuali e transgender si scontra con la polizia in risposta a un raid allo Stonewall Inn di New York. L'episodio passa alla storia con il nome di moti di Stonewall

Stonewall Inn, April 2019


Articolo da Wikipedia, l'enciclopedia libera

I moti di Stonewall (Stonewall riots), chiamati anche nel loro insieme dal movimento gay statunitense rivolta di Stonewall (Stonewall uprising) o semplicemente Stonewall, furono una serie di violenti scontri fra gruppi di omosessuali e la polizia a New York. Il primo scontro avvenne la notte fra il 27 e il 28 giugno 1969 poco dopo l'1:20, quando la polizia irruppe nello Stonewall Inn, un bar gay in Christopher Street nel Greenwich Village, un quartiere del distretto di Manhattan a New York.

Viene considerato simbolicamente il momento di nascita del movimento di liberazione gay moderno in tutto il mondo. Per questo motivo il 28 giugno, e in generale il mese di giugno, è stato scelto dal movimento LGBT come data della "giornata mondiale dell'orgoglio LGBT" o "Pride". Simbolo dei moti di Stonewall è diventata la donna transessuale Sylvia Rivera, che si dice abbia iniziato la protesta gettando una bottiglia contro un poliziotto. 

Le incursioni della polizia nei bar gay e nei night club facevano regolarmente parte della vita gay nelle città degli USA fino agli anni sessanta, quando cominciarono a essere meno frequenti nelle città principali. Si ritiene che il declino di queste retate possa essere attribuito a una serie di azioni legali e all'aumentata resistenza da parte del "movimento omofilo". Prima del 1965, l'identità dei presenti al momento della retata veniva registrata dalla polizia e, in alcune occasioni, veniva anche pubblicata sui quotidiani. All'epoca, la polizia usava tutti i motivi che riusciva a escogitare per giustificare un arresto con accuse di "indecenza", tra cui baciarsi, tenersi per mano, indossare abiti del sesso opposto o anche il semplice essersi trovati nel bar al momento dell'irruzione.

Nel 1965 John Lindsay, esponente del Partito Repubblicano, venne eletto sindaco di New York con una piattaforma riformatrice; Dick Leitsch divenne presidente della Mattachine Society a New York, nello stesso periodo; Leitsch era considerato relativamente militante rispetto ai suoi predecessori, e credeva nelle tecniche di azione diretta comunemente usate da altri gruppi per i diritti civili degli anni 1960.

All'inizio del 1966, a causa delle lamentele della Mattachine, era cambiata la consuetudine per cui la polizia stava in strada anche per incastrare i gay e accusarli di atteggiamenti osceni. Il commissario Howard Leary, istruì le forze di polizia perché non adescassero i gay per spingerli a infrangere la legge; richiese inoltre che ogni poliziotto in borghese avesse un civile come testimone quando veniva arrestato un gay. Ciò pose quasi fine al cosiddetto entrapment (la pratica dell'adescamento con lo scopo di arrestare) dei gay a New York[2].

Nello stesso anno, allo scopo di sfidare la State Liquor Authority (SLA) sulle sue politiche circa i bar gay, Dick Leitsch condusse un "sip in" (il termine deriva da "sit in", e sip significa "sorseggiare"). Leitsch aveva avvisato la stampa e progettato un incontro in un bar con altri due uomini gay (un bar poteva vedersi revocata la sua licenza di vendita dei liquori se serviva da bere volontariamente a un gruppo di tre o più omosessuali); per verificare la politica della SLA sulla chiusura dei bar. Quando il barista del Julius li mandò via, essi reclamarono davanti alla commissione cittadina per i diritti umani. A seguito del "sip in", il presidente della SLA dichiarò che il suo dipartimento non proibiva la vendita di liquori agli omosessuali.

Inoltre, l'anno seguente, due distinte sentenze giudiziarie dichiararono che erano richieste "prove sostanziali" per poter revocare una licenza per gli alcolici. I baci tra due uomini non erano più considerati comportamento indecente. Il numero di bar gay a New York crebbe stabilmente dopo il 1966[3].

Nonostante tali aperture, John D'Emilio, storico gay statunitense, fa notare che la città era nel mezzo di una campagna per l'elezione del sindaco e John Lindsay, che aveva perso le primarie del suo partito, aveva motivo di chiedere un repulisti dei bar della città. Lo Stonewall Inn forniva pretesti per un intervento della polizia: operava senza licenza per i liquori, aveva legami con il crimine organizzato, e forniva dei "go-go boys" scarsamente abbigliati come intrattenimento[4].

Il vice ispettore Seymour Pine, che guidò l'incursione nel bar della prima notte, sostenne che gli venne ordinato di chiudere lo Stonewall Inn perché era il luogo principale ove raccogliere informazioni sugli uomini gay che lavoravano a Wall Street: un incremento nel numero di furti organizzati in aziende di intermediazione di Wall Street aveva portato la polizia a sospettare che dietro a questi furti ci fossero gay che venivano ricattati[5].

Gli avventori dello Stonewall erano abituati a queste retate e il personale era generalmente in grado di riaprire il bar nella notte stessa o in quella seguente. Su cosa rese diversa questa irruzione ci sono due spiegazioni:

  • La prima è quella storica, che sottolinea come la situazione fosse ormai matura per una ribellione, dopo la crescita del movimento anti-autoritario e di protesta del Sessantotto, specie quello contro la guerra del Vietnam, a cui avevano partecipato in altra veste molti dei gay che presero parte ai moti. Era nell'aria l'idea che le minoranze avessero il diritto di rivendicare una loro dignità. Da questo punto di vista, il modello fornito dal movimento per i diritti civili dei neri influenzò molto i militanti gay della prima ora, come dimostra il fatto che lo slogan Gay power (it. potere gay) che venne lanciato durante i disordini, derivava direttamente dallo slogan Black Power (it. potere nero). In tale contesto, bastava una scintilla per incendiare gli animi, e questa scintilla fu la retata dello Stonewall. In effetti, la rivolta del 28 giugno 1969 è considerata un momento di rottura nella storia della comunità omosessuale proprio perché ciò che ne venne fuori aveva molte più somiglianze con i movimenti di lotta politica non gay di quegli anni, piuttosto che con i movimenti omofili che fino a quel giorno avevano condotto la lotta per i diritti degli omosessuali. La principale differenza fu che mentre il movimento omofilo cercava d'integrare gli omosessuali nella società così come essa era, il nuovo movimento, che si autodefinì, usando un termine gergale, "gay", rifiutava l'integrazione in una società giudicata incapace di accettare le diversità, sostenendo che essa andasse rivoluzionata.
  • La seconda spiegazione è meno rigorosa dal punto di vista storico ma più popolare (e stereotipica), e collega i moti del giugno 1969 con la morte, avvenuta una settimana prima, di Judy Garland, un'importante icona culturale in cui si identificavano molti appartenenti alla comunità gay. Il palpabile lutto per la sua perdita culminò nel suo funerale, il 27 giugno, cui parteciparono 22.000 persone, di cui si stima 12.000 fossero gay. Molti degli avventori dello Stonewall quindi sarebbero stati ancora provati emotivamente quando quella notte avvenne l'irruzione. Questa è la tesi che viene sposata, e quindi resa celebre, dal film Stonewall del 1995. In realtà molti dei partecipanti alla rivolta dichiararono ripetutamente in seguito che la morte di Judy Garland non fu il fattore motivante.

Diversi fattori differenziano la retata che si svolse il 28 giugno da altri simili allo Stonewall Inn. Generalmente, il sesto distretto avvisava i gestori dello Stonewall Inn prima delle retate, che si compivano abbastanza presto la sera, in modo da permettere il normale ritorno agli affari per le ore di punta della notte. 

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Uniformità



"Regna nei nostri costumi una vile e ingannevole uniformità, e tutti gli spiriti sembrano esser stati fusi in uno stesso stampo: senza posa la civiltà esige, la convenienza ordina; senza posa si seguono gli usi e mai il proprio genio. Non si osa più apparire ciò che si è; e, in questa costrizione continua, gli uomini, che formano quel gregge che si chiama società, posti nelle stesse circostanze, faran tutte le stesse cose."

Jean-Jacques Rousseau 


Dipinto del giorno


Diana e Endimione di Pieter Paul Rubens