Articolo da Resumen
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[resumen.cl] Questa domenica si è tenuto un referendum in Svizzera dove i cittadini del paese hanno votato di aumentare l'aliquota fiscale delle grandi multinazionali al 15%. Hanno anche votato per ridurre l'uso di combustibili fossili e promuovere l'uso di energie rinnovabili e anche la legge sul COVID-19, che prevede la possibilità di imporre restrizioni in caso di aumento della diffusione del virus.
Il risultato è stato schiacciante rispetto al primo scrutinio: l'80% dei votanti ha deciso di applicare un'aliquota minima del 15% sui benefici dei gruppi il cui fatturato supera i 750 milioni di euro.
La misura è in linea con le linee guida dell'Ocse - un'organizzazione dei Paesi più ricchi del mondo che comprende anche il Cile, che significherà tra i 1.000 ei 2.500 milioni di euro di introiti per lo Stato elvetico.
Si stima che il gettito dell'imposta integrativa oscillerà tra i 1.000 e i 2.500 milioni di euro il primo anno, che sarà distribuito tra i cantoni svizzeri dove l'imposta è inferiore a quanto stabilito oggi, che riceveranno il 75% e lo Stato centro (25%).
La Svizzera è uno dei paesi con normative estremamente vantaggiose per le grandi imprese transnazionali. L'aliquota è decisa da ogni cantone e in molti di essi è inferiore al 15%. La media svizzera è del 13,5%. Tuttavia, la media OCSE è del 23,1%.
Inoltre, il referendum prevedeva voti per ridurre l'uso di combustibili fossili e promuovere l'uso di energie rinnovabili, che ha vinto con il 55,6% rispetto al 41,8%. E d'altra parte hanno anche approvato con il 59,6% dei voti la possibilità di imporre restrizioni in caso di aumento della diffusione del virus COVID-19.
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Fonte: Resumen
Autore: redazione Resumen
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