Presidente.1 Ha chiesto di parlare l’onorevole Matteotti. Ne ha facoltà2.
Giacomo Matteotti. Noi abbiamo avuto da parte della Giunta
delle elezioni la proposta di convalida di numerosi colleghi. Nessuno
certamente, degli appartenenti a questa Assemblea, all’infuori credo dei
componenti la Giunta delle elezioni, saprebbe ridire l’elenco dei nomi
letti per la convalida, nessuno, né della Camera né delle tribune della
stampa. (Vive interruzioni alla destra e al centro)
Dario Lupi.3 È passato il tempo in cui si parlava per le tribune!
Giacomo Matteotti. Certo la pubblicità è per voi un’istituzione dello stupidissimo secolo XIX. (Vivi rumori. Interruzioni alla destra e al centro)
Comunque, dicevo, in questo momento non esiste da parte dell’Assemblea
una conoscenza esatta dell’oggetto sul quale si delibera. Soltanto per
quei pochissimi nomi che abbiamo potuto afferrare alla lettura, possiamo
immaginare che essi rappresentino una parte della maggioranza.
Ora, contro la loro convalida noi presentiamo questa pura e semplice
eccezione: cioè, che la lista di maggioranza governativa, la quale
nominalmente ha ottenuto una votazione di quattro milioni e tanti
voti... (Interruzioni).
Voci al centro: "Ed anche più!"
Giacomo Matteotti. ... cotesta lista non li ha ottenuti,
di fatto e liberamente, ed è dubitabile quindi se essa abbia ottenuto
quel tanto di percentuale che è necessario (Interruzioni. Proteste)
per conquistare, anche secondo la vostra legge, i due terzi dei posti
che le sono stati attribuiti! Potrebbe darsi che i nomi letti dal
Presidente: siano di quei capilista che resterebbero eletti anche se,
invece del premio di maggioranza, si applicasse la proporzionale pura in
ogni circoscrizione. Ma poiché nessuno ha udito i nomi, e non è stata
premessa nessuna affermazione generica di tale specie, probabilmente
tali tutti non sono, e quindi contestiamo in questo luogo e in tronco la
validità della elezione della maggioranza (Rumori vivissimi).
Vorrei pregare almeno i colleghi, sulla elezione dei quali oggi si
giudica, di astenersi per lo meno dai rumori, se non dal voto. (Vivi commenti - Proteste - Interruzioni alla destra e al centro)
Maurizio Maraviglia.4 In contestazione non c’è nessuno, diversamente si asterrebbe!
Giacomo Matteotti. Noi contestiamo....
Maurizio Maraviglia. Allora contestate voi!
Giacomo Matteotti. Certo sarebbe Maraviglia se contestasse
lei! L’elezione, secondo noi, è essenzialmente non valida, e
aggiungiamo che non è valida in tutte le circoscrizioni. In primo luogo
abbiamo la dichiarazione fatta esplicitamente dal governo, ripetuta da
tutti gli organi della stampa ufficiale, ripetuta dagli oratori fascisti
in tutti i comizi, che le elezioni non avevano che un valore assai
relativo, in quanto che il Governo non si sentiva soggetto al responso
elettorale, ma che in ogni caso - come ha dichiarato replicatamente -
avrebbe mantenuto il potere con la forza, anche se... (Vivaci interruzioni a destra e al centro. Movimenti dell’onorevole Presidente del Consiglio)
Voci a destra: "Sì, sì! Noi abbiamo fatto la guerra!" (Applausi alla destra e al centro).
Giacomo Matteotti. Codesti vostri applausi sono la
conferma precisa della fondatezza dei mio ragionamento. Per vostra
stessa conferma dunque nessun elettore italiano si è trovato libero di
decidere con la sua volontà... (Rumori, proteste e interruzioni a destra) Nessun elettore si è trovato libero di fronte a questo quesito...
Maurizio Maraviglia. Hanno votato otto milioni di italiani!
Giacomo Matteotti. ... se cioè egli approvava o non
approvava la politica o, per meglio dire, il regime del Governo
fascista. Nessuno si è trovato libero, perché ciascun cittadino sapeva a
priori che, se anche avesse osato affermare a maggioranza il contrario,
c’era una forza a disposizione del Governo che avrebbe annullato il suo
voto e il suo responso. (Rumori e interruzioni a destra)
Una voce a destra: "E i due milioni di voti che hanno preso le minoranze?"
Roberto Farinacci.5 Potevate fare la rivoluzione!
Maurizio Maraviglia. Sarebbero stati due milioni di eroi!
Giacomo Matteotti. A rinforzare tale proposito del Governo, esiste una milizia armata... (Applausi vivissimi e prolungati a destra e grida di "Viva la milizia")
Voci a destra: "Vi scotta la milizia!"
Giacomo Matteotti. ... esiste una milizia armata... (Interruzioni a destra, rumori prolungati)
Voci: "Basta! Basta!"
Presidente. Onorevole Matteotti, si attenga all’argomento.
Giacomo Matteotti. Onorevole Presidente, forse ella non m’intende; ma io parlo di elezioni. Esiste una milizia armata... (Interruzioni a destra)
la quale ha questo fondamentale e dichiarato scopo: di sostenere un
determinato Capo del Governo bene indicato e nominato nel Capo del
fascismo e non, a differenza dell’Esercito, il Capo dello Stato. (Interruzioni e rumori a destra)
Voci: a destra: "E le guardie rosse?"
Giacomo Matteotti. Vi è una milizia armata, composta di
cittadini di un solo Partito, la quale ha il compito dichiarato di
sostenere un determinato Governo con la forza, anche se ad esso il
consenso mancasse. (Commenti) In aggiunta e in particolare... (Interruzioni)
mentre per la legge elettorale la milizia avrebbe dovuto astenersi,
essendo in funzione o quando era in funzione, e mentre di fatto in tutta
l’Italia specialmente rurale abbiamo constatato in quei giorni la
presenza di militi nazionali in gran numero... (Interruzioni, rumori)
Roberto Farinacci. Erano i balilla!
Giacomo Matteotti. È vero, on. Farinacci, in molti luoghi hanno votato anche i balilla! (Approvazioni all’estrema sinistra, rumori a destra e al centro)
Voce al centro: "Hanno votato i disertori per voi!"
Enrico Gonzales.6 Spirito denaturato e rettificato!
Giacomo Matteotti. Dicevo dunque che, mentre abbiamo visto numerosi di questi militi in ogni città e più ancora nelle campagne (Interruzioni),
gli elenchi degli obbligati alla astensione, depositati presso i
Comuni, erano ridicolmente ridotti a tre o quattro persone per ogni
città, per dare l’illusione dell’osservanza di una legge apertamente
violata, conforme lo stesso pensiero espresso dal Presidente del
Consiglio che affidava ai militi fascisti la custodia delle cabine. (Rumori)
A parte questo argomento del proposito del Governo di reggersi anche con
la forza contro il consenso e del fatto di una milizia a disposizione
di un partito che impedisce all’inizio e fondamentalmente la libera
espressione della sovranità popolare ed elettorale e che invalida in
blocco l’ultima elezione in Italia, c’è poi una serie di fatti che
successivamente ha viziate e annullate tutte le singole manifestazioni
elettorali. (Interruzioni, commenti)
Voci: a destra: "Perché avete paura! Perché scappate!"
Giacomo Matteotti. Forse al Messico si usano fare le elezioni non con le schede, ma col coraggio di fronte alle rivoltelle. (Vivi rumori. Interruzioni, approvazioni all’estrema sinistra) E chiedo scusa al Messico, se non è vero! (Rumori prolungati) I fatti cui accenno si possono riassumere secondo i diversi momenti delle elezioni. La legge elettorale chiede... (Interruzioni, rumori)
Paolo Greco. È ora di finirla! Voi svalorizzate il Parlamento!
Giacomo Matteotti. E allora sciogliete il Parlamento.
Paolo Greco. Voi non rispettate la maggioranza e non avete diritto di essere rispettati.
Giacomo Matteotti. Ciascun partito doveva, secondo la legge elettorale, presentare la propria lista di candidati... (Vivi rumori)
Maurizio Maraviglia. Ma parli sulla proposta dell’onorevole Presutti.
Giacomo Matteotti. Richiami dunque lei all’ordine il
Presidente! La presentazione delle liste - dicevo - deve avvenire in
ogni circoscrizione mediante un documento notarile a cui vanno apposte
dalle trecento alle cinquecento firme. Ebbene, onorevoli colleghi, in
sei circoscrizioni su quindici le operazioni notarili che si compiono
privatamente nello studio di un notaio, fuori della vista pubblica e di
quelle che voi chiamate "provocazioni", sono state impedite con
violenza. (Rumori vivissimi)
Giuseppe Bastianini. Questo lo dice lei!
Voci dalla destra: "Non è vero, non è vero."
Giacomo Matteotti. Volete i singoli fatti? Eccoli: ad
Iglesias il collega Corsi stava raccogliendo le trecento firme e la sua
casa è stata circondata... (Rumori)
Maurizio Maraviglia. Non è vero. Lo inventa lei in questo momento.
Roberto Farinacci. Va a finire che faremo sul serio quello che non abbiamo fatto!
Giacomo Matteotti. Fareste il vostro mestiere!
Emilio Lussu. È la verità, è la verità!...
Giacomo Matteotti. A Melfi... (Rumori vivissimi - Interruzioni) a Melfi è stata impedita la raccolta delle firme con la violenza (Rumori). In Puglia fu bastonato perfino un notaio (Rumori vivissimi)
Gino Aldi-Mai. Ma questo nei ricorsi non c’è! In nessuno
dei ricorsi! Ho visto gli atti delle Puglie e in nessun ricorso è
accennato il fatto di cui parla l’on. Matteotti.
Roberto Farinacci. Vi faremo cambiare sistema! E dire che sono quelli che vogliono la normalizzazione!
Giacomo Matteotti. A Genova (Rumori vivissimi) i fogli con le firme già raccolte furono portati via dal tavolo su cui erano stati firmati
Voci: "Perché erano falsi."
Giacomo Matteotti. Se erano falsi, dovevate denunciarli ai magistrati!
Roberto Farinacci. Perché non ha fatto i reclami alla Giunta delle elezioni?
Giacomo Matteotti. Ci sono.
Una voce dal banco delle commissioni: "No, non ci sono, li inventa lei."
Presidente. La Giunta delle elezioni dovrebbe dare esempio
di compostezza! I componenti della Giunta delle elezioni parleranno
dopo. Onorevole Matteotti, continui.
Giacomo Matteotti. Io espongo fatti che non dovrebbero
provocare rumori. I fatti o sono veri o li dimostrate falsi. Non c’è
offesa, non c’è ingiuria per nessuno in ciò che dico: c’è una
descrizione di fatti.
Attilio Teruzzi. Che non esistono!
Giacomo Matteotti. Da parte degli onorevoli componenti
della Giunta delle elezioni si protesta che alcuni di questi fatti non
sono dedotti o documentati presso la Giunta delle elezioni. Ma voi
sapete benissimo come una situazione e un regime di violenza non solo
determinino i fatti stessi, ma impediscano spesse volte la denuncia e il
reclamo formale. Voi sapete che persone, le quali hanno dato il loro
nome per attestare sopra un giornale o in un documento che un fatto era
avvenuto, sono state immediatamente percosse e messe quindi nella
impossibilità di confermare il fatto stesso. Già nelle elezioni del
1921, quando ottenni da questa Camera l’annullamento per violenze di una
prima elezione fascista, molti di coloro che attestarono i fatti
davanti alla Giunta delle elezioni, furono chiamati alla sede fascista,
furono loro mostrate le copie degli atti esistenti presso la Giunta
delle elezioni illecitamente comunicate, facendo ad essi un vero e
proprio processo privato perché avevano attestato il vero o firmato i
documenti! In seguito al processo fascista essi furono boicottati dal
lavoro o percossi. (Rumori, interruzioni)
Voci: a destra: "Lo provi."
Giacomo Matteotti. La stessa Giunta delle elezioni
ricevette allora le prove del fatto. Ed è per questo, onorevoli
colleghi, che noi spesso siamo costretti a portare in questa Camera
l’eco di quelle proteste che altrimenti nel Paese non possono avere
alcun’altra voce ed espressione. (Applausi all’estrema sinistra)
In sei circoscrizioni, abbiamo detto, le formalità notarili furono
impedite colla violenza, e per arrivare in tempo si dovette supplire
malamente e come si poté con nuove firme in altre provincie. A Reggio
Calabria, per esempio, abbiamo dovuto provvedere con nuove firme per
supplire quelle che in Basilicata erano state impedite.
Una voce al banco della giunta: "Dove furono impedite?"
Giacomo Matteotti. A Melfi, a Iglesias, in Puglia... devo ripetere? (Interruzioni, rumori)
Presupposto essenziale di ogni elezione è che i candidati, cioè coloro
che domandano al suffragio elettorale il voto, possano esporre, in
contraddittorio con il programma del Governo, in pubblici comizi o anche
in privati locali, le loro opinioni. In Italia, nella massima parte dei
luoghi, anzi quasi da per tutto, questo non fu possibile.
Una voce: "Non è vero! Parli l’onorevole Mazzoni!" (Rumori)