venerdì 31 agosto 2018

Genova: il ponte che verrà


Articolo da Tekneco

Il crollo di ponte Morandi potrebbe essere l'occasione per migliorare Genova. Mentre per giorni dal 14 agosto si è discusso di concessioni e ricostruzione, arrivando al massimo alla determinazione del danno economico dovuto alla mancanza dell'infrastruttura, fatto che taglia in due la città, mettendone in crisi la già problematica logistica di uomini e mezzi, nessuno ha pensato a ciò che stava immediatamente attorno al ponte, abitazioni a parte. Ci è arrivato Renzo Piano che assieme alla proposta di un'idea di progetto del nuovo ponte che dovrà essere ricostruito ha lanciato l'idea di riqualificare l'intera area della Val Polcevera che dagli anni sessanta era considerata un'area dequalificata, a parte le abitazioni popolari che esistevano prima dell'infrastruttura.

«Spero di essere utile, lo faccio con molta convinzione. Bisogna che la cittá ritrovi orgoglio e riscatto, bisogna ricostruire questo ponte e ripensare l'intera area della Val Polcevera. Il ponte lo costruiscono gli ingegneri, ma sono lieto di poter essere utile al progetto perchè dietro al ponte c'è l'orgoglio e la bellezza della cittá. - ha detto Renzo Piano al termine della riunione con il governatore della Regione Liguria, Giovanni Toti, nella quale ha presentato la sua idea per il ponte. - Mi sono fatto un'idea di come deve essere il nuovo ponte-, ma è soltanto l'inizio. Un progettista pensa e ragiona aiutandosi con oggetti e schizzi. Da qui a dire che c'è un'idea progettuale è eccessivo, c'è un impegno morale a fare in modo che il nuovo ponte porti con sè i tratti della genovesitá, della qualitá e un pò della nostra parsimonia. Deve essere un ponte che esprima tutto questo, ci deve essere il ricordo di una tragedia e il suo elaborarsi nel tempo».

L'area della Val Polcevera coinvolta nel crollo del viadotto Morandi secondo Piano è di grandissima importanza anche se sostanzialmente periferica. «Ho lavorato sempre sul tema delle periferie, un'area di trasformazione, industriale e ferroviaria, un'area di straordinaria importanza per la cittá, Genova non può pensare di crescere nè verso mare nè verso monte, quindi l'area dove passava il ponte ha un grande valore urbanistico». - ha ribadito Piano - «Il tema è trasformare le vecchie aree industriali in città, urbanizzarle».


L'idea di Piano è stata accolta positivamente dal sindaco di Genova Marco Bucci che ha detto: «Sono molto contento che giá per la seconda volta nel corso del mio mandato l'architetto Renzo Piano si renda disponibile a dare un contributo alla nostra cittá. Non possiamo fare altro che accoglierlo a braccia aperte. Nelle prossime settimane approfondiremo la sua proposta e la comunicheremo ai cittadini».

Reazioni positive sono arrivate anche dal resto del mondo dell'archiettura. «Non entro nel merito del progetto, non può che essere fatto molto bene». - ha detto Stefano Boeri, presidente della Triennale di Milano.

Vedendo le immagini circolate del plastico, il ponte immaginato da Piano è completamente diverso dal viadotto Morandi. Possiede una linea molto pulita, niente tiranti, piloni molto piú ravvicinati che visti frontalmente ricordano la prua di una nave e poi ci sono i 43 lampioni, uno per ogni vittima, la cui luce che si irradierá da ogni torcia formerá il profilo di una vela.

Continua la lettura su Tekneco

Fonte: 
Tekneco

Autore: 
Sergio Ferraris

Licenza: Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 2.5 Italia


Articolo tratto interamente da 
Tekneco 



Il nuoto di Giosuè Borsi



Il nuoto

Godo se arditamente in te mi tuffo,
o mare che sciabordi e che scintilli
e se di perle onusto e di berilli
scuoto emergendo il gocciolante ciuffo.

Godo se co' tuoi flutti aspri m'azzuffo
alternando e mescendo risa e strilli,
e se le gocce amare che mi stilli
col mio labbro salato allegro sbuffo.

Godo se il braccio con un gesto largo
e il piede nell'alterna vece istrutto
 muovo sì, che le schiume intorno spargo,
e ad imo e in cresta all'ampio cavallone
glauco, trascorro lo squamoso flutto,
pari al salso tubicine Tritone.

Giosuè Borsi


Comunicazione di servizio


Se volete mettervi in contatto con l'autore del blog per segnalazioni, critiche e suggerimenti; andate nella pagina Contatti e utilizzate la mail presente.





Il metodo educativo di Maria Montessori



Articolo da Enciclopedia delle donne

Nasce in una famiglia colta e benestante: il padre è conservatore, la madre progressista. Trasferitasi a Roma, Maria sceglie – contro il parere del padre – una scuola tecnica. Nell’iscriversi agli studi universitari di medicina, combatte gli ostacoli posti dalla burocrazia e dai compagni di studio. Il 1896 è l’anno della laurea; in quello stesso anno, partecipa al Congresso internazionale delle donne a Berlino, dal quale lancia un appello appassionato contro la disparità dei salari in fabbrica tra uomini e donne. Nel 1898, da una relazione con il collega Giuseppe Montesano, nasce il figlio Mario: per non provocare scandalo, lo mette a balia in campagna; in seguito, Maria verrà abbandonata dal compagno per ragioni di carriera e convenienza. Nel 1899 fonda e dirige la Scuola magistrale ortofrenica per educatori di bambini “deficienti” sviluppando una didattica basata su metodi, osservazioni e materiali degli studiosi Itard, Seguin, Pestalozzi e Froebel.

Nel 1907 Maria apre la prima Casa dei Bambini a Roma, nel quartiere San Lorenzo, per bambini di famiglie operaie. Nell’affrontare la cura dei 50 bambini tra i 2 e i 6 anni, trasferisce con successo le esperienze fatte con i bambini disabili a quelli normali, suscitando stupore in tutti gli ambienti. Nasce il metodo Montessori. Nel 1909 esce il libro Il metodo della pedagogia scientifica, che verrà poi tradotto in molte lingue. Nei suoi viaggi in USA (1913, 1914) e in Europa è accolta con entusiasmo e le sue idee e metodi si diffondono rapidamente. Ovunque si aprono delle Case dei Bambini e per Maria Montessori si apre una stagione di lunghi soggiorni d’insegnamento in Inghilterra, Spagna, Olanda, Austria, Buenos Aires. Nascono l’Opera nazionale Montessori (1924) e l’Associazione Montessori Internazionale (1929). Dal 1924 Mussolini introduce il metodo nelle scuole italiane, dove rimane presente fino al 1934, quando – nonostante l’indifferenza sostanziale di Maria verso la politica – le divergenze diventano troppo forti. Hitler e Mussolini fanno chiudere le scuole montessoriane. È il 1934 quando Maria lascia l’Italia, prima per la Spagna, poi per l’Inghilterra. Nel 1939 raccoglie un invito in India per diffondere le sue idee e vi rimane con il figlio Mario, che da anni le fa da assistente. Torneranno in Europa solo nel 1946. Seguono anni di conferenze e riconoscimenti fino alla sua morte, avvenuta nel 1952 in Olanda.

La forte personalità di Maria Montessori è insieme l’origine del successo del suo metodo e il limite per la sua applicazione: non è facile trovare insegnanti capaci della stessa passione e dedizione della fondatrice. Le sue esigenze sia di libertà che di regole e disciplina nell’educazione del bambino sono state spesso confuse e mal comprese dai suoi critici. Il suo concetto di pace e di calma interiore viene visto da molti come una delle chiavi di lettura fondamentali che pervade l’intera sua opera.

Il metodo Montessori si riferisce all’educazione del bambino dalla nascita all’età adulta. L’insegnante deve essere “solo” il mediatore che favorisce la voglia di fare, innata nel bambino; deve saper osservare, scegliere il materiale adatto e saper tacere al momento giusto.

Nella sua analisi Maria Montessori vede quattro periodi (“piani”) dello sviluppo. [1]

Il primo (2-6 anni) ha per obiettivo l’esercizio dei sensi e l’educazione alla vita pratica e alla socialità, in un ambiente idoneo. Tra i temi: motricità, tempo, le faccende di casa, rapporto con la natura, indipendenza, silenzio, linguaggio, numeri, spazio, rumori e suoni, colori, scrittura, autoeducazione. Nel secondo periodo (7-12 anni) avviene il passaggio dal piano sensoriale al piano astratto. L’insegnante rimane mediatore; tuttavia il bambino deve sempre avvertire la sicurezza dell’adulto. Tra i temi: studi sull’acqua, chimica, educazione cosmica, storia, le religioni del mondo, cultura artistica e musicale, scoutismo. «Il lavoro manuale con un fine pratico aiuta ad acquisire una disciplina interiore. Quando la mano si perfeziona in un lavoro scelto spontaneamente, e nasce la volontà di riuscire, di superare un ostacolo, la coscienza si arricchisce di qualcosa di ben diverso da una semplice cognizione: è la coscienza del proprio valore.»«L’adolescenza (12 – 18 anni) è il periodo in cui il bambino diventa uomo, cioè un membro della società.» «L’associarsi porta forze nuove; stimola le energie. La natura umana ha bisogno della vita sociale, tanto per il pensiero che per l’azione».

Continua la lettura su Enciclopedia delle donne

Fonte: Enciclopedia delle donne

Autore: 
Renate Ramge

Licenza: Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale.


Articolo tratto interamente da 
Enciclopedia delle donne 


Pollice su e giù della settimana


Concesio: si sente male al supermercato Auchan, donna di 66 anni salvata da un dipendente tratto da BresciaToday





India, inondazioni in Kerala: più di 400 morti e oltre un milione di sfollati tratto da TPI









giovedì 30 agosto 2018

Arriva Empathy!




Ricevo e pubblico:

Prima il book trailer musicale, poi il romanzo a ottobre.
Brano inedito e scene meravigliose, nel video clip con m2o e Samsara Beach.

L'estate 2018 è destinata a non avere mai fine. La Nave dei Sogni lancerà infatti a ottobre "Empatia", un romanzo noir che travalica l'editoria e diventa un grande progetto che coinvolge in primis gli Hot Play e poi due istituzioni del divertimento in Italia: m2o, la radio allo stato puro, e il Samsara Beach, la spiaggia dei beach party più esclusivi e di tendenza.

Ma come se non bastasse, a precedere il noir di Pietro Favorito c'è adesso; "Empathy", un book trailer che è a tutti gli effetti un vero e proprio video musicale (https://youtu.be/WB4eQmm1LrA). E questa di abbinare all'uscita e alla promozione di un romanzo una clip curata in ogni dettaglio, rappresenta qualcosa di completamente nuovo nel panorama dell'editoria mondiale. Del resto, come lo stesso autore, da dj e scrittore, spiega: "se trascorri oltre 20 anni tra discoteche, villaggi turistici e la segretezza di una camera da letto a scrivere, basta solo combinare passioni e ingredienti per far nascere un'idea assolutamente innovativa". 


Il book trailer musicale, "Empathy", diretto da Mauro Fiorin per l'editing di MB Multimedia, ruota intorno alla figura del protagonista del romanzo, un giovane dj che lavora al Samsara Beach prima di diventare speaker della radio nazionale m2o. Appartengono a Gallipoli e a Roma, dunque, i luoghi, i volti e l'energia che animano le immagini del video, la cui atmosfera tipicamente estiva e vacanziera e' pero' contaminata da una minaccia velata e quasi impalpabile, che allude e rimanda a emozioni e suggestioni che poi troveranno spiegazione nelle pagine stampate. L'estate del book trailer musicale "Empathy" e' infatti l'estate in cui nel libro avviene l'incontro tra il protagonista del romanzo e la donna della sua vita, e che il lettore vive attraverso l'espediente narrativo del flashback. Qui, anche se non detto esplicitamente, si presagisce subito che qualcosa di terribile potrebbe esser accaduta alla ragazza, sensazione che finito il flashback trova sempre più conferma e prepara il lettore al tema di fondo del romanzo, la lotta alla violenza sulle donne. La storia di una vita spezzata, spenta assurdamente e prematuramente per colpa di passioni nate in una mente malata, è infatti la storia vera e tragica di troppe donne reali, in carne e ossa, in Italia e nel mondo. La frase conclusiva del trailer musicale "nemmeno la gioia di tutta l'umanità può cancellare il dolore di un grande amore rubato" racchiude e sintetizza il messaggio del romanzo, e fornisce al tempo stesso la chiave di lettura per il forte contrasto tra i colori dell'estate, la gioia e la voglia di divertimento della folla in vacanza, e lo stato d'animo del protagonista, che e' da un lato scuro in volto e turbato, e dall'altro estatico per le attenzioni date e ricevute da un'avvenente fanciulla, la brava Alice Natale.


Ironia della sorte, non saremmo qui a parlarvi del progetto "Empathy" se non fosse per un altro incontro fondamentale di questa straordinaria estate 2018, quello tutto reale tra l'autore Pietro Favorito e Klaus Docupil, noto dj e producer veneziano, già autore di numerosi brani dalle sonorità ricercate e d'avanguardia. Sono loro e le loro passioni affini e complementari i corpi e le menti degli Hot Play, gruppo di musica elettronica che ha curato testo e musica di un brano elettro pop energetico e travolgente, magistralmente cantato da Luca Brighi.  

La riuscita del book trailer deve infine molto anche al Samsara Beach, punto di riferimento e fenomeno inarrestabile, che anche grazie alla splendida e suggestiva cornice del Salento e alla direzione di David Cicchella, Rocco Greco e Giovanni Scigliuzzo ha saputo rivoluzionare il concetto di Beach Party in Italia; e m2o, la radio nazionale che incentra la sua programmazione su musica pop-elettronica con contenuti e conduzioni di stili diversi, e che sotto la sagace guida di Fabrizio Tamburini dà ampio spazio a eventi, serate, contatto con gli ascoltatori e a una massiccia presenza sui social network, diventando così un mondo unico da vivere a 360° e incontrando il gusto di un pubblico eterogeneo di giovani e adulti, in grado di coglierne appieno lo straordinario impulso vitale. 

In attesa dunque di leggere a ottobre l'ultimo lavoro di Pietro Favorito, re del noir nostrano, lasciamoci travolgere dalle note e le immagini di "Empathy", che si candida a diventare il tormentone musicale (e culturale) nelle radio e discoteche italiane. 


Per maggiori informazioni:





Fonte: inviato via mail dall'autore e pubblicato su diversi blog/siti
 
Autore: Cuore Noir

Licenza: pubblicato e concesso su richiesta dell'autore

Quest’articolo è stato condiviso e segnalato dal suo autore. Se vuoi pubblicare i tuoi post in questo blog, clicca qui. 
 
Photo credit Cuore Noir


Comunicato Anpi contro il razzismo e la cultura della violenza


Comunicato da ANPI

30 Agosto 2018

Essere altruisti aiuta a vivere meglio


Articolo da Nuovoeutile

Altruismo: una scelta che migliora la vita, e non solo


È l’altruismo ciò che ci rende davvero umani? Ci sono vantaggi nell’essere altruisti? L’altruismo non è mai disinteressato, e in fin dei conti non è altro che una forma superiore di egoismo? È la versione chic del buonismo più smidollato?

Qui vi presento una definizione sintetica, qualche fatto e qualche studio recente.  Poi, decidete voi. Io mi limito a suggerire che, in questi tempi in cui essere cattivisti va così di moda, e in cui ogni forma di altruismo rischia di venire etichettata come buonismo obsoleto e fallimentare, un pensierino in più sull’essere altruisti ci potrebbe anche stare.

IL BENE ALTRUI. Chiamiamo “altruistico”, dal latino alter (altro), l’atteggiamento e il comportamento di chi non si limita a conciliare il bene proprio con quello altrui, come dovrebbe fare ogni brava persona,  ma si preoccupa del bene altrui a prescindere dal proprio, e lo fa affrontando un rischio o un costo, e senza attendersi alcuna ricompensa.

QUANTO COSTA L’ALTRUISMO. Un consistente articolo su Evolutionary Psychology distingue quattro forme, o livelli, di altruismo: quello ad alto costo, che consiste nel salvare una vita anche mettendo a rischio la propria (per esempio, entrando in un edificio in fiamme, o arrampicandosi su per un palazzo). Quello a medio costo, che implica un pesante sacrificio (per esempio, una donazione importante) ma non il rischio della vita. Quello a basso costo: l’altruismo di tutti i giorni, che consiste nel’offrire qualcosa di nostro a qualcuno. Queste prime tre forme di altruismo sono incondizionate. E poi c’è una forma di altruismo quotidiano condizionato: fare un piccolo gesto generoso, aspettandosi che prima o poi verrà ricambiato.

ATTEGGIAMENTI E COMPORTAMENTI. Ehi: in tutti i casi, se non c’è un comportamento conseguente, il semplice atteggiarsi ad altruisti è pura ipocrisia. Una seducente messa in scena, e nient’altro.

In altre parole. Se vediamo un poveretto per strada (o in televisione) e ci accontentiamo di pensare a quanto ci dispiace per lui, non siamo altruisti, e nemmeno altruisti a basso costo: ci stiamo solo specchiando per un attimo nel caos che può impossessarsi di tutte le vite, compresa la nostra, per poi ritrarci con un brivido, affrettandoci a pensare ad altro. Un piccolo dono fatto senza distogliere lo sguardo (questa è la parte più difficile) sarebbe già un passettino in più.

UN PAESE CHE SA DONARE, NONOSTANTE TUTTO. Per fortuna un sacco di gente dona risorse personali anche importanti, compreso il proprio tempo. Nel nostro paese ci sono cinque milioni e mezzo di persone che fanno volontariato (quasi un italiano su dieci). C’è chi dona il proprio sangue. E perfino chi dona un rene a uno sconosciuto: si chiama donazione samaritana. In Italia, fino ad oggi, è già successo sei volte. La prima volta nel 2015. Un gesto così potente e fuori da ogni schema che  mi è sembrato necessario raccontarlo.

ALTRUISMO ISTINTIVO. Auguste Comte, francese, sociologo e filosofo positivista, nella prima metà dell’Ottocento teorizza che l’altruismo è istintivo e che, spingendoci a cooperare e a proteggerci a vicenda, favorisce la conservazione della specie. Di fatto, ci viene più naturale essere altruisti con ci sta più vicino (i figli soprattutto, i consanguinei). A confermarlo è la teoria della selezione parentale (kin selection), che vale anche per gli animali, insetti sociali compresi. Una curiosità: tra gli animali più altruisti ci sono i pipistrelli e i simpatici bonobo.

Continua la lettura su Nuovoeutile


Fonte: Nuovoeutile

Autore: 
Annamaria Testa 

Licenza: Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.


Articolo tratto interamente da 
Nuovo e utile


Solo per oggi gratis su Giveaway of the Day - Leawo DVD Creator 7.9.0


Oggi il sito Giveaway of the Day offre per ventiquattro ore, un programma professionale di creazione DVD amatoriali.

Vi ricordo di leggere le condizioni e l'uso nel sito, inoltre nel readme scaricato, troverete le spiegazioni per l’attivazione.

Nota bene: Il programma comprende una licenza di 1 anno. Leawo DVD Creator funziona come modulo della suite Leawo Prof. Media. 

Note sul software

Troverete i dettagli delle funzioni a questo indirizzo:



Sito web: Giveaway of the Day

Pagina download qui



Secondo una ricerca, gli italiani sono il popolo più ignorante d'Europa

Articolo da Berlino Magazine

IPSOS Mori stila ogni anno una classifica sull’ignoranza dei popoli.

La classifica sull’ignoranza dei popoli stilata da IPSOS Mori, un’importante azienda inglese di analisi e ricerca di mercato, vede gli italiani dodicesimi al mondo e primi in Europa. Una posizione di poco migliore rispetto alla prima edizione del 2014 che aveva incoronato l’Italia come il Paese più ignorante al mondo. Precisamente, con questo termine si intende indicare chi ignora o ha una percezione distorta della realtà che lo circonda.

Una percezione errata della realtà


Perils of Perception di Ipsos al quarto anno redige un nuovo studio – pericoli della percezione – che indaga su quanto errate possano essere le percezioni di 38 nazioni su alcune questioni fondamentali del loro Paese. “Perceptions are not reality, things are not as bad as they seem” (le percezioni non sono la realtà, i fatti non sono così gravi come possono sembrare), recita il testo del sondaggio. Si rileva infatti una sistematica propensione a dipingere la realtà in modo peggiore di quanto non sia.

Ma quali sono le percezioni degli italiani sul proprio Paese?


Prendendo l’esempio dei casi di omicidio, alla domanda se questi siano diminuiti o aumentati dal 2000 (essendo realmente diminuiti del 39% da allora), il 49% degli intervistati crede che siano aumentati e solo l’8% ha risposto correttamente. Altro argomento caldo trattato nella indagine è quello sugli sbarchi degli immigrati. Secondo i numeri forniti dal Viminale a ferragosto, sia i reati che gli sbarchi nel nostro Paese sono in diminuzione. Al contrario, la percezione di insicurezza e l’idea di “invasione” è largamente diffusa tra gli italiani.

L’Italia a confronto con la Germania e gli altri Paesi


In termini assoluti, non è l’Italia il Paese che ospita più rifugiati e richiedenti asilo, bensì la Germania. Tra i popoli meno consapevoli delle statistiche ci sono i sudafricani, seguiti da brasiliani, filippini, peruviani e indiani. Dall’altra parte, i Paesi con una percezione più accurata dei dati che li riguardano sono svedesi, danesi e norvegesi. La Germania si attesta al 25° posto nella classifica mondiale, superando l’Italia di qualche punto anche a livello europeo.


Continua la lettura su Berlino Magazine


Fonte: Berlino Magazine

Autore: 

Licenza: Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale.


Articolo tratto interamente da 
Berlino Magazine

Ogni giorno al tuo risveglio pensa...



Ogni giorno al tuo risveglio pensa:
Oggi sono fortunato perché
mi sono svegliato
Sono vivo
ho il dono prezioso della vita
Non lo sprecherò.
Userò tutte le mie energie
per migliorare me stesso,
per aprire il mio cuore agli altri,
lavorerò per il loro beneficio.
Avrò solo pensieri gentili verso gli altri
non mi arrabbierò
e non penserò male di nessuno.
Aiuterò gli altri il più possibile
mettendo la mia vita al loro servizio.

Preghiera Tibetana 


mercoledì 29 agosto 2018

Corsica

Corsica - Purified Land from Time To See Films on Vimeo.

Photo e video credit Time To See Films caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons 


Habitat

habitat from Steffen Krones on Vimeo.

Photo e video credit Steffen Krones caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons 


Sono tornato: recensione del film



Sono tornato è un film del 2018 diretto da Luca Miniero.

Trama 

Nel 2017, Benito Mussolini cade dal cielo a Roma davanti alla Porta Alchemica senza essere invecchiato di un solo giorno e credendo di essere ancora nel 1945; inizialmente disorientato da una società molto diversa da quella che conosceva, poco dopo incappa nell'aspirante regista Andrea Canaletti, da poco licenziato dal canale My Tv per cui lavorava e stava girando un film senza successo davanti alla porta magica dove era caduto il dittatore.

Intenzionati a sfruttarsi a vicenda, Canaletti e Mussolini (che viene creduto, da Canaletti e non solo, un semplice attore che recita la parte) iniziano un viaggio per l'Italia, il primo per girare un documentario in grado di renderlo celebre, il secondo per saggiare lo stato d'animo degli Italiani nella speranza di poter un giorno riprendere il potere. Viaggiando su e giù per il Paese i due raccolgono in poco tempo un gran numero di consensi fino al giorno in cui la popolarità di Mussolini diviene tale che la splendida e ambiziosa Katia Bellini, nuova direttrice di My Tv, decide di creare uno show televisivo dedicato all'apparentemente finto dittatore, le cui idee stanno facendo sempre più presa nell'immaginario collettivo.

Lo spettacolo, come prevedibile, si rivela un successo internazionale che attira persino l'attenzione dei principali media stranieri, facendo la fortuna sia di Mussolini, che vede aumentare a dismisura il proprio consenso, che di Canaletti, reintegrato nell'azienda e rapidamente promosso. Solo in pochi trovano il coraggio di criticare a più riprese la retorica fanatica e populista del dittatore e il circo mediatico da esso creato; a nulla valgono i moniti di alcuni membri di My Tv di non celebrare eccessivamente il personaggio nel nome della satira e delle esigenze di spettacolo. Le cose tuttavia cambiano drammaticamente quando il vicedirettore di MyTv, per vendicarsi di essere stato scavalcato e messo in secondo piano dalla Bellini, fa in modo di rendere pubblico durante un dibattito tra Mussolini ed Enrico Mentana il video dell'uccisione di un cane ad opera del dittatore durante il giro d'Italia con Canaletti, che viene quindi duramente criticato e messo alla porta assieme a Mussolini e alla stessa Katia.

Rimasti senza casa e senza lavoro, Canaletti e Mussolini trovano momentaneo rifugio a casa della fidanzata di Andrea, Francesca (che è riuscito a conquistare anche grazie allo stesso Mussolini), ma qui il dittatore viene riconosciuto dall'anziana nonna della ragazza, una sopravvissuta al rastrellamento del ghetto di Roma. Canaletti, ormai disgustato dall'ideologia malata del dittatore, prende le distanze da lui e Mussolini, ritrovatosi di colpo solo, una notte viene violentemente pestato da alcuni uomini mascherati: a prima vista sembra una reazione violenta di animalisti provocati dal video dell'uccisione del cane, ma in realtà si tratta di una messinscena orchestrata dalla Bellini per tornare alla ribalta su una rete televisiva concorrente a My Tv, mentre Mussolini s'innamora di lei, rivedendo in essa Claretta Petacci, oltre a trasferirsi nella sua casa.

Nel mentre Canaletti, riguardando il materiale di regia da lui girato poco prima dell'incontro con Mussolini, vede l'apparente comico cadere dal cielo alle sue spalle e recatosi sul luogo dell'evento (la famosa Porta Alchemica) capisce che, secondo la leggenda in realtà vera, si tratta di un punto di contatto tra il mondo dei vivi e l'aldilà, rendendosi quindi conto che quello che fino a quel momento riteneva un comico è davvero Benito Mussolini. Nello stesso momento la Bellini, sfruttando il finto pestaggio, riesce a rientrare nel mondo dei media e ad organizzare un nuovo spettacolo televisivo assieme al Duce, riavendo denaro e successo; Canaletti prende la pistola di un poliziotto e irrompe sulla scena, tentando di convincere tutti che quello non è un semplice attore, ma pur trovandosi nell'opportunità di poterlo uccidere rinuncia a sparargli per non diventare come lui e viene per questo arrestato.

Ormai totalmente riabilitato dalla maggior parte degli italiani (inclusa persino la padrona del cane da lui ucciso, che accetta in diretta di perdonarlo), Mussolini è pronto a sfruttare il suo carisma e la potenza dei media per cercare di riprendere il potere.

Curiosità sul film

La pellicola è un remake del film tedesco Lui è tornato (2015), in cui veniva raccontato l'ipotetico ritorno di Adolf Hitler nella Germania odierna e le sue conseguenze.

Così come nell'originale tedesco il film è composto in buona parte da scene improvvisate in cui Massimo Popolizio interagisce nei panni di Mussolini con persone ignare della finzione in atto, scatenando le reazioni più disparate.

La mia opinione

Il film sicuramente suscita una profonda riflessione. Molto attuale, ci fa capire che spesso la storia ha cattivi allievi, certe atrocità vengono cancellate dalla memoria e magari si passa a una riabilitazione di dittatori, che hanno fatto milioni di vittime.

Voto: 6,5

Questo articolo è pubblicato nei termini della GNU Free Documentation License. Esso utilizza materiale tratto da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


In barca di David Herbert Lawrence


In barca

Vedi le stelle, amore,
Ancor più chiare nell'acqua e splendenti
Di quelle sopra a noi, e più bianche
Come ninfee!

Ombre lucenti di stelle, amore:
Quante stelle sono nella tua coppa?
Quante riflesse nella tua anima?
Solo le mie, amore, le mie soltanto?

Guarda, quando i remi muovo,
Come deformate s'agitano
Le stelle, e vengon disperse!
Perfino le tue, lo vedi?

Rovesciano le stelle le acque
Acque povere, inquiete, abbandonate!
Dici, amore, che non viene scosso il cielo
E immobili son le sue stelle?

Là! hai visto
Quella scintilla volare su di noi? Le stelle
In cielo neanche son sicure.
E di me, che sarà, amore, di me?

Cosa sarà, amore, se presto
La tua stella fosse lanciata sopra un'onda?
Sembrerebbero le tenebre un sepolcro?
Svaniresti tu, amore, svaniresti?

David Herbert Lawrence


Citazione del giorno


"Il razzismo è l'espressione del cervello umano ridotta ai minimi termini."

Rigoberta Menchú


martedì 28 agosto 2018

Germania: neonazisti scatenati contro gli stranieri


Purtroppo l'Europa ha preso una brutta deriva, in queste ore arrivano pessime notizie anche dalla Germania. 


Video credit RT caricato su YouTube


Comunicazione di servizio



Se avete canali video e se volete condividere i vostri contenuti in questo blog, basta che mi segnalate i vostri spazi tramite mail.





Io ho un sogno...



Io ho un sogno. È un sogno profondamente radicato nel sogno dell'America. Ho un sogno. Che un giorno questa nazione si alzerà e vivrà il vero significato del suo credo: "Noi riteniamo naturale questa verità: tutti gli uomini sono stati creati uguali".

Ho un sogno, che un giorno sulle rosse colline della Georgia i figli degli schiavi di un tempo e i figli dei padroni degli schiavi di un tempo si siederanno l'uno accanto all'altro, insieme, al tavolo della fratellanza.

Ho un sogno, che un giorno anche lo stato del Mississippi, oggi soffocato dal manto bruciante dell'oppressione, si trasformerà in un'oasi di pace e giustizia.

Ho un sogno. Che i miei quattro bambini vivano un giorno in una nazione dove non saranno giudicati per il colore della pelle per chi sono nel cuore.

Ho un sogno. Che un giorno lo stato dell'Alabama, governato oggi da chi non parla che di vanificare e dividere, diverrà un luogo dove i bambini e le bambine di colore daranno la mano ai bambini e alle bambine bianchi, e cammineranno insieme come fratelli e sorelle...

E se l'America vuole diventare una grande nazione questo sogno deve avverarsi.
E allora facciamo risuonare l'eco della libertà dalle stupende colline del New Hampshire. L'eco della libertà dagli alti Allegheny della Pennsylvania! L'eco della libertà dalle rocce innevate del Colorado! L'eco della libertà dalle morbide discese della California! Ma non soltanto: l'eco della libertà da Stone Mountain in Georgia! L'eco della libertà da ogni collina e da ogni piccolo cumulo di terra del Mississippi. Da ogni versante, da ogni montagna, facciamo echeggiare la libertà.

Quando risuonerà l'eco della libertà da ogni paese, da ogni stato e da ogni città, potremo accelerare l'arrivo di quel giorno in cui tutti i figli di Dio, uomini neri e uomini bianchi, ebrei e gentili, protestanti e cattolici, potranno darsi la mano e cantare le parole di quel vecchio spiritual Negro, "Liberi, infine! Grazie Dio onnipotente, siamo infine liberi!"

Martin Luther King 


Proverbio del giorno



Sii superiore a chi odia.


28 agosto 1859 - Comincia la più grande tempesta solare che sia mai stata registrata da uno strumento umano


Articolo da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

L'Evento di Carrington fu la più grande tempesta geomagnetica o solare mai osservata dagli astronomi. Registrata il primo settembre 1859 durante la presidenza di James Buchanan, deve il suo nome all'astronomo inglese Richard Carrington che, grazie al suo studio delle macchie solari, fu precursore anche della Legge di Spörer.

L'evento produsse i suoi effetti su tutta la Terra dal 28 agosto al 2 settembre.

La tempesta provocò notevoli disturbi all'allora recente tecnologia del telegrafo, causando l'interruzione delle linee telegrafiche per 14 ore, e produsse un'aurora boreale visibile anche a latitudini inusuali (ad esempio a Roma, in Giamaica, alle Hawaii e a Cuba).

Ebbe un indice DST pari a -850 nanotesla.

Giovedì 1º settembre 1859, alle ore 11:18, in una mattinata serena priva di nuvolosità, mentre era dedito all'osservazione del Sole attraverso un telescopio che ne proiettava l'immagine su uno schermo, il trentatreenne Richard Carrington focalizzò la sua attenzione su un paio di luci accecanti apparse all'improvviso dentro una formazione di macchie solari che stava studiando; avevano una strana forma a fagiolo ed eguagliavano, se non superavano addirittura, la stessa luminosità della nostra stella.

Agitatissimo, comprendendo di essere testimone di un evento straordinario, corse a cercare qualcuno che avallasse la sua scoperta, ma inutilmente: quando ritornò, con sua grande sorpresa s'accorse che l'intensità di quelle luci si era alquanto affievolita fino a scomparire.

Il giorno successivo, poco prima dell'alba, i cieli nei pressi delle latitudini di Cuba, Bahamas, Giamaica, El Salvador ed Hawaii si colorarono di rosso sangue a causa di intense e variopinte aurore, la cui causa era da riportare a quelle luci che Carrington la mattina precedente aveva avuto la fortuna di poter osservare, e che altro non erano se non brillamenti, esplosioni magnetiche che avvenivano sulla superficie solare.

Continua la lettura su Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Questo articolo è pubblicato nei termini della GNU Free Documentation License. Esso utilizza materiale tratto da Wikipedia, l'enciclopedia libera.



lunedì 27 agosto 2018

Questo blog è antifascista!



Io non amo il fascismo e le dittature, se volete inserire un banner, vi ricordo questa iniziativa.





Oggi come ieri, ora e sempre resistenza!


I video storici dell’Inail pubblicati su YouTube


Articolo da Cittadini di Twitter

Il cappellone e il “Riso amaro”. Binomio indissolubile di vita e lavoro. Il largo copricapo di paglia emblema e simbolo delle mondine era distribuito e realizzato dall’Inail per proteggere le lavoratrici dal sole durante l’attività svolta nelle risaie. È questa una delle tante curiosità contenute in “Riflessi in risaia”, uno dei filmati d’epoca pubblicati sul canale YouTube dell’Istituto, piattaforma informatica che, ad otto anni dalla sua apertura, con oltre nove milioni di visualizzazioni e più di 5000 video disponibili è la più visitata tra quelle riconducibili alle istituzioni pubbliche.

Il video “Riflessi in risaia” realizzato con la collaborazione dell’Inail.  Oltre al cappello protettivo l’Inail forniva alle mondine delle robuste calze con cui le donne potevano proteggere le gambe dalle acque gelide delle risaie. L’indumento indossato e reso celebre, nell’immaginario collettivo, da Silvana Mangano nella pellicola di Giuseppe De Santis “Riso amaro” del 1949 è stato, in realtà, uno degli ausili forniti dall’Istituto per salvaguardare le lavoratrici non soltanto dal freddo delle acque ma anche dal sorgere delle vesciche provocate da un parassita presente nelle risaie. Ogni anno dai primi del 900 fino agli anni ‘60 molte donne si recavano nel vercellese e nel novarese per svolgere a piedi nudi e con la schiena curva questa attività tesa a togliere le erbacce infestanti che disturbavano la crescita delle piantine di riso. Oggi ci pensano i diserbanti. Realizzato con la collaborazione e la consulenza tecnica dell’Inail il documentario della durata di poco più di dieci minuti fa parte insieme a tanti altri filmati d’epoca dell’archivio storico dell’Istituto.

Studenti in visita all’Esposizione permanente per la sicurezza e l’igiene sul lavoro. Il racconto per immagini delle lavoratrici del riso rappresenta soltanto una delle numerose narrazioni video a cui l’utente può accedere gratuitamente attraverso il canale YouTube dell’Istituto. Tra le altre curiosità presenti, un servizio dell’Istituto Luce del 27 marzo 1941 che mostra gli allievi di una scuola industriale di Milano in visita all’Esposizione permanente per la sicurezza e l’igiene sul lavoro voluto dall’Enpi, l’Ente nazionale di propaganda contro gli infortuni fondato nel 1938. Non mancano filmati d’epoca sugli infortuni nei boschi, la sicurezza in agricoltura, l’infermeria in fabbrica.

Continua la lettura su Cittadini di Twitter



Licenza: Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.



Articolo tratto interamente da Cittadini di Twitter