lunedì 13 agosto 2018

Come sono cambiate le vacanze degli italiani


Ferragosto è alle porte e milioni d'italiani si accingono a partire per le agognate ferie. Vorrei tornare un po' indietro nel tempo, per analizzare come sono cambiate le vacanze degli italiani, nel corso degli anni.

Il viaggio, per motivi di vacanza è prerogativa di pochi, fino alla seconda metà del Novecento; perché soltanto i nobili e i ricchi potevano permettersi la "villeggiatura".

Gli anni '50 sanciscono l'ingresso del popolo nel mercato delle ferie estive, grazie anche all'articolo 36 della neonata Costituzione: “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa. La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge. Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi." (poi qualcuno a volte, finge di non conoscere quest'articolo; ma questo è un altro discorso).

Poi arriva il boom economico degli anni '60, il mercato del turismo assume una dimensione ben più ampia: nel 1959 è il 13% della popolazione ad andare in vacanza; mentre già nei primi anni '60 il dato sale al 21%. Inizialmente si tratta di gite fuori porta che si svolgono in una giornata; soprattutto in spiagge affollate limitrofe ai centri urbani. Il cibo si porta da casa e negli anni '60 ci si concedeva anche un gelato a fine pranzo. Soltanto durante il boom, si allungano i periodi di soggiorno anche di venti giorni; un tempo molto più ampio rispetto a quello attuale. L'incremento dei flussi turistici interni è affiancato all'aumento degli arrivi internazionali e cosi l'Italia diventa la prima meta mondiale per le vacanze.  

Arrivano gli anni '70 e si va soprattutto in campeggio e i più giovani fanno l'autostop. Con la crisi petrolifera anche il turismo, subisce una battuta d'arresto per poi riprendersi negli anni '80. L'Istat rileva che nel 1985 si reca in vacanza il 46% della popolazione e questi sono gli anni delle agenzie e dei villaggi vacanze. Siamo lontanissimi dal "turismo fai da te" e dal ritorno di una certa autenticità, che sembra contraddistinguere i nostri anni.

Gli italiani però cominciano a prediligere mete più esotiche, che continueranno in tutti gli anni '90.

In questi anni il viaggio è diventato comune non solo nella forma di vacanza e questa voglia di muoversi; incontra nella seconda metà degli anni '90, le nuove tecnologie informatiche. Nel nuovo millennio si prenotano le vacanze tramite internet e la durata delle ferie si accorcia (massimo una settimana).

Tornando ai nostri giorni, il mercato del turismo si è specializzato e diversificato; gli italiani preferiscono mete più nostrane anche per paura di attentati; ma i dati sono in continuo aumento e ci fanno ben sperare: perché viaggiare è sempre una ricchezza e non bisogna mai abbandonarsi alla paura.

Autore: Mariangela B.

Coautore: Cavaliere oscuro del web
 



4 commenti:

  1. Molto interessante. La vacanza è un momento alto, purtoppo le vacanze di massa, piene di gente, caos, inquinamento, sembrano l'altra faccia del lavoro alienante. Interessante anche vedere come si pensasse al benessere del lavoratore, nella nostra bella Costituzione, cosa andata sempre più nel dimenticatoio, con troppo lavoro per pochi e poco o niente per tanti ... come molti lavoratori sfruttati nel campo turistico.

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    1. Purtroppo lo sfruttamento dei lavoratori è aumentato negli ultimi tempi.

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  2. Interessante e precisa disamina delle vacanze degli italiani.

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