Ferragosto è alle porte e milioni d'italiani si accingono a
partire per le agognate ferie. Vorrei tornare un po' indietro nel tempo, per
analizzare come sono cambiate le vacanze degli italiani, nel corso degli anni.
Il viaggio, per motivi di
vacanza è prerogativa di pochi, fino alla seconda metà del Novecento; perché
soltanto i nobili e i ricchi potevano permettersi la "villeggiatura".
Gli anni '50 sanciscono
l'ingresso del popolo nel mercato delle ferie estive, grazie anche all'articolo
36 della neonata Costituzione: “Il lavoratore ha diritto ad una
retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni
caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e
dignitosa. La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge.
Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e
non può rinunziarvi." (poi qualcuno a volte, finge di non conoscere
quest'articolo; ma questo è un altro discorso).
Poi arriva il boom economico
degli anni '60, il mercato del turismo assume una dimensione ben più ampia: nel
1959 è il 13% della popolazione ad andare in vacanza; mentre già nei primi anni '60 il dato sale al 21%. Inizialmente si tratta di gite fuori porta che si
svolgono in una giornata; soprattutto in spiagge affollate limitrofe ai centri
urbani. Il cibo si porta da casa e negli anni '60 ci si concedeva anche un
gelato a fine pranzo. Soltanto durante il boom, si allungano i periodi di
soggiorno anche di venti giorni; un tempo molto più ampio rispetto a quello
attuale. L'incremento dei flussi turistici interni è affiancato all'aumento
degli arrivi internazionali e cosi l'Italia diventa la prima meta mondiale per
le vacanze.
Arrivano gli anni '70 e si va
soprattutto in campeggio e i più giovani fanno l'autostop. Con la crisi
petrolifera anche il turismo, subisce una battuta d'arresto per poi riprendersi
negli anni '80. L'Istat rileva che nel 1985 si reca in vacanza il 46% della
popolazione e questi sono gli anni delle agenzie e dei villaggi vacanze. Siamo
lontanissimi dal "turismo fai da te" e dal ritorno di una certa
autenticità, che sembra contraddistinguere i nostri anni.
Gli italiani però cominciano a
prediligere mete più esotiche, che continueranno in tutti gli anni '90.
In questi anni il viaggio è
diventato comune non solo nella forma di vacanza e questa voglia di muoversi;
incontra nella seconda metà degli anni '90, le nuove tecnologie informatiche.
Nel nuovo millennio si prenotano le vacanze tramite internet e la durata delle
ferie si accorcia (massimo una settimana).
Tornando ai nostri giorni, il
mercato del turismo si è specializzato e diversificato; gli italiani
preferiscono mete più nostrane anche per paura di attentati; ma i dati sono in
continuo aumento e ci fanno ben sperare: perché viaggiare è sempre una
ricchezza e non bisogna mai abbandonarsi alla paura.
Coautore: Cavaliere oscuro del web
Molto interessante. La vacanza è un momento alto, purtoppo le vacanze di massa, piene di gente, caos, inquinamento, sembrano l'altra faccia del lavoro alienante. Interessante anche vedere come si pensasse al benessere del lavoratore, nella nostra bella Costituzione, cosa andata sempre più nel dimenticatoio, con troppo lavoro per pochi e poco o niente per tanti ... come molti lavoratori sfruttati nel campo turistico.
RispondiEliminaPurtroppo lo sfruttamento dei lavoratori è aumentato negli ultimi tempi.
EliminaInteressante e precisa disamina delle vacanze degli italiani.
RispondiEliminaGrazie per il tuo commento.
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