venerdì 31 gennaio 2025

La Corte Europea per i diritti umani condanna l’incapacità dello Stato italiano di affrontare il problema della Terra dei Fuochi

Nola-RogodiRifiuti-23-10-2012


Articolo da Cittadini reattivi

La Corte ha riscontrato una violazione del diritto alla vita a causa dell’incapacità dello Stato italiano di affrontare il problema dell’abbandono, dell’interramento o dell’incenerimento di rifiuti su terreni privati, spesso ad opera di gruppi criminali organizzati, nelle zone della regione Campania note come Terra dei Fuochi.

La Corte ha indicato che l’Italia dovrebbe elaborare una strategia globale per affrontare la situazione della Terra dei Fuochi, istituire un meccanismo di monitoraggio indipendente e creare una piattaforma di informazione pubblica”

Si legge così nell’home page del sito ufficiale della Corte Europea per i Diritti Umani, a proposito del ricorso “Cannavacciuolo and Others v. Italy”.

Un’altra amara, amarissima vittoria per le cittadine e i cittadini reattivi italiani, questa volta della Campania, che sono dovuti ricorrere all’Alta Corte di Strasburgo per vedere riconosciuto il loro diritto alla vita salubre, in quella che una volta era la Campania Felix, ma che ha assorbito per decenni gli sversamenti dei veleni e dei rifiuti industriali del nord, perpetrati da mafie ed ecomafie, con connivenze a ogni livello.

Sono passati più di dieci anni dal decreto Terra dei Fuochi e solo nel 2020, lo Stato Italiano, grazie all’intervento dell’allora Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, aveva riconosciuto Giugliano come Sito di Interesse Nazionale, (SIN). Cos’è un SIN?  Non ci stancheremo mai di denunciarlo: i siti di interesse nazionale, 60 in Italia tra regionali e nazionali, sono quelle aree così contaminate dal punto di vista ambientale da avere avuto ricadute certe sulla salute degli abitanti e le cui bonifiche, in assenza dell’identità di chi ha inquinato, spettano allo Stato italiano.

Non è la prima condanna per i governi italiani

In precedenza la Corte Europea per i Diritti Umani (CEDU) si è pronunciata sia nel 2019 che nel 2022 per altre 5 condanne, in riferimento al disastro ambientale e sanitario di Taranto, di cui ci siamo ampiamente occupati e sulla quale stiamo preparando il documentario-inchiesta Taranto Chiama.


Continua la lettura su Cittadini reattivi 

Autore: Rosy Battaglia 


Articolo tratto interamente da Cittadini reattivi



Siamo sicuri di vivere in uno stato di diritto?



Articolo da Il Manifesto in rete

Non mi sento più di vivere in uno Stato di diritto e non lo avverto solo da oggi. Assisto all’erosione costante dei diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione italiana e dalle norme internazionali dei diritti umani. Una Costituzione nata dalle macerie morali e umane della II guerra mondiale e della Resistenza italiana.

Uno Stato di diritto dovrebbe tutelare principi come l’uguaglianza (pur nelle diversità umane – non di status), la libertà…Tutelare tutti i cittadini avendo ben chiari ed applicabili/applicati i principi democratici derivati sia dal pensiero illuminista, da Montesquieu in poi che apriva la stagione democratica assembleare della prima rivoluzione francese; il fondamento delle democrazie parte dalla distinzione dei tre poteri dello Stato che devono mantenersi ben autonomi fra loro. Fondamentale è la partecipazione di tutto il popolo alla vita politica, perché non è più suddito di un potere assoluto, ma si trasforma in cittadino. Si sarebbero dovuti sviluppare i principi di libertà e di democrazia nati in epoca moderna prima in Inghilterra poi con il pensiero economico di Adam Smith che ipotizzava accanto alla concorrenza perfetta dei mercati aggiustamenti per rendere il sistema comunitario e solidaristico. Aggiustamenti mai messi in pratica, ma ricercati continuamente con lo sviluppo delle idee marxiste e socialiste…

Dalla nostra Costituzione sono stati ripresi questi principi con un bellissimo (un po’ meno per i pasticci  commessi negli ultimi anni, esempio titolo V) articolato in cui spiccano sempre due elementi fondamentali: personalismo e solidarismo.

Come proponeva il costituzionalista Leopoldo Elia la Costituzione italiana è da leggere nel suo insieme, perché ogni articolo, e quindi ogni principio, rimanda sempre ad altri articoli e quindi principi.

Utilizzare, purtroppo con uno stillicidio di atti e norme almeno da più di vent’anni, questa Carta come un documento diverso nella sostanza dall’originale, è un primo elemento che non mi fa sentire più nello stesso Stato di diritto auspicato dai costituenti. Penso alle pessime norme, sono per lo più decreti governativi (molti poi decreti legge senza il dovuto carattere di necessità ed urgenza, ma solo di opportunismo, spesso di casta) che bypassano l’organo legislativo ormai solo un contenitore vuoto di sedie comunque occupate da pochi, ma costosissimi, parlamentari. Nella passata legislatura si è mantenuta una legge elettorale che il popolo avrebbe voluto cambiare subito, perché non rispondente alla reale sovranità popolare; oggi nessuno ne parla più; intanto però si è diminuito il numero dei parlamentari accanto alle candidature di nominati da parte delle dirigenti dei partiti. Il risultato è la minore rappresentanza rispetto al 1948, perché, pur se è in atto un calo demografico, da allora ci sono circa 10-12 mln di cittadini in più. Inoltre sono di più coloro che possono partecipare al voto: quota più alta di adulti ed anziani e la maggiore età non è più a 21 anni ma a 18. Quindi in pochissimi vengono delegati a rappresentare non tutti, ma pochi per l’altra distorsione della legge elettorale con quorum e premio di maggioranza.

Tutti comunque hanno applaudito al minor numero di parlamentari, il verbo politico-populista è stato quello del risparmio (!); infatti pochi mesi dopo la nuova oligarchica legislatura ha deciso di aumentarsi gli emolumenti e si continua ad aprire a nuovi posti ministeriali con contratti costosi e senza la garanzia del merito derivante, come dice la costituzione, dai concorsi pubblici. Poi si aumentano commissioni parlamentari e quelle più importanti vedi bilancio per esempio in questi giorni) fanno fatica a lavorare anche per l’esiguo numero dei componenti, effetto perverso del calo dei parlamentari. Un Parlamento ridotto ormai a fare da passacarte, solo una corte per il sovrano… Lo stillicidio pluriennale definito anti-casta del così detto liberalismo ha poi ridotto i nostri apparati burocratico-amministrativi al soldo di chi vuole leggi per i suoi interessi, di chi fa l’imprenditore con soldi pubblici soltanto…

Controlli? Sempre meno e comunque quelli Costituzionali attaccati continuamente.

A livello politico sono pochi i veri politici competenti; le competenze spesso zero e servono per interessi per lo più dei privati; desaparecidos i principi solidaristici degli articoli costituzionali economici e dell’art. 53 sulla progressività del carico fiscale, che non a caso si trova fra i sei articoli sotto il titolo dei rapporti politici!

Nel momento in cui ci sarebbe bisogno di avere una maggior qualità culturale, politica ed etica fra le competenze di merito c’è invece quella di correre e saltare velocemente per mantenersi una sedia, non si può rimanere fuori dal giro elettorale…ma rispetto al vero gioco adolescenziale ce n’è sempre pronta un’altra; non si rimane fuori dal cerchio magico o perché si decide di anticipare la fine del proprio mandato per essere eletti in altre assemblee o perché la casta a cui si appartiene costruisce ad hoc il posto di lavoro da occupare; si parla tanto di enti inutili, ma se ne inventano sempre di nuovi e per i bilanci costosi.

Ecco la corte: comandante sempre più delineato, poi vassalli e vassallini, cicisbei più o meno aristocratici; non siamo nell’Ancien Règime pre-rivoluzionario, ma nel Nouveau Régime costruito ad immagine e somiglianza di un paese che dal 1944/45 continua ad esportare a suon di guerre o attentati la democrazia; ha deciso le sorti nostre ed europee ed oggi ci costringe a mettere a bilancio costi per un riarmo che la maggioranza degli italiani ed europei non vorrebbe, ma che accetta perché non può fare a meno di consumare e speculare come le city economiche e finanziarie hanno imposto sempre di più. Del resto, un’Europa uniti, dei diritti e del dialogo democratico, dà fastidio a chi vuole comandare nella geopolitica attuale.

L’opposizione politica? Se esiste realmente, parla…troppo spesso a vuoto; c’è sempre meno collegamento con la vita  e i problemi quotidiani.

Intanto il dovere di voto si esercita sempre di meno, ma chi si sente ancora cittadino anche localmente?

Lo Stato di diritto richiederebbe una vera democrazia.

Brevemente altri elementi.

Sempre meno presente è la libertà di stampa, più fake news, sostegno a stampa condizionata dalle maggioranza economico-politiche.

Sempre meno la libertà di opinione, di manifestazione, fra un po’ di riunione; attacco al diritto di sciopero…

Davanti alla legge c’è ancora eguaglianza, oppure si ha un numero sempre più alto di sudditi o “cittadini” di serie B?

Continua la lettura su Il Manifesto in rete


Fonte: Il Manifesto in rete 

Autore: 
Silvia R. Lolli 

Licenza: Creative Commons (non specificata la versione


Articolo tratto interamente da Il Manifesto in rete


Inverno di Antonia Pozzi

Inverno

Fili neri di pioppi
fili neri di nubi
sul cielo rosso
e questa prima erba
libera dalla neve
chiara
che fa pensare alla primavera
e guardare
se ad una svolta
nascono le primule.
Ma il ghiaccio inazzurra i sentieri
la nebbia addormenta i fossati
un lento pallore devasta
i dolori del cielo.
Scende la notte -
nessun fiore è nato -
è inverno - anima -
è inverno.

Antonia Pozzi


Si chiama amore...


"Si chiama amore ogni superiorità, ogni capacità di comprensione, ogni capacità di sorridere nel dolore. Amore per noi stessi e per il nostro destino, affettuosa adesione ciò che l'imperscrutabile vuole fare di noi anche quando non siamo ancora in grado di vederlo e di comprenderlo, questo è ciò a cui tendiamo."

Hermann Hesse

Come provare a non ricevere telefonate commerciali dai call center

 Come provare a non ricevere telefonate commerciali dai call center, ecco un tutorial.


Video credit OpenSourceSociety caricato su PeerTube Italia - licenza: Pubblico dominio


Il diritto di vivere


"La terra fu creata con l’aiuto del sole e tale dovrebbe restare...La terra fu fatta senza linee di demarcazione, e non spetta all’uomo dividerla... Vedo che i bianchi in tutto il paese accumulano ricchezze, e vede il loro desiderio di darci terre senza valore... La terra ed io siamo dello stesso parere. Le dimensioni della terra e le dimensioni dei nostri corpi sono le stesse. Diteci, se potete dirlo, che siete mandati da una Potenza Creatrice a parlare con noi. Forse voi pensate che il Creatore vi ha mandati qui a disporre di noi come meglio vi pare. Se io pensassi che voi siete inviati dal Creatore, potrei essere indotto a pensare che avete il diritto di disporre di me. Non fraintendetemi, ma capitemi pienamente tenendo conto del mio amore per la terra. Io non ho mai detto che la terra è mia per farne ciò che mi pare. L’unico che ha diritto di disporne è chi l’ha creata. Io chiedo il diritto di vivere sulla mia terra e di accordare a voi il privilegio di vivere sulla vostra."

Capo Giuseppe della tribù dei Nasi Forati (nativi americani)


Due lupi


Un anziano Cherokee parlava al nipote della vita: ”Dentro di me c’è una lotta”, disse al ragazzo. “C’è un terribile combattimento tra due lupi. Uno è cattivo, è rabbia, invidia, dolore, rimorso, avidità, arroganza, autocompatimento, colpa, risentimento, inferiorità, bugie, falso orgoglio, superiorità ed ego”.

Poi continuò: ”L’altro è buono, è gioia, pace, amore, speranza, serenità, umiltà, gentilezza, benevolenza, empatia, generosità, verità, compassione e fede. Lo stesso conflitto c’è anche dentro di te e dentro ognuno di noi”.

Il nipote riflettè un minuto su queste parole, poi domandò al nonno: ”Quale lupo vincerà?”. L’anziano Cherokee disse semplicemente: ”Quello che nutri!”


Nativi americani


Racconto tratto dal web senza fonte sull'autore.





Proverbio del giorno

 

Il nostro primo insegnante è il nostro cuore.


Proverbio dei nativi americani



martedì 28 gennaio 2025

Davanti a tutti i pericoli...


"Davanti a tutti i pericoli, davanti a tutte le minacce, le aggressioni, i blocchi, i sabotaggi, davanti a tutti i seminatori di discordia, davanti a tutti i poteri che cercano di frenarci, dobbiamo dimostrare, ancora una volta, la capacità del popolo di costruire la sua storia."

Ernesto Che Guevara


Ti alzi che è ancora buio...


"Ti alzi che è ancora buio. Vai al lavoro. Torni a casa che è già buio. E la giornata è finita. C'è qualcosa di profondamente sbagliato in tutto questo. Non è il lavoro in sé, ma il fatto che vivere significhi sacrificare gli anni di mezzo per raggiungere il traguardo, che arriva quando non si hanno più l'età, la forza, l'ambizione. La vita di per sé non è niente, è il modo in cui l'umanità ha deciso di viverla che la rovina: E' tutto un sacrificio, un'attesa, una rincorsa, una privazione. A me sembra inammissibile che il godimento sia una parentesi del sacrificio e non viceversa. È proprio il concetto che sta alla base a disturbarmi: devi sacrificarti per godere. E potrai godere solo quando si potrà, quando ti sarà consentito, quando l'avrai meritato, quando avrai raggiunto l'obiettivo. Avrebbe avuto senso se avessimo avuto due vite, una per seminare e una per raccogliere, una per sacrificarci e l'altra per godere. Ma così proprio non ne vale la pena."

Luca Rizzi


Vado nel bosco...


"Vado nel bosco a imparare a camminare sola, senza pensieri, a guarire le ferite, ma certe volte porto dentro di me anche altri, per farli guarire insieme a me. Il bosco guarisce senza che si debba fare niente, ti include, ed essere un pezzetto di qualcosa di più grande fa entrare in una misura che distribuisce farmaci senza nome: e si diventa anche noi senza nome, si perde la buccia, e la leggerezza del cuore è il primo segno di guarigione."

Chandra Livia Candiani


Comunicazione di servizio: ripartono le interviste





Voglio informare gli amici e lettori di questo blog, che presto tornerò a pubblicare interviste su diversi temi.

Se vuoi essere intervistato, basta contattarmi via mail, cliccando sul banner "Contatti".

L'uomo è dotato di intelligenza e di forza creativa...



"L'uomo è dotato di intelligenza e di forza creativa per accrescere ciò che gli è stato dato; ma fino ad ora egli, invece di creare, non ha fatto altro che distruggere. Non c'è minima compassione ne per i boschi, ne per gli uccelli, ne per gli animali, ne per i propri simili... per nessuno. Bisogna essere barbari insensati per distruggere ciò che non possiamo creare."

Anton Cechov


Finché non finirà l'assedio e l'occupazione israeliana, ogni palestinese rimarrà un ostaggio



Articolo da Truthout

Questo articolo è stato tradotto automaticamente. La traduzione rende il senso dell’articolo, tuttavia consigliamo di leggere il testo originale su Truthout

Nulla che abbiamo sentito così lontano dallo stato israeliano dà la fiducia che l'accordo durerà la prima fase.

Il fragile, incompleto e atteso da tempo accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas ha portato un enorme sollievo ai milioni di palestinesi che da oltre 15 mesi sono sotto la minaccia quotidiana di attacchi aerei, bombardamenti e carestia.

Le numerose scene di palestinesi in festa (un ragazzo che issa una bandiera palestinese in cima alle macerie della casa distrutta della sua famiglia; un anziano che si inginocchia per baciare la terra mentre torna a Rafah; e un giornalista che si toglie la giacca della stampa dopo l'annuncio dell'accordo di cessate il fuoco) sono molto commoventi.

Spero che questo accordo ponga fine alla campagna genocida di Israele e porti alla liberazione di tutti gli ostaggi presi il 7 ottobre e delle decine di migliaia di ostaggi palestinesi che languono nelle carceri israeliane in condizioni ampiamente disumane.

Alti funzionari di Hamas affermano di voler rispettare pienamente l'accordo di cessate il fuoco. "Faremo il massimo sforzo per dare a questo accordo una possibilità di successo. Stiamo cercando di capire come impedire di nuovo la guerra, come proteggere la nostra gente", ha detto Basem Naim, un membro anziano dell'ufficio politico di Hamas, a Drop Site News. Ha continuato dicendo che Hamas è pronta a ricominciare a combattere se Israele violasse l'accordo.

"Crediamo che questa sia una causa giusta, una lotta giusta e abbiamo tutti i diritti garantiti dal diritto internazionale di resistere all'occupazione con tutti i mezzi, inclusa la resistenza armata. Ciò che stiamo cercando è uno stato indipendente. Se possiamo ottenerlo politicamente o tramite una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, questa è la via preferibile".Nel frattempo, nulla di quanto abbiamo sentito finora dal governo Netanyahu fa presagire che l'accordo durerà oltre la prima fase.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che ha resistito per mesi a un accordo di cessate il fuoco, ha trattato l'accordo firmato come se non avesse intenzione di portarlo a termine e di rispettarlo. In un discorso televisivo, ha definito il cessate il fuoco "temporaneo". In quel discorso del 18 gennaio, ha dichiarato che se i negoziati per la Fase 2 non andranno bene, Israele manterrà il diritto di continuare il suo assalto. "Se dobbiamo riprendere a combattere, lo faremo in nuovi modi e lo faremo con grande forza".

Poco dopo l'entrata in vigore dell'accordo e il rilascio da parte di Israele del primo gruppo di 90 prigionieri palestinesi in cambio di tre ostaggi israeliani, e a poche ore dall'insediamento del presidente Donald Trump, Israele ha lanciato una massiccia operazione militare nella Cisgiordania occupata, razziando città e villaggi e arrestando più di 90 palestinesi. È possibile che questa operazione facesse parte di un accordo che Netanyahu ha stretto con i membri del governo di estrema destra, in modo che non si dimettessero e rovesciassero il governo?

Come riportato dalla CNN, il ministro delle finanze israeliano Bezalel Smotrich, un nazionalista di estrema destra che si opponeva al cessate il fuoco a Gaza, ha dichiarato in una nota del 21 gennaio che la sicurezza in Cisgiordania era stata aggiunta agli “obiettivi di guerra” del Paese.

In un post su X, Netanyahu ha affermato: “Stiamo agendo sistematicamente e con decisione contro l’asse iraniano ovunque estenda la sua portata – che sia a Gaza, in Libano, in Siria, nello Yemen o in Giudea e Samaria – e i nostri sforzi continueranno”. È stato citato dal New York Times mentre affermava che l’operazione militare in Cisgiordania era volta a “sradicare il terrorismo” e sarebbe stata “ampia e significativa”.

Mentre il ministro della Sicurezza nazionale di estrema destra Itamar Ben-Gvir si è dimesso dal governo per protestare contro l'accordo di cessate il fuoco, il ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich ha deciso di mantenere il suo partito di estrema destra, il Sionismo religioso, nella coalizione di governo dopo aver ricevuto rassicurazioni sul fatto che l'assalto genocida a Gaza riprenderà alla fine della Fase 1, con l'obiettivo di "una graduale presa di controllo dell'intera Striscia di Gaza". In un post sulla piattaforma Telegram, Smotrich ha affermato: "Guardate Gaza, è distrutta, inabitabile e rimarrà tale. Non fatevi impressionare dalla gioia forzata del nostro nemico. ... Molto presto, cancelleremo di nuovo il loro sorriso e lo sostituiremo con grida di dolore e singhiozzi di coloro che sono rimasti senza niente".

Un'analisi statistica sulla rispettata rivista medica britannica, sottoposta a revisione paritaria, The Lancet , ha stimato che più di 64.000 persone sono state uccise solo nei primi nove mesi di guerra, di cui ben più della metà erano donne, bambini e anziani.

Anche con un cessate il fuoco in atto, le forze israeliane hanno distrutto la maggior parte delle strade e delle infrastrutture a Gaza negli ultimi 15 mesi, il che renderà molto difficile consegnare gli aiuti umanitari necessari alle diverse parti della Striscia.

Chris Gunness, direttore delle comunicazioni dell'UNRWA dal 2007 al 2020, ha affermato in un articolo recente che "il novanta percento del patrimonio abitativo di Gaza è distrutto o danneggiato. Le persone torneranno nei crateri e nei rifugi bombardati dove un tempo sorgevano le loro case". Ha messo in guardia dagli sforzi del governo israeliano di mettere fuori legge ed espellere l'UNRWA, l'unica organizzazione in grado di consegnare gli aiuti umanitari disperatamente necessari nei territori occupati, e ha esortato che "tutti i valichi devono essere aperti 24 ore su 24, 7 giorni su 7, per l'ingresso di cibo, acqua, medicinali, prodotti per l'igiene personale: l'intera gamma di aiuti e attrezzature umanitarie".

Mentre i palestinesi tornano alle loro case nel nord, "la zona è piena di bombe e ordigni inesplosi che devono essere smaltiti, e la gente non ha tempo di aspettare. Vogliono tornare a casa", ha detto Gloria Lazic, una lavoratrice dell'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari, in un video pubblicato dall'agenzia il 21 gennaio.

Le promesse che il presidente Trump potrebbe aver fatto per concludere l'accordo

La seconda fase dei negoziati determinerà il successo dell'accordo di cessate il fuoco e se questo porterà a un ritiro completo dell'esercito israeliano da Gaza.

Mairav ​​Zonszein, esperto di Israele-Palestina presso l'International Crisis Group, ha affermato: "Israele è molto bravo a rompere i cessate il fuoco e a far sembrare che non sia colpa sua".

Daniel Levy, ex negoziatore israeliano, ha dichiarato ad Al Jazeera che è probabile che Netanyahu continui le provocazioni per cercare di "sospendere" il cessate il fuoco.

"Possiamo aspettarci sforzi continui per stimolare e provocare lo scioglimento di questo accordo. Vedremo, ne sono certo, cose brutte in Cisgiordania e a Gerusalemme Est" così come "aggressioni contro l'UNRWA", ha detto Levy. "Questo è un posto fragile in cui stare".

Due leader potenti, ciascuno con una lunga storia di bugie e inganni, che probabilmente renderanno la pace temporanea sono Donald Trump e Benjamin Netanyahu.

Durante la campagna elettorale, Trump ha promesso "Faremo molto per Israele; ci prenderemo cura di Israele". Subito dopo l'insediamento, il presidente Trump ha firmato un ordine esecutivo che ha revocato le sanzioni ai coloni estremisti in Cisgiordania che hanno commesso crimini violenti contro i palestinesi. Ha anche revocato le restrizioni del presidente Biden sull'invio a Israele di quelle bombe da 2000 libbre che possono cancellare interi quartieri. Temo che scopriremo presto che tipo di accordo è stato fatto tra Trump e Netanyahu per concludere un accordo di cessate il fuoco prima dell'insediamento di Trump e quale prezzo pagheranno i palestinesi nei mesi a venire.

Trump ha promesso la rimozione delle sanzioni su Pegasus, la società di sorveglianza che produce lo strumento spyware, in modo che Israele possa esportarlo in altri stati autoritari? Ha accettato di supportare Israele mentre mantiene le truppe nel Libano meridionale e in parte della Siria? Trump ha accettato di aumentare gli insediamenti israeliani sulle terre palestinesi rubate in Cisgiordania? O ha promesso la futura annessione della Cisgiordania da parte di Israele, una decisione favorita dal nominato da Trump per l'ambasciatore degli Stati Uniti in Israele, l'ultra-sionista cristiano evangelico Mike Huckabee?

Il fallimento globale nel fermare il genocidio e la complicità occidentale, sia essa militare, finanziaria o diplomatica, non danno ai palestinesi alcuna speranza che le strutture coloniali del diritto internazionale e le istituzioni internazionali, come le Nazioni Unite, la Corte internazionale di giustizia (CIG) e la Corte penale internazionale (CPI), avranno la capacità e la volontà di proteggerli e salvaguardare i loro diritti.

Come abbiamo già visto, il Congresso degli Stati Uniti si assicurerà che Israele non venga ritenuto responsabile dall'ONU, dalla Corte internazionale di giustizia, dalla Corte penale internazionale o da qualsiasi altra istituzione internazionale. Il 9 gennaio, la Camera ha approvato l'Illegitimate Court Counteraction Act, che imporrebbe sanzioni ai funzionari della Corte penale internazionale a causa dei mandati di arresto emessi per Netanyahu e Gallant.

Il peggior incubo dei palestinesi è che Trump contribuirà ad accelerare la fine di Israele della soluzione "fuori dallo stato": svuotare Gaza dei palestinesi e continuare la sua pulizia etnica della Cisgiordania e di Gerusalemme Est, e ora del Libano meridionale e di parte della Siria, per realizzare il suo obiettivo finale di uno stato etnico ebraico "Grande Israele". Ciò aumenterà senza dubbio l'instabilità poiché innescherà rabbia e disordini massicci nell'intera regione e avrà ripercussioni globali.

Abbiamo già visto un movimento in quella direzione con una recente proposta di Trump che si allinea con le mosse di Israele verso la pulizia etnica della Striscia di Gaza. Trump ha detto che era tempo di "ripulire Gaza" e ha esortato il re Abdullah di Giordania ad accogliere i palestinesi. Trump ha detto di aver detto al re Abdullah di Giordania in una chiamata del 25 gennaio: "Mi piacerebbe che tu ti occupassi di più, perché sto guardando l'intera Striscia di Gaza in questo momento, ed è un disastro. È un vero disastro".

Ha anche detto che avrebbe fatto una richiesta simile al presidente egiziano Abdel Fattah el-Sisi: "Vorrei che l'Egitto prendesse delle persone. Stiamo parlando di circa un milione e mezzo di persone, e noi ripuliamo tutto e diciamo: 'Sai, è finita'".

"È letteralmente un sito di demolizione in questo momento", ha detto Trump ai giornalisti di Gaza. "Quasi tutto è stato demolito e la gente sta morendo lì".

Ahmed Derly, un giornalista palestinese di Gaza, ha reagito alla proposta di Trump su Middle East Eye: "Per 15 mesi ho vissuto condizioni oltre ogni immaginazione. Ho perso i miei migliori amici, la mia casa e il lavoro della mia vita, e nonostante ciò sono rimasto saldo sulla mia terra a nord. Questa non è una scelta; i palestinesi non lasceranno la loro terra. È parte della nostra identità. Siamo un popolo che merita rispetto. È sorprendente che, dopo tutte le sofferenze che abbiamo sopportato, il presidente di un paese importante possa semplicemente proporre di allontanarci dalla nostra terra".

L'accordo di cessate il fuoco non toglie l'assedio di Gaza e non porrà fine all'aggressione israeliana

L'incubo non è finito per i bambini di Gaza: quelli che hanno perso i genitori e i familiari; quelli che sono rimasti mutilati dagli attacchi aerei; e quelli che saranno traumatizzati per il resto della loro vita dalla morte e dalla distruzione a cui hanno assistito con i propri occhi, compresi i bambini bruciati vivi nelle loro tende o colpiti alla testa dai cecchini israeliani.

La rabbia per la complicità dei governi occidentali nel genocidio e nella distruzione totale di Gaza, principalmente Stati Uniti, Regno Unito e Germania, in collaborazione con i media aziendali e il mondo accademico, non si placherà. Il movimento globale di solidarietà pro-palestinese che ha mobilitato studenti e giovani generazioni intensificherà probabilmente i suoi sforzi e le sue proteste nei mesi a venire. Dagli appelli al disinvestimento dei produttori di armi nei campus universitari alle campagne "Dite al Congresso di smettere di armare Israele" e BDS (Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni), numerosi gruppi pro-palestinesi stanno organizzando azioni per Gaza nelle loro comunità nonostante i tentativi di ostacolarli, rimettendo la questione sotto i riflettori. Questi manifestanti sono le onde di luce in un mare di oscurità.

Un cessate il fuoco immediato è stato un primo passo necessario, ma cambia poco la realtà sul campo per quanto riguarda l'occupazione israeliana e l'assedio di Gaza, nonché la violenza quotidiana subita dai palestinesi in Cisgiordania e a Gerusalemme Est per mano dei soldati israeliani e dei coloni armati.

In assenza di giustizia, uguaglianza e libertà, la resistenza palestinese all'occupazione israeliana e all'apartheid continuerà finché occupazione e apartheid continueranno. E questo vale per Gaza, la Cisgiordania e Gerusalemme Est. Nessuna quantità di bombardamento o forza militare può distruggere la resistenza. Il diritto dei palestinesi a resistere all'occupazione in corso è sancito dal diritto internazionale, incluso il diritto alla resistenza armata.

Senza affrontare le cause profonde della lotta, la fine dell'occupazione e dell'apartheid, non ci sarà mai pace nell'Asia sudoccidentale e gli israeliani non avranno né sicurezza né protezione. E senza libertà e uguaglianza per tutti, dal fiume al mare, ogni palestinese rimarrà un ostaggio sotto il controllo di Israele.

Continua la lettura su Truthout

Fonte: Truthout

Autore: 

Articolo tratto interamente da Truthout


Non chiedete alla mente il permesso di essere felici


"La sindrome di “aspettare per incominciare a vivere” è una delle illusioni più comuni dello stato inconscio. L’espansione e i cambiamenti positivi, d’altro canto, è più probabile che entrino nella vostra vita se potete già gioire di ciò che state facendo, invece di aspettare qualche cambiamento per poter incominciare a gioire di ciò che fate. Non chiedete alla mente il permesso di essere felici."

Eckhart Tolle


Colette – Scrittrice e interprete francese contro le convenzioni sociali



Articolo da VoxFeminae

Questo articolo è stato tradotto automaticamente. La traduzione rende il senso dell’articolo, tuttavia consigliamo di leggere il testo originale su VoxFeminae

Con il suo film biografico del 2018, il regista Wash Westmoreland ha ricordato al grande pubblico mondiale la vita e l'opera della scrittrice francese Sidonie Gabrielle Colette (1873-1954). Intitolato semplicemente Colette , il film si concentrava sul periodo della sua vita dal matrimonio con il conoscente di suo padre, Henry Gauthiers-Villars , meglio conosciuto come Willy, fino al loro divorzio. Sono gli anni della sua iniziazione alla società parigina e della creazione di un romanzo su un'eroina di nome Claudine. Colette, interpretata da Keira Knightley nel film , è una giovane donna di provincia che si trasferisce a Parigi per amore, e all'inizio trova difficile inserirsi nei suoi ambienti culturali e alla moda. Il focus del film è sugli anni della vita della scrittrice, durante i quali riuscì tuttavia ad emanciparsi esistenzialmente, oltre che autorialmente, dallo scrittore Williy, all'epoca di grande successo e stima, ed oggi quasi dimenticato.

Il percorso di vita di Colette fu davvero interessante e insolito per una donna del suo tempo, quindi non sorprende che per decenni, a causa della sua biografia, i testi da lei scritti siano rimasti in una sorta di ombra.

Colette è cresciuta in Borgogna, nel villaggio di Saint-Sauveur-en-Puisaye, con sua madre Sido, che in seguito divenne l'eroina di uno dei suoi romanzi, e che la incoraggiò a studiare e a leggere molto. Si trasferì a Parigi nel 1893, dopo aver sposato Willy, critico letterario e teatrale, giornalista e autore di una serie di romanzi di successo commerciale. A quel tempo Willy gestiva un laboratorio letterario dove giovani scrittori non affermati scrivevano romanzi che poi pubblicava con il proprio nome, cosa che assicurava loro un maggiore successo di mercato. Vale a dire, tale pratica era comune nella letteratura di quel tempo.

Nel 1900, Willy pubblicò con il proprio nome il romanzo Claudine a scuola ( Claudine à l'école ), che divenne uno dei maggiori successi di mercato nella storia della letteratura francese. Il romanzo racconta gli eventi della vita scolastica della quindicenne Claudine, che vive nel villaggio di Montigny. Roma è semi-autobiografica e basata sulla vita di Coletta. In realtà lei è l'autrice del romanzo e Willy ha contribuito alla forma finale del testo solo con suggerimenti e correzioni individuali.

Lo straordinario successo del romanzo incoraggiò Colette a scrivere nuovi seguiti sulle avventure della stessa eroina: Claudine a Parigi (Claudine à Paris, 1901), Claudine sposata ( Claudine en ménage, 1902) e Claudine se ne va ( Claudine s'en va, 1903). Fino al 1907 solo il nome di Willy appariva sulle copertine dei romanzi; dal 1907 al 1955 Willy e Colette furono co-firmati; e fu solo dopo il 1955 e la fine del processo giudiziario che Colette fu riconosciuta come l'autrice del romanzo. Willy vendette i diritti d'autore all'editore nel lontano 1907, quindi Colette, nonostante il gran numero di copie vendute, non trasse mai alcun beneficio finanziario dai suddetti romanzi.

Nel 1906, Colette divorziò da Willy e iniziò una carriera di successo negli spettacoli di danza popolari all'epoca. Le esperienze autobiografiche sono alla base del romanzo Il vagabondo ( La Vagabonde), pubblicato nel 1910, che racconta la storia di Renée Nérée che, dopo il divorzio, si esibisce come interprete nei nightclub. A quel tempo, Colette stava suscitando indignazione pubblica apparendo poco vestita. Tuttavia, ha suscitato un vero scandalo solo con la sua interpretazione nello spettacolo teatrale Egyptian Dream al Moulin Rouge, durante la quale si è baciata sul palco con la sua compagna Mathilde de Mornay , meglio conosciuta con il soprannome di Missy. Colette e l'aristocratica e pittrice Missy, nota per indossare abiti maschili, non nascosero al pubblico la loro relazione pluriennale.

Sebbene dopo il divorzio da Willy si sposò altre due volte – nel 1912 con Henry de Jouvenal e nel 1935 con Maurice Goudeket – per tutta la vita Colette si mantenne grazie al proprio lavoro. Ha svolto diversi lavori: è stata giornalista, critica musicale e teatrale, attrice, drammaturga, sceneggiatrice e proprietaria di un negozio di cosmetici. Ha scritto numerosi articoli e cronache per La Vie parisienne, Le Journal , La Revue de Paris e Le Matin , di cui è stata per molti anni redattrice della sezione cultura. Come giornalista ha collaborato con venti testate e questo segmento del suo lavoro è estremamente importante e intrecciato con la letteratura. Come critico letterario, nonché membro della commissione per l'assegnazione del premio letterario Femina, ha avuto una grande influenza negli ambienti letterari e teatrali parigini/francesi. Il suo lavoro fu molto apprezzato dai suoi contemporanei, gli illustri romanzieri Marcel Proust e André Gide.

Nel periodo tra le due guerre mondiali, Colette pubblica una serie di romanzi che i critici letterari considerano la parte più riuscita della sua opera: Mitsou o come le ragazze diventano intelligenti ( Mitsou ou Comment l'esprit vient aux filles, 1919), casa (La Maison de Claudine , 1922), Chéri (1920) Grano nella pula (Le Blé en herbe, 1923), Fine di Chéri (La Fin de Chéri, 1926), La nascita del giorno (La Naissance du jour, 1928) e Sido (1930).

Colette scriveva romanzi estremamente moderni per l'epoca. Gran parte dei testi si basa su elementi autobiografici, e oggi la annoveriamo tra gli autori i cui testi sono all'origine del genere dell'autofiction. Ha creato una serie di personaggi interessanti di bambini e animali e ha introdotto nella letteratura alcuni temi sociali che sono ancora attuali oggi; scrisse del desiderio femminile, delle relazioni amorose tra donne anziane e uomini più giovani, dell'amore lesbico e omosessuale e soprattutto della posizione delle donne in una società patriarcale.

Colette fu la prima donna eletta all'Académie Goncourt, un'associazione letteraria fondata nel 1900 dai romanzieri Edmond e Jules Goncourt che non erano d'accordo con le politiche dell'Accademia di Francia. Fu anche la prima donna per la quale furono organizzati i funerali di stato. Fu sepolta nel cimitero del Père-Lachaise, nonostante l'opposizione della Chiesa cattolica.

Dopo la seconda guerra mondiale, Colette divenne un classico della letteratura francese; è apprezzato sia dalla critica che dal pubblico. I suoi testi sono stati pubblicati nella prestigiosa biblioteca La Pléiade della casa editrice Gallimard e un gran numero di essi sono stati adattati per il cinema o il teatro, tra cui la commedia Gigi con Audrey Hepburn nel ruolo della protagonista.

Nella prima metà del XX secolo Colette fu davvero una delle figure centrali della vita pubblica e culturale francese. Con il suo modo di vestire, gli articoli di giornale e il posizionamento di prodotti cosmetici, ha plasmato il gusto della moda di quel tempo. Ha rifiutato con forza le regole che la società patriarcale imponeva alle donne. Ha lottato per la libertà e, nonostante non si sia dichiarata esplicitamente femminista, il suo percorso di vita è un esempio di emancipazione femminile.

Nei suoi testi ha sostenuto il diritto all'aborto, ha parlato apertamente delle difficoltà della gravidanza e della maternità, della menopausa e ha scritto della violenza contro le donne. Incarnava una donna forte, indipendente, libera e trasgressiva che divenne un modello per le generazioni successive, tra cui la filosofa e scrittrice Simone de Beauvoir, che cita ripetutamente Colette in Il secondo sesso. Tutti e quattro i romanzi della serie Claudine, Chéri, L' Ingénue libertine, La vita e la morte di Cheri Peloux ( La fin de Chéri) e Mitso o come le ragazze diventano intelligenti sono stati tradotti in croato, il che consente al pubblico nazionale almeno un visione elementare della ricca opera di questa formidabile donna.

Continua la lettura su VoxFeminae

Fonte: VoxFeminae

Autore: Mirna Sindičić Sabljo

Articolo tratto interamente da VoxFeminae


Proverbio del giorno

 


Quand canta al mérel, a san fóra dl'invéren (Quando canta il merlo, siamo fuori dell'inverno).


Proverbio bolognese

Individualismo, narcisismo, egoismo...


"Individualismo, narcisismo, egoismo: sono tutte figure di solitudine. La socializzazione si è ridotta alla propria parvenza digitale. E se anche l’istruzione, superata questa fase sperimentale, costretta dai tempi, dovesse poi venire diffusa via internet? I ragazzi hanno bisogno di imparare ma anche di guardarsi in faccia, di ridere, di capire attraverso lo sguardo se l’altro dice la verità o sta mentendo. Hanno bisogno di esperienze fisiche. Nell’isolamento e nelle avversità, gli esseri umani hanno bisogno di sentire di non essere soli a lottare."

Umberto Galimberti

Quando dipingo...


"Quando dipingo, non sono consapevole di ciò che sto facendo. È solo dopo una specie di periodo di «convivenza» con il mio quadro che mi rendo conto di ciò che ho fatto. Non ho nessun timore di apportare modifiche, distruggere l'immagine, ecc., perché il dipinto ha una vita a sé. Per me, cerco di farlo nascere. È solo quando perdo il contatto con il quadro che nasce fuori un pasticcio. Altrimenti c'è una pura armonia, la mia attività si imposta in base a un agevole dare e prendere, e il dipinto viene fuori bene."

Jackson Pollock


Attacco paramilitare all'ospedale uccide 70 persone in Sudan



Articolo da Wikinotícias

Questo articolo è stato tradotto automaticamente. La traduzione rende il senso dell’articolo, tuttavia consigliamo di leggere il testo originale su Wikinotícias

I paramilitari delle Forze di supporto rapido (FAR o RSF) hanno lanciato un attacco con droni su El Fasher, la capitale del Nord Darfur, in Sudan, uccidendo almeno 77 persone, tra cui pazienti, personale e civili in cerca di cure mediche. Sono morti anche bambini, ha rivelato l'Unicef, che ha criticato l'azione, scrivendo che il caso costituisce una "grave violazione del diritto dei bambini all'assistenza sanitaria" e che nel 2024 "in Sudan si sono verificati 90 attacchi contro ospedali e scuole".

L'azione ha suscitato critiche anche da parte dell'OMS, il cui direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus ha nuovamente chiesto "la fine di tutti gli attacchi alle strutture sanitarie in Sudan e il pieno accesso per il rapido ripristino delle strutture danneggiate".

L’attacco è avvenuto venerdì e oltre alle morti ha ferito decine di persone e distrutto infrastrutture mediche essenziali, rendendo ancora più difficile l’accesso all’assistenza sanitaria in una regione già devastata dalla guerra.

Continua la lettura su Wikinotícias

Fonte: Wikinotícias

Autori: vari

Licenza: Creative Commons License
This work is licensed under a Creative Commons Attribution 2.5 Generic License.

Articolo tratto interamente da 
Wikinotícias