lunedì 27 gennaio 2025

La disumanità cambia solo posto



Articolo da Nurse24

Ad ogni Giorno della Memoria, istituito per ricordare affinché l'orrore non si ripeta, il mondo pare invece peggiorare. Forse Bucha e Gaza sono diverse da Auschwitz e Dacau? La disumanità cambia solo posto, migrando. C'è pertanto amarezza per questo giorno di rimembranza, che ad ogni anno che passa si fa di dimenticanza.

Non vedo alcuna differenza

A due passi da casa, in occasione di un altro Giorno della Memoria, il Comune ha posato tre pietre d'inciampo per ricordare, inciampando nelle loro storie dimenticate, tre vicentini deportati e morti nei campi di concentramento. Luigino, Bruno, Ruggero sono stati portati via dalle loro case e messi nei vagoni piombati.

Qualche giorno fa nove uomini in catene sono stati fatti imbarcare in fila su un cargo militare, primo manipolo della deportazione di massa, che dovrebbe includere milioni di persone, annunciata dall'amministrazione di Donald Tump.

Non vedo alcuna differenza, a distanza di 80 anni, tra i miei concittadini di una volta e questi uomini d'oltreoceano. Carlos, Miguel, Antonio. Voglio dare loro un nome, per rendermeli più familiari e vicini mentre li guardo sfilare di spalle verso il soldato e la pancia dell'areo.

Cambia il mezzo di trasporto e la destinazione finale è diversa, il Guatemala non è Birkenau. Ma è l'intenzione in quell'allontanamento forzato che spaventa. È quel modo similmente sradicante e violento, senza pietà, che accomuna il presente ad un passato che, pur ricordandolo ogni 27 gennaio, si vorrebbe dimenticare per la sua atrocità.

È il sentimento di un deportato, qualsiasi sia la sua nazionalità e la sua epoca, che dovrebbe scuotere empaticamente le coscienze di chi sta a guardare oggi l'ideologia trumpiana prendere piede, dopo aver preso forma dal 2017.

È la parola deportazione che entra prepotentemente ed improvvisamente nel nostro vocabolario quotidiano, detta come fosse normale sentirla e accettarla, è il concetto di deportazione che da inaudita proposta elettorale in uno stato democratico diventa azione immediata ed ignobile permessa dal potere costituito, a far rabbrividire in questo Giorno della Memoria 2025.

Detta, fatta. Una promessa mantenuta, ha fatto sapere orgogliosa la Casa Bianca attraverso il suo account ufficiale annunciando sui social media che sono cominciati i voli per rimpatriare i migranti illegali. E pubblica una fotografia che inquieta e scandalizza.

Di fronte a questo giro di vite è un dovere reagire, ammonisce il vescovo di El Paso manifestando davanti alla sua chiesa insieme ad alcuni cittadini americani, tra cui insegnanti, medici ed infermieri.

Il governo degli Stati Uniti calpesta la dignità umana, denuncia. Sul sagrato ci sono operatori sanitari, immigrati e non, perché nella storia americana essi hanno da sempre avuto un ruolo fondamentale e ben chiaro nel sostenere i diritti e il benessere degli immigrati. Non sorprende pertanto che la loro protesta si faccia sentire sin dalle prime ore dell'ordinanza ed essi siano presenti anche nel luogo fisico dove la deportazione trova il suo compimento, dopo le retate compiute senza mandato di arresto nelle varie città.

Cercare sicurezza e libertà non è un crimine ma un diritto umano, eppure quei primi espulsi, come galeotti, hanno le manette ai polsi e due giri di catene, attorno alla cinta e ai piedi, tra le ciabatte di plastica.

Sono giudicati colpevoli, seppur senza processo ma soltanto per narrazione, di rubare il lavoro, di portare miseria e malaffare, di voler costruirsi una vita migliore, di provare a far parte del sogno americano tanto decantato. Che male facevano, quindi, a crederci anche loro? La vita è una sfida ma, per il resto, è fatta anche di speranza. Erano dei dreamers, al pari degli altri sognatori. Per il loro status ne sono invece banditi con ignominia.

È indiscutibilmente vero che sono in tanti a mettersi in cammino, letteralmente in marcia, ogni giorno. Bisognerebbe tuttavia chiedersene le ragioni e comprendere i determinanti sociali della migrazione di massa.

In ogni caso, il diritto internazionale stabilisce che si debba garantire a tutti i migranti, anche quelli economici, il diritto ad un'accoglienza umanamente dignitosa. Si stima che soltanto tra gennaio ed agosto 2024 oltre 925mila persone, provenienti dai paesi sudamericani, abbiano provato ad entrare in America, passando dal Messico dove spesso restano bloccate in assenza o in attesa dei documenti di un regolare permesso. Intanto sono esposte a violenza e disumanità e restano prive di assistenza sanitaria.

Scavalcare il muro di cinta, al di là del quale si estende il Texas, sembra forse ad un certo punto della rotta migratoria più sicuro che starsene lì sulla strada per mesi, anche con figli minori, in quel limbo senza futuro.

Le ong denunciano che tra le centinaia di persone sinora arrestate dall'entrata in vigore dell'ordine esecutivo ci siano tuttavia anche migranti arrivati in America legalmente. Ecco allora che sorge il dubbio che l'intera faccenda sia soltanto mascherata da altre meno nobili intenzioni a difesa della sicurezza nazionale.

Come spesso capita nei momenti storici di profonda crisi sociale ed economica, discriminazione e razzismo tornano purtroppo prepotentemente a guidare i governi populisti e di destra che salgono al potere, legittimati dagli elettori.

In nome di una velleitaria supremazia razziale e culturale, gli uomini hanno ripreso pertanto a cacciare i diversi e a prendersela con lo straniero. Anche oltreoceano, come nel Mediterraneo, si parla di invasione. I toni istituzionali si fanno, giorno dopo giorno, arroganti, minacciosi, violenti.

Il presidente Trump ha dichiarato la sua intenzione di tornare indietro. Dal clima, dalla salute, dai diritti umani. Ottant’anni fa la disumanizzazione ha raggiunto livelli inauditi al punto che con la testimonianza di Primo Levi l'umanità è arrivata ad interrogarsi se questo fosse ancora un uomo. C'è da temere che, dopo allora, si possano raggiungere ben più elevati gradi di disumanizzazione che, seppur calati in contesti diversi, non sarebbero meno aberranti.

Ad ogni Giorno della Memoria, istituito per ricordare affinché l'orrore non si ripeta, il mondo pare invece peggiorare. Forse Bucha e Gaza sono diverse da Auschwitz e Dacau? Dovrebbero diventare anch'esse dei memoriali a cielo aperto. La disumanità cambia solo posto, migrando. C'è pertanto amarezza per questo giorno di rimembranza che ad ogni anno che passa si fa di dimenticanza.

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Fonte: Nurse24 


Autore: 
Monica Vaccaretti

Licenza: Licenza Creative Commons
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Articolo tratto interamente da 
Nurse24 


2 commenti:

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