sabato 28 febbraio 2015

Nuova Zelanda: monti e mare


Mountains to Sea from Stephen Patience Photography on Vimeo.

Photo e video credit Stephen Patience Photography caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons

Meraviglie invernali


winter wonderland from Greg Kiss on Vimeo.

Photo e video credit  caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons

Il ricordo di Alexander Puskin


Il ricordo

Quando per il mortale tace il rumore del giorno,
E sulle mute piazze della città
Si posa la semitrasparente ombra della notte
E il sonno, ristoro per le fatiche del giorno,
Allora per me nel silenzio si trascinano
Ore di tormentosa veglia:
Nell'ozio notturno più vivi bruciano in me
I serpenti dei rimorsi del cuore;
Ribollono i sogni; nella mente, oppressa dall'angoscia,
Si affolla un gran numero di grevi pensieri;
Il ricordo silenziosamente davanti a me
Apre il suo lungo cartoccio;
E leggendo con ripugnanza la mia vita
Io tremo e maledico,
E amaramente mi rattristo, e amare lacrime verso,
Ma non cancello le tristi righe.

Alexander Puskin

Ogni tempo ha il suo fascismo


"Ogni tempo ha il suo fascismo: se ne notano i segni premonitori dovunque la concentrazione di potere nega al cittadino la possibilità e la capacità di esprimere ed attuare la sua volontà. A questo si arriva in molti modi, non necessariamente col terrore dell'intimidazione poliziesca, ma anche negando o distorcendo l'informazione, inquinando la giustizia, paralizzando la scuola, diffondendo in molti modi sottili la nostalgia per un mondo in cui regnava sovrano l'ordine, ed in cui la sicurezza dei pochi privilegiati riposava sul lavoro forzato e sul silenzio forzato dei molti."

Primo Levi

Tratto da | Un passato che credevamo non dovesse tornare più, Corriere della sera, 8 maggio 1974




venerdì 27 febbraio 2015

Blogger: marcia indietro di Google, i contenuti espliciti non verranno rimossi

 

Sono notizie di qualche ora fa, secondo varie fonti americane, Google ha fatto marcia indietro sul divieto di porno e immagini di nudo nella nota piattaforma Blogger.
A inizio settimana si è scatenato un putiferio in rete sulle nuove norme che dovevano partire il 23 marzo e soprattutto in molti temevano forti venti di censura, basti pensare anche al nudo artistico.
Dopo la reazione di molti blogger indignati dalla decisione, oggi Jessica Pelegio, manager di Google, ha affermato che ci sarà soltanto un sistema di filtraggio blog che porrà il contenuto per adulti sotto una pagina di avviso.

Ecco la dichiarazione:

Questa settimana, abbiamo annunciato un cambiamento di politica porno di Blogger. Abbiamo avuto un sacco di feedback, in particolare l'introduzione di un cambiamento retroattivo (alcune persone hanno avuto conti per 10 anni), ma anche per l'impatto negativo sugli individui che pubblicano contenuti sessualmente espliciti per esprimere la loro identità. Quindi, piuttosto che attuare questo cambiamento, abbiamo deciso di intensificare l'applicazione intorno alla nostra attuale politica, che vieta il porno commerciale.

Inoltre i proprietari di blog dovrebbero continuare a segnare tutti i blog con contenuti sessualmente espliciti come "adulto" in modo che possano essere collocati dietro una pagina di avviso.

I blogger il cui contenuto è coerente con questa e altre politiche non è necessario apportare modifiche al loro blog.
Grazie per le vostre risposte.

 Il team di Blogger

Fonti: Blogger Help Forum e ZDNet


Éric Toussaint: il debito è un mezzo di ricatto per imporre le politiche neoliberali



Articolo da Ilmegafonoquotidiano.it

Ai miei occhi, questo debito è dunque illegittimo, poiché contratto in gran parte per soddisfare gli interessi privati delle banche straniere o di alcuni settori della Grecia. Il piano di aggiustamento strutturale imposto alla Grecia è odioso, poiché ha portato alla violazione dei diritti fondamentali dei cittadini greci.


Rosa Moussaoui – La proposta di annullare una parte del debito greco, condotta da Syriza durante la campagna elettorale, è sempre all’ordine del giorno?

Éric Toussaint. Il governo diretto da Alexis Tsipras vuole come priorità ottenere dalle autorità europee la possibilità di applicare il suo programma di anti-austerità. Da qui la scelta di non cercare lo scontro diretto sulla questione del debito. La proposta di una conferenza internazionale per ridurre radicalmente il debito ha lasciato il posto a quella di Yanis Varoufakis, che pensa sia possibile trasformare i titoli greci in titoli perpetui, di cui non si rimborsa il capitale, con un tasso d’interesse indicizzato sulla crescita. Ciò detto, questa proposta, se fosse applicata, porterebbe di fatto ad una riduzione radicale del debito. E’ una scelta tattica. E’ chiaro che il governo Syriza avanza questa proposta di compromesso pensando che la Grecia non otterrà una vera concessione sullo stock del debito e è meglio, d’altra parte, non portare il dibattito su questo terreno, poiché l’urgenza è quella di fermare le politiche di austerità.

Dove si trova l’origine di questo debito non vitale? Si possono incriminare i piani di salvataggio delle banche in seguito alla crisi finanziaria del 2008?

Éric Toussaint. Assolutamente. In totale, l’80% del debito Greco è detenuto dalla Troika. Il 20% restante riguarda le obbligazioni emesse dallo Stato greco a tre e sei mesi, acquistati per le banche greche che dipendono dalle liquidità messe a disposizione dalla BCE con il meccanismo ELA. E’ chiaro che questo debito risale al 2010 e al 2012. Esso è legato al salvataggio delle banche private, francesi, tedesche, italiane, luxemburghesi, belche, principali creditrici della grecia. Le banche francesi detenevano da sole il 25% del debito greco. Le banche tedesche, quasi il 20%, le banche italiane, il 10%, le banche belghe, l’8%. Alcune banche private (nel caso della francia, BNP-Paribas, Societè general e il Credit agricole) si dividevano l’essenziale del debito greco. Il piano di salvataggio del 2010 ha avuto il compito di sbloccare i prestiti bilaterali, per un montante di 52,9 miliardi di euro, la parte francese arrivava a 11,39 miliardi, prima che il meccanismo europeo di stabilità (MES) prendesse il posto come prestito del FMI. Questo denaro è servito per rimborsare le banche francesi, tedesche, ecc.. creditrici della Grecia. Le quali si sono cosi liberate e rimpiazzate dalla Troika. Nel 2012, la ristrutturazione del debito non le ha dunque intaccate. Al contrario, le banche Cipriote avevano acquistato sul mercato secondario dei titoli greci a saldo, pensando di fare un affare, si sono ritrovati al limite della bancarotta. Nel 2010, il "piano di aiuti" ha soprattutto permesso, su istanza di Sarkozy e Angela Merkel, di assicurare il salvataggio delle banche dei paesi centrali e soprattutto delle banche francesi e tedesche. Questi prestiti erano sicuramente condizionati da un piano di aggiustamento strutturale che comportava dei ritorni molto pesanti sui livelli salariali e sulle pensioni, sul diritto dei contratti collettivi, sulle privatizzazioni.

Continua la lettura su  Ilmegafonoquotidiano.it

Fonte: Ilmegafonoquotidiano.it


Autore: intervista ad Eric Toussaint di Rosa Moussaoui (da europe solidaire, traduzione di Giovanni Peta. Eric Toussant è presidente del Comitato per l’Annullamento del Debito del Terzo Mondo (CADTM) ed è autore tra l'altro di Debitocrazia (Alegre)

Licenza: Licenza Creative Commons
Questo opera è distribuito con licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 2.5 Italia.


Articolo tratto interamente da Ilmegafonoquotidiano.it

Proverbio del giorno


Ogni bel gioco dura poco.
 
 

27 febbraio 2010 – Il Cile è colpito da un terremoto di magnitudo 8.8 Mw

Diego Grez in front of destroyed apartments in Paniahue, Santa Cruz, Chile

Articolo da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Il terremoto in Cile del 2010 è stato un evento sismico verificatosi a largo della costa del Maule in Cile il 27 febbraio 2010 alle ore 3:34 locali, (6:34 UTC) con una magnitudo di 8,8 Mw durato per circa tre minuti. È stato il più forte terremoto che ha colpito il Cile dal 1960 (9,5 Mw, il più forte mai registrato), e il più forte al mondo dal Maremoto dell'Oceano Indiano del 2004. Il sisma ha liberato un'energia 1.000 volte maggiore rispetto al terremoto di Haiti dello stesso anno ed è stato 30.000 volte più potente del terremoto dell'Aquila del 2009.

Gli scienziati della NASA hanno appurato che il terremoto è stato così potente che ha spostato l'asse di rotazione terrestre di 2,7 millisecondi di arco, pari a 8 centimetri e di conseguenza ha accorciato la durata delle giornate: il cambiamento, seppur minimo, sarebbe permanente, con una riduzione di 1,26 microsecondi della durata del giorno.

Le città che maggiormente hanno avvertito la scossa (IX grado della scala Mercalli, rovinosa) sono state Talcahuano, Arauco, Lota, Chiguayante, Cañete e San Antonio. Nella capitale Santiago del Cile il sisma è stato avvertito con una forza pari al VIII grado della scala Mercalli, distruttiva. Il sisma è stato anche percepito in molte città argentine come Buenos Aires, Córdoba, Mendoza e La Rioja. L'allerta tsunami ha interessato ben 53 paesi. Il presidente Michelle Bachelet ha dichiarato lo "stato di catastrofe". I morti accertati ed identificati per il sisma sono 452, mentre i dispersi 52. Due milioni gli sfollati.

L'epicentro è stato calcolato nell'oceano Pacifico, a largo della costa di Maule; a circa 97 km a nord-nordovest dalla città di Chillán e a 115 km nord-nordest dalla seconda città cilena per abitanti, Concepción. Il terremoto ha generato una sessa nel lago Pontchartrain, a nord di New Orleans (USA), che si trova a circa 7600 km di distanza dall'epicentro.

Continua la lettura su Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Questo articolo è pubblicato nei termini della GNU Free Documentation License. Esso utilizza materiale tratto da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Photo credit Diego Grez (Own workTransferred from en.wikinews) [CC BY-SA 2.5], via Wikimedia Commons

giovedì 26 febbraio 2015

Malattie ambientali: cosa sono


Articolo da AMISnet

Luisa da dieci anni è affetta da elettrosensibilità e sensibilità chimica multipla. Dopo un periodo di esposizione a campi elettromagnetici o a sostanze chimiche di vario genere non dorme per notti intere e soffre di forti dolori. Secondo l’associazione Amica sono circa cinquantamila le persone in Italia che soffrono di queste patologie, e intanto la ricerca scientifica si sta lentamente muovendo.
Tutto ha avuto inizio dieci anni fa, quando Luisa ha cominciato a soffrire di problemi all’apparato digerente, spossatezza e forte dimagrimento. Accertamenti di ogni genere non avevano fatto emergere la patologia di cui era affetta, sin quando Luisa non ha notato che la sua condizione si aggravava a seguito di una chiamata al telefonino o di una passeggiata in luoghi con una massiccia presenza di campi elettromagnetici. E’stato a Roma che Luisa è riuscita a decifrare la sua patologia: elettrosensibilità, a cui si è aggiunta una sensibilità chimica multipla. L’unica soluzione è stata quella di allontanarsi dalla città, dove conduceva una vita ricca di rapporti sociali, per trasferirsi in un luogo pulito da campi elettromagnetici e sostanze chimiche. Di queste malattie ancora si sa poco, soprattutto in Italia, ma l’associazione capitolina Amica sta cercando ormai da anni di divulgare conoscenza e informare sulle ricerche scientifiche esistenti.

Continua la lettura su AMISnet

Intervento audio su AMISnet

Fonte: AMISnet


Autore: redazione AMISnet


Licenza: Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Condividi allo stesso modo 3.0 Unported

 

Articolo tratto interamente da AMISnet

Citazione del giorno


Abbiamo tutti le nostre macchine del tempo. Alcune ci riportano indietro, e si chiamano ricordi. Alcune ci portano avanti, e si chiamano sogni...

Jeremy Irons
 
 

mercoledì 25 febbraio 2015

Jobs Act: nulla sarà più come prima

 
Articolo da Pressenza

Renzi è senz’altro un abilissimo comunicatore, ma è altrettanto vero che può contare su una stampa che gronda conformismo e servilismo. Infatti, il giorno del varo dei decreti attuativi del Jobs Act è stato difficile, se non impossibile, trovare qualche titolo di qualche tg che non ripetesse pedissequamente la narrazione renziana sulla presunta abolizione dei contratti precari e sulla loro sostituzione con il nuovo contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti.

Suona bene, certo, specie se lo ripetono in tanti dal pulpito televisivo. Peccato però che non sia vero niente. Anzitutto perché tra tutte le forme contrattuali precarie esistenti sono state abolite solo quelle inutilizzate o che non interessavano granché a Confindustria, cioè l’associazione in partecipazione e il job sharing, mentre i co.co.pro. verranno sì aboliti a partire dal 2016, ma solo laddove non sono previsti dai contratti nazionali. A tutto questo va aggiunto che viene confermato in pieno il decreto Poletti (legge 78/2014), che tra l’altro aveva aumentato a 36 mesi, comprensivi di 5 proroghe, la durata massima per l’acasualità dei contratti a termine.

Ed eccoci al famoso “contratto a tempo determinato a tutele crescenti”, quello che secondo Renzi sostituirebbe i contratti precari, ma che in realtà fa l’esatto contrario, cioè sostituisce il contratto a tempo indeterminato. Infatti, d’ora in poi ogni nuovo assunto, anche chi a 50 anni cambia posto di lavoro, non verrà più assunto con il contratto a tempo indeterminato così come lo conosciamo, bensì con quello nuovo.

E la differenza tra quello vecchio e quello nuovo è sostanziale, cioè sta nella disciplina del licenziamento, individuale e collettivo, poiché per quelli nuovi non vale più l’articolo 18, cioè la possibilità del reintegro nel posto del lavoro, salvo per alcune fattispecie particolari, cioè quelle più difficili da dimostrare in sede processuale. In altre parole, il nuovo contratto rende precario anche quello che sulla carta continua a chiamarsi “tempo indeterminato”.

Per capirci, con il nuovo contratto, anche se il giudice accerta che sei stato vittima di un licenziamento illegittimo, il tuo posto di lavoro non puoi più riaverlo, ma avrai semplicemente un indennizzo. L’ammontare di quest’ultimo, peraltro, non viene deciso in autonomia dal giudice, ma il decreto attuativo prevede un preciso tariffario. Insomma, per dirla con l’Ocse, più prosaica e meno incline alle narrazioni, la nuova normativa va bene perché riduce i costi reali dei licenziamenti.

Il contrasto tra narrazione e realtà è radicale e manifesto, eppure la prima prevale nettamente e brutalmente sulla seconda. E questo è indubbiamente un segno dei tempi, anzi, forse è il segno più eloquente di tutti, poiché certifica che sono cambiati in profondità non soltanto i rapporti di forza sociali, ma definitivamente anche l’egemonia culturale, cioè la capacità di produrre narrazione non minoritaria.

Continua la lettura su Pressenza


Fonte: Pressenza

Autore: Luciano Muhlbauer
  
Licenza: Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale


Articolo tratto interamente da Pressenza

Giustizia sociale

Sandro Pertini1

"Per me libertà e giustizia sociale, che poi sono le mete del socialismo, costituiscono un binomio inscindibile: non vi può essere vera libertà senza giustizia sociale, come non vi può essere vera giustizia sociale senza libertà. Ecco, se a me socialista offrissero la realizzazione della riforma più radicale di carattere sociale, ma privandomi della libertà, io la rifiuterei, non la potrei accettare. [...] Ma la libertà senza giustizia sociale può essere anche una conquista vana. Mi dica, in coscienza, lei può considerare veramente libero un uomo che ha fame, che è nella miseria, che non ha lavoro, che è umiliato perché non sa come mantenere i suoi figli e educarli? Questo non è un uomo libero. Sarà libero di bestemmiare, di imprecare, ma questa non è la libertà che intendo io."

Sandro Pertini

Tratto da | Intervista - Centro Espositivo Sandro Pertini

Photo credit Presidenza della Repubblica [Attribution], via Wikimedia Commons

Joshua Tree


Ingress – Beginning of a Transit from kai.gradert@gmail.com on Vimeo.

Photo e video credit kai.gradert@gmail.com caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons


Inverno in Islanda


BEYOND NATURE III - Winter of ICELAND Timelapse from aprilgarden on Vimeo.


Photo e video credit aprilgarden caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons

lunedì 23 febbraio 2015

Commenti liberi sul Jobs Act

manifestazione nazionale CGIL 25 ottobre 2014

In questi giorni sono stati approvati i decreti attuativi del Jobs Act. Io non ho mai visto di buon occhio questa legge, i lavoratori erano già ricattati con le vecchie leggi e adesso sarà sicuramente peggio. La cosa più brutta che vedo in giro è la totale indifferenza di molti e possibile che a nessuno frega il proprio presente e futuro, compreso quello dei figli?

Aspetto una vostra opinione in merito

Photo credit Lorenzo Gaudenzi caricata su Flickr - licenza foto: Creative Commons

Vuoi condividere un tuo articolo in questo blog? Ecco come fare

"Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, allora tu ed io abbiamo sempre una mela ciascuno. Ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee."

George Bernard Shaw



Per pubblicare e condividere un proprio articolo su questo blog, esiste il servizio "Segnala e condividi". Per maggiori informazioni andate su:

Contatti e mandatemi un e-mail



Le stagioni umane di John Keats

 

Le stagioni umane

Quattro stagioni fanno intero l'anno,
quattro stagioni ha l'animo dell'uomo.
Egli ha la sua robusta Primavera
quando coglie l'ingenua fantasia
ad aprire di mano ogni bellezza;
ha la sua Estate quando ruminare
il boccone di miel primaverile
del giovine pensiero ama perduto
di voluttà, e così fantasticando,
quanto gli è dato approssimarsi al cielo;
e calmi ormeggi in rada ha nel suo Autunno
quando ripiega strettamente le ali
pago di star così a contemplare
oziando le nebbie, di lasciare
le cose belle inavvertite lungi
passare come sulla siglia un rivo.
Anche ha il suo Inverno di sfiguramento
pallido, sennò forza gli sarebbe
rinunciare alla sua mortal natura.

John Keats

Premi Oscar 2015: candidature e vincitori



Ecco la lista completa dei vincitori e delle candidature ai premi Oscar.

Articolo da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Miglior film

Miglior regia



Miglior attore protagonista



Miglior attrice protagonista



Miglior attore non protagonista



Migliore attrice non protagonista



Migliore sceneggiatura originale



Migliore sceneggiatura non originale



Miglior film straniero



Miglior film d'animazione



Migliore fotografia



Miglior scenografia


Citazione del giorno


"I sogni sono le illustrazioni del libro che la tua anima sta scrivendo su di te."

Marsha Norman
 
 

sabato 21 febbraio 2015

Notizie dal web

Invito alla lettura di questi articoli.





Il compromesso



"Guarda certe persone: sono infelici perché hanno fatto compromessi su ogni punto,e non possono perdonarsi di aver fatto quei compromessi. Sanno che avrebbero potuto osare di più, e invece hanno dimostrato di essere dei vigliacchi. Hanno perso valore ai loro stessi occhi, hanno perso il rispetto di se stessi. Ecco cosa fa il compromesso."

Osho
 
 

Risorse umane: recensione del film



Risorse umane è un film del 1999, scritto e diretto da Laurent Cantet.

Trama

Il film racconta la storia del giovane laureato Franck (Jalil Lespert), che ritorna alla sua città natale in Normandia per fare uno stage manageriale nel reparto risorse umane della fabbrica in cui il padre lavora come saldatore da 23 anni. In un primo tempo egli è lodato, sia dagli amici che dai parenti, per lo strappo sociale che è riuscito a fare, passando da figlio di operaio a "colletto bianco", ma molto presto nascono invidie e rivalità.
Franck stringe amicizia con Alain, un lavoratore nero a cui suo padre ha insegnato il lavoro, ma questo legame viene osteggiato dai "colletti bianchi".
Franck si rende ben presto conto che il suo capo, intende utilizzare la legge sulla riforma delle 35 ore lavorative settimanali per giustificare il ridimensionamento della forza lavoro della fabbrica, e fra i nomi che dovranno saltare figura anche quello del padre del ragazzo. Questo porterà a un confronto tra il tirocinante e la gestione, tra i lavoratori e i proprietari e, in definitiva, tra padre e figlio.

Curiosità sul film

  • Premio Louis-Delluc per l'opera prima 2000
  • 2 Premi César 2001: miglior opera prima, migliore promessa maschile

  • Un film molto attuale e ben fatto; consiglio la visione a tutti.


    Questo articolo è pubblicato nei termini della GNU Free Documentation License. Esso utilizza materiale tratto da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

    Vignetta del giorno


    Kamchatka


    Камчатка / Kamchatka from Войчук Владимир on Vimeo.


    Photo e video credit bcaricato su Vimeo - licenza: Creative Commons

    Lisbona in 4k


    Amazing Lisbon - UHD 4K from Mattia Bicchi Photography on Vimeo.

    Photo e video credit Mattia Bicchi Photography caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons

    venerdì 20 febbraio 2015

    Bangladesh: la banca dei poveri passa allo Stato

    2014 Woodstock 192 Muhammad Yunus

    Articolo da China Files

    La Grameen Bank, istituto di microcredito ideato e fondato dall'economista bangladeshi Muhammad Yunus che gli valse il premio Nobel per la pace, è passato definitivamente nelle mani del governo di Dhaka. Fine della guerra che lo Stato ha mosso contro l'economista che voleva fare politica.


    Il governo di Dhaka ha di fatto preso il controllo della Grameen Bank. Il consiglio di amministrazione della cosiddetta «banca dei poveri» fondata dal premio Nobel per la Pace, Muhammad Yunus, è arrivato al termine del mandato triennale. Ora le decisioni sono in mano ai tre direttori di nomina governativa, in base alle modifiche apportate dallo stesso esecutivo lo scorso novembre. Cambiamenti decisi dopo il rifiuto della Banca centrale di di nominare i membri del cda, come inizialmente previsto dal Grameen Bank Act del 2013.

    Questa la situazione, almeno fino alla nomina di un nuovo board, nella quale i tre avranno ampia voce in capitolo, mentre prima i componenti erano scelti da chi prendeva i soldi dalla banca.

    Si completa così il passaggio di mano dell'istituto di microcredito fondato oltre trent'anni fa da Yunus, al centro dello scontro tra il governo e l'economista, cui non sembrano mai essere state perdonate le ambizioni politiche.

    Un primo assaggio si ebbe già nel 2011. Il Nobel per la pace fu costretto alle dimissioni da amministratore delegato dell'istituto per sopraggiunti limiti d'età. Poco prima Yunus fu coinvolto in polemiche per un reportage di una televisione norvegese che sollevava dubbi su finanziamenti europei alla Grameen Bank e in un caso di diffamazione per alcune dichiarazioni rese alla France Presse sui politici bangladeshi, «mossi dal denaro».

    Il progetto Grameen Bank fu definito da Yunus agli inizi degli anni '80, aprendo linee di microcredito accessibili dalle donne bangladeshi. L'esperimento di elargire piccole somme di denaro funzionali all'acquisto di strumenti da lavoro per iniziare microattività a livello rurale fu un successo, tanto che il concetto di «microcredito» fu esportato con esiti positivi in gran parte dei paesi del terzo mondo.

    Continua la lettura su China Files


    Fonte: China Files

    Autore: Andrea Pira

    Licenza: Licenza Creative Commons
    Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported.

    Articolo tratto interamente da China Files

    Photo credit Ralf Lotys (Sicherlich) [CC BY 4.0 or CC BY 4.0], via Wikimedia Commons

    Proverbio del giorno


    È impossibile svegliare chi fa finta di dormire.

    Proverbio navaho
     

    martedì 17 febbraio 2015

    Gatto che giochi per strada di Fernando Pessoa



    Gatto che giochi per strada

    Gatto che giochi per strada
    come se fosse il tuo letto
    invidio questa tua sorte
    che nemmeno sorte si chiama.

    Buon servo di leggi fatali
    che governano pietre e persone,
    possiedi istinti comuni
    e senti solo ciò che senti.

    Sei felice perché sei così,
    tutto il nulla che sei è tuo.
    Io mi vedo e non mi ho,
    mi conosco e non son io.

    Fernando Pessoa

     

    In Italia cresce la diseguaglianza tra i redditi

     
    Articolo da Sbilanciamoci.info

    Égalité/In Italia la diseguaglianza tra i redditi è salita dal 31,7 al 32,1%. Peggio di noi solo Gran Bretagna e Spagna. Ma il problema è strutturale

    In Italia la disuguaglianza nei redditi è alta. Lo è nel confronto con la maggioranza dei paesi occidentali, in particolare europei, e lo è in base a vari indicatori di disuguaglianza. Anche la disuguaglianza nella ricchezza accumulata – ovunque molto più accentuata di quella dei redditi – è alta sebbene in questo caso il confronto internazionale sia per noi meno sfavorevole.
    Questo stato di cose, contrariamente a quanto spesso si afferma, non è l’esito della crisi in atto. La disuguaglianza alta e persistente esiste, da noi, da più di un ventennio e ha resistito agli alti (pochi) e ai bassi che la nostra economia ha conosciuto in questo periodo. Essa è, dunque, un nostro problema strutturale (tra vari altri) che si iscrive nella tendenza all’aggravamento delle disuguaglianze nel lungo periodo che non è certo esclusiva del nostro paese, come ben documenta Piketty nel suo fortunato Il capitale nel XXI secolo.
    È, però, interessante chiedersi quale sia stato l’andamento della disuguaglianza (sia nei redditi, sia nella ricchezza) negli anni della crisi. Purtroppo, soprattutto per i redditi, non disponiamo di dati recenti, confrontabili a livello internazionale. Quelli raccolti dall’OCSE si fermano per quasi tutti i paesi al 2011; a essi faremo riferimento, comparandoli con quelli del 2007. Per la ricchezza, invece, possiamo disporre di dati più recenti; va, comunque, ricordato che i dati relativi alla ricchezza presentano seri problemi di rilevazione e perciò risultano meno attendibili.
    In base all’indice della disuguaglianza più utilizzato, il coefficiente di Gini, in Italia la disuguaglianza nei redditi disponibili (cioè al netto delle imposte e inclusivi dei trasferimenti monetari da parte dello stato) tra il 2007 e il 2011 è cresciuta dal 31,7 al 32,1%. Si tratta, dunque, di un peggioramento lieve (0,4 punti percentuali) inferiore a quello di altri paesi e soprattutto – riferendoci ai maggiori tra gli europei – di Spagna (2,9 punti percentuali), Francia (1,6), Svezia (1,4), Danimarca (1,1) e Germania (0,6). Anche negli Stati Uniti il peggioramento è stato più marcato (1,1).
    Malgrado ciò l’Italia continua ad occupare una posizione poco gloriosa nella triste graduatoria dei paesi con la più alta disuguaglianza. Infatti nel 2011 tra i maggiori paesi europei hanno fatto peggio di noi solo la Gran Bretagna (e si tratta di un fatto storico) e la Spagna (qui, invece, la responsabilità è del tremendo impatto della crisi).
    Il generalizzato aggravamento della disuguaglianza nei redditi disponibili sarebbe stato maggiore se il welfare state non avesse rafforzato, in quasi tutti i paesi, la sua capacità redistributiva (almeno in base ai dati di cui disponiamo) limitando l’impatto del peggioramento nella disuguaglianza dei redditi percepiti nei vari mercati (incluso quello del lavoro) sulla disuguaglianza dei redditi disponibili. Ciò indica che il perverso motore della disuguaglianza è collocato più all’interno dei mercati che non nella macchina del welfare, malgrado i suoi molti difetti.
    Ad esempio, in Italia l’indice di Gini applicato ai redditi di mercato – prima di tassazione e redistribuzione –è cresciuto di 1,1 punti, quindi quasi il triplo di quello nei redditi disponibili. Anche per effetto di questo aumento, esso ha raggiunto il 50,2%, un valore davvero ragguardevole, assai vicino a quello degli Stati Uniti (50,6%). Anche in questo caso molti paesi europei hanno fatto peggio di noi, in particolare la Spagna dove l’indice è cresciuto, in modo drammatico, di ben 6,1 punti.

    Continua la lettura su Sbilanciamoci.info
     
     


    Autore: Maurizio Franzini      
       
    Licenza: Copyleft


    Articolo tratto interamente da Sbilanciamoci.info

     

    Nuove forme



    "Ogni volta, infatti, che riteniamo che rimanga una qualche verità da conoscere, un qualche bene da raggiungere, noi sempre ricerchiamo un'altra verità ed aspiriamo ad un altro bene. Insomma l'indagine e la ricerca non si appagheranno nel conseguimento di una verità limitata e di un bene definito. Nello stesso modo la materia particolare, sia essa corporea o incorporea, non assume mai una struttura definitiva, e non essendo paga delle forme particolari assunte in eterno, aspira nondimeno in eterno al conseguimento di nuove forme."

    Giordano Bruno
     
    Post originale pubblicato il 26 febbraio 2014

    

    Immagine del giorno

    isola san giulio

    Isola di San Giulio (Novara)

    Photo credit seligr caricata su Flickr - licenza foto: Creative Commons

    lunedì 16 febbraio 2015

    Ogni posto è una miniera



    "Ogni posto è una miniera. Basta lasciarcisi andare. Darsi tempo, stare seduti in una casa da tè a osservare la gente che passa, mettersi in un angolo del mercato, andare a farsi i capelli e poi seguire il bandolo di una matassa che può cominciare con una parola, con un incontro, con l'amico di un amico di una persona che si è appena incontrata e il posto più scialbo, più insignificante della terra diventa uno specchio del mondo, una finestra sulla vita, un teatro d'umanità dinanzi al quale ci si potrebbe fermare senza più il bisogno di andare altrove. La miniera è esattamente là dove si è: basta scavare."

    Tiziano Terzani


    Tratto da | Un indovino mi disse di Tiziano Terzani

    Solitario, vengo a visitarti di Alexander Blok



    Solitario, vengo a visitarti

    Solitario, vengo a visitarti,
    ammaliato dai fuochi dell'amore.
    Tu dici la ventura. – Non chiamarmi. -
    Ormai da tempo strologo io stesso
    Dal pesante carico degli anni
    solo il sortilegio mi ha salvato,
    e stròlogo di nuovo su di te,
    ma confuso e non limpido è il responso.
    Dal sortilegio sono avvinti i giorni,
    io vezzeggio gli anni, – non chiamare…
    Forse si spegneranno presto i fuochi
    dello stregato tenebroso amore?

    Alexander Blok

    Barcellona di notte


    Into the Night from Jordi de Temple on Vimeo.

    Photo e video credit  caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons


    Post originale pubblicato il 3 settembre 2014

    Budapest in timelapse


    Dynamic Budapest - Timelapse and Hyperlapse shortfilm from Arnau Orengo on Vimeo.


    Photo e video credit Arnau Orengo caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons

    Oxford University: ecco le dodici catastrofi che potrebbero distruggere l'umanità



    La Oxford University ha pubblicato uno studio, con 12 possibile cause di distruzione della civiltà umana.
    Ecco la lista:
    1. Pandemia globale - lo sviluppo di una malattia incurabile, letale, estremamente contagiosa e con un lungo periodo d'incubazione.
    2. Super vulcano - un’eruzione sarebbe 1.000 volte più grande rispetto ai vulcani normali e la polvere inviata nell'atmosfera potrebbe causare un inverno vulcanico.
    3. Intelligenza artificiale - qualche software potrebbe evolversi a livello umano d’intelligenza e spazzare via gli esseri umani più.
    4. Clima estremo - gli scienziati prevedono che le temperature medie globali, potrebbero aumentare di 4°. L'impatto sarebbe più forte nei paesi più poveri, rendendoli inabitabili con morte di massa, carestie e migrazioni.
    5. Biologia sintetica - organismi geneticamente super-ingegnerizzati potrebbero colpire gli esseri umani di una parte cruciale dell'ecosistema.
    6. Asteroidi - un grande corpo potrebbe portare alla fine del mondo.
    7. Collasso ecologico - Una ripartizione completa dell'ecosistema globale potrebbe portare all'estinzione di massa.
    8. Nanotecnologia - questa tecnologia nelle mani sbagliate porterebbe alla creazione di armi di distruzione di massa
    9. Guerra nucleare - secondo le stime, il rischio di un "inverno nucleare" nel prossimo secolo sono intorno al 10 per cento.
    10. Malgoverno locale - non riuscendo a risolvere i grandi problemi, porterebbe alla costruzione di uno stato totalitario globale.
    11. Sistema di crollo globale - questo termine si riferisce a un collasso economico o sociale su scala globale, che rende impossibile la vita umana sulla Terra.
    12. Conseguenze sconosciute. 
    Questo è l'elenco, ai posteri l'ardua sentenza.