Articolo da Wired
Due giovani europarlamentari, Julia Reda e Isabella Adinolfi, sono le relatrici di due distinte e complementari proposte di riforma del diritto d’autore per armonizzarlo col digital single market europeo. Le loro relazioni, da poco depositate e leggibili, saranno alla base delle decisioni della commissione Ue per armonizzare il copyright nei 28 stati dell’Unione.
Partiamo dal principio. Le nostre Università sono costrette a ricomprare dai grandi editori il materiale che producono i propri docenti. Una decina di grosse multinazionali detiene il 90% di quello che viene prodotto a livello scientifico in Europa. E questo per le clausole di esclusiva che limitano la diffusione della ricerca, senza contare che il regime attuale delle eccezioni e limitazioni al diritto d’autore è pensato ed attuato in un mondo analogico. Volete un esempio? Queste clausole non si applicano al prestito digitale delle biblioteche. In aggiunta, le clausole di esclusiva territoriale nel settore del diritto d’autore, attuate attraverso politiche di geoblocking dei contenuti, impediscono la libera circolazione dei servizi in ambito Comunitario, discriminando i cittadini dell’Unione rispetto nella fruizione di dati, informazioni, cultura e conoscenza.
Ma due iniziative parlamentari potrebbero modificare questa situazione e cambiare il volto del copyright così come l’abbiamo conosciuto finora in Europa. Da quando il copyright, o meglio il diritto d’autore nei paesi di diritto continentale, è diventato un business multinazionale, spesso incapace di tutelare la diffusione delle opere dell’ingegno remunerando adeguatamente gli autori, i tentativi di farlo sono stati molti e in genere di scarso successo. Ma oggi, nella prospettiva di competere nei mercati più sulle idee (espresse in forma fruibile) che sulla manifattura di oggetti quotidiani, il tentativo non può che essere benvenuto.
A questo puntano infatti l’iniziativa della parlamentare tedesca Julia Reda e dell’italiana pentastellata a Strasburgo Isabella Adinolfi che hanno ben pensato di introdurre delle modifiche alla direttiva sul copyright restituendogli il suo senso profondo, garantirne un monopolio temporaneo per consentire l’avanzamento della società e consentendo agli autori di camparci.
L’iniziativa della Reda (relatrice della proposta per conto della Commissione Giustizia), punta ad armonizzare il copyright europeo fra i 28 stati membri, alzare il potere contrattuale degli autori, rendere copyright-free le opere finanziate dai governi.
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Fonte: Wired
Autore: Arturo Di Corinto
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Articolo tratto interamente da Wired
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