Privacy e cookie policy

martedì 24 giugno 2025

Campagna contro l'abbandono dei cani e degli altri amici a 4 zampe




Ogni anno una piaga non cessa mai di finire: l'abbandono dei cani e degli altri animali d'affezione. 

Questo problema si accentua proprio nel periodo estivo, quando la partenza per le vacanze pone il problema della presenza di un quattro zampe.

Voglio ricordare che l'abbandono è vietato ai sensi dell'art. 727 del codice penale, che al primo comma recita: "Chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l'arresto fino ad un anno o con l'ammenda da 1.000 a 10.000 euro."

Inoltre, secondo il Ministero della Salute italiano, «chi abbandona un cane, dunque, non solo commette un illecito penale (Legge 20 luglio 2004, n. 189), ma potrebbe rendersi responsabile di omicidio colposo», quando gli animali abbandonati provocassero incidenti stradali mortali.

Solo una persona senza cuore può abbandonare il nostro migliore amico e ricordatevi che un animale non è un peluche, ma un essere vivente e con un cuore grande.


"L'abbandono di un animale è un atto crudele e degradante."

Dichiarazione universale dei diritti dell'animale




Video credit Nicola Persico caricato su YouTube


Per la strada cantavo sempre


"Per la strada cantavo sempre, i pastori quando mi sentivano dicevano oggi Maria è di fiume… quando avevo paura, correvo e cantavo. Ho sempre detto che scacciavo le Ombre dalla mia strada solo attraverso la mia voce… avevo paura del buio, sentivo echi di passi, sapevo che erano loro, le Ombre, che mi accompagnavano dal mondo del passato. Allora cantavo a voce delirante."

Maria Carta


Abbiamo dato il via a un tipo inedito di umorismo...

Renzo Arbore (Augusto De Luca 1995)


"Abbiamo dato il via a un tipo inedito di umorismo, che non era cabaret e non si poneva sulla scia dei maestri che tanto amavamo, come Totò o Walter Chiari. Un umorismo, dopo 50 anni lo posso affermare con un po' di presunzione senza tempo. Non parlavamo mai di attualità, sapevamo che è caduca."

Renzo Arbore

Photo credit Augusto De Luca, CC BY-SA 2.0, via Wikimedia Commons

Noi con i fascisti...

 

"Noi con i fascisti abbiamo finito di parlare il 25 aprile 1945!"

Gian Carlo Pajetta


Io ne ho viste cose che voi umani...


“Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi: navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia. È tempo di morire”.

Tratto dal film Blade Runner


La libertà è un respiro

"La libertà è un respiro, ma tutto il mondo respira, non solo l’uomo. Respirano le piante, gli animali. C’è ritmo (che è respiro) non solo per l’uomo. Le stagioni, il dì, la notte sono respiro. Le maree sono un respiro. Tutto respira, e tutto ha il diritto di respirare. Questo respiro è universale."

Anna Maria Ortese


L'unico vero viaggio...

"L'unico vero viaggio, l'unico bagno di giovinezza sarebbe non andare verso nuovi paesaggi, ma avere altri occhi, vedere l'universo con gli occhi di un altro, di cento altri, vedere i cento universi che ciascuno vede, che ciascuno è."

Marcel Proust


Citazione del giorno

 

"Più vivo, più sono convinto che questo pianeta sia usato da altri pianeti come manicomio dell'universo."

George Bernard Shaw


Voglio ricordare il codice etico (blogtiquette) di questo blog


Benvenuto/a nel mio spazio digitale!

Per garantire un ambiente di discussione costruttivo e rispettoso, ti invito a seguire queste semplici regole:

  • Rispetto prima di tutto: Tratta gli altri commentatori e me con lo stesso rispetto che vorresti ricevere. Evita commenti offensivi, discriminatori o che incitino all'odio. Ricorda che dietro ogni schermo c'è una persona.
  • Diritti umani al centro: I diritti umani sono universali e inalienabili. Non tollererò commenti che violino i diritti di qualcun altro, indipendentemente dalla sua origine, religione, orientamento sessuale, identità di genere o qualsiasi altra caratteristica personale.
  • Onestà e trasparenza: Apprezzo i dibattiti costruttivi e le opinioni diverse, ma ti chiedo di esprimere le tue idee in modo onesto e trasparente. Evita di diffondere fake news o informazioni non verificate.
  • Off topic: Cerchiamo di mantenere le conversazioni pertinenti ai temi del blog. Se hai qualcosa da dire su argomenti diversi, ti invito a contattarmi privatamente oppure utilizzando il guestbook.
  • Linguaggio inclusivo: Utilizziamo un linguaggio inclusivo e rispettoso di tutte le identità. Evita stereotipi e generalizzazioni.
  • Risoluzione dei conflitti: Se hai un disaccordo con un altro commentatore, cerca di risolverlo in modo civile e rispettoso. Se la situazione degenera, contattami.
  • Diritto alla privacy: Rispettiamo la privacy di tutti. Evita di condividere informazioni personali non autorizzate e sii consapevole delle implicazioni di ciò che pubblichi online.

  • Perché questi principi sono importanti?
    • Creare una comunità inclusiva: Voglio che questo blog sia uno spazio dove tutti si sentano liberi di esprimere le proprie opinioni in modo sicuro e rispettoso.
    • Promuovere il dialogo costruttivo: Il confronto di idee è fondamentale per la crescita personale e collettiva.
    • Difendere i diritti umani: Il rispetto per gli altri è un principio fondamentale dei diritti umani.
    Grazie per la tua collaborazione!


    lunedì 23 giugno 2025

    Discorso all'umanità



    "Mi dispiace, ma io non voglio fare l'Imperatore: non è il mio mestiere; non voglio governare né conquistare nessuno. Vorrei aiutare tutti, se possibile: ebrei, ariani, uomini neri e bianchi. Tutti noi esseri umani dovremmo aiutarci sempre, dovremmo godere soltanto della felicità del prossimo, non odiarci e disprezzarci l'un l'altro. In questo mondo c'è posto per tutti. La natura è ricca, è sufficiente per tutti noi; la vita può essere felice e magnifica, ma noi lo abbiamo dimenticato. L'avidità ha avvelenato i nostri cuori, ha precipitato il mondo nell'odio, ci ha condotti a passo d'oca fra le cose più abbiette. Abbiamo i mezzi per spaziare, ma ci siamo chiusi in noi stessi. La macchina dell'abbondanza ci ha dato povertà; la scienza ci ha trasformato in cinici; l'avidità ci ha resi duri e cattivi; pensiamo troppo e sentiamo poco. Più che macchinari, ci serve umanità; più che abilità, ci serve bontà e gentilezza. Senza queste qualità la vita è violenza e tutto è perduto. L'aviazione e la radio hanno riavvicinato le genti; la natura stessa di queste invenzioni reclama la bontà nell'uomo, reclama la fratellanza universale, l'unione dell'umanità. Perfino ora la mia voce raggiunge milioni di persone nel mondo, milioni di uomini, donne e bambini disperati, vittime di un sistema che impone agli uomini di torturare e imprigionare gente innocente. A coloro che mi odono, io dico: non disperate! L'avidità che ci comanda è solamente un male passeggero, l'amarezza di uomini che temono le vie del progresso umano. L'odio degli uomini scompare insieme ai dittatori e il potere che hanno tolto al popolo ritornerà al popolo e, qualsiasi mezzo usino, la libertà non può essere soppressa. Soldati! Non cedete a dei bruti, uomini che vi disprezzano e vi sfruttano, che vi dicono come vivere, cosa fare, cosa dire, cosa pensare, che vi irreggimentano, vi condizionano, vi trattano come bestie. Non vi consegnate a questa gente senza un'anima, uomini macchina, con macchine al posto del cervello e del cuore. Voi non siete macchine, voi non siete bestie: siete uomini!
    Voi avete l'amore dell'umanità nel cuore, voi non odiate, coloro che odiano sono quelli che non hanno l'amore altrui. Soldati! Non difendete la schiavitù, ma la libertà! Ricordate nel Vangelo di S. Luca è scritto: "Il Regno di Dio è nel cuore dell'uomo". Non di un solo uomo o di un gruppo di uomini, ma di tutti gli uomini. Voi! Voi, il popolo, avete la forza di creare le macchine, la forza di creare la felicità. Voi, il popolo, avete la forza di fare che la vita sia bella e libera; di fare di questa vita una splendida avventura. Quindi, in nome della democrazia, usiamo questa forza. Uniamoci tutti! Combattiamo per un mondo nuovo che sia migliore! Che dia a tutti gli uomini lavoro; ai giovani un futuro; ai vecchi la sicurezza. Promettendovi queste cose dei bruti sono andati al potere, mentivano! Non hanno mantenuto quelle promesse, e mai lo faranno! I dittatori forse sono liberi perché rendono schiavo il popolo. Allora combattiamo per mantenere quelle promesse! Combattiamo per liberare il mondo, eliminando confini e barriere; eliminando l'avidità, l'odio e l'intolleranza. Combattiamo per un mondo ragionevole. Un mondo in cui la scienza e il progresso diano a tutti gli uomini il benessere. Soldati, nel nome della democrazia, siate tutti uniti!
    Hannah, puoi sentirmi? Dovunque tu sia, abbi fiducia. Guarda in alto, Hannah! Le nuvole si diradano: comincia a splendere il Sole. Prima o poi usciremo dall'oscurità, verso la luce e vivremo in un mondo nuovo. Un mondo più buono in cui gli uomini si solleveranno al di sopra della loro avidità, del loro odio, della loro brutalità. Guarda in alto, Hannah! L'animo umano troverà le sue ali, e finalmente comincerà a volare, a volare sull'arcobaleno verso la luce della speranza, verso il futuro. Il glorioso futuro che appartiene a te, a me, a tutti noi. Guarda in alto Hannah, lassù."


    Tratto dal film "Il grande dittatore" di Charlie Chaplin.


    Iran, le porte dell'apocalisse



    Articolo da Rebelión

    Questo articolo è stato tradotto automaticamente. La traduzione rende il senso dell’articolo, tuttavia consigliamo di leggere il testo originale su Rebelión

    Migliaia di pretesti vengono invocati per ognuno di questi conflitti, dalla difesa del capitalismo alla lotta al terrorismo o alla droga, fino allo "scontro di civiltà". Ma il vero motivo di tante ecatombi è neutralizzare le potenze concorrenti e monopolizzare le risorse naturali e l'energia.

    1

    Un conclave di idioti ha messo in moto la macchina per distruggere il mondo. Sembra una scena del geniale film di Stanley Kubrick,  "Il Dottor Stranamore - Ovvero come imparai a non preoccuparmi e ad amare la bomba"  (1964). Ma questo non è un film, è la realtà. Gli idioti sanno come fermare la macchina, ma non lo fanno aspettando che l'avversario si tiri indietro e accetti di essere distrutto prima dell'annientamento di tutti. Questa è la logica che ci governa.

    2

    Non a caso le regole del gioco si chiamano  MAD  , acronimo di  Distruzione Mutua Assicurata . Si dà per scontato che se una potenza nucleare ne attaccasse un'altra, entrambe verrebbero completamente distrutte, e questa riflessione le dissuaderà dall'utilizzare tali dispositivi. Invece, le potenze continuano ad armare testate nucleari fino ad accumularne circa 17.000; abbastanza per distruggere la vita sul pianeta non una, ma 60 volte. Personalmente, non sono contrario a certi pazzi che giocano alla roulette russa, ma sono disgustato quando lo fanno con la mia vita e quella di tutti gli esseri viventi. A quel tavolo da gioco, la scommessa stupida siamo noi, e perderemo tutti.

    3

    Pochi dettagli definiscono il gioco. Dopo gli olocausti di Hiroshima e Nagasaki, l'esercito americano progettò un piano per ridurre in cenere 111 città sovietiche. Herman Kahn, autore di "  Sulla guerra termonucleare"  (1960), esortò: "Meglio bombardare oggi che domani, e al mattino piuttosto che al pomeriggio". Ammise anche di "non tenere conto delle diffuse sofferenze indotte da diecimila anni di devastazione ambientale postbellica" e consigliò di dare cibo contaminato dalle radiazioni agli anziani, perché sarebbero comunque morti per altre cause prima di sviluppare un cancro. Questi encomiabili consulenti incaricati di redigere il certificato di morte mondiale furono soprannominati i "Mega-Intellettuali della Morte".

    4

    La devastante efficacia dei 17.000 ordigni nucleari destinati a ridurre in polvere l'umanità è ora potenziata dalla gittata dei loro missili booster. L'RS28 russo colpisce qualsiasi bersaglio a una distanza di 18.000 chilometri, più del doppio dei 7.510 chilometri che separano Mosca da New York. Il DF4 cinese distrugge qualsiasi avversario entro 14.000 chilometri, così come il coreano HWASQ. Il Minuteman 3 americano può raggiungere una gittata di soli 13.000 chilometri e l'AGNI indiano tra gli 8.000 e i 5.000 chilometri. Come in quasi ogni cosa, gli Stati Uniti sono stati superati dalle potenze emergenti. Rimane il pericolo che compensino il loro svantaggio con attacchi a sorpresa.

    5

    Il timore di fondo di una risposta devastante impedì ulteriori usi militari di ordigni nucleari, sebbene questi continuassero a essere costruiti, potenziati e il mondo fosse avvelenato da test sistematici. Per lo stesso motivo, il Trattato di non proliferazione delle Nazioni Unite fu aperto alla firma nel 1968. È in vigore dal 1971 e vi aderiscono 191 paesi, tra cui l'Iran e i cinque che effettivamente li possiedono. Consapevoli della propria integrità, questo quintetto continua a condurre guerre convenzionali sottobanco, istigando, attivando e finanziando gli stati sotto la loro influenza per fare a pezzi i paesi che sono riluttanti ad accettarli.

    6

    Così, l'indispensabile divieto delle guerre nucleari ha paradossalmente portato alla proliferazione di guerre convenzionali. Dal 1945 a oggi, si sono verificati circa 331 conflitti armati. La maggior parte non avrebbe potuto scoppiare o essere sostenuta senza il sostegno, il finanziamento e l'armamento delle grandi potenze, ovvero quelle nucleari. Esse istigano, finanziano e armano genocidi, lavandone le mani come Pilato, per evitare di assumersene la responsabilità.

    7

    Migliaia di pretesti vengono invocati per ognuno di questi conflitti, dalla difesa del capitalismo alla lotta al terrorismo o alla droga, fino allo "scontro di civiltà". Ma il vero motivo dietro così tante catastrofi è neutralizzare le potenze concorrenti e monopolizzare le risorse naturali e l'energia. Basta considerare i principali conflitti del secolo scorso e di quello attuale per scoprire che la causa principale della maggior parte di essi è il controllo dei combustibili fossili e dei mezzi per trasportarli.

    Ripeto i dati dell'Agenzia Internazionale per l'Energia, della British Petroleum, dell'OPEC e di altre fonti verificabili: gli idrocarburi forniscono l'82% del consumo energetico mondiale e, al ritmo attuale di sfruttamento, si esauriranno nel giro di quattro o cinque decenni. Le grandi potenze brandiscono il bastone nucleare per spezzare l'ambita piñata da cui dipende il dominio globale. Israele è il manganello atomico incaricato di garantire il controllo del petrolio e del gas del Medio Oriente.

    8

    Il trattato destinato a fermare la proliferazione delle armi nucleari regola questo gioco di sterminio. Il fatto che cinque potenze godano del diritto di possedere e fabbricare armi di distruzione di massa, mentre 186 si impegnano a fare il contrario, rivela una situazione quantomeno asimmetrica. Sembrerebbe che, in una teoria politica dell'abisso, l'unico attributo della sovranità sia il possesso di armi di distruzione di massa: senza di esse, si è in balia di chi le possiede.

    9

    Due strategie esacerbano questa disparità: 1) Le potenze nucleari si considerano autorizzate ad annientare qualsiasi Paese che, come loro, cerchi di sviluppare armi atomiche. 2) Le potenze nucleari si considerano libere di fornire armi atomiche a chiunque sembri favorire i loro interessi. Esempi: 1) Il semplice sospetto che l'Iran possa sviluppare capacità nucleari, nonostante sia soggetto a regolari ispezioni da parte delle Nazioni Unite tramite l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica e non vi siano prove che stia sviluppando un ordigno nucleare, viene invocato come motivo per la sua distruzione. 2) Al contrario, Israele, che non ha mai firmato il Trattato sulla Proliferazione delle Armi Nucleari, possiede tra le 90 e le 400 bombe atomiche armate con il supporto degli Stati Uniti, che usa come minaccia per i suoi vicini.   

    10

    La distruzione dell'Iran è il modo per garantire agli Stati Uniti e all'Europa, o meglio al sionismo, il controllo sui combustibili fossili del Medio Oriente, essenziali per la sopravvivenza dell'Occidente. Chiediamoci se la Federazione Russa e la Cina lo permetteranno. Le porte dell'apocalisse stanno iniziando ad aprirsi.

    Continua la lettura su Rebelión

    Fonte: Rebelión

    Autore: Luis Britto García

    Articolo tratto interamente da Rebelión


    I bambini giocano alla guerra...


    "I bambini giocano alla guerra. E' raro che giochino alla pace perché gli adulti da sempre fanno la guerra, tu fai "pum" e ridi; il soldato spara e un altro uomo non ride più. E' la guerra. C'è un altro gioco da inventare: far sorridere il mondo, non farlo piangere.

    Pace vuol dire che non a tutti piace lo stesso gioco, che i tuoi giocattoli piacciono anche agli altri bimbi che spesso non ne hanno, perché ne hai troppi tu; che i disegni degli altri bambini non sono dei pasticci; che la tua mamma non è solo tutta tua; che tutti i bambini sono tuoi amici. 

    E pace è ancora non avere fame non avere freddo non avere paura."

    Bertold Brecht



    È il tempo degli ingiusti



    "La politica, ormai, un cimitero delle bambole. Gente incapace di amare ha fermato il tempo, seppellito la verità, sbarrato il passo alla storia. Non sanno fare un passo avanti perché il futuro li spazzerebbe via, né un passo indietro perché neppure le loro madri li ricorderebbero. Pezzi di burattini gonfi di vanità si animano solo per ciò che li riguarda. I loro cuori sono chiusi in cassaforte. Le bocche parlano ma non udiamo più nulla. È il tempo degli ingiusti."

    Jorge Luis Borges

    I predatori del mondo



    "Predatori del mondo intero, adesso che mancano terre alla vostra sete di totale devastazione andate a frugare anche il mare. Avidi se il nemico è ricco e arroganti se è povero. Gente che né l'oriente né l'occidente possono saziare. Solo voi bramate possedere con pari smania ricchezza e miseria. Rubano, massacrano, rapinano, e con falso nome lo chiamano impero. Rubano, massacrano, rapinano, e con falso nome lo chiamano nuovo ordine.
    Laddove fanno il deserto, lo chiamano pace."


    Publio Cornelio Tacito

    Tratto da De vita et moribus Iulii Agricolae di Publio Cornelio Tacito


     
    

    Della disillusione siamo responsabili...



    "Della disillusione siamo responsabili noi adulti, che, aderendo incondizionatamente al "sano realismo" del pensiero unico incapace di volare una spanna oltre il business, il profitto e l'interesse individuale, abbiamo abbandonato ogni vincolo di solidarietà, ogni pietà per chi sta peggio di noi, ogni legame affettivo che fuoriesca dallo stretto ambito familiare. Inoltre abbiamo inaugurato una visione del mondo che guarda alla terra e ai suoi abitanti solo nell'ottica del mercato."

    Umberto Galimberti


    Quando i gas velenosi non basteranno più...


    "Quando i gas velenosi non basteranno più, un uomo fatto come tutti gli altri, nel segreto di una stanza di questo mondo, inventerà un esplosivo incomparabile, in confronto al quale gli esplosivi attualmente esistenti saranno considerati quali innocui giocattoli. Ed un altro uomo fatto anche lui come tutti gli altri, ma degli altri un più ammalato, ruberà tale esplosivo e s’arrampicherà al centro della terra per porlo nel punto ove il suo effetto potrà essere il massimo. Ci sarà un’esplosione enorme che nessuno udrà e la terra ritornata alla forma di nebulosa errerà nei cieli proba di parassiti e malattie."

    Italo Svevo


    L'Iran valuta la chiusura dello Stretto di Hormuz: i prezzi del petrolio potrebbero aumentare drasticamente



    Articolo da LARED21

    Questo articolo è stato tradotto automaticamente. La traduzione rende il senso dell’articolo, tuttavia consigliamo di leggere il testo originale su LARED21

    Il parlamento iraniano sostiene il blocco dello stretto in risposta all'attacco degli Stati Uniti La misura interesserebbe il 20% del greggio mondiale e i mercati sono già nervosi.

    L'Assemblea consultiva islamica dell'Iran ha sostenuto la chiusura dello Stretto di Hormuz come rappresaglia per l'attacco degli Stati Uniti agli impianti nucleari iraniani. Questa misura richiederebbe l'approvazione finale della Guida Suprema Ayatollah Ali Khamenei e del Consiglio Supremo di Sicurezza Nazionale. Il blocco influenzerebbe un passaggio marittimo critico per il commercio globale di energia.

    Il generale Esmaeil Kousari, membro della Commissione per la sicurezza nazionale, ha confermato la posizione parlamentare sulla radio e la televisione pubblica iraniana: "È giunto alla conclusione che lo stretto deve essere chiuso, ma la decisione spetta al Consiglio supremo di sicurezza nazionale". L'iniziativa nasce direttamente dal recente attacco alle infrastrutture nucleari iraniane.

    Lo Stretto di Hormuz è di fondamentale importanza per il commercio mondiale

    Lo Stretto di Hormuz è una rotta vitale per il trasporto marittimo di idrocarburi. Collega i principali produttori del Golfo Persico con i mercati internazionali, movimentando circa 21 milioni di barili al giorno nel 2022. Questo volume rappresenta il 21% del consumo globale di petrolio, secondo i dati di bancaynegocios.com e bbc.com. Il suo funzionamento continuo è essenziale per la stabilità delle forniture.

    Geograficamente, lo stretto presenta notevoli sfide logistiche. Nel suo punto più stretto, misura 33 km tra l'Iran e l'Oman/Emirati Arabi Uniti, con canali navigabili larghi solo 3 km in ogni direzione. La sua profondità varia tra gli 80 metri in media e i 200 metri massimi, condizionando il transito delle navi a pescaggio profondo. Queste caratteristiche fisiche aumentano la loro vulnerabilità strategica.

    Il traffico annuo supera le 34.000 navi, tra petroliere, gasiere e navi portacontainer. Secondo porteconomicsmanagement.org, questa densità operativa la classifica come il principale "collo di bottiglia" energetico globale. La concentrazione di carichi critici intensifica la sua sensibilità alle crisi geopolitiche regionali.

    L'impatto sull'economia mondiale sarebbe devastante

    Se il blocco venisse attuato, il flusso di 20,9 milioni di barili al giorno registrato nel 2023 verrebbe interrotto. Questa cifra equivale al 20% del consumo mondiale di liquidi petroliferi e a oltre il 25% del petrolio trasportato via mare. Gli esperti di xtb.com e 20minutos.es stimano che rappresenti fino al 30% del commercio marittimo globale di petrolio greggio.

    Oltre agli idrocarburi liquidi, lo stretto convoglia il 20-21% del GNL scambiato a livello globale. Bancaynegocios.com il suo ruolo nel 31% del propano marittimo si distingue. L'Asia riceve l'82-85% delle esportazioni, principalmente Cina, India, Giappone e Corea del Sud. L'Europa e gli Stati Uniti ne importano tra 0,7 e 0,9 milioni al giorno.

    L'Iran, in qualità di produttore chiave, pompa 3,3 milioni di barili al giorno ed esporta 1,7 milioni. Un'escalation conflittuale potrebbe interrompere queste forniture dirette, esacerbando la contrazione dell'offerta globale. La combinazione di fattori moltiplicherebbe il rischio di penurie.

    Warren Patterson, stratega delle materie prime presso ING Research, ha avvertito degli effetti sui prezzi: "Un'interruzione significativa di questi flussi sarebbe sufficiente per spingere i prezzi a $ 120 al barile". Secondo le dichiarazioni raccolte da Europa Press, interruzioni prolungate potrebbero portare il Brent a superare i 150 dollari, superando i massimi storici del 2008.

    Le precedenti tensioni del giugno 2025 hanno generato aumenti temporanei dei prezzi. Reuters ha documentato aumenti paralleli dei premi assicurativi e delle tariffe di noleggio per le navi sulle rotte interessate. La sola minaccia di blocco altera i mercati finanziari legati all'energia e alla logistica.

    Il blocco effettivo fermerebbe il 20% del petrolio scambiato a livello mondiale. Questa situazione metterebbe sotto pressione le scorte strategiche e riattiverebbe le operazioni di riserva. Le economie importatrici nette si troverebbero ad affrontare pressioni inflazionistiche immediate, mentre i paesi esportatori valuterebbero percorsi alternativi complessi.

    La fattibilità della chiusura dipende dalle capacità navali iraniane e dalle risposte internazionali. L'Oman e gli Emirati Arabi Uniti hanno sviluppato oleodotti alternativi, come l'Habshan-Fujairah (capacità 1,5 milioni di barili al giorno) e l'oleodotto Abu Dhabi. L'Arabia Saudita utilizza la Petroline per raggiungere il Mar Rosso. Queste infrastrutture mitigherebbero parzialmente l'impatto.

    Tuttavia, la maggior parte degli esportatori del Golfo non dispone di opzioni equivalenti. Il Qatar, il più grande esportatore mondiale di GNL, dipende esclusivamente dallo stretto. Qualsiasi interruzione prolungata costringerebbe a rischierare la flotta e riconfigurare le rotte, aumentando i costi e i tempi di consegna. L'equilibrio tra domanda e offerta ne risentirebbe gravemente.

    Continua la lettura su LARED21

    Fonte: LARED21


    Autore: LARED21 

    Licenza: This work is licensed under Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International


    Articolo tratto interamente da 
    LARED21


    La ninna nanna de la guerra di Trilussa


    La ninna nanna de la guerra

    Ninna nanna, nanna ninna,
    er pupetto vô la zinna:
    dormi, dormi, cocco bello,
    sennò chiamo Farfarello
    Farfarello e Gujrmone
    Gujermone e Ceccopeppe
    che se regge co' le zeppe,
    co' le zeppe d'un impero
    mezzo giallo e mezzo nero.

    Ninna nanna, pija sonno
    ché se dormi nun vedrai
    tante infamie e tanti guai
    che succedeno ner monno
    fra le spade e li fucilli
    de li popoli civilli...

    Ninna nanna, tu nun senti
    li sospiri e li lamenti
    de la gente che se scanna
    per un matto che commanna;
    che se scanna e che s'ammazza
    a vantaggio de la razza...
    o a vantaggio d'una fede
    per un Dio che nun se vede,
    ma che serve da riparo
    ar Sovrano macellaro.

    Ché quer covo d'assassini
    che c'insanguina la terra
    sa benone che la guerra
    è un gran giro de quatrini
    che prepara le risorse
    pe' li ladri de le Borse.

    Fa' la ninna, cocco bello,
    finché dura 'sto macello:
    fa' la ninna, ché domani
    rivedremo li sovrani
    che se scambieno la stima
    boni amichi come prima.
    So' cuggini e fra parenti
    nun se fanno comprimenti:
    torneranno più cordiali
    li rapporti personali.

    E riuniti fra de loro
    senza l'ombra d'un rimorso,
    ce faranno un ber discorso
    su la Pace e sul Lavoro
    pe' quer popolo cojone
    risparmiato dar cannone!

    Trilussa


    Dentro ad un abbraccio...

     

    "Dentro ad un abbraccio puoi fare di tutto.

    Sorridere e piangere.

    Rinascere e morire.

    Oppure fermarti a tremarci dentro.

    Come fosse l’ultimo."

    Anonimo


    Un abbraccio

    "Un abbraccio vuol dire "tu non sei una minaccia. Non ho paura di starti così vicino. Posso rilassarmi, sentirmi a casa. Sono protetto, e qualcuno mi comprende". La tradizione dice che quando abbracciamo qualcuno in modo sincero, guadagniamo un giorno di vita."

    Paulo Coelho


    Le persone che non ricevono mai abbracci...


    "Le persone che non ricevono mai abbracci o che ben pochi ne hanno ricevuti durante l'infanzia, sono inconfondibili, è possibile riconoscerle fra mille per via di quella dura corazza che hanno dovuto costruire intorno alla loro anima. Non venire mai stretti tra le braccia di qualcuno che amiamo ci proietta in una dimensione di solitudine atroce, dove l'unica soluzione possibile sembra essere quella di rafforzare il nostro carattere oltre i limiti umani per riuscire a farcela anche da soli."

                                                                                                       Aldo Carotenuto


    La storia di Norma Pratelli Parenti



    Articolo da Biografie Resistenti

    Norma Parenti nacque il 1° giugno 1921 al podere Zuccantine di Sopra, località sita nei pressi di Massa Marittima, in provincia di Grosseto. La famiglia era composta dal padre Estewan Parenti, che esercitava la professione di muratore nella zona, la madre Roma Camerini, impegnata nella gestione di una trattoria nel paese di Massa Marittima, e altri quattro fratelli. Nel contesto familiare, a una formazione di stampo cattolico venne sempre affiancato l’insegnamento di idee provenienti dal socialismo. Il padre, infatti, fu ben presto posto sotto l’attenzione della direzione generale della pubblica sicurezza del Regno per le sue idee e schedato come «socialista» nel casellario politico centrale.

    In questi anni P. si iscrisse al gruppo della Gf «Giovanna D’Arco» e le venne assegnato anche il compito di contribuire all’insegnamento del catechismo ai giovani che si avvicinavano alla prima comunione.

    Difficoltosi furono i primi anni di formazione scolastica. Nel novembre del 1927 si iscrisse alla scuola elementare Regina Margherita del suo paese ma, nel corso del terzo anno, non riuscì a frequentare le lezioni a causa di una malattia che la tenne lontana da scuola per più di un mese. Ricominciò l’anno successivo per terminare la terza elementare e, successivamente, dovette lasciare gli studi per volontà dei genitori.

    Grazie alla sua partecipazione agli ambienti dell’Ac, nel corso del 1941 P. ebbe modo di trascorrere un breve periodo all’Istituto Santa Regina di Siena, gestito dalla contessa Bianca Piccolomini. L’Istituto, messo a disposizione alle donne iscritte all’Ac come casa per i ritiri spirituali, permise a P. di entrare in contatto con le sorelle laiche presenti nella struttura e convinse la giovane ad avanzare richiesta di probandato, periodo di formazione spirituale che avrebbe dovuto precedere la richiesta di noviziato. A causa dell’esigenza di essere operata a una gamba, venne rinviata a casa e non ebbe la possibilità di terminare il percorso stabilito. Nel documento prodotto dall’Istituto con oggetto «esito della domanda di accettazione per l’ammissione al Noviziato di Norma Parenti», si può leggere infatti: «Vengono lette le domande di accettazione per il Noviziato delle Postulanti Norma Parenti e Marcellina Benedetti e si passa subito alla votazione, che riesce favorevole all’unanimità per ambedue le figliuole. Per la Parenti, però, l’accettazione è condizionata all’esito favorevole e definitivo dell’operazione al ginocchio, per cui in questi giorni è ricoverata all’ospedale».

    A seguito di questi eventi, nel corso del mese di marzo del 1942, dovette suo malgrado far ritorno definitivamente nel paese natale. Fu durante il periodo che trascorse a Massa Marittima che P. conobbe Mario Pratelli, il suo futuro marito.

    Nell’ottobre 1942 Pratelli venne richiamato per il servizio di leva e destinato al V Reggimento artiglieria di stanza a Belluno. Vista l’imminente e forzata separazione, i due giovani si convinsero a velocizzare le pratiche per il matrimonio e il 31 marzo 1943, nella cattedrale di San Cerbone a Massa Marittima, si sposarono. A seguito delle nozze P. dovette trasferirsi ad Agordo, in provincia di Belluno, per raggiungere il luogo di residenza del marito.

    Fu proprio in questo periodo che P. fu raggiunta dalla notizia della caduta del regime fascista e, successivamente, da quella della firma dell’armistizio dell’8 settembre 1943. A causa della pericolosità della zona i due ragazzi decisero di far ritorno a Massa Marittima, dove potevano contare sull’appoggio della famiglia Parenti. Nel corso di questi mesi P. si iscrisse al circolo dell’Ud di Massa Marittima.

    In questo contesto la posizione dei due ragazzi si fece sempre più difficile. Considerata la mancata risposta al bando di leva imposto dalla Rsi e il suo improvviso trasferimento, Pratelli fu considerato un disertore e decise dunque di mettersi in contatto con il Cln della zona per raggiungere la 3° Brigata Garibaldi, attiva fin dai primi giorni successivi all’armistizio. Vista la scelta del marito, P., ormai prossima al parto, decise di rifugiarsi nell’abitazione dei suoi genitori. Proprio presso la casa della famiglia diede alla luce il suo primo figlio, Alberto Mario, il 29 dicembre 1943. In questo periodo decise anche lei di mettere la sua opera a disposizione delle bande partigiane presenti nelle vicinanze di Massa, come il gruppo «Capanne Vecchie» guidato da Mario Chirici, verso le quali si adoperò per far arrivare rifornimenti, documenti e volantini stampati clandestinamente.

    Considerata la sua continua attività a favore della Resistenza nell’Alta Maremma, P. decise ben presto di entrare nelle fila della 3ª Brigata Garibaldi per garantire un più sicuro e costante servizio di informazioni al comando partigiano. Di questa sua presenza nella formazione si può avere conferma consultando i nominativi degli effettivi nell’elenco dei partigiani della Brigata. Nel corso del tempo la sua attività si fece sempre più profonda, potendo contare su una rete di informazioni assicurata dal contatto diretto con i capi partigiani della zona. Oltre alla sua partecipazione diretta, inoltre, fu sempre pronta nell’indirizzare i soldati fuggiti dalla prigionia tedesca e renitenti alla leva della Rsi alle formazioni partigiane presenti in montagna. Grande fu anche l’opera di soccorso che diede a ricercati politici ed ebrei, offrendo loro la possibilità di nascondersi presso strutture da lei ritenute sicure.

    Oltre a queste azioni, ciò che maggiormente attirò su di lei le attenzioni dei nazifascisti fu senza dubbio l’episodio del quale fu protagonista l’8 giugno del 1944. In quella giornata Guido Radi «Boscaglia», facente parte della 23ª Brigata Garibaldi, venne sorpreso e catturato da una squadra di militi della Rsi mentre insieme ad altri compagni era intento a compiere un’azione di sabotaggio. Dopo varie sevizie il suo corpo, ormai senza vita, venne trasportato a Massa e posto sulla scalinata del Duomo, per essere di monito a tutta la popolazione. Per questo motivo venne imposto dal capo della provincia, Alceo Ercolani, il divieto di avvicinarlo e di dargli sepoltura. Colpita dagli eventi, P. decise di ignorare le direttive emanate e, insieme a un gruppo di donne da lei organizzato, si occupò della salma del giovane, attivandosi affinché venisse a lui riservato una tomba nel cimitero comunale e per fare in modo che i parenti potessero vedere per l’ultima volta le spoglie del proprio figlio prima che fosse tumulato.

    Nel mese di giugno del 1944 i partigiani della zona cominciarono a impossessarsi di posizioni strategiche e a organizzare il loro ingresso nella cittadina di Massa Marittima. Prima della effettiva liberazione, che avverrà alla fine di giugno, i nazifascisti presenti nella zona si impegnarono nella repressione di qualsiasi fonte di resistenza e nella vendetta per gli atti di ribellione che a loro avviso erano rimasti impuniti nel corso dei mesi precedenti.

    Continua la lettura su Biografie Resistenti

    Fonte: Biografie Resistenti

    Autore: 
    Andrea Pepe


    Licenza: Licenza Creative Commons
    Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 3.0 Italia.


    Articolo tratto interamente da 
    Biografie Resistenti


    Ho imparato...



    "Ho imparato che spesso le persone non comprendono quello che hanno davanti e spesso non lo apprezzano.

    Ho imparato che da un giorno all’altro tutto può cambiare.

    Ho imparato che non c’è cosa più bella e difficile che potersi fidare di qualcuno.

    Ho imparato ad accettare le delusioni o comunque a non dargli troppo peso.

    Ho imparato ad andare avanti anche quando l’unica persona con cui vorresti parlare è la stessa che ti ha ferito.

    Ho imparato che questo molte persone non l’hanno mai capito.

    Ho imparato che più dai e meno ricevi.

    Che ignorare i fatti non cambia i fatti.

    Che i vuoti non sempre possono essere colmati.

    Che le grandi cose si vedono dalle piccole cose.

    Che la ruota gira, ma quando ormai non te ne frega più niente.

    E, soprattutto quello che più mi piace della vita, è che non si finisce mai di imparare."

    Fabio Volo


    Il degrado culturale



    "Di fronte a tutto questo dobbiamo davvero ripetere che le parole sono pietre. Suscitano umori, li fanno sedimentare, li trasformano in consenso, ne fanno la componente profonda di un modello culturale inevitabilmente destinato ad influenzare le dinamiche politiche. Parliamo chiaro. Una ventata razzista e forcaiola sta attraversando l'Italia, e rischia di consolidarsi. [... ] La reazione può essere quella di chi alza le mani, si arrende culturalmente e politicamente e si consegna al modello messo a punto dagli altri, con un esercizio che vuol essere realista e, invece, è suicida? [... ] Se si pensa che vi sono emergenze che devono essere fronteggiate con forte spirito politico, e il degrado culturale lo è al massimo grado, bisogna essere chiari e necessariamente polemici."

    Stefano Rodotà



    Credo che alla fine del secolo...


    "Credo che alla fine del secolo l'uso delle parole e l'opinione delle persone di cultura saranno cambiate a tal punto che si potrà parlare di macchine pensanti senza aspettarsi di essere contraddetti."

    Alan Turing


    domenica 22 giugno 2025

    La nostra società è dominata da gente folle


    "La nostra società è dominata da gente folle che persegue scopi malati. Penso che veniamo gestiti da fanatici con obbiettivi fanatici, ed è probabile che sarò io ad essere considerato pazzo per quello che sto dicendo. É questa la cosa folle."

    John Lennon


    Nel futuro il razzismo


    "Nel futuro il razzismo aumenterà di intensità e di frequenza, anziché diminuire: e ciò a causa della pressione di un potere, che essendo meno visibile e personale, non sarà però meno schiacciante: anzi, sarà così schiacciante, da frantumare e polverizzare la collettività che fa da tessuto connettivo al processo di produzione e consumo; tale polverizzazione della società in tante forme diverse, ugualmente oppresse, farà appunto moltiplicare il razzismo, perché tutte le piccole parti separate, in cui si frantumerà il mondo, si odieranno fra loro."

    Pier Paolo Pasolini


    Forse non ero tagliata per fare l'attrice...


    "Forse non ero tagliata per fare l'attrice. Non ero preparata ad affrontare quella carriera, il successo, la popolarità, quell'ambiente, con le illusioni e le delusioni. Sono sempre stata una persona semplice, timida, attaccata ai valori della famiglia."

    Laura Antonelli


    Perché non era nel mio orecchio che hai sussurrato...


    "Perché non era nel mio orecchio che hai sussurrato, ma nel mio cuore. Non era sulle mie labbra che hai baciato, ma nella mia anima."

    Judy Garland



    La mancanza di rispetto...

    Meryl Streep by Jack Mitchell


    "La mancanza di rispetto causa altra mancanza di rispetto, la violenza incita altra violenza. Quando i potenti usano la loro posizione per maltrattare gli altri, perdiamo tutti quanti."

    Meryl Streep


    Photo credit Jack Mitchell, CC BY-SA 4.0, attraverso Wikimedia Commons

    Gli Stati Uniti hanno bombardato siti nucleari in Iran



    Articolo da Wikinotizie, le notizie a contenuto aperto

    Il presidente degli Stati Uniti d'America Donald Trump ha annunciato in diretta telesiva che sono stati bombardati tre siti nucleri in Iran, ovvero, Fordo, Nathanz e Isfahan. Trump ha tenuto un breve discorso in cui ha sostenuto che le capacità iraniane di arricchire l’uranio sono state «completamente e totalmente annientate» dai bombardamenti su tre siti nucleari. Circa tre ore dopo è arrivato il primo commento ufficiale del governo iraniano: il ministro degli Esteri Abbas Araghchi ha detto che gli attacchi statunitensi «sono oltraggiosi e avranno conseguenze eterne».

    Fonte: Wikinotizie, le notizie a contenuto aperto

    Autori: vari

    Licenza: 
    This work is licensed under a Creative Commons Attribution 2.5 Generic License.

    Articolo tratto interamente da Wikinotizie, le notizie a contenuto aperto


    sabato 21 giugno 2025

    Ritmi retrò (viaggio nella musica degli anni 70, 80 e 90): Clandestino di Manu Chao

    Angolo curato e gestito da Mary B.

    "Clandestino"(1998) di Manu Chao non è solo una canzone, è un grido sottovoce, una carezza malinconica che attraversa confini invisibili. È l’inno degli invisibili, di chi vive ai margini, di chi cerca un luogo dove sentirsi a casa, ma trova solo frontiere chiuse.

    C'è una dolcezza amara in quelle parole semplici che raccontano storie complesse. Il ritmo è leggero, quasi giocoso, ma le parole colpiscono dritte al cuore: parlano di solitudine, di esclusione, di speranze che resistono nonostante tutto.

    Ascoltarla oggi, a distanza di anni, fa ancora venire i brividi. Perché il tema è ancora attuale, forse anche di più. Perché dietro ogni “clandestino” c’è un essere umano che sogna, ama, lotta.

    Una canzone che ci ricorda che nessuno è illegale. Solo umano.

    Ascoltala su YouTube

    Questo post, fa parte dell'iniziativa gli angoli. Se anche tu, vuoi avere uno spazio fisso in questo blog, clicca qui.


    Vivere la vita...



    "Vivere la vita ci ricorda che ogni attimo è prezioso, dovremmo tutti averne consapevolezza. Cavalcare l’onda del momento, inspirare e espirare con serenità e trasformare ogni attimo di vita in senso compiuto per i nostri desideri.
    La vita si compie un passo alla volta ed è ciò che fai in questo momento che ti porta verso il domani.
    Oggi esiste, domani, sarà sempre e solo domani. Vivi l’oggi, perché oggi è vita. Assaporala."


    Stephen Littleword


    La stanchezza persistente...


    "La stanchezza persistente porta al culto del silenzio, perché quando si è esausti le parole perdono di significato e martellano nelle orecchie, ridotte a sonorità vuote, a vibrazioni esasperanti. I concetti si stemperano, la forza dell'espressione si attenua, tutto ciò che si dice o si ascolta si svuota fino ad apparire sterile e ripugnante. Sembra allora inutile esprimere un parere, prendere posizione o impressionare qualcuno; dopo essersi forsennatamente prodigati per risolvere tutti i problemi, dopo essersi tormentati al massimo grado, quando occorrerebbe dare risposte definitive, si finisce col trovare nel silenzio la sola realtà e l'unica forma d'espressione."

    Emil Cioran