Aida Patria Mercedes, Maria
Argentina Minerva, Antonia Maria Teresa Mirabal nacquero a Ojo de Agua
provincia di Salcedo nella Repubblica Dominicana da una famiglia
benestante. Combatterono la dittatura(1930-1961) del dominicano Rafael
Trujillo, con il nome di battaglia Las Mariposas (Le farfalle).
Il 25 novembre 1960 Minerva e Maria Teresa decidono di far visita ai
loro mariti, Manolo Tavarez Justo e Leandro Guzman, detenuti in carcere.
Patria, la sorella maggiore, vuole accompagnarle anche se suo marito è
rinchiuso in un altro carcere e contro le preghiere della madre che teme
per lei e per i suoi tre figli. L’intuizione della madre si rivela
esatta: le tre donne vengono prese in un’imboscata da agenti del
servizio segreto militare, torturate e uccise.
Il loro brutale assassinio risveglia l’indignazione popolare che porta
nel 1961 all’assassinio di Trujillo e successivamente alla fine della
dittatura.
Il 17 dicembre 1999 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con la
risoluzione 54/134, dichiara il 25 novembre Giornata internazionale per
l’eliminazione della violenza contro le donne in loro memoria.
La militanza politica delle tre sorelle Mariposas era iniziata quando
Minerva, la più intellettuale delle tre, il 13 ottobre 1949, durante la
festa di san Cristobal, organizzata dal dittatore per la società più
ricca di Moca e Salcedo, aveva osato sfidarlo apertamente sostenendo le
proprie idee politiche.
Quella data segna l’inizio delle rappresaglie contro Minerva e tutta la
famiglia Mirabal, con periodi di detenzione in carcere per il padre e la
confisca dei beni per la famiglia.
Minerva mostra fin da bambina un carattere forte e indipendente e una
grande passione per la lettura, il suo paese e la libertà. La sua
influenza sulle sorelle è notevole, soprattutto su Maria Teresa, la più
piccola, che la prende a modello e cerca di emularla negli studi
universitari, iscrivendosi ad Architettura, facoltà che non termina,
conquistando soltanto il grado tecnico in Agrimensura.
Maria Teresa segue Minerva giovanissima nella militanza politica, dopo
essersi fidanzata con un altro attivista politico, Leandro Guzmàn, amico
del marito di Minerva.
Dopo la conclusione degli studi superiori Minerva chiede ai genitori il
permesso di studiare Diritto all’Università (suo grande sogno fin
dall’infanzia), ma la madre di oppone: conoscendo le sue spiccate idee
politiche, teme per la sua incolumità. Per consolarla del diniego il
padre le permette di imparare a guidare e le regala un automobile su
cui, con grande audacia per i tempi, scorrazza da sola per tutta la
provincia.
Ma nel 1952, all’età di ventisei anni, Minerva riesce a iscriversi
all’Università di Santo Domingo, che frequenterà fra divieti e revoche.
Dopo la laurea però non le viene consentito l’esercizio della
professione.
Minerva, unica donna insieme a Dulce Tejada in un gruppo di uomini, il 9
gennaio del 1960 tiene nella sua casa la prima riunione di cospiratori
contro il regime che segnò la nascita dell’organizzazione clandestina
rivoluzionaria Movimento del 14 giugno e il cui presidente fu suo marito
Manolo Tamarez Justo, assassinato nel 1963.
Minerva fu l’anima del movimento «Durante un’epoca di predominio dei
valori tradizionalmente maschili di violenza, repressione e forza bruta,
dove la dittatura non era altro se non l’iperbole del maschilismo, in
questo mondo maschilista si erse Minerva per dimostrare fino a che punto
ed in quale misura il femminile è una forma di dissidenza». (Dedè
Mirabal)
Ben presto nel Movimento 14 giugno, oltre alla giovanissima (quando fu
assassinata aveva soltanto venticinque anni) Maria Teresa e al marito,
che già da anni erano attivisti politici, furono coinvolti anche la
materna e solidale Patria e il marito Pedro Gonzalez.
Patria aveva abbandonato gli studi presso una scuola secondaria
cattolica di La Vega (come farà Dedé per badare all’attività familiare)
per sposare a sedici anni un agricoltore. Patria è molto religiosa e
generosa, allegra e socievole; si definisce “andariega”, girovaga,
perché ama molto viaggiare. Era madre di quattro figli (ma l’ultimo
visse soltanto pochi mesi) e non esita ad aderire al movimento per « non
permettere che i nostri figli crescano in questo regime corrotto e
tirannico».
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Fonte: Enciclopedia delle donne
Autore: Marinella Gargiulo
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Articolo tratto interamente da Enciclopedia delle donne