Articolo da La Stampa
«Appena salita sull’autobus un uomo sui sessant’anni senza nessun motivo mi ha sferrato un forte calcio al ginocchio sinistro. Mi ha detto: togliti dalla mia vista». È cominciata così, ieri mattina, la giornata di una studentessa di 15 anni, promessa del basket, mamma italiana e papà originario di uno Paese africano. È finita con un allenamento, non prima però di essere stata dai carabinieri di via Veglia a denunciare i fatti, accompagnata dal presidente della società e suo tutore (la ragazza vive lontano da casa per coltivare la sua eccellenza nello sport).
INSULTI RAZZISTI
«Giulia», la chiameremo così, si stava avviando come tutti i giorni verso il liceo, prendendo il primo autobus utile dalla cittadina nei dintorni di Torino dove abita. Zaino sulle spalle, cuffiette nelle orecchie, da quell'atto di violenza è rimasta sopraffatta, ferita. Ha cercato di spostarsi più lontano possibile da quell'individuo. «Ma il pullman era pieno. L’uomo ha continuato a parlare - ha spiegato la studentessa -, io cercavo di far finta di niente. Poi, visto che continuava a fissarmi ho spento la musica. C'era rumore sul pullman, ma ho sentito bene. Mi ha detto: è inutile che tu vada a scuola, tanto finirai sulla strada. Torna al tuo paese». Poi, parole razziste, un campionario di offese becere, di insulti che, rivolti a una ragazzina che va a scuola, suonano se possibile ancora più intollerabili. Intorno nessuno ha reagito. Silenzio. Nessuno è intervenuto.
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Fonte: La Stampa
Autore: Maria Teresa Martinengo
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Articolo tratto interamente da La Stampa
Gli idioti sono ben distribuiti sul territorio. Grave e' che nessuno abbia reagito.
RispondiEliminaL'indifferenza delle persone mi preoccupa e non poco.
EliminaCaro Vincenzo, non so come sia veramente qui dove vivo io, ma credo che ci sia un po di comprensione delle altre razze!!!
RispondiEliminaCiao e buona domenica con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Buona domenica anche a te.
EliminaNon ricordo chi diceva "Ci sono solo due razze su questo pianeta: gli intelligenti e gli stupidi."
RispondiEliminaScriveva Kobena Mercer, nel 1994, in Welcome to the jungle: «…le emergenti culture dell’ibridità, forgiatesi in mezzo alle diaspore africane, caraibiche, asiatiche che costituiscono la nostra “casa” comune, debbono essere percepite come tentativi centrali e vitali di rispondere “alla possibilità e urgenza di creare una nuova cultura”: così che si possa vivere.»
Ma intorno mi pare che non si sia capito un bel nulla di niente, anzi peggio.
Una società alla deriva.
EliminaAtto vrrgognoso! Da incivili
RispondiEliminaSono d'accordo.
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