lunedì 29 novembre 2021

Tributo ai nativi americani


Video credit oceanidigrazia caricato su YouTube

Dipinto del giorno

 


Ville a Bordighera di Claude Monet



Non esprimere l'amore di William Blake



Non esprimere l'amore

Non esprimere l'amore,
Quello vero è sempre ascoso;
È uno spiro che si muove
Silenzioso, misterioso.

Dichiarai, il mio grande amore
Il mio cuore le si aprì,
Con paure orrende, fredda
Ah, tremando, lei fuggì.

Come fu da me lontana
Un viandante l'accostò,
Silenzioso, misterioso:
Sospirò e la conquistò.

William Blake

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sabato 27 novembre 2021

La coscienza



"Certe cose sono sconvolgenti e inaccettabili alla comune coscienza. La comune coscienza è inadattabile alle atrocità. E ci sarà pure qualche ragione. Forse perché essa, in realtà, le vuole. La comune coscienza prima non ha accettato le atrocità naziste, e poi ha preferito dimenticarle. [...] Certe cose atroci architettate o comunque volute dal Potere (quello reale non quello sia pur fittiziamente democratico) sono comunissime nella storia: dico comunissime: eppure alla comune coscienza paiono sempre eccezionali e incredibili."
 
Pier Paolo Pasolini
 
 

Rapporto Ocse: infermieri italiani pochi e malpagati



Articolo da Nurse24

Secondo il rapporto Health at a Glance 2021, l’Italia si colloca al quart’ultimo posto (davanti a Messico, Colombia e Lussemburgo) tra i paesi Ocse con il più basso numero di posti fruibili negli atenei. Male anche il lato retribuzioni. La presidente Fnopi, Mangiacavalli: La professione infermieristica è una risorsa sulla quale il Ministero della Salute e le Regioni possono e devono contare in un’ottica di maggior efficacia ed efficienza del sistema.

Italia, uno dei paesi Ocse con troppo pochi infermieri

Il ruolo chiave che gli infermieri svolgono nel fornire assistenza negli ospedali, nelle strutture di assistenza a lungo termine e nella comunità tutta è stato rimarcato durante la pandemia di Covid-19, ma per l’Ocse in molti paesi, di questi professionisti ce ne sono troppo pochi per fronteggiare la domanda di salute delle persone. E l’Italia è tra questi. L’Uneba ha lanciato l’allarme: nelle Rsa mancano gli infermieri. E quanto impatta la carenza di queste figure è stato rimarcato più volte dalla Fnopi, che ha redatto un documento nel quale avanza una serie di proposte operative; obiettivi a breve termine per replicare alla carenza di infermieri; a medio e a lungo termine sia per strutturare sia per potenziare il settore oggi in difficoltà. Spiega la presidente della Fnopi, Barbara Mangiacavalli: La ricetta dell’Ocse prima e durante la pandemia è quella che ormai da tempo ha la nostra Federazione: servono più infermieri, più formazione, specializzazioni e possibilità di carriera, retribuzioni all’altezza del tipo di lavoro richiesto. Da qui l’urgenza che l’operazione sia impostata su basi solide, non di facciata, lasciando spazio poi a gerarchie ormai vecchie di anni.

In Italia 6,2 infermieri ogni mille abitanti

L’elenco delle criticità è lungo: infermieri che guadagnano poco, lavorano tanto – e la pandemia lo ha dimostrato una volta di più – e hanno scarse possibilità di carriera per come sono organizzati i servizi. E ancora, il basso numero di posti a disposizione all’interno degli atenei pone l’Italia al quarto posto tra i paesi dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. Vanno peggio soltanto il Messico, la Colombia e il Lussemburgo, dove però, in quest’ultima nazione, i professionisti sanitari sono già circa il doppio di quelli italiani rapportati a mille abitanti e guadagnano due volte e mezzo di più dei colleghi nostri connazionali. Al pari degli anni precedenti, il rapporto Health at a Glance 2021 dell’Ocse insiste: l’Italia è di poco migliorata rispetto al passato, ora ne ha 6,2 infermieri per mille abitanti (“solamente” 0,3 in più), ma la media Ocse è di 8,8 e ci sono paesi che vanno molto oltre questo rapporto (ad esempio sono 18 ogni mille abitanti in Svizzera e Norvegia, circa 13 in Germania, più di 11 in Francia e così via nei maggiori partner Ocse).

Gli infermieri sono più numerosi dei medici nella maggior parte dell’Ocse. In media, risultano poco meno di tre infermieri per ogni medico (secondo gli standard internazionali). Il rapporto di infermieri per medico varia da circa un infermiere per medico in Colombia, Cile, Costa Rica, Messico e Turchia (ma l’Italia è a 1,5) a più di quattro in Giappone, Finlandia, Stati Uniti e Svizzera.

Continua la lettura su Nurse24


Fonte: Nurse24 


Autore: 
Massimo Canorro        


Licenza: Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 2.0 Francia.


Articolo tratto interamente da 
Nurse24 


Liguria

Liguria - Together we are strong from Jacopo Bellomo on Vimeo.

Photo e video credit Jacopo Bellomo caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons




L'abbazia di San Galgano

SanGalgano e la spada nella roccia MNStudio e Vidrone presentano from www.vidrone.it on Vimeo.

Photo e video credit www.vidrone.it caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons


La voce della pioggia di Walt Whitman




La voce della pioggia


E tu chi sei? chiesi alla pioggia che scendeva dolce, e che, strano a dirsi, mi rispose, come traduco di seguito:
sono il Poema della Terra, disse la voce della pioggia,
eterna mi sollevo impalpabile su dalla terraferma e dal mare insondabile,
su verso il cielo, da dove, in forma labile,
totalmente cambiata, eppure la stessa,
discendo a bagnare i terreni aridi, scheletrici,
le distese di polvere del mondo,
e ciò che in essi senza di me sarebbe solo seme, latente, non nato;
e sempre, di giorno e di notte, restituisco vita alla mia stessa origine,
la faccio pura, la abbellisco;
(perché il canto, emerso dal suo luogo natale,
dopo il compimento, l'errare,
sia che di esso importi o no,
debitamente ritorna con amore.)

Walt Whitman


Citazione del giorno


"Se ognuno di noi aiutasse il proprio vicino, nessun uomo resterebbe privo di aiuto."
 
Bruce Lee




Pollice su e giù della settimana


Occhio stampato in 3D impiantato in 47enne: è prima volta al mondo tratto da Adnkronos


Covid, news di oggi: la nuova variante Omicron è arrivata in Europa. Ministero Salute a Regioni: “Mancano dati, ma rafforzare i controlli” tratto da Fanpage




 

giovedì 25 novembre 2021

25 novembre: una giornata di riflessione



Articolo da DinamoPress

Quando, qualche mese fa, la Turchia di Erdoğan ha annunciato di voler uscire dalla Convenzione di Istanbul si è giustamente levato un coro di sdegno e proteste a livello internazionale. Eppure, la violenza maschile contro le donne e la violenza domestica continuano a rappresentare un problema in tutto il mondo, non da ultimo nel nostro paese: proprio a proposito dell’applicazione della Convenzione di Istanbul, un recente rapporto del gruppo di esperti indipendenti del Consiglio d’Europa Grevio ha rilevato come, in Italia, persistano ancora delle «resistenze» che impediscono di raggiungere i risultati sperati, oltre che «segnali disturbanti» rispetto alla volontà di introdurre «cambiamenti legislativi che eroderebbero gli avanzamenti fino a ora ottenuti e che comprometterebbero la capacità del paese di adeguarsi ai principi e alle linee guida contenuti nell’accordo».

Nonostante gli indubbi progressi legislativi (come la legge del 2009 sul reato di stalking, oppure la 119 del 2013 per garantire servizi e sostegno alle vittime di violenza, oppure ancora il recente “Codice Rosso” del luglio 2019), infatti, i numeri mostrano una situazione che rimane grave: dal primo gennaio al 21 novembre di quest’anno si sono verificati 109 omicidi in cui la vittima è una donna (116 nel 2020, 111 nel 2019, 141 nel 2018, fonte: Ministero dell’Interno). Ben 93 di questi sono avvenuti in un contesto di relazione familiare e/o affettiva e almeno 63 sono stati commessi dal partner o dall’ex-partner della vittima. L’Osservatorio D.i.Re (Donne in Rete contro la Violenza) ha inoltre dichiarato che nel corso del 2020 sono state oltre 20mila le donne accolte nei centri antiviolenza: si va da forme di violenza psicologica (77,3% delle persone assistite) a quella fisica (60,3%), fino alla violenza economica (33,4%), violenza sessuale (15,3%) e allo stalking (14,9%).

Si tratta comunque di cifre che restituiscono un’immagine parziale della realtà, visto che solo una piccola percentuale delle vittime sceglie di denunciare e di intraprendere un percorso giudiziario (attorno al 10%, stima l’Istat).

Inoltre, a conferma del fatto che si tratti di un fenomeno in qualche modo strutturale nelle nostre società, si può osservare come non segua per forza l’andamento generale degli altri crimini contro la persona: nel nostro paese (dove, ricordiamo per inciso, fino al 1996 lo stupro era considerato dall’inquadramento legislativo un delitto contro la “morale pubblica”), dal 1992 al 2017, si è registrato un netto calo degli omicidi volontari soprattutto per gli uomini, passati dal 4,0 allo 0,8 ogni 100mila maschi, mentre per le donne il tasso è rimasto sostanzialmente stabile, da 0,6 a 0,4 ogni 100mila femmine. È dunque su questo “dato strutturale” e, purtroppo, radicato che oggi si intende porre l’attenzione: domani, come ogni 25 novembre, si celebra la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, istituita nel 1999 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite.

Una giornata in cui si svolgeranno manifestazioni, iniziative e incontri promossi lungo tutta la penisola in vista anche della mobilitazione di Non Una di Meno del 27 novembre.

 Quest’anno, la ricorrenza cade nel mezzo di una congiuntura particolare: quasi due anni di pandemia globale, con le misure di confinamento intraprese per limitare i contagi e con le conseguenze economiche dovute al rallentamento delle attività produttive, hanno esacerbato alcune delle dinamiche sottese al fenomeno della violenza maschile contro le donne. Non è un mistero che, durante i mesi del lockdown e oltre, ci sia stato un aumento vertiginoso delle richieste di aiuto per violenza domestica: rispetto agli stessi periodi dell’anno precedente l’Istat riporta fra aprile e maggio 2020 rispettivamente un +176,9% e un 182,2% di chiamate al 1522, il numero di pubblica utilità contro la violenza e lo stalking. Inoltre, sul versante lavorativo, un altro studio dell’Istat ha mostrato come la crisi occupazionale che si sta verificando a causa della pandemia investa in prevalenza le donne: dei 44mila occupati registrati in Italia in tutto il 2020, circa il 70% riguarda la componente femminile.

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Fonte: DinamoPress


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Articolo tratto interamente da DinamoPress


È la cultura che deve cambiare



"È la cultura che deve cambiare: le credenze, la storia e il comportamento che stanno alla base della cultura. Mettere fine alla violenza contro le donne non è una forma di altruismo o qualcosa che si fa come atto caritatevole. Non è neppure qualcosa che si possa stabilire per legge, anche se le leggi contribuiscono a proteggere le donne."

Eve Ensler



Citazione del giorno

 


"Ogni volta che una donna lotta per se stessa, lotta per tutte le donne."

Maya Angelou



Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne

 



Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne




La violenza, non è mai amore!


mercoledì 24 novembre 2021

Everyday Is The Right Day: numero 1522

1522 una panchina rossa per ricordare tutte le donne vittime di violenza. No alla violenza sulle donne


Questo post speciale, partecipa all'iniziativa lanciata da Daniele Verzetti il Rockpoeta, contro la violenza sulle donne.

Per maggiori dettagli:

https://agoradelrockpoeta.blogspot.com/2021/03/everyday-is-right-day-me-and-gun-tori.html

Partecipano a questa iniziativa, i seguenti blog/siti:

L'Agorà

Doremifasol, libri e caffè

Il blog di Gus

Postodibloggo

Web sul blog

Lilladoro

Myrtilla's house


Voglio ancora una volta ricordare l'importanza del numero 1522 e dei centri antiviolenza.

Per maggiori informazioni:


D.i.Re - Donne in Rete contro la violenza

 

Video credit D.i.Re - Donne in Rete contro la violenza caricato su Facebook

Photo credit PROPOLI87, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons 


Immagine del giorno

Orange the World 2017 - Morocco

Basta violenza contro le donne

Photo credit UN Women caricata su Flickr - licenza foto: Creative Commons 

Trent’anni senza Freddie Mercury

Freddie Mercury performing in New Haven, CT, November 1977

Articolo da The Password

Sono passati ormai trent’anni da quando la voce rock con la maggior estensione vocale del Novecento ha smesso di cantare. Farrokh Bulsara nasce a Zanzibar nel 1946 quando l’arcipelago era ancora sotto protettorato britannico. Sin da giovanissimo raggiunge con la propria famiglia la capitale inglese, una nuova patria che ha sempre sentito come casa e la cui iconica regina è stata sicuramente di ispirazione per la sua carriera. È il 1970 quando insieme a Bryan May e Roger Taylor decide di fondare la band dei Queen, di adottare lo pseudonimo di Freddie Mercury e di dare inizio al mito musicale degli ultimi anni del secolo scorso. A distanza di un anno il bassista John Deacon si unisce al gruppo.

Il salto dalla facoltà di ingegneria alle grandi case discografiche è tanto rapido quanto tortuoso: la voce di Freddie è in grado di raggiungere un’estensione vocale di quattro ottave superiore alla norma grazie a una deformità fisica che diventa il suo punto di forza assoluto. La band, inoltre, si inserisce nel panorama del rock contemporaneo, aggiungendo note pop in grado di diventare in poco tempo il fenomeno del momento. Basti pensare alla celebre Bohemian Rhapsody, sei minuti di brano in cui l’ascoltatore è trascinato in un vortice di melodie, in un mare di note mosso dalla marea. L’album in cui è contenuta la rapsodia dei Queen è infatti A Night at the Opera, uscito nel 1975 ma tutt’oggi sorprendente e attuale, a tal punto da determinare il successo agli Oscar e al botteghino del film biografico del 2018 firmato Brian Singer. Sorprende sapere che quando i Queen presentarono il pezzo al proprio discografico dell’epoca, esso venne scartato, considerato confusionario, privo di una narrazione logica, eccessivamente lungo per essere passato in radio. Fortunatamente l’ostinazione di Freddie Mercury permise la pubblicazione di uno dei maggiori successi della storia della musica, trasgressivo, innovativo, sempreverde a tal punto da conquistare il suo ultimo premio nel 2021: il primo Disco di Diamante di una band britannica negli USA. Non solo, secondo un recente studio di Jacob Jolij, neuroscienziato dell’Università olandese di Groningen, Don’t stop me now risulta essere la canzone più positiva di sempre tra quelle uscite negli ultimi cinquant’anni: un vero inno alla gioia, grazie al suo ritmo sfrenato di 140-150 battiti al minuto dona energia alla maggior parte degli ascoltatori.

Nonostante la capacità di trasmettere il buonumore, è generalmente noto che la vita privata di Freddie Mercury abbia conosciuto momenti di oscurità profonda. È la fine degli anni ’80, la scoperta del virus HIV e la sua diffusione epidemica travolgono la vita del frontman dei Queen, una delle prime vittime famose di AIDS. Possiamo sicuramente definirlo un personaggio fluido, all’avanguardia rispetto all’epoca in cui i tabù sulla sessualità erano all’ordine del giorno e l’HIV una piaga di cui vergognarsi. Una fluidità che caratterizza la sua figura di leader del gruppo anche per quanto riguarda i costumi di scena, eccentrici e trasgressivi come il travestimento da casalinga baffuta nel videoclip di I Want to Break Free o la mise da “King” d’Inghilterra.

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Fonte: The Password


Autore: 
Giulia Calvi

Licenza:  Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.


Articolo tratto interamente da The Password


Se dovessi...

Queen 1984 0005


"Se dovessi morire domani, non mi preoccuperei. Dalla vita ho avuto tutto. Rifarei tutto quello che ho fatto? Certo, perché no? Magari un po’ diversamente! Io cerco solo di essere genuino e sincero e spero che questo traspaia dalle mie canzoni."

Freddie Mercury





martedì 23 novembre 2021

Ogni giorno...




"Ogni giorno ti vengono consegnate ventiquattro ore d’oro; sono tra le poche cose che, su questa terra, ti sono date gratuitamente.
Se anche possedessi montagne di denaro, non potresti comprare neanche un’ora aggiuntiva. Che cosa farai con questo tesoro inestimabile?
Rammenta, devi usarle, poiché ti vengono concesse una sola volta.
E, se le sprechi, non potrai recuperarle."


Nicholas Sparks


Ti meriti un amore di Frida Kahlo



Ti meriti un amore 

Ti meriti un amore che ti voglia spettinata,
con tutto e le ragioni che ti fanno alzare in fretta,
con tutto e i demoni che non ti lasciano dormire.
Ti meriti un amore che ti faccia sentire sicura,
in grado di mangiarsi il mondo quando cammina accanto a te,
che senta che i tuoi abbracci sono perfetti per la sua pelle.
Ti meriti un amore che voglia ballare con te,
che trovi il paradiso ogni volta che guarda nei tuoi occhi,
che non si annoi mai di leggere le tue espressioni.
Ti meriti un amore che ti ascolti quando canti,
che ti appoggi quando fai il ridicolo,
che rispetti il tuo essere libero,
che ti accompagni nel tuo volo,
che non abbia paura di cadere.
Ti meriti un amore che ti spazzi via le bugie
che ti porti l’illusione,
il caffè
e la poesia.

Frida Kahlo


Comunicazione di servizio: ripartono le interviste





Voglio informare gli amici e lettori di questo blog, che presto tornerò a pubblicare interviste su diversi temi.

Se vuoi essere intervistato, basta contattarmi via mail, cliccando sul banner "Contatti".

La terza dose del vaccino anti-Covid sarà somministrata a 5 mesi dalla seconda


Articolo da NewsTown

"L'intervallo minimo previsto per la somministrazione della dose 'booster' (di richiamo) con vaccino a m-RNA, alle categorie per cui è già raccomandata (inclusi tutti i soggetti vaccinati con unica dose di vaccino Janssen) e nei dosaggi autorizzati, è aggiornato a cinque mesi (150 giorni) dal completamento del ciclo primario di vaccinazione, indipendentemente dal vaccino precedentemente utilizzato".

Così la circolare del ministero della Salute 'Aggiornamento indicazioni su intervallo temporale tra somministrazione della dose booster e completamento del ciclo primario'.

Il provvedimento in gazzetta domani è in vigore da mercoledì. La circolare dopo il via libera dall'Aifa all'anticipazione della terza dose (booster) in una "ottica di massima precauzione", considerando che la circolazione virale è aumentata. In Italia si avvia verso la somministrazione della terza dose cinque mesi dopo l'ultima inoculazione.  

Quanto a ulteriori restrizioni, il Governo valuterà le posizioni delle Regioni, che chiedono minori restrizioni per i vaccinati per una sorta di 'super-Green pass' con l'obiettivo di dare maggiore certezza alle categorie produttive e all'economia invernale. E' quanto emerso dall'incontro dei governatori con l'Esecutivo. Il prossimo Cdm, sarebbe stato riferito, è previsto giovedì prossimo. Le Regioni hanno chiesto al Governo di essere nuovamente convocate prima del prossimo Cdm, previsto giovedì, per un ultimo passaggio di condivisione con i territori su quanto verrà deciso in un eventuale decreto.

Il green pass rafforzato, che dovrebbe entrare in vigore da dicembre, permetterebbe solo a guariti e a vaccinati di accedere ai servizi di socialità, come teatri, ristoranti o cinema.

Continua la lettura su NewsTown

Fonte: NewsTown


Autore: redazione News Town


Licenza: Licenza Creative Commons
Quest' opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 3.0 Italia


Articolo tratto interamente da NewsTown 



Proverbio del giorno


Là dove sei felice, sei a casa.
Proverbio tibetano


 

Terremoto dell'Irpinia del 1980: per non dimenticare




Domenica 23 novembre 1980 - 19:34:

2.914 morti

8.848 feriti

280.000 sfollati


Mai dimenticare!



Video credit mcirillo380 caricato su YouTube


E' morto all'età di 76 anni il cantautore Paolo Pietrangeli


Articolo da Agenzia DIRE

ROMA – E’ morto il cantautore Paolo Pietrangeli, autore di ‘Contessa’ e ‘Valle Giulia’. Pietrangeli era nato a Roma il 29 aprile del 1945 e aveva lavorato anche come regista, dirigendo tra l’altro nel 1977 Porci con le ali, tratto dal romanzo di Lidia Ravera e Marco Lombardo Radice. 

ADDIO PAOLO PIETRANGELI, CON ‘CONTESSA’ HA SEGNATO UN’EPOCA

Apparentemente sembrava vivere in una contraddizione continua. Simbolo di una generazione, autore della canzone rivoluzionaria per eccellenza, comunista da sempre (“ero iscritto al Pci dal 1964”) anche se i comunisti all’università “non erano sempre ben visti”, aveva diretto, dalla cabina di regia, trasmissioni di punta della Fininvest di Silvio Berlusconi, come Amici di Maria De Filippi e il Maurizio Costanzo Show. Rapporto lavorativo continuato anche dopo la famosa discesa in campo del Cavaliere.

Del resto Paolo Pietrangeli amava essere così, amava le contraddizioni da cui non sfuggiva. Anzi: “Vivevo le contraddizioni il più possibile”, ricordava spesso nelle interviste. Come quando scrisse ‘Contessa’, una canzone diventata l’inno di piazze, manifestazioni di un’intera generazione ma che in origine “non si poteva cantare” a Roma nel Pci perché considerata l’inno dei rivoluzionari.

Nato a Roma il 29 aprile del 1945, è scomparso oggi all’età di 76 anni. Come spesso si sottolinea in questi casi, scompare l’uomo ma non quello che ha lasciato: “…Le idee restano”, è infatti il post apparso sulla sua pagina ufficiale di Facebook. Artista decisamente poliedrico, capace appunto di mettere una firma su gran parte della produzione artistica a sfondo socio-politico, oltre a ‘Contessa’ scrisse anche ‘Valle Giulia’, una canzone legata agli avvenimenti del marzo del 1968, quando presso la facoltà di Architettura dell’università di Roma appunto in via di Valle Giulia, ci furono i primi scontri gravi tra studenti, che avevano occupato la facoltà, e le forze dell’ordine.

Ma oltre al cantautorato, il contributo di Pietrangeli ha riguardato anche altri settori, come quello del cinema e della televisione. È stato infatti anche aiuto-regista con Mauro Bolognini, con Luchino Visconti e con Federico Fellini. Più recente per quanto riguarda la produzione da regista, ha messo anche la firma sul documentario ‘Genova. Per noi’, dedicato al G8 di Genova, agli scontri e alla scomparsa di Carlo Giuliani.

In campo politico invece, si è candidato alla Camera dei deputati nel 1996 con Rifondazione comunista, risultando non eletto. Nel 2009 ha aderito al partito Sinistra ecologia libertà di Nichi Vendola, mentre nel 2018 si è ricandidato alla Camera dei deputati con Potere al Popolo senza riuscire ancora una volta a essere eletto.

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Fonte: Agenzia DIRE

Autore: redazione Agenzia DIRE

Licenza: Copyleft 


Articolo tratto interamente da 
Agenzia DIRE


lunedì 22 novembre 2021

Le cose sono...



"Le cose sono perché noi le vediamo, e quel che vediamo, e come lo vediamo, dipende dalle arti che ci hanno influenzati. Guardare una cosa è molto diverso dal vederla. Non si vede niente se non si è vista la bellezza. Allora, e solo allora, essa comincia ad esistere. Così, al momento attuale la gente vede delle nebbie non perché vi siano delle nebbie, ma perché poeti e pittori le hanno insegnato la misteriosa grazia di tali effetti."

Oscar Wilde
 
 

Donna di Rabindranath Tagore


Donna

Donna, non sei soltanto l’ opera di Dio,
ma anche degli uomini, che sempre
ti fanno bella con i loro cuori.
I poeti ti tessono una rete
con fili di dorate fantasie;
i pittori danno alla tua forma
sempre nuova immortalità.
Il mare dona le sue perle,
le miniere il loro oro,
i giardini d’ estate i loro fiori
per adornarti, per coprirti,
per renderti sempre più preziosa.
Il desiderio del cuore degli uomini
ha steso la sua gloria
sulla tua giovinezza.
Per metà sei donna, e per metà sei sogno.

Rabindranath Tagore 


Come accedere alla versione sperimentale di Blogger


La piattaforma Blogger è dotata di una versione sperimentale, dove vengono testate le nuove funzionalità prima del rilascio ufficiale per tutti.

Qualsiasi utente di Blogger, può accedervi seguendo questi passaggi dalla bacheca:

Andate su impostazioni, nel menù aperto cliccate su impostazioni utente



 Su utilizza bozza di Blogger, mettete si e cliccate su salva impostazioni in alto a dx.


Chiudete tutte le pagine relative a Blogger nel vostro browser e dopo riapritele.

Se tutto è andato a buon fine, noterete nella barra degli indirizzi la scritta iniziale draft.


Naturalmente si può ritornare in qualsiasi momento alla versione normale, rimettendo no in utilizza bozza di Blogger, rifacendo la procedura.


Comunicazione di servizio


Se volete mettervi in contatto con l'autore del blog per segnalazioni, critiche e suggerimenti; andate nella pagina Contatti e utilizzate la mail presente.





22 novembre 1963 – John Fitzgerald Kennedy viene assassinato a Dallas




Articolo da Wikipedia, l'enciclopedia libera

L'assassinio di John Fitzgerald Kennedy, trentacinquesimo presidente degli Stati Uniti d'America, venne commesso venerdì 22 novembre 1963 a Dallas, Texas, alle 12:30 ora locale (18:30 UTC).

Mentre viaggiava con la moglie Jacqueline, con il governatore John Connally (ferito gravemente) e la moglie di quest'ultimo Nellie a bordo della limousine presidenziale, Kennedy fu ferito mortalmente nella Dealey Plaza da colpi di fucile sparati dal magazziniere, attivista castrista ed ex marine Lee Harvey Oswald.

Per indagare sull'accaduto il nuovo presidente Lyndon B. Johnson creò un'apposita commissione d'inchiesta, la commissione Warren, le cui indagini - svolte tra il 1963 e il 1964 - affermarono che Kennedy fu colpito da un unico cecchino (lone gunman theory). Questa conclusione incontrò inizialmente un ampio sostegno da parte del pubblico statunitense, ma successivi sondaggi d'opinione, a partire dal Gallup poll del 1966, dimostrarono come molti degli elettori fossero invece di parere contrario, tanto che nel 1976 venne creato un nuovo organo, la United States House Select Committee on Assassinations (HSCA) che presentò il risultato del suo lavoro nel 1979.

La HSCA, basandosi in parte su prove acustiche, ipotizzò che vi fossero stati quattro spari, di cui tre (compreso il colpo mortale) da parte di Oswald e uno forse di un altro cecchino, concludendo che Lee Harvey Oswald potrebbe avere agito nel quadro di un progetto coinvolgente più persone, secondo diversi sostenitori di varie teorie del complotto, anche se di ciò vi furono prove controverse. 

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Dipinto del giorno

 


Stapleton Park near Pontefract Sun di John Atkinson Grimshaw


Negli ultimi anni, sono aumentate le proteste nel mondo




Articolo da Effimera

Secondo una ricerca internazionale riferita a ben 101 paesi, fra il 2006 e il 2020 si è registrato un notevole incremento delle proteste. Ma esse sono state quasi sempre ignorate o duramente represse dai poteri pubblici, dai privati che difendono lo status quo in tutti i campi. La questione più grave è che in effetti manca, ovunque, una riconosciuta rappresentanza politica anti-liberista di tali proteste.

La ricerca, World Protests. A Study of Key Protest Issues in the 21st Century, condotta da Isabel Ortiz, Sara Burke, Mohamed Berrada e Hernán Saenz Cortés e pubblicata nel novembre 2021 da Palgrave-MacMillan (si può scaricare gratuitamente qui), segnala che dal 2006 a oggi il numero dei movimenti di protesta nel mondo è più che triplicato. Come negli anni 1848, 1917 o 1968 “quando un gran numero di persone si sono rivoltate per chiedere il cambiamento”. “È il fallimento della democrazia reale”, scrivono gli autori.

La ricerca è stata finanziata dal team del think tank tedesco Friedrich-Ebert-Stiftung (FES) e da Initiative for Policy Dialogue, due istituzioni socialdemocratiche – pacifiste ma non liberiste – che si collocano presso la Columbia University. Questo studio si aggiunge a una crescente letteratura sull’aumento continuo delle proteste nel pianeta. Il libro racconta il lavoro di questi 4 ricercatori, è un censimento di 2.809 proteste attuate da circa 900 movimenti, in 101 paesi di tutti i continenti, coprendo 93% della popolazione mondiale durante il periodo dal 2006 al 2020. Ricordiamo che anche prima del 2006 ci sono state grandi proteste, fra le quali sono rimaste celebri Seattle (1999, contro il WTO) e Genova (2001, contro il G8).

Il termine protesta comprende, ai fini della ricerca, ogni sorta di lotta, manifestazione, sciopero, rivolta, quindi tutto ciò che sarebbe opportuno chiamare resistenza contro le diverse scelte liberiste, contro le pratiche messe in opera dai poteri pubblici e privati. La ricerca, ovviamente, non è esaustiva, non potendo censire tutte le piccole e medie lotte (o rivolte, o resistenze) che ci sono state nei 15 anni compresi fra il 2006 e il 2020. Altri studi hanno comunque segnalato che il numero complessivo delle proteste legate al Black Lives Matter è stato di quasi 12.000, unicamente nel 2020!

Vedremo più sotto come il merito di questa ricerca stia soprattutto nell’ampio dettagliato censimento, pur se solo macro-quantitativo, delle proteste; manca – e questo è un limite – l’osservazione partecipante e le considerazioni conclusive risultano, forse per naturale conseguenza, alquanto semplicistiche.  I quattro ricercatori lamentano soltanto che “i politici non rispondono adeguatamente; troppi leader dei governi e degli affari non ascoltano”.  Appare evidente che lo scopo di questo lavoro d’inchiesta è quello di sollecitare le autorità politiche a farsi più democratiche, evitando così una critica radicale del loro orientamento intrinsecamente e sistematicamente antipopolare e magari reazionario. Qui emerge, in realtà, la questione più importante: l’aumento delle proteste, per numero e per intensità, non sembra scalfire neanche minimamente il dominio liberista, che anzi resiste in forme sempre più arroganti. Sembra avere quasi la certezza di poter godere di una sempre più forte asimmetria, di potere e di forza, in suo infrangibile fIl censimento delle proteste ha reso necessarie oltre mille ore di lavoro, prima ancora dell’inizio della successiva analisi dei dati e delle informazioni raccolte. Ma la tendenza di progressione quasi geometrica era emersa subito in modo evidente. Nel 2006 erano stati registrati solo 73 movimenti di protesta. Nel 2020 erano diventati 251, di più dunque dopo la grande crisi finanziaria del 2008 e dopo la formidabile Primavera Araba del 2011, che non risultarono affatto un picco come in apparenza si sarebbe potuto ritenere a fronte della eccezionalità di questi avvenimenti. L’Europa e l’Asia centrale hanno fatto registrare il maggior aumento numerico di movimenti di protesta; e nei due continenti di più nei paesi ad alto reddito anziché in quelli più poveri. Ovunque, in ogni caso, si è avuto un aumento generalizzato delle proteste, e questo vale per tutti gli strati sociali.

Il censimento si è basato su un esame articolato dei media in sette lingue, in particolare sui dati raccolti mediante il sito Interattive World Protests (https://worldprotests.org/), creato dagli stessi autori grazie al supporto del Friedrich-Ebert-Stiftung (FES) e dell Global Social Justice (Initiative for Policy Dialogue):

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Le quasi tremila proteste esaminate in questa ricerca sono state classificate in quattro categorie principali, secondo una loro frequenza decrescente: (1) proteste relative al fallimento della rappresentanza politica (o del sistema politico), alla mancanza di una democrazia effettiva, alla corruzione o ad altre critiche similari (1503 proteste); (2) proteste contro l’ingiustizia economica e contro provvedimenti governativi di austerity (1484 proteste); (3) proteste per la difesa o per il riconoscimento di diritti civili, per esempio a tutela dei nativi o di minoranze oggetto di persecuzione razziale oppure legate ai diritti delle donne, alle libertà personali, all’orientamento sessuale (1360 proteste); (4) proteste per la giustizia globale, per un sistema internazionale migliore, per tutti e non per pochi, dirette contro istituzioni finanziarie come la Banca Mondiale, il FMI, la Banca Centrale dell’Unione Europea, contro l’imperialismo degli Stati Uniti o della Cina, contro il libero scambio in difesa dei beni comuni, contro il G20 (897 proteste).

Nel volume che pubblica la ricerca si trova una grande quantità di statistiche e di grafici su ogni categoria, su altri aspetti connessi, e questo per ogni territorio considerato.

Chi protesta?

Le ricerche più recenti mostrano una crescente partecipazione della “classe media”, anche nei paesi con alto reddito, e pure in quelli cosiddetti in via di sviluppo. Lo studio conferma il crescente coinvolgimento dei cittadini non-organizzati, dei movimenti di base, dei giovani e degli anziani. Questo vale in via generale: per i manifestanti della Primavera Araba, per il movimento degli Indignados, per i gilets gialli, per Occupy negli Stati-Uniti, per Estallido Social in Cile (con modalità non dissimili in altri paesi dell’America Latina e con diversi regimi politici). Emerge chiara l’orizzontalità di questi movimenti. Eppure il team della ricerca insiste nell’affermare che “i sindacati continuano a essere una grande potenza organizzatrice, la guida di alcune fra le più grandi proteste della storia”. Si nota qui la mancanza di una vera osservazione partecipante, di un metodo ormai riconosciuto dall’antropologia, e non solo da quella politicamente schierata. In realtà, dappertutto, costituisce un dato oggettivo e acquisito, l’affermarsi di diverse e nuove forme organizzative dentro proteste, in costante crescita, mentre ormai molto spesso i sindacati tradizionali non sono né promotori né guide.

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Fonte: Effimera


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domenica 21 novembre 2021

I Fratelli De Filippo, sono raccontati nell'ultimo film di Sergio Rubini



Articolo da Altrenotizie

Icone del teatro italiano, i fratelli De Filippo sono raccontati nell'ultimo film di Sergio Rubini. Quella dei De Filippo è la storia di una ferita familiare che si trasforma in arte. Di tre giovani, che, unendo le forze, danno vita a un modo del tutto nuovo di raccontare la realtà con uno sguardo che arriva fino al futuro.

I Fratelli De Filippo parte dal principio. È l'inizio del Novecento, i tre fratelli Peppino, Titina ed Eduardo, vivono con la bella e giovane madre, Luisa De Filippo. In famiglia un padre non c’è, o meglio si nasconde nei panni dello “zio” Eduardo Scarpetta, il più famoso, ricco e acclamato attore e drammaturgo del suo tempo. Scarpetta, pur non riconoscendo i tre figli naturali, li ha introdotti fin da bambini nel mondo del teatro.

Alla morte del grande attore, i figli legittimi si spartiscono la sua eredità, mentre a Titina, Eduardo e Peppino non spetta nulla. Ai tre giovani, però, “zio” Scarpetta ha trasmesso un dono speciale, il suo grande talento, che invece non è toccato al figlio legittimo Vincenzo, anche lui attore e drammaturgo, diventato titolare della compagnia paterna.

Il riscatto dalla dolorosa storia familiare passa per la formazione del trio De Filippo, sogno accarezzato per anni da Eduardo e dai suoi fratelli e finalmente realizzato, superando difficoltà e conflitti. 

Non solo attori capaci, ma persone che vivono gioie e dolori, con un padre assente che segna irrimediabilmente le loro vite.

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Fonte: Altrenotizie

Autore: 
Sara Michelucci
Licenza: Creative Commons (non specificata la versione

Articolo tratto interamente da Altrenotizie.org