Articolo da BiblioMediaBlog
Come mai – mi dissi – isolare la questione della donna da tanti altri problemi sociali, che hanno tutti origine dall’ingiustizia, che hanno tutti per base il privilegio d’un sesso o d’una classe?
Il monopolio dell’uomo, Anna Kuliscioff
Sono le parole di Anna Kuliscioff, impegnata lungo tutta la sua vita per la parità fra i sessi e sostenitrice dei diritti delle donne lavoratrici.
Nata
(1853-7?) in una famiglia di mercanti ebrei russi, ragazza
intellettualmente vivace, per aggirare il divieto per le donne di
accedere agli studi universitari, nel 1871, col sostegno dei suoi, si
recò in Svizzera dove studiò filosofia e lì frequentò un gruppo di
studenti russi politicamente attivi. Richiamata in patria nel 1873 – per
volere dello Zar – continuò a studiare autonomamente e aderì al
movimento populista. Processata per le sue idee, lasciò definitivamente
la Russia nel 1877 per la Svizzera, dove incontrò l’anarchico italiano Andrea Costa, insieme al quale, negli anni successivi, aderì al socialismo.
In costante movimento fra Francia, Italia e Svizzera, riprese gli studi di medicina, collaborò con Camillo Golgi
agli studi sull’origine batterica della febbre puerperale, e si laureò
all’Università di Napoli. In seguito si trasferì a Milano e,
specializzatasi in ginecologia, con i suoi studi contribuì a ridurre i
decessi post partum e al tempo stesso esercitò gratuitamente la
professione tra gli emarginati.
In quegli stessi anni incontrò Filippo Turati
con il quale instaurò un rapporto personale e intellettuale che plasmò
il Partito Socialista Italiano. Nel 1891 iniziarono a curare la rivista
socialista Critica sociale,
nella quale Kuliscioff rivolse la sua attenzione ai problemi delle
lavoratrici, considerati parte integrante del problema più ampio
dell’emancipazione proletaria. Protagonista di battaglie politiche e
sociali, sostenne il diritto di voto per le donne, redasse una proposta
di legge per introdurre il congedo di maternità retribuito, le
limitazioni al lavoro notturno per le donne e il giorno di riposo
garantito, oltre che la giornata di otto ore.
Tra le risorse disponibili nella sezione open di MLOL, per approfondire la conoscenza di questa importante figura del riformismo socialista, vi segnaliamo:
Il podcast di Wikiradio Anna Kuliscioff raccontata da Paolo Mattera
La sua conferenza Il monopolio dell’uomo,
tenuta nel 1890 al Circolo Filologico Milanese – dove non erano
ammesse le donne – in cui per la prima volta si nega che la
subordinazione della donna in famiglia e in società sia un fatto
naturale e si individua nel lavoro retribuito lo strumento per la sua
emancipazione e per restituirle dignità e indipendenza.
La difesa delle lavoratrici, quindicinale fondato dalle donne del PSI e da lei diretto, spazio nel quale dibattere i problemi del mondo.
Fra i titoli recenti sulle lotte femministe, invece, vi segnaliamo:
La luna che muove le maree e Lo sciopero delle donne.
La donna deve avere la sua libertà, la libertà fondamentale di scegliere se sarà o no madre e quanti figli avrà
Woman and the New Race, Margaret Sanger
Agli inizi del secolo scorso, quando i temi della salute delle donne e
della pianificazione familiare erano estranei al dibattito pubblico, Margaret Sanger (1879-1966) scosse l’America con le sue lotte per il diritto delle donne di disporre liberamente dei loro corpi.
Nata
in una famiglia povera e numerosa, capì presto che la malattia e la
morte precoce della madre erano state la conseguenza delle sue undici
gravidanze, così scelse di diventare infermiera e, dopo il matrimonio,
si trasferì a New York col marito. Qui la coppia frequentò un gruppo di
intellettuali progressisti e, in seguito, Sanger divenne membro del
Comitato delle donne della sezione di New York del Partito socialista, e
partecipò alle proteste sindacali femminili.
Il suo attivismo
divenne presto militanza. La sua esperienza di infermiera a domicilio
presso le case delle famiglie più povere e numerose, dove incontrava
madri malate a causa delle troppe gravidanze, degli aborti spontanei o
procurati, la convinse che il controllo delle nascite fosse fondamentale
per porre fine al ciclo di povertà.
Si impegnò a diffondere e
condividere con le donne le sue conoscenze sulla contraccezione, a far
abrogare la legge federale che vietava la diffusione per posta delle
informazioni sul controllo delle nascite, ritenute oscene, e infine, nel
1923, fondò il primo centro di pianificazione familiare, oltre a
incoraggiare la ricerca sulla contraccezione orale.
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Fonte: BiblioMediaBlog
Autore: redazione BiblioMediaBlog
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