mercoledì 17 novembre 2021

Smog: Italia prima in Europa per morti da biossido di azoto



Articolo da Il Manifesto

Come sempre la più grande strage di cittadini nei paesi ricchi, super motorizzati e con le abitazioni ben riscaldate, si consuma ogni anno nel quasi silenzio generale. Lo conferma con lugubre puntualità l’annuale rapporto sulla qualità dell’aria stilato dall’Agenzia europea dell’ambiente (Aea) che riporta dati e statistiche relative all’anno 2019. Non è consolante il fatto che quell’anno la qualità dell’aria sia risultata addirittura migliore rispetto all’anno precedente, perché circa 364.200 persone in Europa sono morte prematuramente a causa dell’esposizione al particolato fine, cocktail di veleni altrimenti detto smog.

SCORPORANDO I DATI emerge la situazione drammatica del nostro paese, che due anni fa è risultato il primo per numero di morti da biossido di azoto (NO2, 10.640 decessi, più 2% rispetto al rapporto precedente) e il secondo dopo la Germania per morti da Pm 2,5 o polveri sottili (49.900 decessi) e da ozono (3.170 morti).

IN TOTALE FANNO 63.710 italiani che sono morti prematuramente a causa dello smog in 12 mesi, una vera e propria strage che con variazioni statistiche non significative si ripete tutti gli anni (di Covid sono morte 132.775 persone in poco più di 20 mesi).

E NON SI TRATTA DI UNA «impura» fatalità: secondo l’Agenzia europea per l’ambiente, se tutti i 27 stati membri avessero raggiunto i nuovi parametri dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) relativi al Pm 2,5 (5 mg/m3) si sarebbe potuto evitare almeno il 58% dei decessi causati dall’esposizione alle polveri sottili. Stiamo parlando di circa 180 mila persone. Con i parametri «suggeriti» dall’Oms l’Italia avrebbe registrato 32.200 decessi in meno.

LE NUOVE LINEE GUIDA dell’agenzia dell’Onu, se applicate, sarebbero dunque un gigantesco passo avanti. Si basano su una evidenza scientifica che i governi ancora non hanno preso in considerazione: le sostanze inquinanti danneggiano l’organismo umano già a concentrazioni molto ridotte rispetto a quanto precedentemente ritenuto. Si tratta dunque di rivedere le precedenti linee guida del 2005 attivando soglie giornaliere di sostanze inquinanti molto più basse.
Considerando le centinaia di migliaia di morti all’anno, dovrebbe essere una priorità assoluta di qualunque amministratore, a livello europeo e locale.

ANCHE SE QUESTE morti non spaventano l’opinione pubblica (e le industrie, in particolare quelle automobilistiche), il direttore esecutivo di Aea è stato costretto a ribadire la sua ricetta: «Investire in mobilità, riscaldamento e industrie più pulite vuol dire maggior benessere, più produttività e migliore qualità dell’aria a disposizione di tutti i cittadini europei, soprattutto dei più vulnerabili. Questi investimenti non solo salvano delle vite, ma contribuiscono anche ad accelerare il viaggio verso la neutralità carbonica, a tutela dell’ambiente e della biodiversità».

Continua la lettura su Il Manifesto

Fonte: Il Manifesto

Autore: 


Licenza: Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.


Articolo tratto interamente da Il Manifesto


2 commenti:

  1. Si tratta di due anni fa. Oggi sarà peggio.
    Quindi speriamo nelle nuove linee guida... soprattutto speriamo che le seguano davvero, senza barare.
    Ciao.

    RispondiElimina

I commenti sono in moderazione e sono pubblicati prima possibile. Si prega di non inserire collegamenti attivi, altrimenti saranno eliminati. L'opinione dei lettori è l'anima dei blog e ringrazio tutti per la partecipazione. Vi ricordo, prima di lasciare qualche commento, di leggere attentamente la privacy policy. Ricordatevi che lasciando un commento nel modulo, il vostro username resterà inserito nella pagina web e sarà cliccabile, inoltre potrà portare al vostro profilo a seconda della impostazione che si è scelta.