giovedì 28 gennaio 2021

Virus e profitti




Articolo da Transform! Italia

All’inizio dell’avverarsi di questa distopia in cui siamo precipitati abbiamo conosciuto e subito le carenze del sistema sanitario nell’affrontare l’espandersi della pandemia Covid-19 del virus Sars-Cov-2, l’esplosione pandemica è stata innescata dal potere politico, in  primo luogo quello regionale della Lombardia, che si rifiutò di chiudere il pronto soccorso dell’ospedale di Alzano Lombardo e di dichiarare zona rossa il comprensorio della Val Seriana, sotto pressione della Confindustria. In queste settimane siamo precipitati dalle promesse salvifiche nelle delusioni cocenti della soluzione offerta dai vaccini e non si tratta della loro efficacia nel garantire l’immunità dal virus, ma della loro disponibilità garantita o meno dall’industria farmaceutica o meglio dal gruppo di testa delle 10 società – conosciute collettivamente come Big Pharma – che controllano il mercato mondiale dei farmaci.

I  due corni del problema hanno una comune origine nel rapporto tra pubblico e privato, nella riduzione progressiva dell’intervento pubblico nella sanità e nel monopolio di Big Pharma nella produzione dei farmaci, sostenuta peraltro da consistenti finanziamenti pubblici.

La produzione dei vaccini contro il Sars-Cov-2 costituisce indubbiamente un evento straordinario per i tempi con cui sono stati realizzati, sia pure con importanti differenze nei loro percorsi tra quelli già pronti e testati e quelli ancora in fase di test, gravati da problemi di efficacia. Le risorse utilizzate in termini finanziari, tecnologici e produttivi costituiscono probabilmente un caso unico nella storia dell’industria farmaceutica, laddove le risorse finanziarie sono state abbondamene anticipate dagli stati1 e costituiscono un lauto anticipo sui giganteschi profitti che le stesse società stanno realizzando e realizzeranno  nei prossimi mesi; dalle cronache emerge una sorta di messa all’asta sul mercato mondiale.

Se il monopolio privato della produzione di farmaci alimenta con le sue pratiche le diseguaglianze sociali a livello globale e nei singoli paesi, la distribuzione ineguale dei vaccini per il Covd-19, per l’impatto sanitario e sociale di questa pandemia, sta producendo un inedito salto di qualità. Nel mese di novembre 2020 Medici senza frontiere invita tutti i paesi a sostenere la richiesta di India e Sud Africa2.

Nell’articolo si legge “La sospensione della proprietà intellettuale consentirebbe a tutti i paesi di non concedere o depositare brevetti e altre misure di proprietà intellettuale su farmaci, test diagnostici e vaccini utili per la risposta al Covid-19 per tutta la durata della pandemia, fino al raggiungimento dell’immunità di gregge a livello globale. Un’iniziativa simile alle posizioni assunte dai Governi del Sud del mondo oltre 20 anni fa che hanno determinato l’introduzione e l’utilizzo dei farmaci generici per l’HIV/AIDS a prezzi accessibili, salvando così milioni di vite. (…)Inoltre, diversi farmaci nuovi e riutilizzati e anticorpi monoclonali in fase di promettente sperimentazione per il trattamento del Covid-19, sono già brevettati in molti paesi come Brasile, Sud Africa, India, Indonesia, Cina e Malesia. (…)  In totale, 99 paesi hanno accolto e mostrato supporto, tuttavia la proposta di sospensione dei brevetti non è stata accolta favorevolmente da molti paesi ricchi, tra cui USA, Regno Unito, Giappone, Canada, Brasile, Australia, Norvegia, Svizzera e UE

Gli schieramenti sulla proposta dicono molto sul potere di Big Pharma e sugli schieramenti e gli interessi che si confrontano e si intrecciano nell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC-acronimo inglese WTO)3, ma a che punto siamo con questa richiesta?

“Constatando di non poter raggiungere l’unanimità sulla proposta entro la fine dell’anno, il 10 dicembre 2020 il Consiglio TRIPS ha deciso di continuare le discussioni nel 2021, presentando una relazione orale sullo stato dell’arte durante la riunione del 16-17 dicembre 2020. La decisione di proseguire le discussioni è stata quindi ratificata in data 18 dicembre 2020, ed una nuova riunione formale del Consiglio TRIPS è stata fissata per il 10-11 marzo 2021.”4. Il succo della proposta può essere riassunto in quanto segue “Per affrontare questi problemi, proponiamo un complemento all’attuale regime: l’Health Impact Fund (“il Fondo”) come percorso alternativo attraverso il quale gli innovatori farmaceutici possono scegliere di essere ricompensati. Ogni nuovo farmaco registrato presso il Fondo dovrebbe essere venduto al costo di produzione o di distribuzione, e l’impresa che ha registrato tale farmaco riceverebbe per un periodo di dieci anni un premio annuale in denaro calcolato sulla base dell’impatto che il farmaco stesso ha sulla salute dei pazienti.

(…)Inoltre, Il Fondo si differenzia dall’attuale regime dei brevetti perché il suo sistema di ricompensa non si basa sulla vendita di un farmaco ma sui reali miglioramenti in salute che questo apporta. Sicuramente l’efficacia di un farmaco è un fattore che ne incentiva la vendita, tuttavia è possibile che vengano venduti farmaci relativamente inefficaci o inadatti alle esigenze del paziente. Ciò accade spesso: avendo ricarichi esorbitanti, le aziende cercano di influenzare gli ospedali, gli assicuratori, i medici e i pazienti ad usare il proprio farmaco brevettato e a favorirlo rispetto ad altri.”  Il tema sollevato dalle ultime righe della citazione è quello della trasparenza di tutto il sistema sanitario dalla produzione dei farmaci ai sistemi sanitari, di erogazione delle cure. L’insieme dei sistemi di cura a livello mondiale nelle sue differenziazioni nazionali è plasmato attorno agli interessi di Big Pharma o dei suoi equivalenti, con Cuba come unica eccezione certa.

Rimanendo ancora sulla questione vaccini per Covid-19, il primo a essere proposto è stato lo Sputnik russo, che ha sollevato più di qualche perplessità per i tempi ed i modi della sua approvazione5 ; “Finora lo Sputnik V – chiamato così in onore del primo satellite sovietico inviato nello spazio, con la V aggiunta in segno di vittoria – è stato usato solo da una manciata di paesi emergenti, attirati dal prezzo conveniente – meno di dieci dollari per dose, e ne servono due per risultare protetti dal virus, come per i vaccini occidentali – o spinti dai legami con la Russia.”

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Fonte: 
Transform! Italia


Autore: 
RobertoRosso



Articolo tratto interamente da T
ransform! Italia


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