martedì 16 ottobre 2018
Guerra e fame: numeri allarmanti
Articolo da Greenreport.it
Presentando il rapporto di Azione contro la Fame. il direttore generale dell’ONG, Simone Garroni, ha sottolineato che «La guerra crea fame e la fame scatena conflitti; i dati allarmanti del nostro rapporto confermano un legame strettissimo e devastante tra guerra e fame. Se i governi e le istituzioni sovranazionali non riusciranno a ridurre i conflitti e a garantire il rispetto dei principi stabiliti dal diritto internazionale umanitario vedremo crescere ulteriormente il numero di persone che soffrono la fame, vanificando i progressi faticosamente conquistati in questi ultimi 15 anni.
L’esperienza di Azione contro la Fame in circa 50 Paesi del mondo ha fornito numerose prove del rapporto bilaterale tra guerra e fame: da una parte le guerre distruggono mercati e mezzi di sostentamento e producono spostamenti massicci che innescano un elevato rischio di insicurezza alimentare; dall’altra, l’insicurezza alimentare e la competizione per le risorse naturali o il cibo è all’origine di gran parte dei conflitti attivi oggi nel mondo».
Il rapporto di Azione contro la Fame fornisce esempi e cifre del legame tra guerra e fame: «1 Paese su 4 nel mondo ha un conflitto in corso. 6 persone su 10 che soffrono la fame vivono in un Paese in conflitto. 122 dei 151 milioni di bambini colpiti da malnutrizione cronica vivono in un Paese in conflitto. In 24 Paesi su 46 con conflitti attivi, la prevalenza di malnutrizione acuta è superiore al 30%. Il 77% dei conflitti ha all’origine l’insicurezza alimentare della popolazione. Nel 2017 è stato superato il record di sfollati dalla seconda guerra mondiale, con 66 milioni di persone. Più della metà sono sfollati a causa della violenza, una cifra che si è raddoppiata tra il 2007 e il 2015».
Il rapporto analizza 13 casi di aree e Paesi in conflitto, e tra questi i più preoccupanti sono Yemen, regione del Lago Ciad e Myanmar.
Azione contro la Fame denuncia che «In Yemen, dove la guerra civile dal 2014 fino a oggi ha causato oltre 16.000 vittime, si stima che 22 milioni di persone (due terzi del Paese) dipendano dagli aiuti umanitari, 17,8 milioni soffrano di insicurezza alimentare, e oltre 8 milioni di persone – di cui la metà bambini – sono attualmente sull’orlo della carestia. Gli sfollati interni ammontano a 3 milioni e oltre 450.000 sono i bambini severamente malnutriti. In questo Paese, dove Azione contro la Fame lavora dal 2012 e nel 2017 ha assistito 650.000 persone con programmi di supporto nutrizionale, sicurezza alimentare e accesso all’acqua, accedere alle vittime è difficilissimo e non vengono rispettati i corridoi umanitari».
Per quanto riguarda l’area del Lago Ciad condivisa da Niger, Ciad, Nigeria e Camerun «Dal 2009 il gruppo Boko Haram ha intensificato la sua azione e gli scontri hanno provocato oltre 37.500 morti e quasi 2 milioni e mezzo di sfollati. 7 milioni di persone nella regione soffrono di insicurezza alimentare e oltre mezzo milione di bambini è colpito da malnutrizione acuta. Quest’area è particolarmente soggetta ai cambiamenti climatici e la stagione della fame diventa ogni anno più dura, assottigliando le risorse a disposizione della popolazione. Le violenze di Boko Haram non hanno fatto altro che esacerbare il processo migratorio e oggi assistiamo a una vera e propria crisi regionale. La Conferenza di Berlino ha deciso di impegnare 2 miliardi di dollari per far fronte alla crisi ma è necessario che agli impegni della comunità internazionale seguano i fatti».
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Fonte: Greenreport.it
Autore: redazione Greenreport
Licenza: Copyleft
Articolo tratto interamente da Greenreport.it
2 commenti:
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Fame e guerre vanno a braccetto, ha scoperto l'acqua calda!
RispondiElimina... E cosa di re di: egoismo, interessi economici, razzismo ...
Buona giornata.
enrico
Tutti ingredienti che hanno fatto peggiorare il mondo.
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