Articolo da Servindi.org
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Servindi, 21 aprile 2024 - Centinaia di cittadini, soprattutto giovani, si sono mobilitati per le strade del centro di Lima in difesa dell'ambiente, delle foreste, dell'acqua e dell'Amazzonia.
La seconda giornata indetta dal Movimento Nazionale contro la Legge Antiforeste ha sviluppato diverse tipologie di azioni in varie città del Paese per denunciare il Congresso per l'emanazione della Legge 31973.
Vale la pena ricordare che la Sessione Plenaria del Congresso ha approvato con insistenza la norma il 14 dicembre 2023, nonostante il rifiuto delle popolazioni indigene, della società civile e degli esperti, e senza rispondere a due richieste di riconsiderazione ammesse all’esame.
La prima reazione è stata quella del Collegio dei Sociologi di Lima e Callao, rappresentato dal suo decano Majed Velásquez, che ha intentato una causa davanti alla Corte Costituzionale per dichiararne l'incostituzionalità lo stesso giorno della pubblicazione.
Nel mese di aprile, la Corte Costituzionale ha ammesso un ricorso di incostituzionalità contro la “Legge Antiforestale” presentato dal Governo Regionale di San Martín e ha concesso al Congresso della Repubblica un termine di 30 giorni per comparire e rispondere alla causa.
Il 9 aprile, la Commissione dei Popoli andini, amazzonici e afro-peruviani, Ambiente ed Ecologia del Congresso ha approvato un parere che propone di abrogare la legge n. 31973.
La deputata Ruth Luque, che presiede la commissione, ha poi invitato i membri della Commissione Agraria, alla quale si riferisce la sentenza, a riconoscere che la legge antiforestale non ha rispettato i diritti dei popoli indigeni.
È importante sottolineare che l'Assemblea Nazionale dei Governi Regionali, il Governo Regionale dell'Amazzonia, il Governo Regionale di Huánuco e diverse organizzazioni specializzate in questioni ambientali chiedono l'abrogazione di tale norma.
Il Movimento Nazionale contro la Legge Antiforeste annuncia una terza giornata nazionale di mobilitazione per il 22 maggio, che molto probabilmente raggiungerà maggiori livelli di partecipazione.
La legge 31973 crea un regime incostituzionale in virtù del quale vengono eliminate le 3 condizioni fondamentali che impedivano la deforestazione: la classificazione dei terreni, il divieto di modificare la destinazione d'uso dei terreni se dotati di idoneità selvicolturale e la formalizzazione delle attività svolte illecitamente.
Sospendendo la zonizzazione forestale, lo Stato perde un importante strumento di governance ambientale e questa deregolamentazione del settore forestale avvantaggia solo i taglialegna e i taglialegna illegali.
I proprietari o possessori di proprietà situate in Amazzonia avranno automaticamente la Classificazione delle Terre per la loro Capacità di Maggiore Utilizzo (CTCUM) per sviluppare colture o pascoli puliti permanenti senza la necessità che la loro attività sia approvata dall'autorità ambientale.
Parimenti, i proprietari e possessori sono esentati dal rispetto delle norme sul cambio d'uso di cui all'articolo 38 della legge n. 29763, Legge forestale e faunistica.
Ciò significa che i proprietari e i proprietari potranno sviluppare impunemente le loro attività agricole in Amazzonia, disboscando le foreste amazzoniche primarie e secondarie senza autorizzazione a modificare l’attuale utilizzo dei terreni della foresta amazzonica per scopi agricoli.
Beneficiari della Legge Antiforestale
Almeno una dozzina di aziende e gruppi religiosi potrebbero trarre vantaggio dai loro processi giudiziari e sanzionatori per la deforestazione di migliaia di ettari in Amazzonia con la modifica della Legge Forestale.
Le modifiche alla norma aprono la strada all'archiviazione di questi casi, motivo per cui sono indagate aziende come Ocho Sur e Tamshi, del gruppo Melka, e Palmas de Shanusi, del potente gruppo Romero.
Finirebbero per favorire nei loro processi anche la società Reforestadora Inca, di proprietà dell'imprenditore Samuel Dyer, così come i gruppi religiosi mennoniti e gli Israeliti della Nuova Alleanza Universale.
Lo rivela un rapporto del portale Convoca.pe scritto dal giornalista Ivan Brehaut dopo aver esaminato i fascicoli di sette casi e consultato varie fonti per comprendere l'entità dell'impatto sulle foreste e sulle comunità.
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Fonte: Servindi.org
Autore: Servindi.org
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Articolo tratto interamente da Servindi.org
Non la smetteranno mai di abbattere alberi e distruggere il polmone del pianeta. E non capiscono che dove vedono legname, per migliaia di specie viventi è una casa???
RispondiEliminaMaledetti esseri umani, schiavi del demone denaro, il pianeta non è vostra proprietà, e un giorno a vi resteranno soltanto banconote e monete come cibo! Figli non ne avete, demoni che non siete altri?
Un disastro ambientale che qualcuno continua a negare, mentre i profitti aumentano.
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