martedì 19 novembre 2019

Attiviste messicane lottano per la sicurezza su internet


Articolo da Global Voices

In Messico, la violenza contro le donne trascende dal virtuale al fisico e viceversa. Le aggressioni sessuali su internet hanno avuto un impatto a livello emotivo, lavorativo e sociale le sue vittime.

Le conseguenze sono gravi al punto che alcune donne si sono suicidate a causa delle molestie subite dopo che la propria immagine in un contesto sessuale o intimo era stata diffusa su social network come Facebook, WhatsApp, e-mail e altri spazi internet.

Pertanto, con lo slogan che #LoVirtualEsReal, cittadine e attiviste messicane come Olimpia Coral Melo Cruz hanno promosso cambiamenti nella legge per punire coloro che diffondono immagini intime o sessuali senza il consenso della persona che appare nel video o nella foto, indipendentemente dal fatto che si tratti del proprio compagno.

Nel 2014, Melo Cruz ha girato un video spinto con il proprio ragazzo. Giorni dopo, il video è stato condiviso online senza il suo consenso ed è stato visto dai suoi vicini, conoscenti, parenti e amici nella sua comunità di Huauchinango, nello stato di Puebla, in Messico
.
L'attivista ha detto alla BBC in spagnolo che tutti nella sua comunità parlavano di lei e del video. “Olimpia si è chiusa in casa per otto mesi e ha tentato il suicidio tre volte”, scrive il sito web.


Dopo aver attraversato una depressione difficile, Olimpia ha riacquistato le forze per alzarsi e difendere il suo diritto di godersi liberamente la propria sessualità. Sua madre l'ha sostenuta e ha ribadito che non dovrebbe sentirsi in colpa, dal momento che non aveva commesso alcun crimine. Allo stesso tempo, l'attivista ha ribadito che nessuno aveva il diritto di esporla pubblicamente come avevano fatto.

Ma quando ha deciso di denunciare l'incidente, le autorità hanno affermato che non vi era alcun crimine da perseguire, dal momento che non esistevano leggi o codici che punissero la violenza digitale contro le donne. Inoltre, il suo caso venne ulteriormente minimizzato essendo avvenuto online.

Da allora e negli ultimi cinque anni, con il sostegno di gruppi e organizzazioni femministe, Olimpia ha combattuto per promuovere la sicurezza delle donne online e affinchè venissero passate riforme per rendere la diffusione non autorizzata di contenuti sessuali o intimi un crimine punibile.

L'iniziativa è diventata nota come #LeyOlimpia (#LeggeOlimpia) ed è già stata approvata in 12 dei 32 stati del Messico, tra cui Puebla. Secondo il codice penale di questo stato, “è punibile divulgare, distribuire, pubblicare o richiedere senza consenso un'immagine, sia essa stampata, registrata o digitale, con contenuto erotico sessuale di una persona parzialmente o totalmente nuda”. Le sanzioni variano da tre a sei anni di carcere e una multa.

Una legge simile deve ancora essere approvata a Città del Messico, ma è stato presentato un disegno di legge al Congresso locale e il processo legislativo è iniziato.

In quanto portavoce del Fronte Nazionale per la Sorellanza, Olimpia ha viaggiato nel paese per promuovere la legge che cerca di rendere visibile la violenza subita dalle donne nello spazio virtuale. “Non hanno bisogno di penetrarci per violentarci negli spazi digitali”, ha detto durante la sua recente partecipazione alla Marcia legale per la legalizzazione dell'aborto, in piazza Zocalo a Città del Messico.


“Nessuna donna o ragazza che è stata esposta online ha voluto essere esposta in questo modo”, ha detto.

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Fonte: Global Voices


Autore: scritto da 
Mercedes Matz tradotto da Teodora C. Hasegan - Sibel Dourmouch


Licenza: Creative Commons License
This work is licensed under a Creative Commons Attribution 3.0 Unported License.


Articolo tratto interamente da 
Global Voices 


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