Articolo da Bardo-lusevera-news e dintorni
Il 6 maggio 1976 era un venerdì ,la serata era calda. I bambini di Pradielis/Ter giocavano, come ogni sera in piazza, prima del rientro alle proprie case.
Era molto afoso, gli anziani, come di consueto, dopo l’Ave Maria si stavano preparando per andare a dormire, per poter continuare il giorno dopo i lavori nella stalla e nei campi.
Alcuni si trattenevano nell'osteria del paese per bere al banco un bicchiere di vino dopo le fatiche della giornata.
Tutto era calmo, poi il primo allarme, una specie di tuono, ma nessuno ci fece caso, un rimbombo, i vetri delle finestre risuonarono. Si sentì un boato, poi una terribile scossa alle 21 e 24 minuti che è durata 59 secondi(magnitudo 6,5 Richter).
Il terremoto colpì tutto il Friuli e portò solo distruzione. Le case crollarono e con esse tutto ciò vi era dentro, le campane cominciarono a suonare da sole, gli orologi sui campanili si fermarono alle 21. Le case di sasso crollarono e sotto di sé affondavano tutto ciò che era nelle vicinanze. Le luci si spensero, molte fontane non erogarono l’acqua. La gente rimase di sasso, scappò e molti furono colpiti dal crollo.
A Podbardo/Ciseriis morirono sotto le macerie 6 persone e successivamente 2 per le conseguenze. Dalle frane, dalle rocce e dai ghiaioni si diffondeva una polvere soffocante, dalle pendenze dei Musi, del Zajavor, dalla Velika Glava e da Tanaroba si innalzava una nebbia soffocante. Cumuli di sassi ricoprivano tutto, molte case crollarono. La gente scappava all'aperto, spaventata senza rendersi conto di cosa stesse succedendo.
A Podbardo/Ciseriis due donne rimasero intrappolate nella stalla per il crollo del tetto e rimasero sotto le macerie. Anche gli animali cercavano di scappare.
Gli aiuti da Tarcento e da Nimis non potevano arrivare perchè le strade erano impraticabili, gli abitanti cercarono di aiutarsi a vicenda. Si poteva arrivare a Lusevera solo a piedi attraverso i sentieri.
Per prima cosa si radunarono nella Velika Njiva/Grande Campo a Bardo/Lusevera per vedere quanti erano presenti. Mancava all'appello un’anziana e quindi andarono a cercarla: era bloccata nel letto e non poteva muoversi e fu aiutata ad uscire. E così successe in altri paesi del comune di Lusevera/Bardo.
Arrivarono le tende, si fecero le tendopoli e furono sistemati alla buona i tetti delle case dai proprietari.
Giunsero le donazioni degli emigranti, i contributi dello Stato, delle associazioni umanitarie, gli aiuti internazionali e quelli delle nazioni vicine.
I tecnici della Slovenia che avevano contribuito alla ricostruzione di Skopje organizzarono sul castello di Udine un seminario con esempi pratici per insegnare agli addetti ai lavori come si doveva aggiustare e ricostruire in modalità antisismica.
Arrivarono le roulotte, molte persone furono trasferite a Lignano, Grado, in altri luoghi o da parenti.
Gli animali ad Arta Terme e altri luoghi della Carnia.
Furono montate le case prefabbricate slovene, le”valentine”casette di legno costruite dalla ditta Piero della Valentina.
Poi ci fu la ricostruzione, è stato ricostruito tutto com'era, col minimo di interventi legislativi e coi risultati migliori.
Trent'anni dopo ogni opera è compiuta e non c’è muro che non sia stato ricostruito come prima.
Nell'immaginario collettivo, merito dei friulani e del loro carattere laborioso. Nella realtà, risultato di scelte politiche un tempo tanto sagge.
Tradotto dal libro “Na izpostavljenem mestu/Tra la propria gente”- racconto autobiografico in memoria di Viljem Černo scomparso
Fu un sisma di magnitudo 6.5 della scala Richter che colpì il Friuli, e i territori circostanti, alle ore 21:00:12 del 6 maggio 1976, con ulteriori scosse l'11 e 15 settembre.
I danni del terremoto del maggio 1976 furono amplificati da altre due scosse, a fine dell'estate.
L'11 settembre 1976 la terra tremò di nuovo: si verificarono infatti due scosse alle 18:31 (Mw 5.3) e alle 18:35 (Mw5.6).Il 15 settembre 1976, prima alle ore 5:15 e poi alle ore 11:21, si verificarono due ulteriori forti scosse, rispettivamente di magnitudo 5.9 e 6.0.
I comuni di Trasaghis, Bordano, Osoppo, Montenars, Gemona del Friuli, Buja, Venzone e la frazione di Monteaperta, le località maggiormente colpite, furono fortemente danneggiati. La popolazione di quei comuni fu trasferita negli alberghi di Grado, Lignano Sabbiadoro, Jesolo e altre località marittime. Là furono ospitati anche i terremotati di altri comuni, rimasti senza alloggio.
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Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 3.0 Italia.
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Io ho un'amica Friulana , era in viaggio di nozze quando
RispondiEliminasuccesse il terremoto . Ritornò subito a casa , era crollata
ma i suoi genitori stavano bene . Dopo pochi anni , con la mia amica , siamo andate a trovare i genitori . Nessun segno di
terremoto . La casa era stata ricostruita . Anche passando in
auto non si vedevano danni , tutto sistemato . E L'Aquila ???
Buona giornata . Laura
La ricostruzione friulana viene spesso citata come modello, purtroppo non è stata seguita con i fatti in altre zone d'Italia.
EliminaGrazie mille!
RispondiEliminaUn grazie per la tua condivisione di questo post.
EliminaOgni tanto ho sentito citare questo evento dai miei ma non ho mai approfondito. Peccato che non si sia preso esempio
RispondiEliminaPurtroppo in tante parti d'Italia, la ricostruzione è ancora in corso.
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