Durante la primavera del 1902, successivamente ad alcuni interventi sul paramento murario esterno, effettuati in maniera improvvida e a insaputa del proto della Basilica di San Marco, si manifestarono segnali preoccupanti sotto forma di screpolature e di una fenditura sul lato settentrionale che andò via via allargandosi. Alcuni sopralluoghi tecnici esclusero la presenza di problemi strutturali seri. Tuttavia, il 12 luglio furono rilevate la rottura di numerosi vetri "spia" e una copiosa caduta di calcinacci. La sera del 13 luglio fu interrotto poco prima dell'inizio, tra il malumore della folla, un concerto della banda del 18º reggimento di Fanteria che avrebbe dovuto tenersi nella piazza. Infine, la mattina di lunedì 14 luglio, alle 9.47, il campanile crollò (altre fonti indicano le 9.52 come ora del crollo): "La fenditura sul fianco del colosso si apre spaventosamente: lo specchio che fronteggia la Basilica si piega squarciandosi e mentre la folla lancia un urlo prolungato e si diffonde un cupo rumore di rovine e di schianti, l'enorme pinnacolo della cella campanaria dondola con due o tre lenti movimenti da destra a sinistra e da sinistra a destra, torcendo gli archi che lo reggono e spezzandoli: il colosso si accascia su se stesso e cede, cede insaccandosi. La terra traballa, si eleva una gigantesca nube di polvere e in essa di inabissa l'angelo d'oro... La polvere si rovescia per tutto, come la cenere di un'eruzione vulcanica, e acceca la gente terrorizzata che si disperde spezzando i vetri dei negozi in una fuga pazza". Poco prima, alle 9.30, una squadra di tecnici aveva appoggiato una scala per dei controlli e aveva dovuto fuggire precipitosamente riuscendo a fare sgomberare l'area circostante.
Non ci furono vittime tranne il gatto del custode (peraltro negata da alcuni giornalisti all'epoca) e, vista la posizione della costruzione, i danni furono relativamente limitati. Vennero distrutte completamente la loggetta alla base del campanile e un angolo della libreria del Sansovino. La "piera del bando", un tozzo tronco di colonna in porfido, su cui al tempo della repubblica venivano bandite le leggi, protesse dalle macerie l'angolo della basilica di San Marco, salvandola dal crollo. Nella serata il consiglio comunale, riunito d'urgenza, ne deliberò la ricostruzione, stanziando 500.000 Lire per contribuire ai lavori. Il sindaco Filippo Grimani, durante il discorso in occasione della posa della prima pietra, il 25 aprile 1903, pronunziò più volte la famosa frase, che diventerà il motto di questa ricostruzione:
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I veneziani lo chiamano "El paron de casa" (il padrone di casa) tanto sono a lui legati! Pensa che la leggenda vuole che i veneziani si scolassero il loro bicchiere di vino all'ombra del campanile da cui il modo di dire che tuttora si usa da queste parti "farsi un'ombra" quando si vuole andare a bere qualcosa! 😊
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