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Oggi l’ispanicismo, come il sionismo, rivendica il colonialismo, l’esclusione e il razzismo nei confronti dei popoli che considera inferiori. Non voler comprendere il pericolo che ciò comporta per l’umanità ci porta a una maggiore polarizzazione dove i discorsi violenti si trasformano in atti violenti che ci trascinano indietro. alla barbarie.Di Luis Hallazi Méndez*
15 ottobre 2023.- Questo 12 ottobre non è stato un giorno qualunque; Sebbene da 30 anni una corrente importante generi una giusta rivendicazione, quella che era conosciuta come la “scoperta” dell’America e la celebrazione del “Columbus Day”, oggi è chiamata la giornata della resistenza indigena, in alcuni paesi ufficialmente come la Bolivia il “ giorno della decolonizzazione” o in Ecuador come il “giorno dell’interculturalità e della plurinazionalità”; La verità è che sono stati i popoli indigeni e i loro discendenti dell'America o gli Abya Yala a rifiutare quella celebrazione che dalla Spagna cercava di dare maggiore identità a una nazione divisa.
Da quella vaga concezione, il 12 ottobre ha una matrice nazionalista e patriottica, “Columbus Day” usa una parola retrograda e cerca ambiguamente di riferirsi alla nascita di una “nuova razza meticcia”, ma allo stesso tempo allude a un discorso razzializzato, suprematista e coloniale. Il 1992 e il 500° anniversario dell'arrivo di Cristoforo Colombo furono il punto di svolta, di rottura con quella tradizione, con le proteste indigene in tutto il continente e nel 1994 la rivolta dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale che consolidò un nuovo percorso di decolonizzazione, il messaggio: niente scoprire e ancor peggio celebrare; la necessità di rivedere la storia, discuterla e dipanare episodi in cui gli sconfitti assumono la voce e il ruolo di protagonisti, kackkaniraqmi / Io sono fermo, siamo ancora qui.
Il concetto di “razza” si addolcisce con l’ormai “Giornata Ispanica” che con l’ascesa dell’estrema destra è diventata uno strumento che rivendica un’ideologia profondamente coloniale e razzista
È stato così che il concetto di “razza” si è addolcito con l’ormai “Giornata Ispanica” che con l’ascesa dell’estrema destra è diventata uno strumento di rivendicazione di un’ideologia profondamente coloniale e razzista, come quelle promosse dal partito politico Vox. e il loro progetto di relazione con l’America Latina, che chiamano “Iberosfera” (1). Ispanicità è oggi un termine che cerca di recuperare l’esperienza imperiale del passato e c’è l’incontro degli alleati latinoamericani della categoria di Álvaro Uribe in Colombia, Jair Bolsonaro in Brasile o progetti come quello guidato da José Antonio Kast in Cile, Javier Milei in Argentina o Keiko Fujimori e López Aliaga in Perù, che oggi sostengono l'attuale regime di Dina Boluarte.
Oggi, nel 21° secolo, semplici spettatori della distruzione e del genocidio del popolo palestinese nelle mani del colonialismo e dell’apartheid del sionismo israeliano, la richiesta del 12 ottobre come simbolo di resistenza e di lotta anticoloniale deve emergere con urgenza, perché al di là dopo il sanguinoso attacco di Hamas, che potrebbe giustificare la difesa israeliana, quello a cui stiamo assistendo in sette giorni è ancora una volta l’uso di un discorso di lotta al terrorismo, per effettuare l’annientamento terroristico dei civili palestinesi con totale impunità. Il gruppo islamico Hamas è lo stesso gruppo estremista che un tempo veniva rafforzato e finanziato dal sionismo israeliano per indebolire l'organizzazione politico-militare Al Fatah fondata da Yasser Arafat.
È urgente prendere coscienza di ciò che simboleggia il gioco del discorso ispanico, perché chi usa questa categoria lo fa con una pretesa imperiale e non commette errori, non si tratta degli oltre 400 milioni di persone che parlano spagnolo, né del fatto che possiamo emozionarsi per lo stesso libro. Oggi il peso ideologico dell’ispanismo pensa più a indebolire e poi a mettere al bando le politiche di riconoscimento della diversità culturale, ignorando la profonda disuguaglianza sociale ed etnica che esiste in America Latina e negando l’azione delle popolazioni indigene.
Oggi l’ispanicismo, come il sionismo, rivendica il colonialismo, l’esclusione e il razzismo nei confronti dei popoli che considera inferiori. Non voler comprendere il pericolo che ciò comporta per l’umanità ci porta a una maggiore polarizzazione dove i discorsi violenti si trasformano in atti violenti che ci trascinano indietro. alla barbarie.
Nota:
(1) Cfr. Ispanismo etnico e iberosfera: lo sguardo peculiare di Vox sulla regione dell'America Latina: https://e-archivo.uc3m.es/handle/10016/37661#preview
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* Luis Hallazi è un avvocato e politologo, ricercatore in diritti umani e diritti della natura.
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Fonte: Servindi.org
Autore: Luis Hallazi Méndez
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