Articolo da Cronache di ordinario razzismo
Sabato 10 novembre è in programma la manifestazione nazionale “Uniti e solidali contro il Governo, il razzismo e il Decreto Salvini“. L’appuntamento è a Roma, alle ore 14, in piazza della Repubblica. Questa giornata sarà un’occasione per reagire all’escalation razzista che sta investendo l’Italia e per dimostrare che esiste un’Italia diversa, che ha a cuore i diritti e le libertà di tutte e tutti.
Si manifesterà in maniera pacifica, solidale, accogliente e plurale. Questi i punti principali:
- Il ritiro immediato del Decreto immigrazione e sicurezza varato dal governo. NO al disegno di legge Pillon.
- Accoglienza e regolarizzazione per tutti e tutte.
- Solidarietà e libertà per Mimmo Lucano! Giù le mani da Riace e dalle ONG.
- Contro l’esclusione sociale.
- No ai respingimenti, alle espulsioni, agli sgomberi.
- Contro il razzismo dilagante, la minaccia fascista, la violenza sulle donne, l’omofobia e ogni tipo di discriminazione.
A sancire l’importanza dell’unità e della solidarietà l’hashtag scelto per la manifestazione è #indivisibili, la traduzione in italiano di “Unteilbar”, la parola chiave usata a Berlino lo scorso 13 ottobre, con l’auspicio che anche a Roma si riversino nella strade una marea di persone.
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Fonte: Cronache di ordinario razzismo
Autore: redazione Cronache di ordinario razzismo
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Articolo tratto interamente da Cronache di ordinario razzismo
La maggioranza degli italiani non ha votato questo Parlamento, basta guardare i numeri e gli astenuti.
RispondiEliminaL'Italia inseme ad altri Paesi europei, non rispetta delle convezioni internazionali. Questa manifestazione difende diritti, spesso calpestati e ignorati.
Anche lasciare annegare le persone in mare è contro la legge. La nostra Costituzione non parla di discriminazioni, come mai si cerca sempre di scavalcarla?
RispondiEliminaIo come libero cittadino ho diritto di esprimere la mia opinione. Voglio ricordare che in Italia una dittatura già si è vista, sempre perché le persone erano costrette ad allinearsi. Questo discorso non vale solo per l'Italia, ma anche per l'Europa, molto più propensa ad aiutare i potenti e poco la povera gente.
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