mercoledì 14 novembre 2018

Le continue alluvioni



Articolo da Eddyburg.it 


Ogni anno delle piogge intense, magari imputabili al cambiamento climatico che surriscalda il pianeta, tanto per dare la colpa a qualcuno, fanno uscire l’acqua dagli argini di fossi, torrenti, fiumi, sulle colline e nelle pianure, allagano e distruggono sottopassi, strade con i tombini che esplodono, campi coltivati con i loro faticati raccolti, fabbriche e abitazioni, strade e ferrovie. La risposta delle autorità è sempre la stessa: si invoca lo stato di “calamità naturale”, il che vuol dire chiedere allo stato qualche soldo, che arriva sempre in ritardo, per ricostruire nello stesso posto, le stesse cose che sono state spazzate via dalle acque, per rimborsare le perdite dei beni alluvionati o dei raccolti perduti.

Nessuno, cittadini, alluvionati, governanti, prende in considerazione che non c’è niente di “naturale”; si continua ad autorizzare costruzioni, edifici e strade, sulle rive dei fiumi e dei torrenti, sul fianco delle colline, dove fa comodo ai proprietari dei suoli i quali non pensano che le loro stesse proprietà andranno in rovina, un anno o l’altro. Ogni anno nel nord e al centro e nel sud e nelle isole d’Italia, le alluvioni fanno danni da mezzo secolo a questa parte. I governanti promettono iniziative per la difesa del suolo, emanano decreti che finanziano appalti per opere che saranno spazzate via uno o dieci anni dopo.

Io credo che chi propone o approva o modifica leggi, non sia mai andato con gli stivaloni nel fango a spalare detriti, non sia mai sceso sul greto di un torrente, altrimenti avrebbe osservato che le alluvioni sono figlie di una chiara violenza contro la natura e richiedono soluzioni altrettanto chiare. L’acqua da miliardi di anni ha “l’abitudine” di scendere dall'alto al basso lungo le strade di minore resistenza; quando trova un ostacolo lo aggira e si crea delle vie di scorrimento più comode, oppure lo sposta e lo porta in basso, siano sabbia, pietre, piante.

D’altra parte la forza delle acque è rallentata e frenata dalla vegetazione spontanea, e così nei millenni le acque hanno “disegnato” le valli e hanno creato le pianure che sono poi diventate fertili, attraversate da fiumi che portano incessantemente al mare il loro carico di sostanze solide disciolte o in sospensione. Purtroppo il fondo delle valli e le pianure, là dove corrono le acque, sono stati e sono gli spazi più appetibili economicamente e là sono sorti villaggi e poi paesi e poi città, con le loro strade e “ponti” e sottopassaggi, con i loro “fiumi sotterranei” di fogne. Tutto guidato dalle leggi “economiche”, cioè si è costruito dove c’erano interessi e proprietà privati o dove le opere costavano meno o erano più comode.

Con l’aumento della popolazione e del “benessere” le presenze umane hanno invaso gli spazi dove scorrevano le acque, hanno distrutto, con quartieri e strutture “sportive”, la vegetazione che rallentava il moto delle acque, ogni intralcio agli affari e al “progresso”. E le acque si vendicano, sono diventate più aggressive e veloci, è aumentata la erosione del suolo, sono diminuiti gli spazi per il libero scorrimento delle acque e queste, ad ogni pioggia più intensa si espandono e allagano le zone circostanti. Le fotografie e le immagini cinematografiche delle alluvioni sono più eloquenti di un trattato di geografia: guardate come i torrenti sono stati imprigionati in stretti canali, come il loro greto sia intasato da pietre, vegetazione, tronchi, come il diboscamento ha lasciato esposte all'erosione grandi superfici delle valli.

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Fonte: Eddyburg.it


Autore: Giorgio Nebbia 

Licenza: Copyleft http://it.wikipedia.org/wiki/Copyleft


Articolo tratto interamente da Eddyburg.it 


4 commenti:

  1. Stanno diventando un vero tormento. Gli agricoltori si trovano i campi allagati e perdono i raccolti, il lavoro va in fumo. Case sommerse perché costruite improvvidamente su letti di fiume e poi, naturalmente, vittime. Ci vorrebbe più senso ecologico. Meno pompe di calore, più in generale rispetto per il nostro habitat e poi sarebbe necessario non costruire sui letti dei fiumi perché questi, prima o poi, riprendono il loro corso.

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    1. Il poco rispetto verso la natura, ci porterà all'autodistruzione.

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  2. Le costruzioni abusive non si fanno in mezza giornata, a maggior ragione interi quartieri non sorgono dal nulla in una notte. Condonare gli abusivismi porta soldi e voti ai corrotti e le catastrofi portano tasse e raccolte fondi ai cittadini onesti.
    Buona giornata
    enrico

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