Articolo da UnifiMagazine
Una conferma degli effetti negativi sulla fertilità prodotti dall’esposizione ad alcuni inquinanti ambientali arriva da una ricerca sperimentale del Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica, finanziata dal Ministero dell’Università e Ricerca, e pubblicata dalla rivista scientifica internazionale Environmental Pollution (Effects of benzo[a]pyrene on the reproductive axis: Impairment of kisspeptin signaling in human gonadotropin-releasing hormone primary neurons, doi: 10.1016/j.envpol.2022.120766).
La ricerca ha preso in esame uno specifico idrocarburo, il Benzo[a]pirene (BaP), che viene generato dalla combustione incompleta di sostanze organiche ed è considerato tra gli inquinanti più diffusi e persistenti nell’ambiente.
Secondo studi recenti, oltre ad avere proprietà cancerogene, il BaP, può considerarsi un “interferente endocrino”, alla stregua di pesticidi, additivi e conservanti, polifenoli e alcuni metalli pesanti, che possono alterare la funzione del sistema endocrino e dunque la fertilità.
Lo studio fiorentino ha analizzato il ruolo del BaP sulla maturazione e funzione di un gruppo di neuroni coinvolti in maniera cruciale nel controllo neuroendocrino della capacità riproduttiva umana, i neuroni GnRH-secernenti.
Fino a questo momento gli studi riguardanti gli effetti dell’esposizione al BaP si sono concentrati sugli organi riproduttivi – spiega la coordinatrice della ricerca Annamaria Morelli, docente di Anatomia Umana – il nostro lavoro dimostra invece che le cause del problema sono da ricercare a monte, nella regolazione di questa funzione da parte del sistema nervoso”.
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Fonte: UnifiMagazine
Autore: Romeo Perrotta
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Articolo tratto interamente da UnifiMagazine
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