Articolo da El Salto
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“Ecc. Sig. Benjamin Netanyahu, Primo Ministro, Stato di Israele. Con questo titolo inizia la lettera che la sindaca di Barcellona, Ada Colau, ha reso pubblica oggi pomeriggio sulle sue reti, e nella quale espone al leader israeliano la decisione presa dal Consiglio comunale dopo aver ascoltato la richiesta che cento gruppi con sede in città hanno elevato al concistoro: “Rompere con gli accordi di gemellaggio che Barcellona mantiene con il Comune di Tel Aviv”. Alcuni accordi, che, spiega la sindaca: "non rispondono né al contesto né agli obiettivi con cui sono stati firmati ormai 25 anni fa".
Insieme a questa richiesta, la petizione, sotto il nome di 'Barcellona con l'Apartheid NO, Barcellona con i Diritti Umani SI', e il risultato di un processo partecipativo, che è stato firmato da migliaia di firme di cittadini, include il "denuncia il crimine di Apartheid contro il popolo palestinese” e “dare slancio alle entità palestinesi e israeliane che operano per la pace nel territorio”.
Sotto il nome 'Barcellona con l'Apartheid NO, Barcellona con i Diritti Umani SI', la petizione a cui la sindaca ha risposto chiede, insieme alla fine del gemellaggio con Tel Aviv, “di denunciare il crimine dell'Apartheid contro il popolo palestinese” e “ dare slancio alle entità palestinesi e israeliane che operano per la pace nel territorio”Nella sua dichiarazione, la sindaca di Barcellona procede, come richiesto dal processo partecipativo, a dare una risposta istituzionale alla petizione. Colau riproduce le argomentazioni degli enti firmatari della petizione che sottolineano “le violenze subite dal popolo palestinese in un processo di persecuzione ed espropriazione che dura da più di settant'anni. Decenni di occupazione militare da parte dello stato di Israele nei territori occupati, compresa Gerusalemme est".
La lettera ricorda che, come hanno sottolineato le Nazioni Unite, l'occupazione israeliana si scontra con il diritto internazionale, mentre politiche come l'annessione di territori, la promozione degli insediamenti e la violazione dei diritti della popolazione palestinese violano sia la Convenzione di Ginevra , come la risoluzione 242 del 1967 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Nel suo scritto, Colau raccoglie le denunce contro l'apartheid di numerosi difensori dei diritti umani negli ultimi anni, ma anche di organizzazioni come "Human Rights Watch, Amnesty International e l'associazione israeliana B'Tselem", che, ricorda, "hanno denunciato che le pratiche dello Stato di Israele contro la popolazione palestinese possono costituire crimini contro l'umanità di apartheid e persecuzione".
La decisione del consiglio comunale si aggiunge alla recente risoluzione del Parlamento della Catalogna, che ha descritto “le pratiche di occupazione israeliane come 'equivalenti all'Apartheid'”. Negli ultimi mesi le violazioni dei diritti dei palestinesi sono solo peggiorate. Durante il 2022, 170 palestinesi sono stati uccisi, insieme a un'intensificazione della persecuzione delle organizzazioni palestinesi per i diritti umani. Il nuovo governo di Netanyahu, tornato al potere lo scorso dicembre dopo essersi accordato con l'estrema destra, ha fatto 35 morti solo a gennaio. Tutto ciò costituisce, denuncia Colau, “una nuova era di impunità che ci obbliga ad agire: non possiamo rimanere immobili di fronte alla violazione del diritto internazionale”.
La sindaca rivendica il posto delle città, nella "costruzione della pace e della difesa dei diritti umani", adducendo come esempio la sospensione dei rapporti tra la città e San Pietroburgo, in risposta all'azione russa contro l'Ucraina. “Come sindaco di Barcellona, città del Mediterraneo e difensore dei diritti umani, non posso rimanere impassibile di fronte alla sistematica violazione dei diritti fondamentali del popolo palestinese”, spiega nella sua lettera, scommettendo sul non fare “doppio standard”.
Il Comune di Barcellona rompe ogni rapporto con Israele "fino a quando le autorità israeliane non metteranno fine alla sistematica violazione dei diritti umani contro la popolazione palestinese"Dopo aver condannato da sindaco le violenze subite dalla popolazione civile israeliana, Colau decide, nella lettera indirizzata al Primo Ministro di Israele, di sospendere, non solo il gemellaggio con Tel Aviv ma anche ogni rapporto con questo Stato "fino a quando le autorità israeliane non metteranno porre fine alla sistematica violazione dei diritti umani nei confronti della popolazione palestinese e rispettare pienamente gli obblighi imposti dal diritto internazionale e dalle varie risoluzioni delle Nazioni Unite”.
La sindaca chiude il documento ribadendo che la sua delibera incide sui rapporti istituzionali e in nessun caso sui cittadini, rivendicando l'eredità ebraica della città, e rivolgendo un gesto alle comunità ebraiche che ancora la compongono. Insiste nel differenziare le critiche alle politiche dello Stato di Israele, per quanto riguarda gli attacchi al popolo ebraico. Una precisazione che ha senso mentre Israele investe milioni di euro per affrontare la solidarietà con il popolo palestinese e impregnare la legislazione con una definizione di antisemitismo, in cui si intende squalificare qualsiasi tipo di critica allo Stato israeliano, alle sue pratiche o le sue politiche, comprendendole come odio contro il popolo ebraico.
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Fonte: El Salto
Autore: Redacción El Salto
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Articolo tratto interamente da El Salto
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