giovedì 5 gennaio 2023

La bellezza



"Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore."

Peppino Impastato



11 commenti:

  1. S. Tommaso D'Aquino indicava tre requisiti della bellezza: integrità, simmetria e, così traduce Croce, chiarezza. Joyce invece, più intelligentemente, traduce la terza parola con radiosità, indicando la capacità che la bellezza ha di comunicare qualcosa che non si vede, il potere cioè di emanare qualcosa che nell'oggetto si annuncia, ma non si identifica con i suoi aspetti sensibili. Finalmente ho capito Tommaso quando parla del potere di emanare qualcosa che nell'oggetto si annuncia, ma non si identifica con i suoi aspetti sensibili. Tommaso parla del bello dentro, del bello interiore quando diventa speciale. Il bello fuori diventa inutile, ininfluente. Il bello fuori se non è illuminato dalla bellezza interiore diventa monotono, ripetitivo fino ad annoiare. Bellissima la parola radiosità che esprime infatti una continua speranza di luce nuova e di maggiore bellezza, di una bellezza che non muore mai, ma che si rinnova nel tempo. Infatti, quando vedi che una persona è radiosa, è bella e non ha età.
    Domenica sera, tornando a casa dalla parrocchia, dove era stata celebrata la santa messa, ero in compagnia di una ragazza bellissima e di una persona anziana e esteriormente non bella. La ragazza parlando e commentando il brano del Vangelo mi è apparsa inadeguata, goffa, quasi brutta. L'altra ha detto delle cose a me sconosciute e mentre parlava i suoi occhi diventavano luminosi, i movimenti del corpo armoniosi, la voce calda e penetrante. Era diventata bella, anzi bellissima.
    Viste esteriormente determinate pratiche penitenziali che erano comuni in epoche più antiche, appaiono impensabili ad una cultura inquinata dal pensiero psicanalitico ateo come è divenuta la nostra. Il diavolo è il miglior psicologo, peccato che non abbia alcuna intenzione di amare.
    In realtà, se leggi Teresa di Gesù bambino vedrai che le massime penitenze che si "imponeva" consistevano nello star dritta a tavola senza poggiare la schiena. E le pesava la recita del rosario come preghiera personale (il rosario sarebbe eminentemente comunitaria). Questo per dire che la diversità di esigenze (e i lumi si possono avere solo pregando, e con fede) può fare apparire una penitenza "assurda" agli occhi dell'uomo moderno.
    L'obiettivo della penitenza è una mera mortificazione, non l'affliggimento di un danno corporale. La mortificazione ha come unica utilità di regolare l’eccessivo attaccamento alle cose, ed accrescere la carità e le altre virtù, non quella di ricercare un dolore fine a se stesso.
    Papa Wojtyla non era un “intellettuale”: era una persona più vicina al linguaggio poetico che a quello analitico, ed evidentemente trovava utile determinate penitenze, come può esserlo starsene un po’ al freddo, o in una corsia di ospedale, per sentire cosa soffre chi è senza tetto o chi vive una malattia terminale. L’importante è la carità, il resto sono mezzi.

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  2. Infatti, tanti edifici in Italia, sono fuori contesto da quello che lo circonda.

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  3. Trovo sempre interessante leggere P. Impastato. Grazie per aver pubblicato.

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  4. La bellezza sta negli occhi di chi guarda ...è che spesso ci sono arruffoni che che della bellezza non san nemmeno che esista ,allora spargono bruttezza in giro coperta da denaro, corruzione...

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  5. Troppo intelligente per vivere in Italia

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  6. La bellezza ed il rispetto per essa. Grandi parole per una grande e coraggiosa persona.

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