mercoledì 18 gennaio 2023

Supercoppa in Arabia Saudita: l'ipocrisia del calcio



Articolo da Valori

Già nella filosofia presocratica si dibatteva se le cose fossero finite o infinite. Duemila anni dopo possiamo constatare che, se tutto nell’universo sembra infinito e in continua espansione, l’indignazione no, quella ha un limite. Superato il quale, non resta più nulla. E questo limite evidentemente è stato raggiunto durante la Coppa del Mondo in Qatar, quando tutti si sono accorti che i grandi eventi sportivi (Mondiali e Olimpiadi) nutrono un profondo disprezzo per i diritti umani.

Allora l’indignazione era ovunque: per i migranti morti sul lavoro, i diritti civili calpestati, l’ecosistema devastato, tutto in nome del vile dio denaro che scorreva a profusione. Poi evidentemente si è raggiunto il limite, e l’indignazione è finita. E così, passato nemmeno un mese, della Supercoppa italiana che si gioca in Arabia Saudita, Paese che a livello di disprezzo per i diritti umani e civili e per l’ambiente se la gioca con il Qatar, e forse lo supera, se ne parla con molta più tranquillità.

È un grande derby tra Milan e Inter, a Riad ci sono alberghi bellissimi in cui vive Cristiano Ronaldo, negozi di lusso, grattacieli e stadi all’avanguardia. Chi vincerà tra Pioli e Inzaghi? E chi resusciterà tra De Katelaere e Lukaku? Queste sono le domande. E chi se ne frega della repressione, delle torture, dei giornalisti morti smembrati, delle trivelle che devastano il pianeta. Ci siamo già indignati abbastanza il mese scorso. E l’indignazione, diceva già Talete, o forse era Anassimandro, ha un limite.

Questo limite vale 7,5 milioni di euro. Quelli che la Lega di Serie A ha ottenuto dal regime di Mohammad bin Salman nel 2018 in cambio di tre edizioni in cinque anni da giocare in Arabia. Nulla in confronto ai commerci tra i due Paesi, se dall’Arabia importiamo gas e petrolio, noi siamo il terzo Paese europeo (e l’ottavo globale) tra i fornitori della teocrazia. Gli mandiamo meccanica, chimica, elettronica, prodotti alimentari. Gli mandiamo il senatore Matteo Renzi. E pare che continuiamo a mandargli anche le armi, nonostante il divieto per il massacro della popolazione yemenita.

Continua la lettura su Valori

Fonte: Valori


Autore: 
Luca Pisapia


Licenza: Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 3.0 Italia.



Articolo tratto interamente da 
Valori


1 commento:

I commenti sono in moderazione e sono pubblicati prima possibile. Si prega di non inserire collegamenti attivi, altrimenti saranno eliminati. L'opinione dei lettori è l'anima dei blog e ringrazio tutti per la partecipazione. Vi ricordo, prima di lasciare qualche commento, di leggere attentamente la privacy policy. Ricordatevi che lasciando un commento nel modulo, il vostro username resterà inserito nella pagina web e sarà cliccabile, inoltre potrà portare al vostro profilo a seconda della impostazione che si è scelta.