venerdì 1 ottobre 2021

Sentenza assurda: 13 anni a Mimmo Lucano

Domenico Lucano

Articolo da Popoffquotidiano

Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace, condannato in primo grado. In Italia ci sono leggi e giudici che trasformano la solidarietà in reato

Per Mimmo Lucano, quasi il doppio degli anni di reclusione che erano stati chiesti dalla pubblica accusa: l’ex sindaco di Riace è stato condannato a 13 anni e due mesi di reclusione nel processo «Xenia», svoltosi a Locri, sui presunti illeciti nella gestione dei migranti. Il Pm aveva chiesto 7 anni e 11 mesi. «Questa é una vicenda inaudita. Sarò macchiato per sempre per colpe che non ho commesso. Mi aspettavo un’assoluzione – sono le prime parole di Lucano – grazie, comunque, lo stesso ai miei avvocati per il lavoro che hanno svolto. Io, tra l’altro, non avrei avuto modo di pagare altri legali, non avendo disponibilità economica».

Per Sinistra Anticapitalista si tratta di una «vendetta di classe»: «La sentenza che condanna Mimmo Lucano a 13 anni di carcere lascia quasi increduli, come se si trattasse di un incubo notturno da cui risvegliarsi quanto prima; purtroppo invece è la realtà, la realtà di una giustizia di classe, anzi di una ignobile vendetta di classe contro una persona perbene che alle ingiustizie di un mondo ingiusto e al calvario dei migranti ha risposto costruendo la solidarietà, l’accoglienza, un futuro di lavoro e di vita civile per coloro che fuggono guerre e miserie e per i suoi concittadini – si legge nel comunicato della piccola ma lucida formazione ecosocialista, femminista e comunista – è una storia cominciata qualche anno fa (ai tempi di Minniti e Salvini) volta a distruggere una esperienza positiva e di riferimento in tutto il paese, una storia torbida le cui finalità politiche e gli interessi che la muovevano erano fin troppo chiare già dell’inizio e che oggi si sono espresse fine in fondo in questa condanna di primo grado.

Come in un mondo alla rovescia chi pratica la solidarietà e il sostegno verso i più deboli diventa un pericoloso delinquente; è il messaggio che corre ormai in tante parti di Europa e in particolare lungo le frontiere, tante aperte ad ogni movimento dei capitali ed alla speculazione industriale e finanziaria quanto ostili ai migranti e al loro diritto alla vita. Per questo oggi sono tanti i potenti, gli affaristi locali nazionali e ogni sorta di conventicola, che gioiscono di fronte alla condanna di Mimmo, e che cercano di trarne vantaggio per confermare i loro discutibili interessi economici e politici.

E’ una sentenza che arriva inoltre nel momento giusto anche per distogliere l’attenzione dai guai in cui è finito il famoso “capitano” della Lega, nemico giurato dei migranti e dell’ex sindaco di Riace, ma soprattutto a pochi giorni dalle elezioni regionali. Nella speranza che il giudizio di appello (siamo davvero curiosi di vedere quali siano le motivazioni del primo grado di giudizio) restituisca presto onore e giustizia a una persona degna come Mimmo Lucano, gli esprimiamo la nostra piena solidarietà, auspicando che si crei un forte movimento in suo sostegno, una vera e propria ribellione di fronte a una sentenza così volgarmente ingiusta. E’ questa la garanzia decisiva e la strada per riuscire ad affermare, in questa amara vicenda, ma più in generale in tutto il paese nel duro scontro di classe che contrappone le classi lavoratrici autoctone e migranti al violento attacco del padronato e del governo, una autentica giustizia sociale e civile e il pieno rispetto dei diritti umani».

Un processo politico, dunque, quello contro Mimmo Lucano, alla solidarietà e all’antimafia in una Regione in cui la corruzione e la criminalità organizzata inquinano la terra, la politica e l’economia. Un processo politico, bomba a orologeria a 24 ore sulle elezioni regionali. Un processo politico che ha voluto colpire con durezza chi ha tentato di sottrarsi a un sistema d’accoglienza dei migranti punitivo e mortificante per le persone che fuggono dalla guerra e dalla miseria. Popoff ha chiesto un commento a caldo a Francesca Danese, portavoce del Forum del Terzo settore del Lazio, già assessora ai tempi della Giunta Marino alle Politiche sociali e alla casa di Roma Capitale: «Nessuno ha ancora letto quella sentenza ma si può dire già che quello contro Mimmo Lucano è un processo che si sviluppa in un paese ossessionato dalle migrazioni che spende moltissimo nel tentativo di bloccare i migranti e fatica parecchio a trovare risorse per accoglierli. Un paese che gioca sulla pelle di chi scappa dalla miseria e dalle guerre una partita cinica, nelle campagne elettorali e nel lavoro di governo. Eppure il Modello Riace ha dimostrato a tutti noi che è possibile immaginare e praticare modelli di integrazione efficace, di accoglienza coniugata allo sviluppo del territorio. E se Mimmo ha sbagliato, probabilmente lo ha fatto perché inseguito dalle emergenze, in stato di assoluta necessità, lasciato solo dalla politica. Molti amministratori si sono trovati nelle sue condizioni, ostacolati dai loro stessi partiti oppure da trattati iniqui come quello di Dublino che nessuno ha il coraggio di modificare.

Sarebbe interessante tornare a Riace e misurare le differenze tra ora e il tempo in cui governava Lucano. E’ l’ennesima volta che, nella civilissima Europa, c’è qualcuno che prova a trasformare la solidarietà in un reato. Così che il killer delle politiche di accoglienza non sia la volontà politica ma l’inafferrabile, e senza volto, groviglio di norme e procedure interpretate senza pietà. Una sentenza che a molti pare assurda, 13 anni non li prende quasi mai nemmeno un omicida, e che forse sarà ribaltata in appello. Non senza aver depositato nuovi veleni nelle nostre città, nei loro quartieri più poveri. Intanto la sentenza piomba poche ore dopo la morte di uomo in un incendio divampato nell’ex Calcestruzzi Selinunte, tra Castelvetrano e Campobello di Mazara, nel trapanese. Uno dei tanti stabilimenti abbandonati diventato un campo per i braccianti stranieri impegnati nella raccolta delle “nostre” olive. Si chiamava Omar e, assieme ai suoi compagni di lavoro e sventura, chiedeva da tempo più acqua, la rimozione dell’immondizia, lavoro giusto e una casa vera. Lui ha perso la vita, gli altri, per ora, i risparmi, i documenti e i vestiti. A trattare le persone come tali, come ha provato a fare Mimmo Lucano, tutto questo non sarebbe successo. Come gesto di solidarietà verso Lucano iniziamo dal partecipare alla raccolta immediata di beni di prima necessità, sacchi a pelo, vestiti a Fontane D’oro a Campobello di Mazara*».

Lucano era imputato di associazione per delinquere, abuso d’ufficio, truffa, concussione, peculato, turbativa d’asta, falsità ideologica e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. La sentenza è stata letta dal presidente del Tribunale di Locri, Fulvio Accurso, dopo una camera di consiglio che si è protratta per quattro giorni. L’inchiesta sull’ex sindaco di Riace è stata condotta dalla Procura della Repubblica di Locri, con indagini delegate alla Guardia di Finanza. Nell’ottobre del 2018 Lucano fu anche posto agli arresti domiciliari dalle fiamme gialle con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e dopo il periodo di detenzione fu applicato nei suoi confronti il divieto di dimora a Riace, poi revocato dal Tribunale di Locri nel settembre del 2019. Nel processo Xenia è stato difeso dagli avvocati Giuliano Pisapia ed Andrea Daqua che, all’uscita dal Tribunale hanno spiegato: «Una sentenza lunare e una condanna esorbitante che contrastano totalmente con le evidenze processuali. Oltre tredici anni di carcere per un uomo come Mimmo Lucano che vive in povertà e che non ha avuto alcun vantaggio patrimoniale e non patrimoniale dalla sua azione di sindaco di Riace e, come è emerso nel corso del processo si è sempre impegnato per la sua comunità e per l’accoglienza e l’integrazione di bambini, donne e uomini che sono arrivati nel nostro Paese per scappare dalle guerra, dalle torture e dalla fame». Secondo gli avvocati Pisapia e Dacqua , «è difficile comprendere come il Tribunale di Locri non abbia preso nella giusta considerazione quanto emerso nel corso del dibattimento, durato oltre due anni, che aveva evidenziato una realtà dei fatti ben diversa da quella prospettata dalla pubblica accusa. Per ora purtroppo possiamo solo sottolineare che non solo la condanna, ma anche l’entità della pena inflitta a Mimmo Lucano sono totalmente incomprensibili e ingiustificate e aspettare le motivazioni della sentenza per poter immediatamente ricorrere in appello nella convinzione che i successivi gradi di giudizio modificheranno una decisione che ci lascia attoniti».

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Articolo tratto interamente da Popoffquotidiano




16 commenti:

  1. Se fosse davvero una sentenza truffa ci sarebbe da preoccuparsi davvero. Chi ci giudica? Potremmo stare mai sereni se imputati di qualcosa che non ci riguarda? Vorrei leggere i capi di imputazione e le motivazioni dei giudici..

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  2. Uno schifo, null'altro da aggiungere.
    C'è gente che ammazza e riceve pene più lievi!

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  3. Una cosa che mi ha colpito è che quasi in contemporanea un signore che ha ucciso la moglie è stato condannato a dodici anni per omicidio colposo, un anno in meno di quelli riconosciuti a Lucano per quello che ha fatto o che si dice abbia fatto. ora, Mimmo Lucano potrà piacere o non piacere, si potrà essere o non essere d'accordo con la sua politica verso i migranti, però mi chiedo io. possibile che il togliere una vita umana venga considerato un crimine meno grave rispetto alle cose attribuite a Lucano?
    Non si tratta di polemica ma è che proprio faccio fatica a capire.

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    1. Traini che ha fatto una strage razzista, deve scontare una pena minore.

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  4. Voleva operare a fin di bene, ma ci son norme e leggi amministrative che vanno rispettate, specie se si riveste la carica di Sindaco. Se si violano quelle norme si paga di persona e si rischia di indebolire anche le più nobili cause. Mi dispiace, perché il "modello Riace" era una grande idea e son sempre convinto che solidarietà e accoglienza siano dei principi fondamentali per una società civile.

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  5. Devo dire che non ho mai approfondito nei dettagli la vicenda, ma per quel poco che so mi sembra una sentenza ingiusta.

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  6. Una sentenza sconcertante che non riesco a comprendere, adesso si condanna chi ha portato amore e accoglienza facendo del bene e magari si lascia impunito chi è un delinquente!
    Buon venerdì, un saluto, Stefania

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  7. Allucinante,solo in Italia succedono queste cose...

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  8. Io spero che tutto si chiarisca, ma a sentire gli atti e le motivazioni ci sarebbe molto da addebitare alle condotte amministrative di Lucano, come minimo molto pasticciate..

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    1. Magari qualche condotta amministrava non è stata molto chiara, ma come mai, chi fa una strage prende meno anni?

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