sabato 23 ottobre 2021

Squid Game, la serie distopica che mostra i veri orrori del capitalismo e le sue agonie



Articolo da Rivoluzione

Squid Game è l’ultima produzione targata Corea del Sud che mostra in maniera brillante la realtà brutale del capitalismo: la competizione portata all’estremo. Mentre la serie è in testa a tutte le classifiche di Netflix, i lavoratori coreani proprio oggi, 20 ottobre, incrociano le braccia in uno sciopero generale.

Nella serie televisiva Squid Game di Hwang Dong-Hyuk, ormai popolarissima, i concorrenti sono pieni di debiti e rischiano la propria vita per realizzare un’enorme fortuna in una competizione in cui gli sconfitti vengono eliminati fisicamente.

Al di là della recitazione egregia e della violenza grafica, Squid Game riflette i veri orrori del capitalismo e le sue agonie. Non c’è da stupirsi che abbia conquistato un pubblico enorme e un notevole interesse da parte dei media internazionali.

In questa serie prodotta da Netflix, ormai in cima alle classifiche (attualmente numero uno in oltre 90 paesi), vediamo centinaia di coreani sul lastrico competere in una serie di giochi mortali per vincere un premio in denaro di 33 milioni di euro. Uniti dalla loro sofferenza sotto il capitalismo, la serie segue le loro vite miserabili e la loro necessità estrema di vincere il gioco.

Disperazione

Lo spettacolo inizia introducendo il personaggio principale, Seong Gi-Hun, mentre affronta una quotidianità miserabile, fatta di debiti di gioco e rapporti familiari tesi. Quando uno sconosciuto lo invita a partecipare a un concorso con un premio molto alto come ricompensa, l’offerta sembra troppo buona per rifiutare.

Ogni round del gioco è brutale e crea una scarsità (artificiale) per spingere i partecipanti ad adottare comportamenti sempre più disperate.

Il cibo è distribuito iniquamente, la violenza è tollerata, il tradimento è ricompensato. Le differenze si trasformano in odio mentre i concorrenti respingono ogni solidarietà basata su razza, sesso, età. Le parole di Marx calzano a pennello: “dove il bisogno è generalizzato, tutta la vecchia merda torna a galla”.

I giocatori sono liberi di lasciare la competizione, se una maggioranza vota per farlo. Eppure anche questa libertà è un’illusione, proprio come la democrazia borghese.

Offerta la possibilità di tornare alle loro vite abituali, i concorrenti si trovano di fronte all’inevitabile, cupa realtà della loro esistenza. Come dice un personaggio sconsolato, la vita è “tanto brutta là fuori quanto lo è qui dentro”.

Le regole sono fatte rispettare da una rigida gerarchia di corpi armati composta da uomini mascherati. Questi mantengono un monopolio completo sulla violenza, usando pistole e mitragliatrici per giustiziare quei giocatori che infrangono le regole e quelli che hanno perso un round. I paralleli con l’apparato di sicurezza della classe dominante coreana sono difficili da ignorare.

Ma le somiglianze tra finzione e realtà non sono una coincidenza. Come ha detto il regista Hwang Dong-Hyuk: “Volevo scrivere una storia che fosse un’allegoria o una favola sulla moderna società capitalista, qualcosa che descrivesse una competizione estrema, un po’ come la competizione estrema della vita”.

Oltre lo schermo

Squid Game si unisce a una crescente ondata di realismo sociale coreano, con film come The Host e Parasite che smascherano lo sfruttamento di classe in Corea del Sud. Nonostante i suoi temi surreali, Squid Game non è troppo lontano dalle estenuanti condizioni materiali che affrontano i lavoratori sudcoreani nella vita reale.

Il 2020 ha portato la peggiore crisi di disoccupazione della Corea del Sud dal 1997. Esacerbata dalla pandemia di COVID, la Corea del Sud ha visto oltre un decennio di costante declino occupazionale. Tra i giovani la disoccupazione è al 9,5 per cento. Non c’è da meravigliarsi se i giovani coreani hanno iniziato a chiamare la loro patria “Hell Korea” (inferno Corea).

La vecchiaia e la pensione non offrono alcuna speranza ai giovani e ai lavoratori sudcoreani. Mentre nel Regno Unito “solo” il 15% delle persone di età superiore ai 66 anni vive in condizioni di povertà, il 43% della popolazione anziana della Corea del Sud è in stato di povertà. Con l’invecchiamento della popolazione e le morti che superano le nascite, gli anziani sono diventati un altro settore oppresso sotto il capitalismo.

Schiavi dei debiti

Per ciascuno dei concorrenti del Squid Game, il premio in denaro offre una scappatoia dalla schiavitù dei debiti. In realtà, il debito delle famiglie sudcoreane è salito alle stelle, con il rapporto medio tra debito familiare e reddito disponibile che si attesta al 191%. In totale, il debito delle famiglie è di 1,54 migliaia di miliardi di dollari, una cifra astronomica.

Mentre i concorrenti immaginari di Squid Game e i lavoratori nel mondo reale subiscono le conseguenze del loro debito, il governo sudcoreano ha pensato bene di aumentare il proprio debito nazionale con un pacchetto di stimoli fiscali. Nel 2019, il debito nazionale si è attestato a 726 miliardi di dollari che si prevede raggiungerà 1 migliaio di miliardi entro il prossimo anno.

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Fonte: 
Rivoluzione


Autore: 
Raj Mistry


Articolo tratto interamente da 
Rivoluzione.red

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