Articolo da Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile - ASviS
Il numero di disastri è aumentato di cinque volte, ma grazie alle misure di previsione e gestione del rischio i morti sono diminuiti. Più del 91% dei decessi nei Paesi in via di sviluppo: “Necessaria maggiore cooperazione internazionale”. 27/9/21
“A partire dagli anni ’70, i disastri legati a condizioni meteorologiche, climatiche o di scarsità idrica hanno ucciso in media 115 persone al giorno, causando perdite giornaliere per 202 milioni di dollari”. A riportarlo è il “Wmo atlas of mortality and economic losses from weather, climate and water extremes”, il nuovo atlante prodotto dall'Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo) che getta luce sulla mortalità e le perdite economiche dovute alle condizioni meteorologiche estreme nell’arco degli ultimi 50 anni.
Le perdite umane. Secondo l’atlante, durante il periodo preso in esame sono stati segnalati più di 11mila disastri, con poco più di due milioni di morti. “Dal 1970 al 2019, i rischi meteorologici, climatici e idrici hanno costituito il 50% di tutti gli eventi estremi a livello globale, il 45% di tutti i decessi segnalati e il 74% delle perdite economiche”. Poi il documento aggiunge che “più del 91% di questi decessi si è verificato nei Paesi in via di sviluppo”. Nell’elenco dei disastri che hanno generato maggiori perdite umane spicca la siccità (650mila morti), seguita dalle tempeste (577.232 morti), le inondazioni (58.700 morti) e le temperature estreme (55.736 morti). I decessi, invece, sono diminuiti di quasi tre volte dal 1970 al 2019. Secondo l’atlante, infatti, il bilancio delle vittime è sceso da oltre 50mila morti negli anni '70 a meno di 20mila negli anni ‘10. “Gli anni '70 e '80 hanno riportato una media di 170 decessi correlati al giorno. Negli anni '90, quella media è scesa di un terzo (90 decessi al giorno), per poi continuare a diminuire negli anni 2010, fino ad arrivare a 40 morti correlate al giorno”.
Le perdite economiche. In questo campo, la situazione peggiora: “le perdite sono aumentate di sette volte dagli anni '70 agli anni '10, arrivando a un totale di oltre 3mila miliardi di dollari”. I danni economici dal 2010 al 2019 (in media 383 milioni di dollari al giorno nel decennio) sono stati sette volte superiori a quelli registrati dal 1970 al 1979 (49 milioni di dollari). Le tempeste hanno rappresentato la causa più diffusa di perdite economiche (521 miliardi di dollari), seguite dalle inondazioni (115 miliardi di dollari).
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Fonte: Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile - ASviS
Autore: Flavio Natale
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Articolo tratto interamente da Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile - ASviS
Purtroppo è vero ed è sempre più evidente, peccato che abbiano fatto finta per troppo tempo che tutto fosse normale, ora non possono più far finta di nulla ma quanto a mettere in atto davvero azioni importanti, poche. Speriamo in bene. Un saluto Vincenzo e buona continuazione di settimana
RispondiEliminaRicambio.
EliminaChi ha subito i danni oggi è chi non ha contestato a oltranza l'indifferenza di grandi nazioni che hanno snobbato il Protocollo di Kyoto.
RispondiEliminaIn giro non c'è altro che prepotenza, prevaricazione, menefreghismo... da parte di gente che per giunta si accoppia e diffonde questo seme perverso.
Ci vogliono fatti, troppe parole non servono a nulla.
EliminaÈ impressionante la frequenza con cui se ne sente notizia e anche se in certi casi si può fare prevenzione mi pare che per buona parte non resti che stare con le dita incrociate...
RispondiEliminaSono sempre più frequenti.
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