giovedì 28 ottobre 2021

I diritti in Italia sono un optional: affossato il Ddl Zan



Articolo da NewsTown

154 voti a favore, 131 contrari: il Senato ha approvato le pregiudiziali poste da Fratelli d'Italia e Lega sulla legge Zan, la così detta 'tagliola', affossando, di fatto, il provvedimento; il disegno di legge, infatti, tornerà in Commissione Giustizia da dove, con ogni probabilità, non riemergerà più.

Il centrosinistra era sicuro di avere 149 voti: ne sono mancati 18; 2 senatori si sono astenuti, 16 sono passati con il centrodestra. Ed il sospetto è che lo 'sgambetto' sia arrivato dai renziani, sebbene Teresa Bellanova abbia parlato di "franchi tiratori tra PD, LeU e M5S", assicurando che Italia viva ha votato in modo compatto. "Il centrosinistra della maggioranza Conte è strafinito, si riparte da Pd, 5S e Leu", la risposta della dem Monica Cirinnà.

L’Italia ha perso, così, l’occasione di allinearsi, almeno, alla legislazione antidiscriminatoria dei grandi Paesi europei affossando un provvedimento di civiltà. In sostanza, si chiedeva di modificare gli articoli 604-bis e 604-ter del Codice penale prevedendo di aggiungere alle discriminazioni per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi, già previste dalla Legge Mancino, anche gli atti discriminatori fondati sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale, sull'identità di genere o sulla disabilità.

Si è detto di tutto sulla legge Zan, in questi mesi: 'con la legge si tolgono diritti alle donne', sebbene nei paesi europei in cui sono in vigore leggi simili nessuna delle conquiste delle donne è stata messa in discussione dal riconoscimento di tutele alle persone trans*; 'la legge Zan introduce l'utero in affitto', sebbene il provvedimento intendeva intervenire soltanto sulla violenza, non occupandosi di gestazione per altri; 'la legge Zan porta il gender sulle scuole, giù le mani dai bambini', sebbene il provvedimento avrebbe promosso la prevenzione e il contrasto al bullismo. Che poi, l'ideologia gender non esiste, ma questo è un altro problema. La Legge Zan non si sarebbe occupata di percorsi di affermazione di genere (per questo c’è la legge 164/82) ma avrebbe introdotto l’identità di genere tra le condizioni personali che potrebbero essere oggetto di violenza e discriminazione e che necessitano di tutela. Tutto qui.

"I numeri della votazione con cui il Senato ha affossato questa mattina il testo Zan contro l’omotransfobia sono inesorabili: la nostra classe politica è in larga maggioranza omofoba", le parole di Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay. Che ha aggiunto: "Il margine con cui la maggioranza del Senato si è espressa, va ben oltre i confini delle destre, dei finti liberali di Forza Italia o dei cinici arrampicatori di Italia viva. Ci sono responsabilità anche all’interno delle forze politiche in cui militano i parlamentari primi firmatari del testo. Insomma: c’è una responsabilità diffusa della politica, che ne esce fotografata in maniera implacabile. Questo Parlamento non è stato all’altezza delle sfide di questo tempo, l’argine all’omotransfobia continuerà a porlo il Paese, le reti informali, le associazioni, tutte le persone di buona volontà. Non lo Stato, che ancora una volta si gira dall’altra parte. Ringraziamo coloro i quali si sono battuti, a tutti gli altri consegniamo la nostra vergogna".

Una pagina davvero buia per il nostro Parlamento, consumata vergognosamente nel 'segreto dell'urna': la presidente Casellati, infatti, aveva ritenuto "ammissibili le due richieste di votazione segreta in base al regolamento e ai precedenti", confermando così il voto segreto nonostante le contestazioni. "Sono stata chiamata a decidere sulla richiesta di una votazione segreta. È una questione puramente giuridica - ha chiarito la presidente - non a caso ho fatto riferimento al regolamento e ai precedenti".

Il timore del relatore Zan, insomma, si è avverato, anche se l'esponente del Pd questa mattina si era detto ottimista: "Sono convinto che Italia viva voterà con noi e la tagliola non dovrebbe passare. Poi ci sono tanti del gruppo Misto che hanno già dichiarato che voteranno contro la tagliola: sono abbastanza tranquillo che questa operazione della Lega non passerà".

Ma così non è stato.

"Hanno voluto fermare il futuro. Hanno voluto riportare l’Italia indietro. Sì, oggi hanno vinto loro e i loro inguacchi, al Senato. Ma il Paese è da un’altra parte. E presto si vedrà", il commento affidato a twitter dal segretario del Pd, Enrico Letta. Il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ha aggiunto: "Chi oggi gioisce per questo sabotaggio dovrebbe rendere conto al Paese che su questi temi ha già dimostrato di essere più avanti delle aule parlamentari".

A gioire è il leader della Lega, Matteo Salvini: "Il ddl Zan è stato affossato per i calcoli sbagliati del Pd: ora togliamo i bambini, i nuovi reati e il dibattito sull'identità di genere. Hanno deciso di andare allo scontro, dopo mesi che avevamo avvisato, ed è finita così. Ora proporrò al centrodestra di ripartire dal nostro testo".

Un testo non condiviso dal mondo Lgbtqi+.

Continua la lettura su NewsTown

Fonte: NewsTown


Autore: redazione News Town


Licenza: Licenza Creative Commons
Quest' opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 3.0 Italia


Articolo tratto interamente da NewsTown 


4 commenti:

  1. Abbiamo dei politici di merxx, votati da italiani di merxx, col compiacimento della pederasta autorità vaticana.
    Non c'è altro da aggiungere!

    RispondiElimina
  2. Che vergogna, siamo diventati lo stato delle banane.
    Buon venerdi.

    RispondiElimina

I commenti sono in moderazione e sono pubblicati prima possibile. Si prega di non inserire collegamenti attivi, altrimenti saranno eliminati. L'opinione dei lettori è l'anima dei blog e ringrazio tutti per la partecipazione. Vi ricordo, prima di lasciare qualche commento, di leggere attentamente la privacy policy. Ricordatevi che lasciando un commento nel modulo, il vostro username resterà inserito nella pagina web e sarà cliccabile, inoltre potrà portare al vostro profilo a seconda della impostazione che si è scelta.