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Conosciuto in tutto il mondo per il modello di accoglienza dei richiedenti asilo realizzato a Riace, il piccolo paese della Calabria di cui è sindaco, Domenico Lucano (detto Mimmo) è stato arrestato il 2 ottobre nell’ambito di un’inchiesta avviata dalla procura di Locri un anno fa. La misura cautelare degli arresti domiciliari, eseguita all’alba dalla guardia di finanza, è stata disposta dal giudice per le indagini preliminari Domenico Di Croce, che ha accolto la richiesta della procura di Locri. L’accusa è di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e affidamento fraudolento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti a due cooperative della zona. Per la compagna di Lucano, Tesfahun Lemlem, è stato disposto il divieto di dimora.
L’indagine contro Lucano per presunte irregolarità nella gestione del sistema di accoglienza era cominciata un anno fa, nell’ottobre del 2017, quando gli era stato recapitato un avviso di garanzia per truffa aggravata, concussione e abuso d’ufficio. “Sono sconcertato e senza parole, ma per certi versi mi viene quasi da ridere perché non ho nessun bene nascosto. Non possiedo niente e non ho conti segreti. Allora ben vengano i controlli su di me e che siano il più approfonditi possibili”, aveva commentato allora Lucano. Da quel momento il sistema Riace era stato passato al setaccio dagli inquirenti, ma tutte le accuse più gravi a carico di Lucano sono decadute. Infatti, nella stessa nota diffusa dalla procura, il giudice Di Croce ha escluso che sia avvenuta “alcuna delle ipotesi delittuose ipotizzate”.
Secondo la procura, tuttavia, Lucano e la compagna avrebbero organizzato un matrimonio “di comodo” tra un’immigrata nigeriana e un cittadino italiano. Alla base di questa accusa c’è un’intercettazione telefonica in cui Lucano parla della possibilità che una donna nigeriana, a cui è stato negato l’asilo tre volte, sia regolarizzata attraverso il matrimonio con un italiano. Nella conversazione registrata però non emerge se il matrimonio sia stato in effetti celebrato né se siano stati riscontrati casi simili. L’altra accusa è l’affidamento diretto di appalti per la raccolta e il trasporto dei rifiuti alle cooperative Ecoriace e L’Arcobaleno dall’ottobre 2012 fino all’aprile 2016, senza che fosse indetta una gara d’appalto e senza che le due cooperative fossero iscritte nel registro regionale come previsto dalle norme vigenti.
Chi è Mimmo Lucano e cos’è il modello Riace. Fino a vent’anni fa il paesino calabrese di Riace rischiava di essere abbandonato, molte case erano diroccate e la scuola rischiava di chiudere a causa dell’emigrazione dei giovani verso il nord e il conseguente spopolamento delle aree interne italiane, ma – scrive la Bbc – “il suo destino è completamente cambiato” grazie all’idea di accogliere un certo numero di immigrati che sono stati integrati nella comunità locale. L’idea venne a Domenico Lucano, che allora non era sindaco. Lucano era stato a sua volta emigrante e aveva da sempre militato nell’estrema sinistra locale. “Tutto è cominciato con una botta di vento”, racconta Tiziana Barillà, giornalista, che a Riace ha dedicato un libro Mimì Capatosta. Mimmo Lucano e il modello Riace.
La prima accoglienza di un gruppo di profughi, infatti, è avvenuta a Riace nel luglio del 1998, quando un veliero partito dalla Turchia con a bordo 66 uomini, 46 donne e 72 bambini è approdato a cinquecento metri dalle coste di Riace Marina. I profughi venivano dall’Iraq, dalla Turchia e dalla Siria. Erano tutti curdi in fuga dalle persecuzioni politiche. “È allora che abbiamo cominciato a sognare. Mentre vedevamo Riace Marina affollata durante la stagione estiva e Riace Superiore, la parte alta del comune, addormentata, svuotata dei suoi abitanti partiti a lavorare al nord. E se questi profughi ci aiutassero a svegliarla? Se grazie a loro le vie potessero tornare alla vita? Se si potesse ancora sentire la gente parlare e i ragazzi ridere?”, domanda Lucano nel libro. I profughi sono stati tutti ospitati in una struttura della curia a Riace Superiore e l’anno dopo Lucano ha fondato l’associazione Città Futura, ispirata a Tommaso Campanella e dedicata all’accoglienza.
“Anche Lucano era un emigrante, anzi un immigrato di rientro. In quel paese in piena agonia Lucano, prima come semplice attivista e cittadino, poi come sindaco dal 2004, ha visto nei profughi degli alleati per riaprire degli spazi di vivibilità e di accoglienza per tutti, non solo per i migranti. Il modello Riace è un modello di convivenza universale, i benefici sono per tutti, non solo per i riacesi, non solo per i migranti, ma per tutti. Riace è amministrato come un bene comune”, spiega Barillà.
Nel 2001, insieme a Trieste, Riace è stato uno dei primi comuni a partecipare ai progetti per l’accoglienza diffusa, il sistema che in seguito sarebbe diventato il servizio Sprar (Sistema di protezione per i richiedenti asilo e i rifugiati). Del cosiddetto modello Riace si è parlato più all’estero che in Italia. Domenico Lucano, il suo ideatore, è stato messo nella lista delle cinquanta persone più influenti del mondo dalla rivista Fortune nel 2004, e al suo esperimento sono stati dedicati articoli e documentari da parte dei mezzi d’informazione di tutto il mondo. Il modello Riace prevede che ai richiedenti asilo siano concesse in comodato d’uso le case abbandonate e recuperate del vecchio abitato e che i soldi dei progetti di accoglienza erogati al comune dal governo siano usati per borse lavoro e per attività commerciali gestite dagli stessi richiedenti asilo insieme ai riacesi.
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Fonte: Internazionale
Autore: Annalisa Camilli
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Articolo tratto interamente da Internazionale
Non so cosa pensare di questa storia. Qualcosa non quadra...
RispondiEliminaIn questi mesi non è il primo caso di solidarietà perseguita. Nei mesi scorsi anche in Francia ci sono stati alcuni casi da far riflettere.
Elimina"Abbiamo debellato il business dell'immigrazione!" Ma hanno guardato bene Mimmo Lucano? Di certo non lo faceva per arricchirsi! Se Riace era riconosciuto come modello di accoglienza perfino fuori dall'Italia, un motivo ci sarà!
RispondiEliminaUn modello di solidarietà.
EliminaSono d'accordo con Fabri, ma resto comunque fiducioso sulla buona fede delle Procure.
EliminaSe c'è stata violazione di legge, la Procura deve agire.
Poi saranno i giudici a decidere. Per fortuna o purtroppo...
Nei prossimi giorni la situazione sarà più chiara.
EliminaVogliono convincere il "cosiddetto" popolo che la solidarietà è un crimine! Brutta storia!!
RispondiEliminaPraticamente è in atto una guerra contro i poveri e gli ultimi.
EliminaIo prima di accusare la Procura di essere schiava del Governo vorrei avere delle prove e non fare come Saviano (lui che odiava i complottismi e difendeva sempre la magistratura ed i PM) che invece ha sparato a zero sulla Procura stessa in modo vergognoso. Le accuse ci sono, possono essere false, ingiuste, e questo verrà accertato. Questa persona ha sicuramente fatto cose importanti per Riace, non so quanto e fino a che punto esportabili come modello altrove, ma lui è Sindaco di un posto e di quello si deve occupare al meglio come pare abbia fatto fino ad ora.
RispondiEliminaLa solidarietà non è un crimine e questo messaggio non passerà mai e non posso pensare che una Procura agisca su commissione del Governo. Se così fosse allora più che scrivere indignati bisognerebbe rovesciare queste istituzioni dal basso con ogni mezzo possibile perché saremmo di fatto in una dittatura assoluta da spazzare via immediatamente.
Massimo rispetto per la Procura, ma io credo anche nella buona fede del sindaco. Ultimamente vedo troppo odio contro chi aiuta gli ultimi, non solo in Italia, ma anche in Europa.
EliminaCaro Vincenzo, tutto questo non è chiaro, spero che venga chiarito tutto.
RispondiEliminaCiao e buon pomeriggio con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Speriamo.
EliminaHo sentito la notizia alla radio e non ci volevo credere...spero proprio che venga fatta chiarezza al più presto e che il sindaco venga riconosciuto estraneo ai fatti... ripopolare i borghi abbandonati anche con l'aiuto dei rifugiati mi sembra proprio una bellissima idea!
RispondiEliminaRiace è un simbolo d'integrazione e umanità.
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