venerdì 27 gennaio 2023

Le forze israeliane hanno fatto irruzione nel campo profughi di Jenin: nove persone morte e più di 20 feriti



Articolo da Il Manifesto

Erano passate da poco le 7 ieri mattina quando un autocarro per il trasporto del latte è entrato lentamente nel campo profughi di Jenin che cominciava a svegliarsi. Dal veicolo sono scesi dei soldati di unità scelte israeliane e hanno messo sotto assedio una casa.

In pochi attimi, tra lo sbigottimento dei passanti, sono sopraggiunti altri militari, a decine, a bordo di jeep corazzate. Uno spiegamento di forze enorme per catturare o eliminare i fratelli Mohammad e Nureddin Ghneim e un terzo membro del Jihad Islami. Colti di sorpresa, i tre all’intimazione di arrendersi hanno risposto scegliendo di combattere fino alla morte.

LA LORO FINE è arrivata poco dopo. I militari hanno piazzato esplosivi nell’edificio contro il quale hanno anche sparato un razzo anticarro. In un comunicato diffuso dall’esercito su Twitter si afferma che l’operazione ha preso di mira una cellula del Jihad responsabile di attacchi armati e di aver progettato un attentato.

Ma quella che Israele descrive come «operazione» preventiva contro «una cellula di terroristi» è stata una strage, un bagno di sangue per i palestinesi di Jenin che hanno vissuto una giornata tra le più drammatiche degli ultimi anni.

Ore di morte e violenza che ha riportato alla memoria collettiva palestinese l’offensiva «Muraglia di Difesa» del 2002 quando l’esercito israeliano distrusse più della metà del campo profughi al termine di settimane di assedio costate le vita a decine di palestinesi (e a 15 soldati) nella città che, assieme a Nablus, è la roccaforte della militanza armata contro l’occupazione israeliana cominciata oltre 55 anni.

La reazione degli abitanti del campo è stata immediata. I primi ad affrontare in armi i soldati israeliani sono stati gli uomini del Battaglione Jenin, poi nelle strade decine di giovani con sassi e bottiglie. Sotto i colpi dei cecchini sono caduti altri cinque palestinesi: Abdullah al Ghul, Moatasem al Hassan, Wassim al Jass, Mohammed Sobh e Yassin Salahat.

Una donna di 61 anni, Magda Obaid, è stata colpita e uccisa da un proiettile nella sua abitazione. Altri 20 palestinesi sono stati feriti: quattro sono in condizioni critiche all’ospedale Ibn Sina di Jenin.

Lo stesso nosocomio sotto tiro con il fumo acre dei candelotti lacrimogeni che invadevano alcuni dei reparti. La ministra della sanità palestinese Mai al Kaileh ha denunciato: gli operatori della Mezzaluna rossa non sono stati in grado di evacuare i feriti perché i soldati israeliani hanno chiuso l’accesso al campo profughi e «sparato lacrimogeni contro il reparto pediatrico dell’ospedale».

UN ABITANTE del campo, Maher Natur, ha raccontato al manifesto: «Si sono vissute ore di terrore. Il sibilo dei proiettili era incessante. I nostri ragazzi dietro copertoni in fiamme hanno affrontato con le pietre i soldati». Prima del raid nel campo, ha aggiunto Maher, «(le forze israeliane) hanno interrotto l’elettricità, internet e la rete dei cellulari».

In quei momenti, sempre nel campo profughi, la famiglia al Sabbagh ha vissuto le stesse scene del 2002 quando la sua casa fu circondata e distrutta dall’esercito, che in quella occasione uccise Alaa al Sabbagh delle Brigate dei Martiri di Al-Aqsa. Le ruspe militari ieri hanno distrutto la nuova abitazione. In serata le tv israeliane hanno mandato in onda i video girati dai soldati entrati a Jenin. Nei social sono diventati virali quelli postati dai palestinesi con i corpi insanguinati sull’asfalto.

A JENIN IN SERATA è stato annunciato il divieto di ingresso ai veicoli commerciali nel campo profughi. La strage di Jenin ha acceso un incendio che nei prossimi giorni potrebbe avvolgere i Territori palestinesi occupati. Ieri manifestazioni e raduni di protesta contro Israele hanno occupato i centri di città e villaggi palestinesi.

Scontri sono divampati a Ramallah, Nablus e a Ram, a nord di Gerusalemme, dove un giovane di 22 anni, Yusef Mohaisen, è stato ucciso da militari israeliani facendo salire a dieci il bilancio di morti in una sola giornata e a 29 quello dall’inizio dell’anno.

Continua la lettura su Il Manifesto

Fonte: Il Manifesto

Autore: 
Michele Giorgio

Licenza: Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.


Articolo tratto interamente da Il Manifesto


4 commenti:

  1. Hanno occupato la Palestina e ammazzano tanta gente.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Troppi morti, ma l'indifferenza del resto del mondo, che fa paura.

      Elimina
  2. Non ci sarà mai una giornata della memoria per i palestinesi, perché da anni, troppi anni l'esercito israeliano continua a perpetrare massacri nell'indifferenza generale (o quasi). Altro che l'Ucraina.

    RispondiElimina

I commenti sono in moderazione e sono pubblicati prima possibile. Si prega di non inserire collegamenti attivi, altrimenti saranno eliminati. L'opinione dei lettori è l'anima dei blog e ringrazio tutti per la partecipazione. Vi ricordo, prima di lasciare qualche commento, di leggere attentamente la privacy policy. Ricordatevi che lasciando un commento nel modulo, il vostro username resterà inserito nella pagina web e sarà cliccabile, inoltre potrà portare al vostro profilo a seconda della impostazione che si è scelta.