Articolo da Progetto Melting Pot Europa
In occasione della Giornata mondiale del rifugiato, l’Organizzazione ha presentato il secondo rapporto “Nascosti in piena vista” per documentare storie di minori soli e di famiglie in arrivo o in transito alla frontiera nord, a Trieste, Ventimiglia e Oulx, per denunciare le disparità di trattamento e chiedere la fine delle violenze lungo le frontiere.
Un anno dopo la ricerca effettuata alle zone di confine della frontiera Nord d’Italia – a Trieste, per chi arriva nel nostro Paese attraverso la cosiddetta rotta balcanica e in uscita verso la Francia, a Ventimiglia in Liguria e a Oulx in Piemonte – Save the Children è tornata a raccogliere testimonianze e a raccontare storie di passaggi e respingimenti di minori soli o con le loro famiglie nel rapporto “Nascosti in piena vista”, curato anche quest’anno dal giornalista Daniele Biella e diffuso in occasione della Giornata mondiale del rifugiato.
Viaggi che durano mesi o anni, passando da uno Stato all’altro da ‘invisibili’, attraverso montagne, boschi, lungo i binari e superando confini violenti, macchiati di sangue, dove ragazzi e ragazze soli, a volte poco più che bambini, e famiglie con figli piccoli – in fuga da guerre, conflitti, povertà estrema, alla ricerca di un futuro possibile – conoscono l’orrore delle percosse, dei cani aizzati contro, della morte dei compagni di viaggio, dentro e fuori l’Europa.
Come è successo a Javed*, 17enne afghano, che alla frontiera tra Turchia e Bulgaria ha subito trattamenti violenti e umilianti: «I poliziotti hanno sguinzagliato il cane su di me, questo mi ha tirato e io mi sono messo a urlare perché mi aveva morso due volte il piede […]. Si radunavano attorno al fuoco a bere vino e ci facevano sdraiare nudi sulla schiena».
Javed durante il lungo percorso migratorio ha più volte filmato i suoi trasferimenti. Questi video, uniti al dettagliato, empatico e sconvolgente racconto del viaggio sono stati lasciati a StC e sono documenti fondamentali per fissare l’atrocità dei viaggi di minori non accompagnati e famiglie nel pieno del XXI secolo. Il suo lungo racconto dall’Afghanistan all’Italia passa per Pakistan, Iran, Turchia, Bulgaria (sono stati ben 23 i tentativi di superare il confine bulgaro, ovvero l’ingresso nell’Unione Europea), Serbia, Bosnia, Croazia, Slovenia, Italia.
Un’Europa a due livelli
Tante le testimonianze di violenze, respingimenti, umiliazioni subite durante il viaggio, vere e proprie violazioni dei diritti umani e dei diritti dei minori, che fanno emergere un’Europa a due livelli: in uno scenario mondiale profondamente mutato, l’Europa e i suoi Paesi hanno dimostrato di saper spalancare braccia e porte alla popolazione in fuga dalla guerra in Ucraina, ma al contempo si sono dimostrati brutali e disposti a usare forza ingiustificata contro gente inerme, “colpevole” di non avere documenti validi per l’ingresso, ma bisognosa allo stesso modo di un posto sicuro.
«I profughi ucraini, con ammirabile solidarietà, vengono accolti ai valichi autostradali con donazioni di cibo, vestiti e un trattamento dignitoso che fa onore all’Italia e all’Europa. Ma nei rilievi del Carso triestino, così come sul Passo della Morte tra Ventimiglia e Mentone e tra i sentieri del colle del Monginevro, numerosi vestiti, documenti e altri oggetti abbandonati testimoniano il passaggio di persone analogamente in fuga da privazioni e violazioni dei loro diritti, ma provenienti da altri Stati, obbligati a viaggiare nell’ombra, attraversando nel buio le frontiere in un’Europa che chiude loro le porte» ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa dell’ong.
Sono stati 35 i minorenni stranieri non accompagnati respinti alle frontiere interne o esterne dell’UE nei primi tre mesi del 2022, che la coalizione di enti non profit europei Protecting Rights at Borders 1 ha intercettato nelle sue attività. Probabilmente la punta di un iceberg, se si pensa che solo ad aprile sono stati segnalati 38 minori non accompagnati in transito a Trieste (oltre a quelli accolti dal sistema istituzionale di protezione) e – sempre ad aprile – 24 sono stati registrati in transito a Ventimiglia e 35 a Oulx. Minorenni “nascosti in piena vista”.
Il team di ricerca di Save the Children ha raccolto evidenze dirette di trattamento differenziato a seconda dei luoghi di transito e riferisce nel rapporto che i respingimenti non si presentano all’ingresso in Italia a Trieste e dintorni, ma vengono registrati alle frontiere con la Francia. A Claviere un minore non accompagnato ha più probabilità di essere ammesso presentandosi direttamente alla polizia di frontiera francese, a Mentone invece viene segnalata2 ancora la pratica della polizia di modificare la data di nascita per fare risultare la persona maggiorenne e quindi espellibile tramite il refus d’entrée, il foglio di via. In ogni caso, se la frontiera francese rimane comunque permeabile – il numero di tentativi dipende spesso dalla fortuna – rimangono praticamente insuperabili gli accessi dall’Italia a Svizzera e Austria.
«Il disperato si appiglia a qualunque speranza» ha detto Mahmoud, padre giordano-palestinese, al team di ricerca incontrato con moglie e cinque figli dopo il terzo respingimento al confine tra Mentone e Ventimiglia. Sono in viaggio da due anni, destinazione Germania. In Croazia hanno superato il game – il passaggio tra le frontiere – dopo 20 tentativi. «Nessuno provava compassione per noi (…) sia che fossimo stanchi, affamati o assetati. La cosa più importante è farmi stare in una casa e mandare i miei figli a scuola, non voglio nient’altro» ha aggiungto Mariam, sua moglie.
«È difficile arrivare da soli in altri Paesi. Senza padre, senza madre, senza fratello e nessun amico. Ma dobbiamo farlo, perché abbiamo un sogno: vogliamo avere un futuro, vogliamo essere brave persone». Sono le parole di Naweed*, costretto a fuggire dall’Afghanistan, 14 anni, forse meno, che gli operatori hanno incrociato i primi di maggio a Claviere, nell’alta Valle di Susa, in Piemonte, all’ennesimo confine da valicare, quello con la Francia, verso Mongenevre, attraverso montagne ancora innevate, determinato a proseguire in direzione Finlandia, dove vive il fratello. Con sé ha un foglio informale che indica la minore età, da consegnare ai poliziotti di frontiera francesi nella speranza di non essere respinto, in quanto minore straniero non accompagnato.
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Fonte: Progetto Melting Pot Europa
Autore: redazione Melting Pot Europa
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Articolo tratto interamente da Progetto Melting Pot Europa
Video credit Save the Children Italia caricato su YouTube
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