
Articolo da Ultime lettere di condannati a morte e di deportati della Resistenza italiana
Paolo Braccini di anni 36. Nato il 16 maggio 1907 a Canepina (Viterbo). Sposato. Di professione docente universitario. Dal viterbese, la sua famiglia si trasferisce a Terni, dove il padre, medico condotto e militante socialista, viene eletto sindaco prima dell’avvento del fascismo. Cresciuto con accanto la figura del genitore (amico di Matteotti) e dello zio (costretto ad espatriare per le persecuzioni degli squadristi), Paolo sviluppa presto un forte sentimento antifascista.
La sua ultima lettera alla figlia:
Gianna, mia figlia adorata,
è la prima ed ultima lettera
che ti scrivo e scrivo a te
per prima, in queste
ultime ore, perché so che
seguito a vivere in te.
Sarò fucilato all'alba, per
un ideale, per una fede che
tu, figlia mia, un giorno
capirai appieno.
Non piangere mai per la
mia mancanza, come non
ho mai pianto io: il tuo Babbo
non morrà mai. Egli ti
guaderà, ti proteggerà
ugualmente: ti vorrà sempre
tutto l'infinito bene che ti
vuole ora e che ti ha sempre
voluto fin da quando ti sentì
vivere nelle viscere di tua Madre.
So di non morire, anche per=
ché la tua Mamma sarà
per te anche il tuo Babbo:
quel tuo Babbo al quale vuoi
tanto bene, quel tuo Babbo
che vuoi tutto tuo, solo per te
e del quale sei tanto gelosa.
Riversa su tua Madre tutto
il bene che vuoi a lui: ella
ti vorrà anche tutto il mio bene,
ti curerà anche per me, ti
coprirà dei miei baci e delle
mie tenerezze.
Sapessi quante cose vorrei
dirti, ma mentre scrivo il mio
pensiero corre, galoppa nel tempo
futuro che per te sarà, deve
essere felice. Ma non importa
che io ti dica tutto ora, te lo
dirò sempre, di volta in volta,
con la bocca di tua Madre
nel cui cuore entrerà la mia
anima intera, quando lascerà
il mio cuore.
Tua madre resti sempre per
te al di sopra di tutto.
Vai sempre a fronte alta
per la morte di tuo Padre.
Ti benedico
tuo Babbo
è la prima ed ultima lettera
che ti scrivo e scrivo a te
per prima, in queste
ultime ore, perché so che
seguito a vivere in te.
Sarò fucilato all'alba, per
un ideale, per una fede che
tu, figlia mia, un giorno
capirai appieno.
Non piangere mai per la
mia mancanza, come non
ho mai pianto io: il tuo Babbo
non morrà mai. Egli ti
guaderà, ti proteggerà
ugualmente: ti vorrà sempre
tutto l'infinito bene che ti
vuole ora e che ti ha sempre
voluto fin da quando ti sentì
vivere nelle viscere di tua Madre.
So di non morire, anche per=
ché la tua Mamma sarà
per te anche il tuo Babbo:
quel tuo Babbo al quale vuoi
tanto bene, quel tuo Babbo
che vuoi tutto tuo, solo per te
e del quale sei tanto gelosa.
Riversa su tua Madre tutto
il bene che vuoi a lui: ella
ti vorrà anche tutto il mio bene,
ti curerà anche per me, ti
coprirà dei miei baci e delle
mie tenerezze.
Sapessi quante cose vorrei
dirti, ma mentre scrivo il mio
pensiero corre, galoppa nel tempo
futuro che per te sarà, deve
essere felice. Ma non importa
che io ti dica tutto ora, te lo
dirò sempre, di volta in volta,
con la bocca di tua Madre
nel cui cuore entrerà la mia
anima intera, quando lascerà
il mio cuore.
Tua madre resti sempre per
te al di sopra di tutto.
Vai sempre a fronte alta
per la morte di tuo Padre.
Ti benedico
tuo Babbo
Tratto da | Ultime lettere di condannati a morte e di deportati della Resistenza italiana (http://www.ultimelettere.it), on line dal 26 aprile 2007, INSMLI.
Fonte: Ultime lettere di condannati a morte e di deportati della Resistenza italiana
Autori: vari
Licenza:
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported.
Articolo tratto interamente da Ultime lettere di condannati a morte e di deportati della Resistenza italiana - INSMLI
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Autori: vari
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Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported.
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