Angolo curato e gestito da Mary B.
"Ho visto un re" di Enzo Jannacci è un vero gioiello della musica italiana, un esempio splendido di come il cantautorato riesca a fondere ironia, impegno civile e poesia. Uscita nel 1968, questa canzone ci trascina in un viaggio suggestivo e grottesco nella società dell'epoca, narrato con una satira tagliente e teatrale.
Il brano si configura come una specie di favola agrodolce, dove si susseguono le lamentele di diversi personaggi, dai contadini al re, tutti quanti colpiti da ingiustizie che ridicolizzano l'intero sistema sociale. Il linguaggio è semplice ma colmo di significati nascosti, e Jannacci riesce a catturare l'attenzione dell'ascoltatore con la sua voce espressiva e una melodia che, pur essendo facile da ricordare, conserva un'intensità emotiva davvero singolare.
La sinergia con Dario Fo, autore del testo, evidenzia un'analisi intelligente delle disuguaglianze sociali, sempre però filtrata attraverso un sorriso e una certa leggerezza. Questo contrasto tra comicità e messaggio profondo rende la canzone senza tempo, capace ancora oggi di farci riflettere.
Con il suo ritmo trascinante, i cori coinvolgenti e il mix di ironia e malinconia, "Ho visto un re" affascina non solo per la sua musicalità, ma anche per la sua capacità di arrivare al cuore e alla mente. È una canzone che ci spinge a ridere delle assurdità del potere e, allo stesso tempo, a non dimenticare la solidarietà e la speranza. Enzo Jannacci ci ricorda, con il suo stile inimitabile, che dietro ogni risata c'è sempre spazio per una profonda riflessione.
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Mi è sempre piaciuto iannacci.Buona domenica.
RispondiEliminaBuona serata.
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