domenica 27 gennaio 2019
27 gennaio 1945 - Il campo di concentramento di Auschwitz viene liberato dall'Armata Rossa
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Nel novembre 1944, di fronte all'avanzata dell'Armata Rossa, Himmler dà ordine di cessare le esecuzioni nelle camere a gas e di demolirle assieme ai forni crematori, allo scopo di nascondere le prove del genocidio; i nazisti, tuttavia, distrussero solo le camere e i forni di Birkenau, mentre quella di Auschwitz 1 fu adibita a rifugio "antibomba". Sino a quel momento ad Auschwitz erano stati uccisi oltre 1 milione e centomila esseri umani.
Il numero esatto delle vittime di Auschwitz è difficile da stabilire con certezza, perché molti prigionieri non furono registrati e molte prove vennero distrutte dalle SS negli ultimi giorni della guerra. Uno studio più ampio, iniziato da Franciszek Piper utilizzando gli orari di arrivi dei treni in combinazione con i dati di deportazione, calcola che almeno 960 000 morti furono ebrei su 1,1 milioni di decessi totali.
Il 27 gennaio 1945 il campo fu liberato dalle truppe sovietiche durante la loro rapida avanzata invernale dalla Vistola all'Oder. Il primo reparto che entrò nel campo faceva parte della LX Armata del generale Kurockin del 1° Fronte Ucraino del maresciallo Ivan Konev. Furono trovati circa 7 000 prigionieri ancora in vita. Inoltre, furono trovati migliaia di indumenti abbandonati, oggetti vari che possedevano i prigionieri prima di entrare nel campo e otto tonnellate di capelli umani imballati e pronti per il trasporto.
Auschwitz non fu tuttavia il primo campo di sterminio a essere scoperto: in realtà i sovietici erano già arrivati precedentemente a liberare dei campi come quello di Chełmno e quello di Bełżec ma questi, essendo di sterminio e non di concentramento, erano vere e proprie fabbriche di morte dove i deportati venivano immediatamente gasati, salvando solo poche unità speciali.
Tra i corrispondenti che seguivano le truppe russe entranti ad Auschwitz compariva il giornalista della Stella Rossa Vasilij Grossman, divenuto poi celebre scrittore. Egli pubblicò varie opere sul tema della Shoah, ispirandosi anche alla sua esperienza ad Auschwitz: la più celebre di queste è il romanzo Vita e destino.
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4 commenti:
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Giusto ricordarlo, perché i giovani sappiano e gli anziani non dimentichino.
RispondiEliminaSono d'accordo.
EliminaFondamnetale ricordare, e ricordare anche i numeri.
RispondiEliminaNumeri che mostrano l'atrocità umana.
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