domenica 25 settembre 2022

Risveglio di Cesare Pavese



Risveglio 

Lo ripete anche l’aria che quel giorno non torna.

La finestra deserta s’imbeve di freddo

e di cielo. Non serve riaprire la gola

all’antico respiro, come chi si ritrovi

sbigottito ma vivo. È finita la notte

dei rimpianti e dei sogni. Ma quel giorno non torna.


Torna a vivere l’aria, con vigore inaudito,

l’aria immobile e fredda. La massa di piante

infuocata nell’oro dell’estate trascorsa

sbigottisce alla giovane forza del cielo.

Si dissolve al respiro dell’aria ogni forma

dell’estate e l’orrore notturno è svanito.

Nel ricordo notturno l’estate era un giorno

dolorante. Quel giorno è svanito, per noi.


Torna a vivere l’aria e la gola la beve

nella vaga ansietà di un sapore goduto

che non torna. E nemmeno non torna il rimpianto

ch’era nato stanotte. La breve finestra

beve il freddo sapore che ha dissolta l’estate.

Un vigore ci attende, sotto il cielo deserto.


Cesare Pavese


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